Pasqua 2011 a Medjugorie
Luis a Medjugorie per la dodicesima
volta!
PREMESSA (introduzione)
Il periodo terribile della mia vita è iniziato nella
seconda metà del 1999 con i problemi con la mia ex fidanzata a cui è seguito il
disastro con la mia salute fisica mentale e spirituale. Questo periodo si è
concluso alla fine del 2003, l’11 novembre 2003, con la morte terrena e
nascita in Cielo di mio padre. Quella sera sopra di me si è “aperto il Cielo” e
sono stato investito da numerose e notevoli grazie: mi si è manifestata
l’esistenza e la presenza di Dio.
Qualche mese dopo è entrata in azione, nella mia vita, la
Madonna. E’ stata introdotta da una giovane logopedista tirocinante conosciuta
in ospedale a Treviso, che mi ha parlato delle apparizioni della Madonna a
Medjugorie, e assieme a lei ci ero stato per la prima volta per il Capodanno
2005.
Quel primo pellegrinaggio era stato brutto e difficile per
me: io ero andato per tre motivi: il primo era la guarigione miracolosa che
ritenevo quasi scontata e dovuta; il secondo era stare in compagnia di questa
nuova amica; il terzo era farmi un viaggio all’estero perché era da oltre tre
anni che non viaggiavo più.
La guarigione non era arrivata e durante il pellegrinaggio
la delusione aumentava sempre più, durante il viaggio di ritorno la delusione
era molto forte, ma anche il sentimento di non voler essere arrabbiato con la
Madonna, di non volerle dire “traditrice”. Sentivo che il Nemico si stava
scatenando approfittando del momento difficile, ma io VOLEVO stare con Lei e per
questo, ritirato nel mio seggiolino in pullman, avevo pregato un Rosario
chiedendo aiuto.
Finito il Rosario, la mia amica mi comunicava che: “adesso
iniziano il Rosario, lo dicono per te!”.
“Per me? Come mai?”
“Lo hanno chiesto quelle due bambine lì!”
A quel punto mi è passata tutta la tristezza e la
delusione, ho sentito l’amore di Maria e avrei voluto andare dall’autista a
dirgli di girare il pullman e tornare indietro immediatamente perché volevo
rifare il pellegrinaggio come si deve!
In seguito sono tornato a Medjugorie due volte l’anno:
l’appuntamento fisso era il Capodanno e poi il pellegrinaggio estivo: 2005
Festival dei Giovani, 2006 venticinquesimo anniversario delle apparizioni; 2007
in bicicletta con un gruppo di trenta pazzi partendo da uno sperduto paesino in
provincia di Venezia; 2008 il primo pellegrinaggio con la mia grande amica
Claudia; 2009 Festival dei Giovani assieme a Claudia – bellissimo!.
In mezzo, sono stato quattro volte a Lourdes, mai per
averlo desiderato io, ma sempre su invito o proposta di altri.
Alcuni pellegrinaggi sono stati molto belli ed emozionanti,
altri un po’ meno, altri disastrosi. Ma sempre, al ritorno, ho avuto benefici.
Da ricordare alcuni episodi nei vari pellegrinaggi: l’abbraccio con i due baci
della veggente Vicka; la benedizione con Padre Jozo in persona che mi aveva
segnato la fronte con un dito; lo sconosciuto che sulla collina delle
apparizioni mi ha regalato un rosario; la compagna di pellegrinaggio, allora
sconosciuta, che si è data da fare per permettermi di salire sul Krizevac quando
ormai mi ero rassegnato perché non c’era nessuno disponibile ad aiutarmi. (“Ho
sentito nel cuore che la Madonna voleva vederti lassù” questa la sua spiegazione
al suo gesto).
I miei pellegrinaggi bi-annuali si sono interrotti
tristemente alla fine del 2009 quando è iniziato un altro periodo terribile
della mia vita: il 20 ottobre 2009 sono stato sottoposto a un terzo intervento
chirurgico alla testa. In seguito, dopo qualche mese, è peggiorata molto la
vista. Questo e altri problemi conseguenti all’intervento mi hanno tenuto tutto
l’inverno in casa, uscivo solo per andare dall’oculista, e in palestra dove mi
ero iscritto “d’urgenza” perché mi stavo indebolendo molto e ormai non camminavo
più.
Ero molto triste a Capodanno per non essere andato a
Medjugorie come negli anni precedenti. A Natale non ero andato neanche alla S.
Messa. Neppure a Pasqua ci ero andato e mi era dispiaciuto molto, avrei voluto
almeno fare La S. Comunione. E’ stato un periodo tremendo anche perché non ne
vedevo la fine, credevo che sarei rimasto per sempre così, impossibilitato a
fare tutto e a viaggiare e a tornare a Medjugorie, che era sempre nei miei
pensieri.
Il giorno dopo Pasqua, lunedì dell’Angelo, siamo andati a
trovare un zia di mia mamma in un convento (è una suora in pensione). Lì io
speravo di trovare un sacerdote per fare la Comunione. Invece è successo che,
senza che io chiedessi nulla, la zia suora mi aveva chiesto se volessi fare la
Comunione.
Certo che si!!
Me l’aveva data lei stessa, poi mi aveva fatto ripetere
queste parole: “Caro Gesù, grazie per essere venuto nel mio cuore, ti voglio
tanto bene e ti offro le mie sofferenze per quelli che non ti vogliono bene”.
Circa come l’angelo di Fatima, questo avevo pensato in quel
momento, questo è quello che Dio chiede a me. Sull’esempio di Maria ho
risposto “eccomi …”.
In seguito la mia situazione ha iniziato a migliorare un
po’ fisicamente, moltissimo interiormente e nella vita nelle relazioni
sociali. Riprendevo poco a poco a vivere. Ho iniziato a uscire, ad andare al
mare con la famiglia e in luoghi di preghiera e al mare con Claudia.
A fine novembre sono tornato a Medjugorie, anche se non ero
pronto fisicamente: vedevo molto male e mi aspettavo che ci sarei rimasto
malissimo nel non riuscire a vedere quei luoghi, la chiesa, la statua della
Madonna. In più avevamo già deciso che non sarei salito sulla collina delle
apparizioni e tanto meno sul Krizevac: erano troppo fuori dalla mia portata,
avrebbero dovuto portarmi in braccio o con l’elicottero (meglio con
l’elicottero).
Ma io volevo andare per dare un segnale alla Madonna, per
dirle: “E’ dura ma VOGLIO stare con Te, solo con Te posso farcela”.
Sono andato, come previsto è stato molto brutto e anche
peggio per problemi non previsti, ma sono stato contento di esserci andato, di
averle dato quel segnale e dentro di me avevo preso un impegno che era anche una
promessa: la prossima volta salirò almeno sulla Collina delle Apparizioni. DEVO
farcela!
Il pellegrinaggio è andato male ma al ritorno a casa ho
avuto i soliti benefici: più forte nello spirito, ottimista, sereno, fiducioso,
consapevole di avere Gesù e Maria sempre al mio fianco che fanno il tifo per me.
Durante l’inverno mi sono allenato molto per migliorare la
forza e la stabilità, l’equilibrio. La vista è un po’ migliorata con la terapia
che sto facendo.
Sono stato tre mesi in soggiorno in una comunità alloggio
per disabili, lì il mio passatempo preferito era fare ginnastica, due volte al
giorno.
Un giorno l’amica Claudia mi aveva fatto vedere il
programma di un pellegrinaggio a Medjugorie per fine aprile, e avevamo deciso di
andare. In contemporanea io, in comunità, avevo chiesto la collaborazione della
bella fisioterapista per migliorare il mio equilibrio. Questa decisione non era
collegata al previsto viaggio a Medjugorie: già prima di entrare in comunità
avevo chiesto se c’era un fisioterapista, perché avevo pensato di avvalermi
della sua collaborazione per i miei esercizi.
Poi avevo rinunciato perché la vedevo sempre di corsa e
molto impegnata e non volevo caricarla con altro lavoro, mi sarei accontentato
di qualche “dritta” durante i brevissimi incontri casuali in corridoio.
Poi però è successo che lei è molto bella e io volevo fare
conoscenza e amicizia, ma era sempre di corsa non c’era modo di fermarla neanche
per avere semplici consigli per gli esercizi. Quindi avevo deciso di chiedere
ufficialmente la sua collaborazione per i miei esercizi, con le due motivazioni
a pari merito di migliorare e di conoscerla un po’ e parlaci assieme.
L’amicizia non so come continuerà anzi non so se
continuerà. Per quanto riguarda il mio miglioramento, invece, ho fatto tombola!!
Al punto che sospetto che ci sia lo zampino della Madonna.
Non ci siamo visti molto, ma mi ha dato pochi, determinanti
consigli e indicazioni che ho applicato con notevoli benefici.
Sono tornato a casa due settimane prima di partire per
Medjugorie, qui ho potuto lavorare meglio con più attrezzatura, e in pochi
giorni ho avuto miglioramenti che mi hanno stupito davvero, l’avevo detto anche
a Claudia: “sono migliorato tanto! Sulla Collina, se mi aiuteranno (come sempre)
ce la farò di sicuro e anche forse sul Krizevac.”.
PASQUA 2011 A MEDJUGORIE
In origine avevamo deciso di andare con un nuovo gruppo, ma
al momento dell’iscrizione ci avevano comunicato che non c’era più posto, allora
ci eravamo dirottati sulla solita organizzazione. Le date cambiavano di poco,
l’altro gruppo partiva il lunedì dopo Pasqua e tornava il venerdì; noi siamo
partiti sabato prima di Pasqua (23 Aprile) e rientrati martedì 26 aprile.
Partenza ore 5.00 da Arcade con pullman GT, io e mio
fratello ci troviamo con Claudia a Montebelluna alle 4.20, e da lì andiamo
assieme ad Arcade.
Ho molti pensieri e qualche preoccupazione, la
determinazione nel voler salire almeno sulla Collina delle apparizioni e la
consapevolezza di potercela fare; il ricordo dell’ultimo disastroso
pellegrinaggio e il timore che possa andare male anche questo (ma sono pronto:
so che ci vedo male, però l’altra volta vedevo peggio, quindi spero di riuscire
a vedere qualcosa: la chiesa, la statua, riuscire a orientarmi).
Ricorre frequente nei miei pensieri il paragone fra la
Pasqua precedente – neanche a messa – e questa che stava per arrivare – a
Medjugorie! Ringraziavo già la Madonna.
Mi preoccupava anche la breve durata di questo
pellegrinaggio: di solito il primo giorno non va mai bene per la stanchezza del
viaggio. Di solito entro nel clima del pellegrinaggio solo il secondo giorno.
Allora stavolta mi sono preso avanti, e già in pullman ho pregato molto:
rosario, coroncina alla Divina Misericordia, preghiera del giorno della Novena
alla Divina Misericordia; e ho parlato molto con la Madonna raccontandole le mie
preoccupazioni e i miei desideri, primo fra tutti salire da Lei sulla Collina
delle Apparizioni.
Durante il viaggio Claudia mi ha dato una notizia - scoop
delle sue ….: “C’è una ragazza che va bene per tuo fratello Claudio”.
-“è carina?”
-“non lo so non l’ho ancora valutata”
-“beh, se è carina e Claudio non la vuole, me la prederò io
…”
-“parla piano che ti sente, è seduta qui davanti” (davanti
a Claudio che era seduto davanti a noi).
Allora, sapendo come vanno a volte le cose con la Madonna,
e ipotizzando che non fosse casuale che ci trovassimo vicini di posto in
pullman, ho risposto: “sta a vedere che sarà lei la tua compagna di stanza”.
Arriviamo a Medjugorie e ci restiamo un po’ male: non
saremo nel solito albergo di fronte alla chiesa, ma un po’ fuori. Ci sarà da
camminare un po’ per arrivare al santuario, dall’albergo. Questo mi rovinava un
po’ i piani, ma ho voluto avere fiducia nella Madonna.
Scaricarti i bagagli e sistemati nelle camere, ci siamo poi
ritrovati fuori, e Claudia mi dice: “Ti presento Nada”
Vedo la giovane ragazza e dico a Claudia “è la tua compagna
di stanza?”
-“si”
-“allora, era lei la ragazza seduta davanti a noi?”
-“si”
Me l’aspettavo, mi era già accaduto un episodio vagamente
simile in un precedente pellegrinaggio a Medjugorie. Poi noi quattro siamo
sempre stati assieme: durante le varie funzioni del pellegrinaggio, a tavola, in
pullman, nelle camminate di andata e ritorno albergo – santuario. Da un lato mi
tenevo a Claudio e dall’altro a Claudia o Nada che si alternavano, una
all’andata e l’altra al ritorno. Così l’albergo lontano è stato occasione per
camminare un po’ e fare conoscenza reciproca. Abbiamo fatto un bel gruppo ben
affiatato ed è stato un elemento fondamentale per l’ottima riuscita di questo
pellegrinaggio.
Con Claudia e Nada di fronte alla chiesa di
Medjugorie
La mia vista: andava un po’ meglio dell’altra volta! Vedevo
la chiesa, non perdevo l’orientamento, e arrivati alla statua di fronte alla
chiesa, mi ero sganciato dalla persona che mi stava aiutando e guidando, ed ero
andato da solo a inginocchiarmi di fronte alla statua, come avevo desiderato
fare nelle settimane precedenti, quando pensavo a come sarebbe andato questo
pellegrinaggio. Ho ringraziato per tutto, perché stavo bene dentro, per essere
lì, per vederci un po’ meglio, per gli ottimi tre compagni
.
SUL PODBRDO
La Collina delle apparizioni
L’inizio della
Collina delle Apparizioni, il Podbrdo
E arriva il momento più atteso e desiderato e temuto: si va
sul Podbrdo, la collina delle apparizioni.
Mi sono vestito da battaglia, scarpe adatte, jeans leggeri,
maglietta della Madonna che avevo comprato a Medjugorie durante uno dei miei
primi pellegrinaggi, fascetta in testa per il sudore, occhiali di protezione per
gli occhi. E soprattutto, l’arma più potente, il segnale per la Madonna:
ho tirato fuori il rosario che tengo sempre al collo. L’ho messo in vista per la
Madonna così mi vede e mi aiuta.
La volta precedente mi ero fermato all’inizio, alla Croce
Blu. Non ero in grado di salire fino in cima. Stavolta VOLEVO salire, mi ero
allenato per tre mesi pensando a questo.
Qualche settimana prima della partenza, Claudia mi aveva
fatto sapere che sarebbe venuto (casualmente, non si erano messi d’accordo)
anche suo fratello con moglie e figli. Avevo allora pensato di farmi aiutare da
lui e da mio fratello. Servono, infatti, uomini robusti che mi tengano su quella
pietraia impraticabile. Invece poi mio fratello ha trovato un altro, Armido, e
mi hanno aiutato loro due.Il fratello di Claudia è sempre stato dietro di me
pronto a intervenire: ogni tanto lo sentivo che mi
spingeva o raddrizzava quando perdevo l’equilibrio lateralmente (nonostante i
due che mi tenevano) o quando lo perdevo all’indietro o c’era da salire su una
pietra alta (pendenza più pietra).
Già prima di iniziare la salita ho ringraziato la Madonna,
perché come speravo il clima era ideale, non faceva caldo e neanche freddo;
anche la luce era ideale, non c’era sole abbagliante, era un po’ nuvoloso con
luce perfette: potevo usare gli occhiali chiari e non mettere il cappellino per
proteggere gli occhi dal sole. La sorpresa che non mi aspettavo proprio è stata
che vedevo i sassi a sufficienza per mettere i piedi nei posti giusti, per
alzare il passo per salire sulle pietre alte. Mi aveva molto preoccupato il
pensiero di non riuscire a vedere tutto questo, mi aspettavo di vedere “niente”
del suolo.
Durante la salita ho ripensato all’ultimo periodo terribile
della mia vita (da ottobre 2009 in poi), alle fatiche, alle paure, alle
conquiste. Ho pensato alla Pasqua precedente quando non ero neanche riuscito ad
andare a Messa, ai due Capodanno precedenti quando non ero potuto andare a
Medjugorie come da tradizione da un po’ di anni. All’allenamento invernale, alla
fisioterapista e ai suoi consigli vincenti, all’istruttore della palestra che lo
scorso anno mi ha tanto aiutato nel recupero fisico. E alla Madonna che sapevo
che è sempre stata al mio fianco e ha mandato i suoi angeli della terra ad
aiutarmi (l’istruttore, la fisioterapista, altre persone che non nomino
altrimenti non finisco più di scrivere), e sapevo che mi stava aspettando lassù
sul luogo della Sua prima apparizione a Medjugorie.
Mi sentivo molta forza sulle gambe, il cuore batteva
potente (per lo sforzo), e sentivo la stabilità e quando sentivo il flusso di
informazioni arrivare dai piedi e la risposta corretta, la forza giusta,
inevitabilmente il pensiero mi andava agli esercizi di fisioterapia fatti
durante l’inverno, e alla fisioterapista: lei quando la ringraziavo perché
sentivo i miglioramenti, sosteneva che non ha fatto nulla e che sono io una
Forza della Natura. Ma non è vero: da quando mi ha dato i consigli su come
lavorare, lavoro in modo completamente diverso da prima, e i risultati sono
arrivati velocemente.
Più volte pensavo: lo scorso anno non ero neanche in grado
di andare a Messa ed ero dispiaciuto per non esserci andato a Natale e a Pasqua.
E guarda adesso dove sono e cosa sto facendo!! E soprattutto: nel giorno di
Pasqua! La Resurrezione! Ringraziavo la Madonna tanto, ma tanto! Perché alle
volte sembra che sia qui al mio fianco che mi ascolta e provvede subito a
mettere a posto le cose.
Avevo chiesto a Claudio: “Quando vedi la statua in
lontananza, fermati e falle una foto, grazie”. L’ha fatta.
Arrivati su, Claudio mi ha riferito: “hanno detto che
abbiamo venti minuti per stare qui e pregare. Dove ti vuoi mettere?”.
La mia risposta è stata istintiva e immediata: “Dalla
Madonna!”.
Mi hanno accompagnato sotto la statua. Inciampavo
continuamente sui sassi, anche se il tratto non era particolarmente difficile.
Era pieno di gente seduta o inginocchiata sulle pietre.
Io non riuscivo a vederla e non vedevo la ringhiera, l’ho
cercata a tastoni, l’ho trovata, mi sono aggrappato alla ringhiera e
inginocchiato di fronte alla statua della Madonna (come faccio sempre) e mentre
mi inginocchiavo ho detto alla Madonna: “Hai visto? Ce l’abbiamo fatta! Sono
qui. Grazie.”.
E ho iniziato a piangere senza poter smettere, non mi era
mai successo questo! In quel momento forse piangevo per la conquista ottenuta
con tanto desiderio ed analoga fatica e impegno. Pensavo al gran lavoro svolto
per ottenere questo obiettivo.
Ma non è sufficiente a spiegare il motivo di quel pianto:
allora avrei dovuto piangere anche quando ero arrivato a Medjugorie in
bicicletta con un gruppo di trenta ciclisti pazzi partiti da uno sperduto paese
in provincia di Venezia. Quella volta appena vista la chiesa di Medjugorie, dopo
sette giorni e quasi 900 Km di bicicletta, avevo solo esultato alzando un
braccio mentre pedalavo, nessun accenno al pianto.
C’era molto altro nei miei pensieri, che ancora adesso non
riesco a esprimere. Penso che si possa riassumere nelle parole della Regina
della Pace di Medjugorie: “Cari figli, se sapeste quanto vi amo, piangereste di
gioia”.
Dopo qualche minuto ho smesso di piangere e ho sperimentato
una gran pace e calma, stavo proprio bene. Pensavo anche all’amica Olimpia,
unica donna ciclista di quella folle spedizione: prima di partire per questo
pellegrinaggio avevo riletto la sua testimonianza del ciclo pellegrinaggio. A un
certo punto scrive tante belle cose su di me, e descrive quel che le era
accaduto sul Podbrdo, le sue lacrime, le mie parole. Rileggere quel racconto mi
aveva dato una gran forza interiore in più per riuscire a salire e arrivare ai
piedi della Madonna. Poi il mio pianto mi ha fatto ricordare il suo, e ci ho
pensato anche mentre piangevo.
Sul luogo della
prima apparizione, poco dopo l’episodio del pianto. Con la Madonna.
Durante la salita, ogni tanto estraevo dal marsupio un
piccolo panno per asciugare il sudore. Una volta, mentre l’estraevo, ne è uscito
un secondo panno. Ho pensato: “Che sbadato, ne avevo presi due quando ne bastava
uno” (a casa, prima della partenza). E ho aggiunto: “Ah, ho capito! Il secondo
panno lo userò domani sul Krizevac!”.
LA VIA CRUCIS SUL
KRIZEVAC
Fermo e
meditabondo durante la Via Crucis sul Krizevac
Mi hanno aiutato le tre persone del giorno precedente. Il
Krizevac è più difficile del Podbrdo, però stranamente io fatico meno sul
Krizevac, nonostante sia più ripido, lungo e accidentato. Fin dalla prima volta
l’ho sempre ritenuto un monte “magico”, con la Madonna presente e attiva, e ho
imputato il mio faticare meno alla sua presenza e al suo aiuto.
Per me la via Crucis sul Krizevac ha un sapore speciale,
perché è molto faticosa e sperimento su di me la Passione di Cristo, ci sono
analogie fra la sua Via Dolorosa, le stazioni della Via Crucis, e le mie
vicende. Con la differenza sostanziale che nessuno mi vuol fare del male, anzi
al contrario, e che arrivato in cima al Krizevac, nessuno mi vorrà crocifiggere!
A volte sono capitati alcuni episodi che mi hanno fatto
vivere un po’ in prima persona la via Crucis, altre cose invece sono una
costante di ogni volta che salgo.
Prima stazione: Gesù è condannato a morte. Questo mi fa’
andare il pensiero a quando avevo circa 17 anni e mi era stata diagnosticata la
malattia. Una notizia devastante che mi aveva fatto crollare tutto addosso.
Quella era stata la mia condanna a morte.
Seconda stazione: Gesù è caricato della Croce. Questo mi
fa’ andare il pensiero a quando avevo 27 anni e la malattia si è manifestata
colpendo molto duro e rovesciando la mia vita. Lì sono stato caricato della mia
croce.
Terza stazione: Gesù cade per la prima volta. Si, anch’io
sono caduto subito dopo che mi è arrivata la croce. E anche sul Krizevac, una
volta, sono caduto pochi passi dopo la partenza: a causa di un sasso sul quale
sono inciampato, e di un mio aiutante che invece di guardare me stava a guardare
quella che poi è diventata sua moglie.
Quarta stazione: Gesù incontra sua madre. Questa si! Qua ci
siamo proprio: dopo la prima grande caduta ho trovato la Madonna ed è stato
l’incontro della mia vita!
Quinta stazione: Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce.
Anche qui ci siamo ma con una differenza importante: Simone era stato costretto
dai soldati ad aiutare Gesù, io ho tanti aiutanti che lo fanno spontaneamente.
Pochi, molto pochi, lo fanno per dovere (per lavoro). E spesso anche quelli che
lo fanno per lavoro, ci mettono il cuore (in questo caso penso all’istruttore
della palestra, Andrea, alla fisioterapista, Alice, all’oculista di
Conegliano dott. Romano).
Sesta stazione: Veronica asciuga il volto di Gesù: una
volta mi è successo! Stavo salendo sul Krizevac e faceva caldo. Mi si è
avvicinata una donna, ha preso un fazzoletto, e mi ha asciugato il sudore del
viso. “Come la Veronica!” avevo pensato quella volta.
Settima stazione: Gesù cade per la seconda volta. Non serve
commentare. Dico solo che non mi devo vergognare se qualche volta cado sotto il
peso della mia croce. Se è caduto Gesù, cosa vuoi che pretendo di non cadere mai
io?
Ottava stazione: Gesù parla alle donne che lo seguono. Qui
mi viene in mente una battuta, lasciamo perdere va’! Poi, dopo la terza caduta
della successiva stazione, la “mia” via crucis si separa dalla Via Crucis:
nessuno mi spoglia, pianta chiodi eccetera.
Ecco, durante la Via Crucis sul Krizevac io medito tutte
queste cose. Stavolta pensavo anche ad altro, fra cui l’incarico che ho ricevuto
di offrire le mie sofferenze per quelli che non vogliono bene a Gesù (e aggiungo
“per quelli che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio”). Incarico ricevuto
un anno prima esattamente nello stesso giorno del lunedì dopo Pasqua!
Così arrivato in cima, ho “depositato” ai piedi della croce
le mie croci, offrendole secondo l’incarico che ho ricevuto. Avevo anche altre
cose importanti da “fare” lassù, non le posso raccontare, dico solo che sono
importanti e hanno dato un significato ancora più speciale a questa Via Crucis
sul Krizevac e a questo mio pellegrinaggio.
Sotto alla grande
croce del Krizevac
Non ho avuto nessun desiderio di piangere, stavo bene e
basta. Eppure il Krizevac è più difficile della Collina delle Apparizioni, era
un mio obiettivo “facoltativo e qualificante” ma comunque molo, molto importante
se l’avessi raggiunto! In pratica sono riuscito a fare tutto e anche di più, con
l’aiuto di Maria e dei suoi angeli della terra.
Ero preoccupato per la discesa: è più difficile e faticosa
della salita anche perché non vedo dove metto i piedi, se c’è una buca ci
finisco dentro; non ci sono le pause delle stazioni, ma si scende tutto d’un
fiato, (fiatone). Di solito si assiste a un cambio di aiutanti: lungo la discesa
si danno più volte il cambio fra loro, e io penso ogni volta: “che bravi,
peccato solo che nessuno dia il cambio a me che sono stremato pieno di botte e
con le caviglie dolenti per le quasi distorsioni provocate dai piedi appoggiati
male e violentemente, assetato e con le braccia dolenti”. Ero preoccupato perché
c’erano solo loro tre ad aiutarmi, e l’avevo confidato anche alla Madonna.
Ad un certo punto, verso metà discesa, uno sconosciuto che
stava salendo assieme a un suo amico, ci ha visti e si è offerto di dare il
cambio a uno dei due che mi stavano aiutando, ed è tornato giù assieme a noi!
Poi è ripartito assieme al suo amico che ci aveva seguiti.
Un angelo! E’ la seconda volta che mi succede una cosa
vagamente simile sul Krizevac. E’ magico! Magico al punto che a pochi passi
dalla fine mi si è incastrato un piede fra due pietre, e per qualche secondo ero
rimasto incastrato. Gli avevo detto (al Krizevac) “si ho capito che mi vuoi
bene, ma lasciami andare. Tornerò dai!” E mi ha lasciato.
Dimenticavo di dire che anche in questo caso il clima e la
luce erano perfetti per me e per i miei occhi, in più lungo la via c’erano buoni
profumi di piante e fiori che ho notato bene e ogni volta che li sentivo li
associavo alla primavera ma avevo anche commentato fra me e me: “ma quanto si
sono profumate le donne, oggi?”.
Comunque è stato bello ed è la prima volta che faccio la
via Crucis sul Krizevac con i profumi della primavera. Bello.
Il pellegrinaggio è andato benissimo, solo una cosa mi
dispiaceva: che una persona a cui tengo non mi dava segnali di vita. Invece la
sera dell’ultimo giorno mi è arrivato un suo messaggio molto bello, come si
dice, la ciliegina sulla torta!
Il racconto finisce qui anche se non è tutto qui. Alcune
cose non le posso raccontare, sono però importanti e hanno contribuito alla
perfetta riuscita del mio pellegrinaggio e tutto l’insieme mi rende evidente che
tutto è stato orchestrato dalla Madonna e che tutto si è sviluppato senza
intoppi secondo il suo Piano (non sempre, in precedenza, è andato tutto liscio).
Concludo con il messaggio del 25 aprile 2011 (secondo
giorno di permanenza a Medjugorie):
Cari figli,
come la natura dà i colori più belli dell'anno, così anch'io vi invito a
testimoniare con la vostra vita e ad aiutare gli altri ad avvicinarsi al mio
Cuore Immacolato perché la fiamma dell'amore verso l'Altissimo germogli nei loro
cuori. Io sono con voi e prego incessantemente per voi perché la vostra vita sia
il riflesso del paradiso qui sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia
chiamata.
Fonte:https://digilander.libero.it/luis.montano/start/Medjugorie/Pasqua_2011_Medjugorie.htm