Convertirsi vuol dire riconoscere che Dio esiste e capire che lui
è al primo posto nella nostra vita. Questo significa che la
vita dell'uomo solo allora ha un senso, se è in armonia con i
progetti che Dio ha con lui. Il piano di Dio è che l'uomo lo
conosca, lo ami con tutto il suo essere, si conceda a lui
completamente e lo serva con gioia, per diventare perfetto e santo.
Dio, riempie il cuore dell'uomo di gioia perfetta, di vera pace e di
soddisfazione spirituale. L'uomo a questo punto, si sente salvato. Si
potrebbe affermare che la conversione sia il sentimento di
gratitudine perché Dio é qui, mi ama e desidera che io
sia felice per l'eternità. Convertirsi vuol dire sempre
cercare Dio. Inoltre, ritornare da Dio, ammettere tutto il nostro
vagabondare, tutti i peccati e rinunciare a tutti i nostri desideri
peccaminosi. Quando con sincerità chiediamo perdono, noi
riceviamo la grazia per cambiare, diventiamo buoni, giusti, sinceri,
onesti, perfetti, santi... Siamo chiamati ogni giorno, ogni momento
della nostra vita a convertirci con il cuore, con tutta l'anima e con
tutto il nostro essere, ad aderire a Dio. La conversione è il
richiamo fondamentale del Nuovo Testamento. Il Vangelo di Marco
inizia proprio con questa chiamata alla conversione: "Il
tempo è compiuto, è vicino il regno di Dio,
convertitevi e credete al Vangelo." Convertirsi è la
condizione per la vita spirituale, per la santità. Senza
conversione non esiste crescita spirituale e santità, né
vera fede né amore autentico. Se riusciamo a capire che il
senso del convertirsi nella nostra coscienza è la dipendenza
da Dio, allora riusciamo a capire che la conversione non è
solo un vissuto momentaneo, si tratta, invece, di un processo che
dura per tutta la vita. Questo invito risuona sempre nelle nostre
orecchie. È giusto chiedersi: prendo seriamente questo
richiamo? Dentro di me sollecita il desiderio di cambiare la mia vita
e, così, diventare più simile a Gesù? Questo
vuol dire che sempre ed in ogni momento dobbiamo convertirci in
relazione ai cambiamenti della vita e dobbiamo chiederci: nella
nostra vita Dio dov'è e cosa significa per noi? Tutti noi ogni
tanto siamo tentati a domandarci quando terminerà il processo
di conversione. Quando potremo noi cristiani rilassarci, posare la
nostra croce e godere questa vita? Questa è la tentazione che
desidera frenare il processo di conversione, in quanto non ha mai
fine: lo sforzo spirituale deve continuare e non stancarsi mai,
poiché il modello con il quale desideriamo costruire la nostra
vita è Gesù e la sua perfezione. Bisogna essere
"afferrato da Gesù Cristo", come dice san Paolo.
Quindi è necessario che ciascuno lo incontri: ognuno deve
avere la strada per Damasco. A ciascuno che lo cerca nella vera fede
e con cuore sincero, Cristo si annuncia con la sua luce, con la sua
bontà e amore. A ciascuno è data la grazia per iniziare
una nuova vita. Dal momento che l'uomo è "preso da Gesù
Cristo", tutto il resto perde ogni valore. Null'altro vale se
non Gesù. L'abitudine, l'agiatezza, la carriera, tutti i tipi
di piacere, tutto questo il discepolo è pronto a lasciare per
prendere la via del Cristo, per somigliare a lui. Solo così il
cristiano può realizzare la propria identità: il fedele
è un altro Cristo. Un vero cristiano, convertito, "preso
da Gesù Cristo" si comporterà nella vita come il
Cristo o, più precisamente, sarà pieno di misericordia
e pronto a perdonare, in quanto sa che è un uomo debole e che
solo in Cristo è grande, è forte. Per questo Gesù
ci chiama sempre a convertirci. Dice: "Se non vi convertirete
perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,5) Questo è
veramente un ammonimento severo? Gesù non scherza. Il tempo
passa in fretta e l'eternità è sempre più
vicina. Dobbiamo pensare a questo! Tutti noi spesso ci inganniamo
pensando che abbiamo ancora tempo. Non è saggio rimandare il
proprio convertirsi e chiudere le proprie orecchie alla chiamata di
Dio. Non dobbiamo tentare la pazienza del Signore. La conversione è
la grazia che ci aiuta a vivere sempre con Dio. Questa grazia è
sempre preceduta dalla chiamata del Signore. La conversione è
risposta del cuore pentito all'appello di Dio, attraverso l'impulso
della grazia. Conversione vuol dire che con tutto il corpo
rispondiamo alla chiamata di Dio e facciamo una buona scelta, cioè,
indirizziamo la nostra vita sulla linea che è stata disegnata
da Gesù. Vuol dire liberarsi d'ogni compiacimento dei beni
terreni, i quali vogliono imprigionarci: bisogna con fermezza
rivolgersi verso Dio. Vuol dire rompere le catene delle glorie
inutili, gelosie, attrazione dei guadagni facili e delle ricchezze e
generosamente seguire il Cristo con il desiderio di compiere in tutto
la volontà di Dio. Conversione vuol dire compiere le promesse
formulate nel Battesimo: rinunciare al peccato e vivere la propria
vita come figli di Dio. Anche se la conversione è grazia, a
noi chiede un grande impegno e sforzo. Dobbiamo rinnovarci nel fondo
del nostro cuore ed allora inizia il cambiamento interiore. E'
necessario l'impegno quotidiano il quale avrà un valore
perenne se lo sigilliamo con il segno dell'amore: l'amore verso Dio,
amandolo sopra ogni cosa e l'amore verso i fratelli e le sorelle,
servendoli. Non dobbiamo dimenticare che il messaggio cristiano dice
che Dio incarnato è andato incontro all'uomo in Gesù
Cristo. Gesù Cristo ci amava così tanto che su di sé
ha preso tutte le nostre debolezze e peccati e per questo ha
compiaciuto il Padre, morendo sulla croce. Egli è risuscitato
il terzo giorno e con questo ha vinto la morte, la sofferenza, il
peccato e la cattiveria. Perciò ogni persona che si converte e
confida in questa verità, transita dalla morte alla vita.
Costui vive in eterno. Hanno chiesto ad una giovane cosa ne pensa
della conversione. "Convertirsi è per me un regalo, una
grazia, l'incontro felice con Dio vivente. Questa è una
profonda esperienza, un avvenimento spirituale nel quale il mio cuore
si è completamente aperto ed è entrata la luce Divina,
l'amore, la dolcezza, in una parola Dio stesso. Questo momento di
grazia è accaduto quando ho sentito che Dio mi ama, che Dio è
mio amico e che con me ha un suo progetto. Convertirsi vuol dire
permettere a Gesù Cristo di venire da me e prendermi con la
forza della sua grazia. Questo vuol dire cedere completamente a lui,
donargli tutta la mia vita e pregare che porti con se tutti i miei
peccati, tutte le mie debolezze, l'abitudine al peccato e tutte le
ferite della mia anima. Convertirsi vuol dire proprio questo, che
Gesù è un mare d'amore, pane di vita, vera gioia,
serena felicità e vita retta, che desidero con tutta la mia
anima. Da quel momento io non ho paura di niente, in quanto lui è
con me. Questo è veramente come una nuova nascita. Ho la
sensazione di aver ricevuto nuovi occhi, mani, cuore. Tutto questo si
potrebbe riassumere in una frase: "Signore, vieni, io sono tutta
tua, fai di me tutto quello che vuoi!" Mihaly Szentmartoni
afferma che in ogni processo di conversione si possono distinguere
quattro fasi: 1.) Crisi iniziale (sensazione di disagio, insicurezza,
sfortuna, non contentezza), 2.) sì sente vicina una forza
superiore e benefica, la quale si preoccupa di noi (Dio Padre,
Provvidenza, Dio di bontà); 3.) scoperta di nuove verità
(si vedono le cose in una nuova luce); 4.) felicità di
liberazione (sensazione di sollievo, di redenzione, allegria,
esultanza). Questo si vedeva chiaramente ad esempio nel cardinale
inglese, Johna Henry Newman, che si è convertito. John Henry
Newman è nato a Londra nel 1801. Dopo aver terminato gli studi
è diventato pastore anglicano ed ha servito in una piccola
chiesa ad Oxford. All'inizio era convinto che la fede anglicana fosse
giusta, ma dopo aver studiato gli atti dei padri della Chiesa nella
sua anima nacque il dubbio, così dopo tanta riflessione,
diversa corrispondenza con le persone che avevano lo stesso
sentimento, e con coloro che in questa ricerca non lo capivano,
finalmente nel 1845 passò alla chiesa Cattolica. In seguito
divenne sacerdote. Il Papa lo ha nominato cardinale. È morto
nel 1890 a Edgbaston, Birmingham. Di lui sono rimasti molti scritti.
Inoltre è in atto il processo di beatificazione. Ora vediamo
le quattro fasi del processo di conversione del cardinale Newman,
così come le ha descritte lui.
Crisi iniziale.
Ad ogni conversione precede una "situazione" di disagio
interiore, scontentezza, insicurezza, malessere, sensazione di
sfortuna, senso di smarrimento, perdita del senso della vita. Tutti
questi sono segni specifici i quali ci aiutano a riesaminare la
nostra vita fino ad oggi. Ci accorgiamo che c'è qualcosa che
non quadra. La nostra vita non è quella che dovrebbe essere.
Inizia la crisi. Il momento critico nella vita di Johna Henry fu
durante il viaggio in Sicilia, dove si ammalò gravemente.
Doveva stare a letto per qualche giorno, in vicinanza non c'era un
medico cui poter chiedere aiuto. Pur essendo debole, con la febbre
alta, era cosciente del suo stato d'animo. Un suo amico era convinto
che morisse e gli propose di scrivere il testamento. Newman gli
rispose con le parole che poi sono diventate celebri. "No, non
morirò; non ho peccato contro la luce; ed ho una missione in
Inghilterra!"
Coscienza sulla esistenza di Dio. Dio ci segue
con amore. E molto importante questa coscienza sulla esistenza di Dio
come il Padre Provvidente. Questo vuol dire essere coscienti della
grazia di Dio la quale ci aiuta a capire che tutto ci è
perdonato, che siamo amati e riscattati cioè salvati. John
Newman è guarito dalla sua malattia ed è diventato
completamente un uomo nuovo. E partito da Palermo ed ha preso la nave
per Marsiglia. Considerato che c'era bonaccia, la nave non poteva
partire. In attesa della partenza, Newman ha pensato alla sua vita e
alla presenza miracolosa della Provvidenza nel suo passato. Come
frutto di questa riflessione è nata una bellissima canzone che
gli Inglesi ancora oggi volentieri cantano in chiesa:
Guidami,
tenera Luce, guidami tu! La notte è buia, la casa è
lontana, guidami tu! Dirigi i miei passi, non desidero vedere le cose
lontane Mi basta un passo. Mai prima ciò non ho passato, non
ho pregato mai così per la tua guida. Le mie vie sceglievo da
solo, ma adesso guidami tu! Mi piaceva la luce del giorno, mi guidava
l'orgoglio Disdegnavo la paura; dimentica quegli anni. La tua forza
mi benediceva sempre; anche oggi essa mi guiderà per le paludi
e i terreni sodi, per i monti e per i fiumi finché non si fa
il giorno e all' alba gli angeli mi sorridono a che una volta volevo
bene, e adesso ho perso.
Scoperta delle nuove verità. La terza fase
nel processo di conversione è la nuova illuminazione: all'uomo
diventano chiare alcune verità dimenticate. Si scoprono nuovi
valori, i segreti della vita diventano comprensibili o almeno
accettabili. Newman era stato educato nella religione anglicana ed
aveva tanti pregiudizi verso la verità cattolica e la
devozione verso la madre di Dio. Racconta che non accettava l'idea
che i cattolici invocassero Maria come "avvocatessa" e la
rispettassero come intermediaria d'ogni grazia. Scrive cosi:
"Dall'infanzia mi hanno insegnato che non esiste interocutore
tra l'anima e Dio e io ho vissuto così la mia spiritualità.
Sempre ho pensato che la devozione alla Madonna rispondesse alla
sensibilità mediterranea, e non a quella inglese. Io ero
sempre da solo davanti al Creatore, e unico intermediario era Gesù
Cristo. Però adesso so che Maria non è intermediaria in
questo senso, ma è via fino a Dio." Nella sua anima è
entrato un senso di sicurezza, cosi con gratitudine scrive: "Non
ho alcuna paura che la mia nuova strada sia giusta o no."
Felicità. La quarta, e ultima fase
del processo di conversione è segnata dal senso di
liberazione, gioia, coscienza di essere amati. Questa è la
gioia di redenzione, gioia di colui che si trova in stato di grazia.
Newman, inoltre ha vissuto una vera estasi nel momento in cui è
diventato cattolico. Ha lasciato una testimonianza scritta al
riguardo: "Dal momento in cui sono diventato cattolico,
chiaramente, non posso più parlare con i pensieri della strada
della mia crescita spirituale. Con questo non voglio dire che la mia
mente sia passiva oppure che ho smesso di pensare sulle verità
religiose. Voglio dire che non ho più avuto alcuna angoscia
nel cuore, ho goduto una pace completa senza alcun dubbio."
(Mihaly Szentmartoni; "Nella ricerca della pienezza" pag.
2329)
Conversione di un criminale. Un uomo giovane, in
una città d'America, davanti a seimila persone, ha dato
testimonianza di come ha vissuto la sua conversione. Lui dice che non
credeva in Dio e che il significato della parola conversione non la
conosceva. La sua vita l'ha vissuta nel peccato, ha anche commesso un
omicidio e per questo è stato condannato a venti anni di
prigione. Proprio in prigione un giorno, guardando una videocassetta
sulle apparizioni di Medjugorje, gli è apparsa la Madonna
dicendogli: "Figlio mio, convertiti, io sono tua Madre!"
Lui ha chiesto ai suoi compagni che cosa significhi "convertirsi"
e chi fosse questa signora. Il cappellano della prigione gli ha dato
tutte le spiegazioni. Allora, lui ha ricevuto la comunione e tutti i
sacramenti. In prigione ha organizzato gruppi di preghiera. Quando in
prigione hanno visto il suo cambiamento lo hanno rilasciato con
dodici anni di anticipo. Per questo motivo gli è stato
possibile testimoniare la sua conversione davanti a tutti. Il suo
messaggio a tutti è che Dio esiste e che lui lo ha incontrato
ringraziando la Regina della pace che appare a Medjugorje. Credete
profondamente in Dio! Un padre di famiglia era senza fede. Invece la
madre era credente convinta. Avevano una figlia sedicenne, figlia
unica, molto malata. La ragazza vacillava tra la fede della madre e
l'incredulità del padre. La madre andava in chiesa
regolarmente, invece il padre derideva tutto ciò. La figlia
però voleva tanto bene sia al padre che alla madre. Una sera,
accanto al suo letto erano insieme il padre e la madre, ed ella si
accorse subito che i suoi genitori avevano paura del peggio. Mentre
il padre stava da una parte del letto e la madre dall'altra parte,
lei prese con una mano la mano del padre, e con l'altra la mano della
madre, e con tono disperato chiese: "Se dovessi morire adesso,
come morirei?... Nell'incredulità di te, papà oppure
nella fede di te, mamma?" Il padre scoppiò in lacrime, si
chinò sulla figlia morente e le disse: "Figlia mia, muori
nella fede di tua madre, perché la mia incredulità non
ha nessun valore!" La ragazza ubbidì al padre e pregò
Iddio per ottenere il dono di credere così come la mamma. La
fede è l'immeritato dono di Dio che ci aiuta a comprendere
come proveniamo da Dio, come apparteniamo a lui e come ritorneremo a
lui. La fede è l'atto di totale fiducia e consapevole
devozione per la persona amata Gesù Cristo. Credere vuol dire
accettare Gesù Cristo morto e risorto come l'unica Via, Verità
e Vita. Vuol dire avere con Gesù la pace e la gioia, la
felicità e la salvezza. Credere vuol dire essere solidamente
convinto che Dio esiste, che ci ama ardentemente, che ha un piano ben
preciso per cui dobbiamo avere totale fiducia in lui. Chi veramente e
solidamente crede in Dio, si dona completamente a lui e si umilia
innanzi a lui. Lo adora, lo rispetta e lo glorifica. Lo ascolta
sempre e compie volentieri la sua volontà, in lui mette tutta
la sua fiducia e da lui tutto spera. Dio si manifesta nella persona
di Gesù Cristo. E Gesù dice:"Chi crede ha la vita
eterna!" (Gv 6,47). "Questa infatti è la volontà
del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la
vita eterna"! (Gv 6.40). Dr. Tomislav Ivancic scrive che nella
teologia si parla di tre gradi nella fede: credere Dio, credere a Dio
e credere in Dio. "Credere Dio" vuoi dire credere che lui
esiste. Ciò non è ancora la decisione per la fede
(oppure non deve esserci). Se così fosse, allora sarebbe
appena l'inizio della decisione. Qualcuno, cioè, che crede che
Dio esiste, ma non vuole vivere secondo questa verità.
"Credere a Dio" vuoi dire credere che tutto quello che lui
ha detto, rivelato e promesso è verità. Questa è
la fede intellettuale, razionale. Dunque, l'uomo può
nell'intelletto essere d'accordo con le verità che Gesù
ha rivelato, ciò nonostante non vivere secondo queste verità.
"È necessario aprire il cuore alla fede. "Credere in
Dio" significa mettere la propria esistenza nelle mani di Dio,
vuol dire impegnarsi in quello che Gesù ci ha rivelato.
Credere alle parole di Gesù e metterle in pratica. Mettere la
propria vita nelle mani di Gesù Cristo. Questo è, in un
certo senso, il cammino nella fede, dove si può provare sulla
propria pelle ciò che Gesù Cristo ha promesso (se si
mette in pratica cio che lui ha detto). Questa è dunque la
fede confidenziale e la fede fiduciosa. La confidenza si riferisce
alla persona, e la fiducia alla promessa della stessa persona. Qui
sono vicine la speranza e l'amore. Chi confida spera. Chi ha fiducia,
ama. La fede, la speranza e la carità vanno insieme. Però,
quanto più si matura nella fede, tanto più rinvigorisce
l'amore come l'aspirazione per l'unione e come finale unione con Dio
nell'eternità.(Cfr. Tomislav Ivancic: "Incontro con Dio
vivente", p. 109). La fede, infatti, è il più
prezioso tesoro di questo mondo. Essa è l'inestimabile dono
Divino e perciò la si deve ottenere a forza di preghiera. Per
questo la si deve custodire come la vista degli occhi e come l'anima
della propria anima. La Regina della pace ci chiama instancabilmente
alla fede profonda. La Regina della pace è venuta a noi, suoi
figli, per aiutarci, e condurci a Dio. Ella si comporta come una vera
madre che vuol tanto bene ai suoi figli. Prima di tutto ella chiede a
noi di credere che è stata mandata da suo Figlio per aiutarci
nelle nostre tribolazioni e in questa grande crisi nella quale si
trova tutta l'umanità. La Madonna stessa dice che è
venuta a "risvegliare la fede di ogni credente" (30 aprile
1984.). "...Se voi state lontani da Dio, non potete ricevere
grazie, perché non le cercate con la fede tenace. Io prego per
voi ogni giorno e desidero avvicinarvi a Dio sempre di più. E
non lo posso, se voi non lo volete. Perciò, cari figli,
mettete la vostra vita nelle mani di Dio..." (25 gennaio 1988).
"... Figlioli, credete e pregate che il Padre vi aumenti la
fede. Ed allora chiedete di che cosa avete bisogno. Io sono con voi.
Mi rallegra la vostra conversione..." (25 gennaio 1988). Il
richiamo premuroso di madre alla preghiera ed apertura allo Spirito
Santo in particolare rinvigorisce e rafforza la fede: "Cari
figli; in questi giorni vi invito in particolare ad aprire i vostri
cuori allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, particolarmente in questi
giorni, opera per mezzo di voi. Aprite i cuori e abbandonate la
vostra vita a Gesù, affinché Egli operi per mezzo dei
vostri cuori e vi fortifichi nella fede ". (23 maggio 1985).
"Cari figli! Oggi voglio dire a tutti nella parrocchia di
pregare lo Spirito Santo, in particolare per essere da Lui
illuminati. Da oggi Dio vuole provare in modo particolare questa
parrocchia, per fortificarla nella fede "! (11 aprile 1985).
"Oggi desidero invitarvi tutti a far sì che ognuno di voi
si decida per il Paradiso. Il cammino è difficile per tutti
coloro che non si sono decisi per Dio. Cari figli, decidetevi, e
credete che Dio vi si offre nella sua pienezza. Voi siete invitati, e
bisogna che rispondiate alla chiamata del Padre che vi chiama
attraverso di me..." (25 ottobre 1987.). "Io sono con voi e
desidero che mi crediate che vi amo". (25 novembre 1987).
Come
hanno trovato la fede la sorella e il fratello a Medjugorje.
Una ragazza racconta come ha vissuto dai quindici ai venti anni senza
fede, senza Dio. Si rallegrava nella vita di tutto ciò di cui
si rallegrano tanti giovani: le uscite, la discoteca, i concerti di
rock, gli amici. Riconosceva che questo le dava solamente una
momentanea soddisfazione, ma più tardi sentiva il grande vuoto
e angoscia. E ciò le pesava molto. Desiderava tanto la vera
felicità e la gioia sincera. Sua mamma era una credente
convinta ed esemplare. Un giorno durante la preghiera, sua madre
sentì una voce interiore che le diceva : "Va' in
pellegrinaggio a Medjugorje!" "Questo era un avvertimento
per mia madre perché pregasse per me, mio fratello e mio
padre, perché non credevano. Quando mia madre ci disse che
voleva portarci a Medjugorje dalla Regina della pace, noi ci siamo
opposti anzi, addirittura abbiamo litigato. Io pensavo: "Che
cosa devo fare là? Forse la verità è che la
Madonna appare e aiuta molti. Forse ognuno si può convertire e
credere ma io di sicuro no!" Arrivò il Venerdì
Santo del 1990 che non potrò mai dimenticare. Sulla collina
Krizevac c'era la straordinaria apparizione. Durante l'apparizione
capii che la Madonna era lì. Io non l'ho vista con i miei
occhi, ma 1' ho sentita con il cuore. Ho provato la presenza di Dio.
Ho ricevuto il dono della fede. Ho capito che Dio mi vuole bene e che
è il mio Creatore. Riconosco che è molto difficile
descrivere il fatto con le parole perché sono troppo povere.
Ciò è una esperienza straordinaria di fede, di Dio...
Da questa esperienza si può vivere senza timore. Dopo tutto
quello che avevo provato, mi preparai per la confessione. Devo
ammettere che per me era come uno choc, l'esperienza che Dio esiste,
che mi vuoi bene, che Gesù è diventato il mio grande
fratello e che ora sentivo il desiderio di confessarmi... La mia
decisione fu subito quella di cominciare a vivere i messaggi che Gesù
ci manda tramite la Madonna. I messaggi mi hanno aiutato a
comprendere che Maria mi guida al suo figlio Gesù. A poco a
poco é cominciato a crescere in me il desiderio di dedicare
completamente la mia vita a Gesù. Un giorno ho pregato per
sapere dove dovevo andare. Dopo tre settimane decisi la comunità
delle Beatitudini". Questa ragazza riconosce che ha trovato la
vera via della felicità. La gioia che le dona il Signore è
più importante di tutto quello che ha vissuto prima. Poi
questa ragazza ha raccontato come suo fratello si è
convertito. Anche lui è andato a Medjugorje e ha visto
tantissimi giovani. Per prima cosa ha sentito nel suo cuore la
necessità di confessarsi. Durante la Santa comunione ha
provato intimamente la presenza di Gesù. Ha pregato
inginocchiato e ha ringraziato Dio per questo dono. Questo era il
momento della conversione per suo fratello. Invece quando è
ritornato a casa è ricaduto nel peccato e conduceva una vita
come prima della conversione. Sua madre e lei hanno pregato
intensamente per lui. Quando è di nuovo andato in
pellegrinaggio a Medjugorje, Dio gli ha ridato la grazia persa della
conversione. Questa era la sua definitiva conversione. Vivendo giorno
per giorno i messaggi della Madonna anche lui ha scelto la Comunità
delle Beatitudini e vuole diventare un sacerdote. Ecco che mediante
la preghiera la Madonna, Regina della pace di Medjugorje, ha aiutato
questa famiglia a riscoprire Dio e a ridare una serena unione
famigliare ricca di principi cristiani.
Meravigliosa
conversione di Cristina. Cristina, studentessa tedesca
venuta a Medjugorje senza fede, senza Dio e che viveva in una
situazione difficile di peccato (alcol, sesso, droga...) è
ritornata a casa totalmente cambiata. Mi scrisse una lettera nella
quale mi raccontava: "Il Giovedì Santo, dopo la Messa,
sono entrata nella cappellina delle apparizioni dove altri stavano
inginocchiati in preghiera adorando il Santissimo. Io non volevo fare
altrettanto perché non credevo. Un gruppo di tedeschi cantava
il Sanctus di Schubert. Io d'un tratto, ho sentito una forza che mi
spingeva a terra. Non posso spiegare quello che ho sentito. È
una grande grazia per me. Io credo, io credo che Dio esiste: ora Dio
mi si è rivelato. Io credo in Gesù Cristo, figlio di
Dio, fatto uomo e nato per me. Io credo che in questa Ostia c'è
il vero Gesù che mi ama tantissimo. Io piango, piango... Io
ringrazio la Madonna della pace che mi ha guidata a suo Figlio. Io
credo in queste apparizioni. Ora vado ogni giorno alla S. Messa e
questa è per me la prima e la più importante cosa che
faccio nella giornata. Io ricevo la Comunione, ricevo il Re dei Re
che mi ama e che mi riempie dell'amore da dare agli altri. Io ora
sono la persona più felice del mondo: ho Gesù, con Gesù
ho la fede, la gioia, l'amore ... quasi tutto ciò che un cuore
puo desiderare".
Wayne Weible racconta la sua conversione. Wayne
Weible, protestante, editore di giornali della Carolina del Sud, ha
sentito parlare di Medjugorje per la prima volta verso la fine di
ottobre del 1985. Ha pensato che questa sarebbe stata una bella
storia per il suo inserto del settimanale. Nel frattempo, guardando
poco dopo un film su Medjugorje, Wayne Weible ha sentito la voce
interna della Madonna: "Tu sei il mio figlio... Scrivi gli
avvenimenti di Medjugorje; se lo accetti, questo sarà il
compito della tua vita, non ti occuperai più del tuo attuale
lavoro" Wayne diventò cattolico, lasciò tutto e si
dedicò completamente alla diffusione dei messaggi di
Medjugorje, ovvero del messaggio del vangelo per iscritto ed
oralmente. I suoi racconti diventarono un settimanale che fino ad ora
ha pubblicato oltre 50 milioni di copie. Wayne viaggia ed informa il
mondo delle apparizioni della Madonna. Fino ad ora ha tenuto migliaia
di conferenze in tutto il mondo. Ha scritto 3 libri sugli avvenimenti
di Medjugorje. Questi libri sono molto richiesti e sono stati
tradotti in una decina di lingue diverse. Nei libri descrive la sua
esperienza e i suoi incontri con la gente che aiuta ad avvicinarsi a
Dio. Lui è diventato un apostolo moderno di questo tempo di
grazia. !
L'esperienza e la guarigione di Veronica Knox.
Sentiamo come Veronica Knox dell'Africa del sud era stata invitata a
Medjugorje e come ha vissuto la sua guarigione. Aveva dei gravi
problemi con la vista, e tutte le otto operazioni che aveva fatto
fino a quel momento l'avevano aiutato poco. Vedeva poco o quasi
niente, riusciva a distinguere solamente la luce e il buio. Lei
stessa ci ha raccontato che cosa ha vissuto: "Una mattinata come
tutte le altre, ho recitato la mia preghiera giornaliera e ho pregato
il rosario come tutti i giorni. I miei occhi erano chiusi, però
io in quel momento ho visto Gesù che era proprio davanti a me,
illuminato da una luce intensa. Ho sentito calore sul mio viso e
dentro di me. Gesù mi disse, "Vieni a pregare con me!"
Gli dissi "La luce è troppo forte ed io non ci vedo".
Ma lui mi disse, "Io ti dono la luce per farti vedere la
strada". Mi sono alzata e sono partita. Camminando lungo la
strada ho visto la collina con una croce grande, ed una Chiesa con
due campanili e tre finestre grandi. Dissi a Gesù di non
sapere dove ero, qui non vi ero mai stata prima d'ora. Ero già
stata a Lourdes e a Fatima, ma il posto dove mi trovavo adesso era
sconosciuto per me. Gesù mi disse: "Questo è
Medjugorje". Per non dimenticare niente, ho scritto subito tutti
i particolari e ho detto a mio marito che cosa era avvenuto. Mio
marito mi disse che non sapeva che cosa mi stesse succedendo. Io gli
dissi: "Sono stata con Gesù stamattina a Medjugorje".
Subito mi rispose: "Preparati mentre io vado a comprare i
biglietti per andare lì". Venendo a Medjugorje ho visto
tutto esattamente così come lo avevo visto con Gesù".
Veronica racconta il suo avvenimento davanti la croce blu, dove vede
la Madonna con le mani aperte verso di lei. In quel momento ha
sentito pace profonda... "Dopo siamo andati ad ascoltare la
veggente Vicka. Era pieno di gente dappertutto. Quando la veggente
Vicka ha finito il suo racconto, si avvicinò a me, mettendo la
sua mano sui miei occhi e. pregando qualcosa. Io non capivo niente,
però quando la sua mano si allontanò io potevo vedere
con l'occhio destro al cento per cento. Ho detto subito: "Gesù
ti ringrazio!" Veronica ha detto che è venuta a
ringraziare Gesù anche sette mesi dopo per quella grazia. Gesù
ha esaudito ancora una sua preghiera: "Avevo una figlia che è
vissuta senza fede e non ha battezzato il suo bambino. La figlia si è
convertita e ha fatto battezzare il suo bambino. Da quando sono stata
a Medjugorje la mia vita è cambiata completamente. Mi sento
chiamata a testimoniare per Gesù e la Madonna. Annuncio agli
altri i messaggi di Gesù, i messaggi di pace, preghiera,
digiuno e conversione. Insegno agli altri a pregare il rosario!"
Tutto questo dice la persona che dentro il suo cuore porta Gesù
e la Madonna e sente amore profondo verso il prossimo.
Fonte:http://medjugorje.altervista.org/index.php/archivio/articolo/padre-petar/362/padre-petar-ljubicic-convertitevi-tutti-i-giorni
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