Non basta stare sempre connessi per essere amati. Maria è
l’influencer di Dio. Papa Francesco parla con il linguaggio dei social -
usando concetti come cloud, app e tutorial - ai giovani radunati al
Campo San Juan Pablo II per la Veglia della Giornata Mondiale della
Gioventù Gmg di Panama.
L'incontro con Dio è una «storia d'amore» e non ha nulla a che fare con i cloud, le app, i tutorial, dice Bergoglio. La
vita «che Gesù ci dona è una storia d'amore - sottolinea Francesco -
una storia di vita che desidera mescolarsi con la nostra e mettere
radici nella terra di ognuno. Quella
vita non è una salvezza appesa “nella nuvola” in attesa di venire
scaricata, né una nuova “applicazione" da scoprire o un esercizio
mentale frutto di tecniche di crescita personale».
Neanche un «tutorial con cui apprendere l'ultima novità. La salvezza che il Signore ci dona è un
invito a partecipare a una storia d'amore che si intreccia con le
nostre storie; che vive e vuole nascere tra noi perché possiamo dare
frutto lì dove siamo, come siamo e con chi siamo».
Papa Francesco non ha dubbi: la Madonna, Maria, è la donna che ha avuto il peso più importante nella storia. «La
giovane di Nazaret - afferma - non compariva nelle “reti sociali”
dell'epoca, non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è
diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia».
Ecco, Maria, «la “influencer” di Dio. Con poche parole ha saputo dire
“sì” e confidare nell'amore e nelle promesse di Dio, unica forza capace
di fare nuove tutte le cose».
Poi Francesco esclama: «Il
mondo non è soltanto per i forti!». Il motivo di questa affermazione:
Jorge Mario Bergoglio si complimenta con una coppia che ha testimoniato
la difficile scelta di accettare l'arrivo di una figlia disabile.
Prima dell'arrivo della bambina, «di fronte a tutte le notizie e le
difficoltà che si presentavano, avete preso una decisione e avete detto
come Maria “avvenga per noi”, avete deciso di amarla. Davanti alla vita
di vostra figlia fragile, indifesa e bisognosa la risposta è stata un
“sì”».
Dire «sì al Signore
significa avere il coraggio di abbracciare la vita come viene, con tutta
la sua fragilità e piccolezza e molte volte persino con tutte le sue
contraddizioni e mancanze di senso».
Vuole dire «abbracciare la nostra patria, le nostre famiglie, i nostri amici così come sono, anche con le loro fragilità e piccolezze. Abbracciare la vita si manifesta anche quando diamo il benvenuto a tutto ciò che non è perfetto, puro o distillato, ma non per questo è meno degno di amore».
Si domanda il Papa: «Forse che qualcuno per il fatto di essere disabile
o fragile non è degno d'amore? Qualcuno per il fatto di essere
straniero, di avere sbagliato, di essere malato o in una prigione non è
degno d’amore?». Così fa Gesù:
«Abbracciò il lebbroso, il cieco e il paralitico, abbracciò il fariseo e
il peccatore. Abbracciò il ladro sulla croce e abbracciò e perdonò
persino quelli che lo stavano mettendo in croce. Perché? Perché solo
quello che si ama può essere salvato».
Papa Francesco evidenzia che «l'amore del Signore è più
grande di tutte le nostre contraddizioni, fragilità e meschinità, però è
precisamente attraverso le nostre contraddizioni, fragilità e
meschinità che Lui vuole scrivere questa storia d’amore».
Il Papa dedica un passaggio anche per difendere i ragazzi di oggi: «Com’è
facile criticare i giovani e passare il tempo mormorando, se li
priviamo di opportunità lavorative, educative e comunitarie a cui
aggrapparsi e sognare il futuro!», denuncia. Francesco parla dei «quattro
“senza” per cui la nostra vita resta senza radici e si secca: senza
lavoro, senza istruzione, senza comunità, senza famiglia». Questi
quattro “senza” uccidono», avverte con durezza.
C’è anche il tema dell’amore nella calda serata panamense. «Non
basta - ammonisce - stare tutto il giorno connessi per sentirsi
riconosciuti e amati. Sentirsi considerato e invitato a qualcosa è più
grande che stare “nella rete”». Perchè «significa
trovare spazi in cui con le vostre mani, con il vostro cuore e con la
vostra testa potete sentirvi parte di una comunità più grande che ha
bisogno di voi e di cui anche voi avete bisogno».
Un altro avvertimento del Papa ai ragazzi del terzo millennio: «Essere
un “influencer” nel secolo XXI significa essere custodi delle radici,
custodi di tutto ciò che impedisce alla nostra vita di diventare
“gassosa” ed evaporare nel nulla. Siate custodi - li esorta - di tutto
ciò che ci permette di sentirci parte gli uni degli altri, di
appartenerci reciprocamente».
La veglia della Gmg è un momento di preghiera ma anche di
festa e spettacolo. E a esibirsi davanti al Pontefice c'è anche il trio
italiano Il Volo.
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