Ricorre oggi la festa liturgica di Santa Rita da Cascia, ricordata nel suo “dies natalis” il 22 maggio 1457. Nata nel 1381 da genitori avanti negli anni, da loro è stata obbligata a sposare Paolo Di Ferdinando,
un uomo noto per la sua violenza e aggressività tanto da essersi
macchiato di un omicidio. Rita con la sua pazienza l’ha portato alla
fede cristiana e ad una vita molto corretta: da lui ha avuto due figli.
Il dramma familiare
Un
giorno Paolo è stato ucciso per vendetta e anche i ragazzi avrebbero
voluto giustizia con l’uccisione del colpevole. La mamma Rita li ha
convinti al perdono anche se molto faticoso tanto che è nota una sua
preghiera: “Signore piuttosto che si macchino di sangue è meglio che tu li prenda con te”.
In modo misterioso i ragazzi sono morti cosi che Rita libera da impegni
familiari ha ripensato alla consacrazione religiosa che aveva già nel
cuore fin dalla sua giovinezza.
Il ritiro in convento
A
Cascia era molto vivo un monastero agostiniano: ma le monache si sono
rifiutate di accoglierla in quanto sposata e madre, anche se vedova. Una
notte in preghiera Rita si trovava davanti al portone del monastero e
tre santi, Agostino, Giovanni Battista, Nicola da Tolentino
le hanno aperto il portone così che si è trovata nel coro del
monastero. Quando il mattino le monache hanno incominciato la preghiera,
con meraviglia stupita e disorientata si sono trovate Rita con loro.
La spina conficcata nella sua fronte
Accolta
nel monastero è stata così intensa la sua preghiera a Gesù crocefisso
che un giorno una spina si è staccata dalla corona e si è conficcata
nella sua fronte, lascandovi una piaga purulenta. Nel 1450 il Papa ha
indetto un anno santo con la visita a Roma delle sette chiese per
l’indulgenza plenaria, dispensando monaci e monache dal rigore della
clausura. Anche le agostiniane di Cascia nel mese di gennaio hanno
deciso di recarsi a Roma in pellegrinaggio.
Perché Santa Rita è la Santa delle rose? Durante l'ultima malattia di Rita una cugina, discesa da Roccaporena al convento di Cascia, prima di riprendere la via del ritorno, domanda a suor Rita: "Hai qualche incarico per la nostra borgata?". "Si, si,- risponde Rita - Passando davanti all'orto di casa mia, entra, vai al rosaio, raccoglimi una rosa e portamela." La parente dando uno sguardo alla neve che seppellisce ogni cosa sulla montagna, pensa ad un delirio febbrile, non contraddice e promette. Arrivata faticosamente alla borgata, passa davanti all'orticello di Rita e ricordando l'incarico avuto alza lo sguardo verso il rosaio. Non crede ai suoi occhi! Sul candore della neve spunta un tralcio verde sormontato da una magnifica rosa rossa. La cugina, ignorando la stanchezza, ritorna immediatamente da Rita che riceve con un sorriso di gioia e di riconoscenza la rosa del miracolo. Il desiderio di Rita di avere una rosa, soddisfatto da una fioritura miracolosa, viene ricordato ogni anno dai devoti della Santa il 22 maggio. Presso il nostro santuario, fin dai primi anni, la signora Vittoria Asinari, fioraia, nella sua grande devozione per la Santa dei Miracoli, iniziò ad offrire le sue rose ai pellegrini alle porte della chiesa, consegnando poi tutto il ricavato al Fondatore come contributo per le grosse spese del costruendo santuario. |
Trovò subito alcune volonterose collaboratrici che l’aiutarono,
trasformando la sua iniziativa in una gentile tradizione che anche oggi
impegna decine e decine di volontari a preparare ed offrire le rose a
nome della Comunità a quanti vengono al Santuario in pellegrinaggio.
Queste rose testimonieranno, a chi le conserverà o a chi verranno
offerte, le preghiere e la lode innalzate al Signore con
l'intercessione di Santa Rita proprio nel giorno della Festa. Non sono
un oggetto di magia spicciola, ma il simbolo delle nostre preghiere,
della benedizione del Signore e come tali devono essere accettate e
donate. E' quindi importante venire, pregare, accostarsi ai sacramenti,
solo così potremo portare nelle nostre case questo segno della
benedizione del Signore.
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