I cristiani accompagnino con la preghiera i governanti, anche se
sbagliano. E’ la forte esortazione di Papa Francesco rivolta nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta.
I cristiani accompagnino con la preghiera i governanti, anche se
sbagliano. E’ la forte esortazione di Papa Francesco rivolta stamani
nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta. Anche ai governanti chiede
di pregare perché altrimenti il rischio è di chiudersi nel proprio
gruppetto. Il governante che, invece, ha coscienza della propria
subalternità di fronte al popolo e a Dio, prega.
La riflessione di
Francesco parte dalla Prima Lettura odierna e dal Vangelo. Nella prima,
San Paolo consiglia a Timoteo di fare preghiere per i governanti. Nel
Vangelo, c’è un governante che prega: è il centurione che aveva un servo
malato. Amava il popolo, anche se straniero, e amava il servo, infatti
se ne preoccupava. Debora Donnini per Radio Vaticana
“Quest’uomo
sentì il bisogno della preghiera”, nota il Papa. Non solo perché
“amava” ma anche perché “aveva la coscienza di non essere il padrone di
tutto, non essere l’ultima istanza”. Sapeva che sopra di lui, c’è un
altro che comanda. Aveva dei subalterni, i soldati, ma lui stesso era
nella condizione di subalterno. E questo lo porta a pregare. Il
governante che ha questa coscienza, infatti, prega: “Se non prega, si
chiude nella propria autoreferenzialità o in quella del suo partito, in
quel circolo dal quale non può uscire; è un uomo chiuso in se stesso. Ma
quando vede i veri problemi, ha questa coscienza di subalternità, che
c’è un altro che ha più potere di lui. Chi ha più potere di un
governante? Il popolo, che gli ha dato il potere, e Dio, dal quale viene
il potere tramite il popolo. Quando un governante ha questa coscienza
di subalternità, prega.
Papa Francesco rileva, quindi,
l’importanza della preghiera del governante, “perché è la preghiera per
il bene comune del popolo che gli è stato affidato”. E ricorda, in
questo senso, il colloquio avuto proprio con un governante che tutti i
giorni passava due ore in silenzio davanti a Dio, nonostante fosse
indaffarato. Bisogna dunque chiedere a Dio la grazia di poter governare
bene come Salomone che non chiese a Dio oro o ricchezze ma la saggezza
per governare.
I governanti, dice Francesco, devono chiedere al
Signore questa saggezza. “E’ tanto importante che i governanti preghino”
– ribadisce - chiedendo al Signore di non togliergli “la coscienza di
subalternità” da Dio e dal popolo: “che la mia forza si trovi lì e non
nel piccolo gruppetto o in me stesso”.
E a chi potrebbe obiettare
dicendo di essere agnostico o ateo, il Papa dice: “Se non puoi pregare,
confrontati”, “con la tua coscienza”, con “i saggi del tuo popolo”, Ma
“non rimanere da solo con il piccolo gruppetto del tuo partito”,
sottolinea. “Questo – ribadisce – è autoreferenziale”.
Nella Prima
Lettura, Paolo invita, appunto, a pregare per i re, “perché – afferma –
possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a
Dio”.
Francesco nota, però, che quando un governante fa una cosa
che non ci piace, viene criticato o, altrimenti, lodato . Viene lasciato
solo con il suo partito, con il Parlamento”: “’No, io l’ho votato –
l’ho votato dal mio’ – ‘Io non l’ho votato, faccia il suo’. No, noi non
possiamo lasciare i governanti da soli: dobbiamo accompagnarli con la
preghiera. I cristiani devono pregare per i governanti. ‘Ma, Padre, come
vado a pregare per questo, che fa tante cose brutte?’ – ‘Ha più bisogno
ancora. Prega, fa penitenza per il governante’. La preghiera
d’intercessione – è tanto bello questo che dice Paolo – è per tutti i
re, per tutti quelli che stanno al potere. Perché? ‘Perché possiamo
condurre una vita calma e tranquilla’. Quando il governante è libero e
può governare in pace, tutto il popolo approfitta [beneficia] di
questo”.
E il Papa conclude chiedendo di fare l’esame di
coscienza sulla preghiera per i governanti: “Io vi chiedo un favore:
ognuno di voi prenda oggi cinque minuti, non di più. Se è governante, si
domandi: 'Io prego a quello che mi ha dato il potere tramite il
popolo?'. Se non è governante, 'io prego per i governanti? Sì, per
questo e per quello sì, perché mi piace; per quelli, no'. E hanno più
bisogno quelli di questo! 'Prego per tutti i governanti?'. E se voi
trovate, quando fate l’esame di coscienza per confessarvi, che non avete
pregato per i governanti, portate questo in confessione. Perché non
pregare per i governanti è un peccato”.
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