La scrittrice spagnola María Vallejo-Nágera, una delle più quotate scrittrici contemporanee, racconta la sua profonda e radicale conversione avvenuta a Medjugorje.
Buongiorno a tutti. Mi chiamo Maria Vallejo-Nágera sono spagnola e sono un’autrice di novelle.
Vi vorrei raccontare questa piccola storia della mia vita che è cambiata completamente quando sono andata per la prima volta in quel paesino chiamato Medjugorje, nel cuore della Bosnia Erzegovina, nel 1999.
All’epoca vivevo a Londra, avevo tre figli, ero sposata da vent’anni. Quando vivevo a Londra, avevo molti amici anglicani, ero cattolica, sono stata cresciuta come tale, in un paese cattolico come la Spagna, i miei genitori erano cattolici e ho frequentato scuole cattoliche.
Tuttavia non avevo realizzato cosa fosse Dio, non avevo fede, non volevo parlare di Dio, non m’interessava affatto né la Chiesa né Dio.
Furono due miei amici, sebbene anglicani, a parlarmi per la prima volta di quel paesino e all’inizio ero molto critica e sarcastica con loro. Non credevo a quel che dicevano e li ritenevo del tutto pazzi.
Ma nel 1999, essi erano così testardi nel cercare di convincermi di andare con loro che, non so spiegare come o perché, dissi: “Si, questa volta vengo con voi”.
Andai a Medjugorje il 9 Maggio 1999. Il primo giorno fu davvero noioso per me, non capivo una parola, né quello che accadeva, non credevo che la Madonna apparisse a quei sei giovani, non avevo neanche un comportamento educato durante la Messa, ne avevo trovata una in inglese al mattino ma non avevo fatto altro che scattare foto per tutto il tempo senza ascoltare una parola di quello che diceva il prete o della celebrazione.
Ma in quella mattinata Dio stava preparando un grande cambiamento per me.
Uscii dalla chiesa, perché dietro alla chiesa c’è una grande sala dove i veggenti stavano andando per dei colloqui.
Lì stava andando anche Jacov, per parlare ai pellegrini. Mentre stavo camminando verso quella grande sala, mi ricordo che era una giornata molto luminosa, era una meravigliosa giornata di Maggio, senza nuvole, col sole splendente.
Noi camminavamo vicino ai confessionali e allo stesso tempo alla mia destra c’era il muro esterno della chiesa di San Giacomo. Ero circondata dai miei amici e stavo scherzando con loro.
Ho sentito l’urgenza di guardare su nel cielo e improvvisamente o sentito come… un colpo d’amore che mi prendeva dritto al cuore in maniera davvero molto forte. Secondo il mio orologio questa esperienza non è durata che tre secondi ma è stata molto molto potente. In quel preciso momento ho sentito che Dio stava parlando proprio a me e mi stava dicendo: “Ecco quanto amo ciascuno di voi, in tutto il mondo”.
Ho sentito anche una specie di botta di paura, di dolore, perché in quel preciso momento ho capito di essere stata davvero cattiva nei confronti dei miei affetti, nei confronti della fede e di Dio.
Avevo voglia di piangere.
Dio mi parlava e mi diceva: “Ecco quanto ti amo.
Per favore, dillo al mondo che c’è un Dio che questo dio ama tutti”.
Dopo questa breve esperienza di tre secondi ero una donna davvero confusa e non osavo dirlo a nessuno.
Quando arrivai alla grande stanza in cui Jacov stava tenendo un discorso cominciai a piangere con un dolore davvero grande nel cuore, e tutti pensavano che ero stata toccata dalla testimonianza di Jacov. Non era vero.
Ero stata toccata ma dalla brevissima esperienza vissuta pochi minuti prima.
Ci sono voluti sei mesi, una volta tornata a Londra, per raccontare questa esperienza al mio direttore spirituale, il sacerdote irlandese Father Michal O’Malley che venne con noi in quel primo pellegrinaggio nel 1999.
Non disse che ero matta ma disse: “Tu sei solo un’altra convertita, un’altra pellegrina convertita a Medjugorje; devi capire che Medjugorje è il polmone del mondo per le conversioni”.
Ciò che accadde dopo la mia conversione è stato meraviglioso. Sotto quel “colpo” ho sentito l’urgenza, la necessità di andare tutti i giorni a Messa, ero molto attratta dalla messa, era come un magnete che trasformava la mia vita. Prima di questa esperienza pensavo che la Messa fosse qualche cosa di noioso da fare o da ascoltare, ma dopo l’esperienza di Medjugorje, non so perché, sento l’esigenza di andare ogni giorno a Messa, ho il reale bisogno di ricevere l’Ostia santa ogni giorno.
Dopo circa un anno ho cominciato a sentirmi attratta dalla Confessione, cosicché posso dire che i due pilastri che mi permettono di raggiungere Dio e dicapire l’amore di Dio, questi due Sacramenti, la Santa Comunione e la Santa Confessione.
Ma in questi dieci anni il cammino è stato spinoso, davvero difficoltoso. Ho inciampato tante tante volte nella mia conversione. Quando incontri Dio, realizzi quanto sei piccolo, tutte le porte si restringono in un secondo e tu devi passare proprio dentro quelle porte con molta umiltà.
Naturalmente ho cambiato completamente il mio lavoro, perché prima scrivevo dei racconti che erano molto severi nei confronti della Chiesa, scrivevo novelle molto sarcastiche nei confronti del clero, ma dalla mia confessione sono cambiata completamente. Ecco perché la mia seconda novella è basata proprio sulla mia conversione.
Da quel giorno io voglio lavorare solo per il Signore. Egli mi ha dato il dono della scrittura e voglio usare questo dono per Lui e solo per Lui. Grazie e arrivederci.
Vi vorrei raccontare questa piccola storia della mia vita che è cambiata completamente quando sono andata per la prima volta in quel paesino chiamato Medjugorje, nel cuore della Bosnia Erzegovina, nel 1999.
All’epoca vivevo a Londra, avevo tre figli, ero sposata da vent’anni. Quando vivevo a Londra, avevo molti amici anglicani, ero cattolica, sono stata cresciuta come tale, in un paese cattolico come la Spagna, i miei genitori erano cattolici e ho frequentato scuole cattoliche.
Tuttavia non avevo realizzato cosa fosse Dio, non avevo fede, non volevo parlare di Dio, non m’interessava affatto né la Chiesa né Dio.
Furono due miei amici, sebbene anglicani, a parlarmi per la prima volta di quel paesino e all’inizio ero molto critica e sarcastica con loro. Non credevo a quel che dicevano e li ritenevo del tutto pazzi.
Ma nel 1999, essi erano così testardi nel cercare di convincermi di andare con loro che, non so spiegare come o perché, dissi: “Si, questa volta vengo con voi”.
Andai a Medjugorje il 9 Maggio 1999. Il primo giorno fu davvero noioso per me, non capivo una parola, né quello che accadeva, non credevo che la Madonna apparisse a quei sei giovani, non avevo neanche un comportamento educato durante la Messa, ne avevo trovata una in inglese al mattino ma non avevo fatto altro che scattare foto per tutto il tempo senza ascoltare una parola di quello che diceva il prete o della celebrazione.
Ma in quella mattinata Dio stava preparando un grande cambiamento per me.
Uscii dalla chiesa, perché dietro alla chiesa c’è una grande sala dove i veggenti stavano andando per dei colloqui.
Lì stava andando anche Jacov, per parlare ai pellegrini. Mentre stavo camminando verso quella grande sala, mi ricordo che era una giornata molto luminosa, era una meravigliosa giornata di Maggio, senza nuvole, col sole splendente.
Noi camminavamo vicino ai confessionali e allo stesso tempo alla mia destra c’era il muro esterno della chiesa di San Giacomo. Ero circondata dai miei amici e stavo scherzando con loro.
Ho sentito l’urgenza di guardare su nel cielo e improvvisamente o sentito come… un colpo d’amore che mi prendeva dritto al cuore in maniera davvero molto forte. Secondo il mio orologio questa esperienza non è durata che tre secondi ma è stata molto molto potente. In quel preciso momento ho sentito che Dio stava parlando proprio a me e mi stava dicendo: “Ecco quanto amo ciascuno di voi, in tutto il mondo”.
Ho sentito anche una specie di botta di paura, di dolore, perché in quel preciso momento ho capito di essere stata davvero cattiva nei confronti dei miei affetti, nei confronti della fede e di Dio.
Avevo voglia di piangere.
Dio mi parlava e mi diceva: “Ecco quanto ti amo.
Per favore, dillo al mondo che c’è un Dio che questo dio ama tutti”.
Dopo questa breve esperienza di tre secondi ero una donna davvero confusa e non osavo dirlo a nessuno.
Quando arrivai alla grande stanza in cui Jacov stava tenendo un discorso cominciai a piangere con un dolore davvero grande nel cuore, e tutti pensavano che ero stata toccata dalla testimonianza di Jacov. Non era vero.
Ero stata toccata ma dalla brevissima esperienza vissuta pochi minuti prima.
Ci sono voluti sei mesi, una volta tornata a Londra, per raccontare questa esperienza al mio direttore spirituale, il sacerdote irlandese Father Michal O’Malley che venne con noi in quel primo pellegrinaggio nel 1999.
Non disse che ero matta ma disse: “Tu sei solo un’altra convertita, un’altra pellegrina convertita a Medjugorje; devi capire che Medjugorje è il polmone del mondo per le conversioni”.
Ciò che accadde dopo la mia conversione è stato meraviglioso. Sotto quel “colpo” ho sentito l’urgenza, la necessità di andare tutti i giorni a Messa, ero molto attratta dalla messa, era come un magnete che trasformava la mia vita. Prima di questa esperienza pensavo che la Messa fosse qualche cosa di noioso da fare o da ascoltare, ma dopo l’esperienza di Medjugorje, non so perché, sento l’esigenza di andare ogni giorno a Messa, ho il reale bisogno di ricevere l’Ostia santa ogni giorno.
Dopo circa un anno ho cominciato a sentirmi attratta dalla Confessione, cosicché posso dire che i due pilastri che mi permettono di raggiungere Dio e dicapire l’amore di Dio, questi due Sacramenti, la Santa Comunione e la Santa Confessione.
Ma in questi dieci anni il cammino è stato spinoso, davvero difficoltoso. Ho inciampato tante tante volte nella mia conversione. Quando incontri Dio, realizzi quanto sei piccolo, tutte le porte si restringono in un secondo e tu devi passare proprio dentro quelle porte con molta umiltà.
Naturalmente ho cambiato completamente il mio lavoro, perché prima scrivevo dei racconti che erano molto severi nei confronti della Chiesa, scrivevo novelle molto sarcastiche nei confronti del clero, ma dalla mia confessione sono cambiata completamente. Ecco perché la mia seconda novella è basata proprio sulla mia conversione.
Da quel giorno io voglio lavorare solo per il Signore. Egli mi ha dato il dono della scrittura e voglio usare questo dono per Lui e solo per Lui. Grazie e arrivederci.
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