A Medjugorje trova la serenità e scrive l’Inno del pellegrino
A Medjugorje trova la serenità e scrive l’Inno del pellegrino
Il protagonista di questa
storia è Giuseppe Bolla, Bepo per i suoi compaesani montefortiani: lo
conoscono tutti questo signore di 63 anni che si è diviso tra il lavoro
da idraulico e la passione per la musica. Perchè Bepo, che fa musica da
quando di anni ne ha 14, ha studiato musica e chitarra, ha suonato nei
«Ragni» a metà anni Sessanta e poi è stato chitarrista e vocalist con
Giuliano e i Notturni, ha organizzato serate e festival tra Verona e
Vicenza, ha cantato nei locali (e il suo cavallo di battaglia era
«Auschwitz» di Guccini), è autore e compositore. «Ci avevo provato già
altre volte, ma adesso, per la prima volta, con “Donna della pace mia”,
sono riuscito a mettere insieme musica e parole», esordisce. Il titolo
lo dice già che si tratta di un testo mariano, perchè Kralica Mira, cioè
Regina della pace, è il titolo con cui secondo i veggenti di
Medjugorje, la Madonna si sarebbe presentata loro. E anche lui, stando a
quanto racconta, quel pellegrinaggio ai piedi del Podbrdo e del
Krizevac, i monti delle apparizioni, da quel pellegrinaggio di settembre
è tornato con la pace. «E’ stata questa la spinta a partire. E’ anni
che sento la gente tornare e raccontare di una pace ritrovata, di una
serenità insperata, di un’armonia scoperta e fatta propria. Poi si
parlava delle apparizioni, ho sentito della conversione di Paolo Brosio e
così, per curiosità, ho deciso di saltare su un pullman e di partire».
Così, la scorsa estate, Bolla ha deciso di vivere le sue vacanze. E non
si spiega nemmeno lui perchè. «So solo che tutto è cominciato sul
pullman. Poi, a Medjugorje, ho scoperto quella realtà fatta di comunità
di giovani, la povertà, la preghiera portata avanti per ore sul Podbrdo:
lo choc c’è stato il 2 settembre, il giorno dell’apparizione a Mirjana,
sotto la Croce blu. C’erano 30 mila persone e un silenzio irreale che
si è protratto per venti minuti». E’ salito sul Podbrdo, «con le scarpe
rotte laddove c’era gente che sfidava le rocce a piedi nudi», sul
Krizevac no, «ero senza scarpe», ha ascoltato tante testimonianze: «Una
volta a casa avevo dentro un bisogno enorme di raccontare, di cercare di
comunicare questa esperienza in un mondo fuori dal mondo: è nata così
“Donna della pace mia”, tutta d’un fiato», racconta. La lunga militanza
negli ambienti musicali lo aiuta: non ci pensa un istante e chiama
subito Beppe Cavani, modenese, docente di musica, direttore d’orchestra,
musicista, cantante. E’ sua «Sotto questo sole» che ha decretato il
successo dei Ladri di biciclette, sue tante canzoni portate al successo
da Francesco Baccini, Eros Ramazzotti, Gianni Morandi. «Mi ha sorpreso
la reazione di Beppe: quel suo “perchè no” mi ha dato energia. Anche lui
non si era mai cimentato su qualcosa di sacro… e adesso mi sa che a
Medjugorje ce lo porto. Di sicuro», dice Bolla, «io ci torno
quest’estate». «Donna della pace mia» è nata così: testo di Giuseppe
Bolla, musica di Beppe Cavani che la canta con Marcella Mazzetti. A
Medjugorje si canta già in alcune comunità: «Sogno che possa diventare
la preghiera del pellegrino», si commuove Bolla. Che un altro piccolo
sogno ce l’ha nel suo paese: «A settembre Monteforte ospiterà Ivan
Dragicevic, uno dei veggenti. Che bello sarebbe poter sentire proprio
qui la mia canzone». Di sogno in sogno: «Le Paoline che sposano il
progetto ed editano il Cd mariano di cui “Donna della pace mia” è solo
la prima tessera di un puzz
Paola Dalli Cani
Nessun commento:
Posta un commento