Perché
un servo di Dio possa essere dichiarato Beato, si richiedono due
condizioni: l’esercizio eroico delle virtù e un miracolo operate da Dio
per sua intercessione, dopo la morte. Tutte e due condizioni si sono
verificate per Padre Pio.
La Chiesa ha dichiarato l’eroicità delle sue virtù con decreto del 18 dicembre 1997. Inoltre il 21 dicembre 1998, ha riconosciuto come miracolosa la guarigione della signora Consiglia De Martino, avvenuta a Salerno il 2 novembre 1995. In seguito a tale miracolo, Padre Pio fu dichiarato Beato, il 2 maggio 1999.
Il miracolo della beatificazione
Consiglia De Martino, nata a Salerno il 20 gennaio 1952, la sera del 31 ottobre 1995, si ammalò di “rottura traumatica del dotto toracico al collo con versamento liquido chiloso”. Ricoverata nell’ospeda1e civile “San Leonardo” della sua città, il 1° novembre 1995, ne uscì pochi giorni dopo perfettamente guarita.
Considerazioni medico sanitarie:
Invocazione di Padre Pio
La signora Consiglia De Martino è devota di Padre Pio (come tutti i suoi familiari) da diversi anni e lo invoca in tutte le sue necessità; fa parte di un Gruppo di Preghiera; ogni mese si reca a San Giovanni Rotondo (FG), in pellegrinaggio, alla tomba del venerato Padre.
Appena giunta al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Salerno, il 1° novembre 1995, fu subito sottoposta all’esame della TAC. La sanata ha dichiarato: “Terno a rilevare che nel corso della TAC l’unica mia preoccupazione fa quella di invocare l’aiuto di Padre Pio”.
Dopo poche ore dal ricovero nel Reparto di Chirurgia d’Urgenza, la sanata telefona, col cellulare di suo marito, a San Giovanni Rotondo per chiedere preghiere al Servo di Dio Padre Pio, attraverso fra Modestino Fucci, confratello del venerato Padre.
Anche il marito della signora Consiglia De Martino, signor Antonio Rinaldi, preoccupato, si rivolge, in preghiera, al Servo di Dio Padre Pio. Ecco la sua deposizione:
“(…) nel pomeriggio del 1° novembre 1995, preoccupato per le sorti di mia moglie, mi sono appartato in preghiera, invocando l’intercessione di Padre Pio (…); le mie invocazioni furono rivolte unicamente ed esclusivamente a Padre Pio (). Al momento in cui ho invocato ’intercessione di Padre Pio ero preoccupato per la salute di mia moglie e pertanto istintivamente il mio pensiero era andato a Padre Pio, del quale sono molto devoto da parecchi anni.”
Anche la figlia della sanata, Michela, il primo gesto istintivo che compie, dopo il ricovero in ospedale della madre, è quello di raccomandare la madre all’intercessi0ne di Padre Pio. Telefona infatti a San Giovanni Rotondo e parla con fra Modestino Fucci, chiedendo preghiere a Padre Pio. Fra Modestino Fucci, ha deposto: “(…) ricevetti la telefonata da Michela Rinaldi, figlia di Consiglia De Martino, (…) mi chiese di pregare sulla tomba di Padre Pio per la guarigione della mamma. Telefonicamente mi resi conto come ella fosse agitata e preoccupata per la salute della mamma. Mi recai subito alla tomba di Padre Pio e rivolsi a lui la mia preghiera per la guarigione di Consiglia De Martino».
La sanata racconta due “fenomeni” (non insoliti in riferimento al venerato Padre).
“Terminnato il secondo esame TAC fui trasportata in ascensore nel reparto e in quel momento avvertii un intensp profumo di fiori. Già negli anni precedenti, qualche volta avevo avvertito lo stesso profumo in alcune circostanze in cui pregavo Padre Pio. La sensazione di profumo avvertita mentre ero in ascensore si unì al dubbio che poteva essere il profumo dell’infermiera che mi stava accompagnando. In realtà dopo circa una mezz’ora fui accompagnata dalla stessa infermiera per l’esame ecodoppler, in lei non vi era alcun profumo che io avevo avvertito mentre ero in ascensore”.
E prosegue: “Il 3 novembre chiesi al dott. Mazzarella che cosa avessi ed egli di rimando mi osservò: ”Quando un tubo è rotto cosa si fa?”. Da queste parole io ho pensato che forse io sarei stata operata. In quel momento i0 mi affidai nuovamente all’intercessione di Padre Pio, invocandolo perchè non ci fosse alcun intervento chirurgico.
Nel pomeriggio del 3 novembre, mentre ero in dormiveglia, ho avvertito una sensazione gradevole che qualcuno mi stesse cucendo all’altezza clavicola sinistra. Io attribuii la sensazione di benessere all’intercessione di Padre Pio, a cui avevo rivolto le mie invocazioni. (…)
La mattina del 4 novembre avvertii nuovamente il profumo di cui ho già parlato mentre ero in ascensore e venivo portata nel reparto. Chiesi alle altre degenti se avessero usato profumo, mi fu risposto di no e quindi compresi che doveva riferirsi a Padre Pio”.
Tutti i familiari della sanata, che hanno deposto nel Processo, attribuiscono la risoluzione della patologia (la guarigione) all’intervento prodigioso e tempestivo di Padre Pio.
“Consiglia è convinta, come del resto lo siamo un po’ tutti che la sua guarigione è avvenuta per intercessione di Padre Pio”.
“Sono convinto che la guarigione di Consiglia sia stata il frutto dell’invocazione dell’intercessione rivolta a Padre Pio”.
“Ho vissuto in prima persona le vicende che si riferiscono al fatto prodigioso attribuito all’intercessione di Padre Pio”.
La Chiesa ha dichiarato l’eroicità delle sue virtù con decreto del 18 dicembre 1997. Inoltre il 21 dicembre 1998, ha riconosciuto come miracolosa la guarigione della signora Consiglia De Martino, avvenuta a Salerno il 2 novembre 1995. In seguito a tale miracolo, Padre Pio fu dichiarato Beato, il 2 maggio 1999.
Il miracolo della beatificazione
Consiglia De Martino, nata a Salerno il 20 gennaio 1952, la sera del 31 ottobre 1995, si ammalò di “rottura traumatica del dotto toracico al collo con versamento liquido chiloso”. Ricoverata nell’ospeda1e civile “San Leonardo” della sua città, il 1° novembre 1995, ne uscì pochi giorni dopo perfettamente guarita.
Considerazioni medico sanitarie:
- La guarigione della malattia è avvenuta senza alcuna terapia, né medica né chirurgica.
- Dalla malattia, ampiamente accertata, non è derivato nessun postumo a carico degli organi interni, sia toracici che addominali.
- La guarigione è avvenuta in maniera oltre modo rapida e del tutto imprevedibile rispetto al normale andamento delle cose, ma soprattutto rispetto alla indubbia gravità della situazione clinica iniziale.
- Tale gravità era rappresentata dalla quantità di liquido linfatico travasato dalla rottura traumatica del dotto toracico, stimabile in non meno di due litri.
- Il fatto maggiormente sorprendente è consistito proprio nella estrema rapidità del riassorbimento di tale liquido (non semplicemente acquoso, ma contenente grassi), nonché nella chiusura spontanea del dotto toracico. Il tutto è avvenuto nell’arco di 24 ore o poco più.
- Detta guarigione, che si è mantenuta stabile nel tempo, è stata dichiarata dai sanitari curanti scientificamente inspiegabile.
Invocazione di Padre Pio
La signora Consiglia De Martino è devota di Padre Pio (come tutti i suoi familiari) da diversi anni e lo invoca in tutte le sue necessità; fa parte di un Gruppo di Preghiera; ogni mese si reca a San Giovanni Rotondo (FG), in pellegrinaggio, alla tomba del venerato Padre.
Appena giunta al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Salerno, il 1° novembre 1995, fu subito sottoposta all’esame della TAC. La sanata ha dichiarato: “Terno a rilevare che nel corso della TAC l’unica mia preoccupazione fa quella di invocare l’aiuto di Padre Pio”.
Dopo poche ore dal ricovero nel Reparto di Chirurgia d’Urgenza, la sanata telefona, col cellulare di suo marito, a San Giovanni Rotondo per chiedere preghiere al Servo di Dio Padre Pio, attraverso fra Modestino Fucci, confratello del venerato Padre.
Anche il marito della signora Consiglia De Martino, signor Antonio Rinaldi, preoccupato, si rivolge, in preghiera, al Servo di Dio Padre Pio. Ecco la sua deposizione:
“(…) nel pomeriggio del 1° novembre 1995, preoccupato per le sorti di mia moglie, mi sono appartato in preghiera, invocando l’intercessione di Padre Pio (…); le mie invocazioni furono rivolte unicamente ed esclusivamente a Padre Pio (). Al momento in cui ho invocato ’intercessione di Padre Pio ero preoccupato per la salute di mia moglie e pertanto istintivamente il mio pensiero era andato a Padre Pio, del quale sono molto devoto da parecchi anni.”
Anche la figlia della sanata, Michela, il primo gesto istintivo che compie, dopo il ricovero in ospedale della madre, è quello di raccomandare la madre all’intercessi0ne di Padre Pio. Telefona infatti a San Giovanni Rotondo e parla con fra Modestino Fucci, chiedendo preghiere a Padre Pio. Fra Modestino Fucci, ha deposto: “(…) ricevetti la telefonata da Michela Rinaldi, figlia di Consiglia De Martino, (…) mi chiese di pregare sulla tomba di Padre Pio per la guarigione della mamma. Telefonicamente mi resi conto come ella fosse agitata e preoccupata per la salute della mamma. Mi recai subito alla tomba di Padre Pio e rivolsi a lui la mia preghiera per la guarigione di Consiglia De Martino».
La sanata racconta due “fenomeni” (non insoliti in riferimento al venerato Padre).
“Terminnato il secondo esame TAC fui trasportata in ascensore nel reparto e in quel momento avvertii un intensp profumo di fiori. Già negli anni precedenti, qualche volta avevo avvertito lo stesso profumo in alcune circostanze in cui pregavo Padre Pio. La sensazione di profumo avvertita mentre ero in ascensore si unì al dubbio che poteva essere il profumo dell’infermiera che mi stava accompagnando. In realtà dopo circa una mezz’ora fui accompagnata dalla stessa infermiera per l’esame ecodoppler, in lei non vi era alcun profumo che io avevo avvertito mentre ero in ascensore”.
E prosegue: “Il 3 novembre chiesi al dott. Mazzarella che cosa avessi ed egli di rimando mi osservò: ”Quando un tubo è rotto cosa si fa?”. Da queste parole io ho pensato che forse io sarei stata operata. In quel momento i0 mi affidai nuovamente all’intercessione di Padre Pio, invocandolo perchè non ci fosse alcun intervento chirurgico.
Nel pomeriggio del 3 novembre, mentre ero in dormiveglia, ho avvertito una sensazione gradevole che qualcuno mi stesse cucendo all’altezza clavicola sinistra. Io attribuii la sensazione di benessere all’intercessione di Padre Pio, a cui avevo rivolto le mie invocazioni. (…)
La mattina del 4 novembre avvertii nuovamente il profumo di cui ho già parlato mentre ero in ascensore e venivo portata nel reparto. Chiesi alle altre degenti se avessero usato profumo, mi fu risposto di no e quindi compresi che doveva riferirsi a Padre Pio”.
Tutti i familiari della sanata, che hanno deposto nel Processo, attribuiscono la risoluzione della patologia (la guarigione) all’intervento prodigioso e tempestivo di Padre Pio.
“Consiglia è convinta, come del resto lo siamo un po’ tutti che la sua guarigione è avvenuta per intercessione di Padre Pio”.
“Sono convinto che la guarigione di Consiglia sia stata il frutto dell’invocazione dell’intercessione rivolta a Padre Pio”.
“Ho vissuto in prima persona le vicende che si riferiscono al fatto prodigioso attribuito all’intercessione di Padre Pio”.
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