La cenere che segna le nostre teste all’inizio di questo cammino Quaresimale ha profumi di novità. Non serve solo a mescolarsi con le nostre preoccupazioni. Serve a segnare il territorio di una battaglia che ci vedrà impegnati sino a Pasqua. E non c’è punto di partenza migliore che quello di ricordarci del nostro “niente”. Quella cenere è quel “niente” che siamo, eppure per amore di questo “niente” Dio manda Suo Figlio a morire per noi. Così quella cenere è solo la scorza sporca di un capolavoro che ha bisogno di venire fuori, di mostrarsi, di rendersi visibile. Non disertiamo questo shampoo di umiltà. Non scostiamo le nostre fronti davanti a questa terra grigia. Lasciamoci segnare e decidiamo di prendere la strada che ci porterà fuori dalla schiavitù, verso la terra promessa di ciò che ci può rendere felici.
Ogni vero cambiamento, però, inizia sempre con una gratitudine: forza irresistibile di corrispondere a qualcosa che ti riempie tanto da lasciarti in imbarazzo finché non prendi la tua libertà e decidi qualcosa. Ogni decisione è cambiamento. Scegliere consapevolmente che siamo immagine e somiglianza di Dio. Questo ci rende unici in tutto l’universo. Il vero motore della nostra libertà è la gratitudine, che ci rende inquieti finché non corrispondiamo a ciò che percepiamo come dono sconvolgente e immeritato: il dono della vita. La vita è gratitudine in atto.
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