Bocelli è arrivato a Medjugorje nel pomeriggio di giovedì 7 agosto. Al suo arrivo si è recato in Chiesa e ha pregato un momento davanti alla statua della Madonna. Questo momento di raccoglimento è durato poco perché è stato subito disturbato dai fotoreporters... Poi si è unito agli altri musicisti sull'altare esterno per la prova generale. Dopo la prova si è incontrato con i Francescani in servizio a Medjugorje e ha anche incontrato i veggenti di Medjugorje.
Il concerto è stato aperto dal Coro del Teatro Nazionale Croato di Spalato col canto “Erzegovina nel cuore”. Bocelli ha cantato il classico repertorio spirituale (Haendel, Schubert, Franck, Vivaldi, Mozart, Mascagni, Verdi, Rossini, Gounod, Ortolani, Lecot). Al termine del concerto ha ringraziato i musicisti e ha espresso la sua gioia per aver potuto cantare in questo luogo di pace e di grazia.
Dopo il concerto Bocelli è andato a Dubrovnik.
Questo concerto è stato annunciato come uno dei più importanti eventi culturali dell'anno in Bosnia Erzegovina.
Andrea Bocelli è nato nel villaggio di Lajatico in Toscana, Italia, il 22 Settembre 1958, dove è cresciuto nella fattoria di familia. A dodici anni ha perso la vista. Si è laureato in Legge e ha esercitato per un po' la sua professione. Da bambino era entusiasta dell'opera e della musica tradizionale italiana. Questo amore per la musica ha determinato la sua vita futura. Oggi egli afferma che la musica lo aiuta a vivere. Prima del concerto a Međugorje ha detto che questa sarà una "esperienza unica". Egli ha parlato anche della fede. "Chi non ha fede ha difficoltà a trovare ragioni per vivere e rischia sempre di essere deluso, perché la vita senza fede è una tragedia e finisce come un dramma. La fede ci aiuta a vivere, in se stessa è una ragione per vivere". Egli ha aggiunto: "La vita è una prova ed in questo senso la fede ha un posto importante, ed è una soluzione per molti problemi".Alla richiesta su quale messaggio darebbe a coloro che in Bosnia Erzegovina stanno aspettando con gioia ed impazienza il suo concerto, egli ha risposto:
"Vado a Međugorje a ricevere un messaggio, non a dare un messaggio. L'unico messaggio che posso dare è contenuto e nascosto nelle note delle canzoni che canto, non ho nulla da aggiungere".
http://www.medjugorje.ws/it/articles/andrea-bocelli-concert-medjugorje/
Intervistato dal Corriere della Sera il tenore famoso in tutto il mondo si confessa e spiega come vede il mondo e come abbia toccato con mano il peccato
In una lunga intervista al Corriere della Sera rilasciata ad Aldo Cazzullo, il tenore Andrea Bocelli si racconta, spiegando il suo rapporto con la propria cecità, vissuta senza recriminazioni e piena di ricordi dei primi 12 anni “alla luce”, del mondo contadino dal quale proviene. Oltre a questo due i temi molto intimi di cui ha parlato: la fede e il dramma del “vizio”. Sulla prima ha spiegato la sua assoluta certezza in un Dio creatore e amorevole:Lei ha fede?Poi molto interessante e rivelatoria la sua esperienza di crisi dopo la separazione con la prima moglie e il periodo che lui stesso definisce come un “gorgo di vizio” e una “droga”:
“Sì. Trovo palese che il creato sia un sistema intelligente. Una persona ragionevole non può affidare la vita al caso. Se vedo un palazzo, sono certo che qualcuno l’ha fatto. A maggior ragione, l’universo non può essere frutto del caso”.
Crede anche nell’immortalità nell’anima?
“Al cento per cento. Quando mio padre è morto, guardandolo ho avuto fortissima la sensazione che nel suo corpo non fosse rimasto neppure un atomo di lui. Noi siamo ciò che è dentro questa scatola. Dopo andiamo da qualche altra parte”.
Non ha mai dubbi?
“Qualche problema me lo crea il dolore inutile e ingiusto. La sofferenza degli innocenti. Le malattie dei bambini”
Che risposta si è dato?
“E’ un’idea geniale del maligno, per costringerci a dubitare dell’esistenza di Dio”.
E la sua sofferenza?
“La cecità non mi ha scosso più di tanto. Mi sono sempre sentito in debito con il mondo. Fortunato. Felice”.
E’ vero che da ragazzo fantasticava di amori impossibili?
“Tutti gli amori erano impossibili: all’inizio nessuna ragazza mi voleva. Fin dall’adolescenza però la fidanzata l’ho sempre avuta”.
Come mai è finito il suo primo matrimonio?
“Per mancanza d’amore. Colpa mia, che ero più maturo: lei aveva solo 17 anni, io già 30. Ma fatico a considerare un errore l’unione da cui sono nati due figli meravigliosi come Amos e Matteo”.
Tra la separazione e l’incontro con sua moglie Veronica lei è stato, parole sue, un “brutale libertino”.
“Brutale no: ho sempre tentato di lasciare un buon ricordo di me, anche se a volte temo di aver recato dolore. La penso come Nietzsche: l’uomo ama il gioco e il pericolo; e la donna è la giocatrice più pericolosa”.
Quali donne sceglieva?
“Quelle che mi piacevano. Che mi suscitavano qualcosa. Che mi davano l’impressione di riempire la parte mancante di me”.
Da cosa lo capiva?
“Il comportamento vuol dire molto. L’atteggiamento, il modo di parlare. Mi sono sempre piaciute le donne di forte femminilità. Ma neppure i miei traguardi affettivi mi guarivano dall’inquietudine. Il libertinaggio diventa una droga. Tutte le sere hai bisogno di riuscire nel tuo obiettivo. La sera che non ci riesci, stai male”.
Le capitava spesso?
“No. Il successo rende tutto più facile. Ma alla fine ti ritrovi con un pugno di mosche. E ti senti affondare nel gorgo del vizio. A un certo momento ci sono andato molto vicino”.
Di Castro dicono che abbia avuto 35 mila donne…
“Io invece ho incontrato Veronica che mi ha stroncato la carriera. Ci siamo sposati, e ci amiamo moltissimo. Al mattino a volte si sveglia con una poesia che le ho scritto di notte”.
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