Oggi è la Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che ci
introduce nella Settimana Santa in preparazione alla più grande
Solennità cristiana: la Pasqua.
È un giorno particolarmente solenne in molte parrocchie e così pure a
Medjugorje, dove la Benedizione dei rami di ulivo e di palma e la
Processione dall’antica all’attuale chiesa parrocchiale sono state
presiedute da S. E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico in Bosnia
Erzegovina. Egli ha anche presieduto la Santa Messa delle ore 11:00, al
termine della quale fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje, l’ha
ringraziato per essere venuto:
‘’Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini! È per noi una grande gioia
l’aver celebrato oggi, in questa Solennità — una grande Solennità, la
Domenica delle Palme — la Santa Messa insieme al nostro Arcivescovo
Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico per la Bosnia Erzegovina. Padre
Arcivescovo, il fatto che Lei sia con noi è sempre per noi una grande
gioia, ma mi pare che anche per Lei sia una gioia essere con noi, qui a
Medjugorje.
Cari fratelli e sorelle, l’odierna Solennità della Domenica delle Palme
sia per voi una giornata benedetta, sia per voi un invito
all’imitazione del Cristo che patisce, che soffre… . Sia per voi
un’introduzione alla Settimana Santa. La Settimana Santa sia per voi
davvero un tempo di preghiera e digiuno. Un tempo di avvicinamento a
Gesù’’, ha detto fra Marinko Šakota.
Al termine della Celebrazione Eucaristica, l’Arcivescovo Mons. Pezzuto
ha ringraziato per l’invito fra Marinko Šakota e S.E. Mons. Henryk
Hoser, Visitatore Apostolico per la parrocchia di Medjugorje, ed ha
sottolineato che ha un grande desiderio di venire a Medjugorje.
‘’Voglio portarvi, come Nunzio Apostolico, il saluto e la benedizione
del Santo Padre Francesco. E, anche in suo nome, vorrei ringraziare
tutti i pastori, coloro che li collaborano qui, in questa parrocchia.
Vorrei ringraziare anche tutti voi per la vostra numerosa e grande
presenza. E poi vi voglio incoraggiare perché questo cammino, che
abbiamo iniziato insieme per volere del Santo Padre, con l’impegno di
tutti, possa dare i suoi frutti e avere grande successo’’.
Di seguito, riportiamo integralmente l’Omelia dell’Arcivescovo S.E. Mons. Pezzuto:
''Carissimi fratelli
Carissime sorelle
Carissime sorelle
Certamente, la proclamazione solenne della Passione di Gesù – che è
oggi quella rilasciataci dall’Evangelista Luca – ha provocato in tutti
noi, persone di fede quali siamo, profondi sentimenti e riflessioni tali
da condurci ad una radicale conversione di vita.
In verità, proprio a questo punto doveva portarci il cammino di preghiera e di penitenza tipico del tempo quaresimale.
1. Gesù entra trionfalmente a Gerusalemme e questo costituisce un
evento di importanza fondamentale innanzitutto per Gesù, poi anche per i
suoi discepoli e per noi, oggi, Popolo della Nuova alleanza nella Sua
morte e Risurrezione.
Ma, subito dopo essere entrato a Gerusalemme, verso cui Gesù si era
risolutamente diretto (ricordiamo qui il Vangelo di Luca, 9,51), il
primo gesto che Egli compie è quello di recarsi al tempio, come ci
attesta l’Evangelista Marco, all’inizio dell’undicesimo capitolo del suo
Vangelo. Quest’evento, il Suo dirigersi verso il tempio, obbedisce ad
una logica tipicamente messianica: come il cuore dell’annunzio di Gesù
risiede nel messaggio del Regno di Dio, così era necessario che
l’annuncio del Regno di Dio avvenisse proprio nel tempio, cuore di tutta
la vita del popolo d’Israele.
Tuttavia, il tempio di Gerusalemme con il suo culto esterno, era
divenuto solo il luogo ove l’antico Israele, aveva l’illusione di essere
“automaticamente” erede della salvezza.
Invece, entrando nel tempio di Gerusalemme, dopo l’accoglienza
trionfale, di cui poco fa abbiamo fatto memoria, Gesù fa capire che il
Regno di Dio è la vera eredità di salvezza, di cui il Messia, il
Salvatore, rende nuovamente partecipe il popolo diseredato e indigente a
causa del suo peccato.
Pertanto, carissimi fratelli e sorelle, con Gesù, si esce
dall’illusione dell’antico tempio per entrare nella realtà della
salvezza del Regno di Dio, attraverso un percorso che esige, prima di
tutto, l’abbandono del peccato e di tutto ciò che è male agli occhi di
Dio.
Ognuno di noi si porta dentro tanto bene, ma anche tanto male. Ecco, se
vogliamo entrare nel Regno, dobbiamo spogliarci di questo male, che non
danneggia solo noi stessi individualmente, ma arreca danno all’intera
comunità cristiana. Infatti, come parliamo di “comunione dei santi”,
cioè di unione intima tra tutti coloro che beneficiano del dono del
Battesimo e sono coerenti con tale dono, così possiamo parlare di unione
intima fra tutti coloro che compiono il male e vivono in dissonanza con
gli impegni che si sono assunti nel giorno del loro Battesimo.
Io so, carissimi fratelli e sorelle, che tutti voi, anzi tutti noi
vogliamo essere e vivere nella comunione dei santi e rinunciare, quindi,
a tutto ciò che è contrario alla Legge di Dio.
Questo è il primo passo.
2. C’è, però, un altro evento che segue l’ingresso trionfale di Gesù a
Gerusalemme: la cacciata dei venditori del tempio, che possiamo trovare
nel vangelo di Marco, sempre nel capito 11, vv. dal 15 al 18.
Quel che Gesù fa nel tempio, ha una rigorosa portata simbolica. Gesù
vuole dire che il solo culto esterno non giova a nulla, se non è
accompagnato dall’“apertura radicale alla Signoria di Dio.
In concreto, cacciando i venditori dal tempio, Gesù vuol farci capire
che le pratiche esterne del culto e tutto ciò che è connesso con esse –
cui si attribuisce, talvolta, erroneamente una forza salvifica – in
realtà, da sole, non hanno alcun valore, non sono in grado di comunicare
la salvezza. Esse, invece, hanno valore quando sono espressione di un
cuore che aderisce completamente al Signore, di un cuore che sa compiere
la volontà di Dio, di un cuore che obbedisce alla Chiesa, anche quando
la Chiesa, in nome di Dio, ci offre delle verità contrarie al nostro
modo di pensare e di agire troppo umano, perché le vie del Signore non
coincidono con le nostre vie egoistiche e materialistiche.
Questo è il secondo passo del nostro cammino di conversione: essere,
cioè, sempre in unione con il Signore, attraverso un costante
atteggiamento di obbedienza al progetto che Egli ha tracciato
provvidenzialmente su di noi.
La vergine Maria, che veneriamo in modo speciale in questo luogo, ci è
maestra nel non sempre facile compimento della volontà di Dio.
Domandiamo la sua intercessione ed il suo aiuto, affinché il trascorso
impegno quaresimale, nonché la nostra partecipazione al Mistero di Morte
e Resurrezione del Cristo, durante la prossima Settimana Santa, apra a
tutti noi le porte del Regno di Dio, mentre attendiamo la seconda venuta
gloriosa di Gesù, nella fedeltà al Suo Vangelo''. (foto)
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