Il sole incominciò a girare velocemente in senso orario e a pulsare come avesse un cuore. - Testimonianza
Non a caso, nel febbraio del 2008, io e Patrizia abbiamo visto
nella chiesa di Sant’Anna di Arco un piccolo manifesto con la scritta:
dal 3 al 7 giugno partenza per Medjugorje. Ancora la stessa sera ci
siamo iscritte per il viaggio, senza pensare alle emozioni che questo
pellegrinaggio ci avrebbe potuto dare. Durante il viaggio, devo dire che
mi sono affezionata agli accompagnatori Maurizio e Mario. L’autista, di
poche parole, andava a velocità sostenuta ma sempre molto attento alla
guida. Con noi, c’era pure padre Fabrizio del Convento dei Cappuccini di
Arco. All’arrivo, dopo sedici ore di
viaggio, non per nulla stanca,mi assaporavo con gli occhi quel posto,
felicissima di essere arrivata. Mario, con tono altisonante disse:
“Guardate la chiesa quanto è bella!”. Tutti ci voltammo ad osservare.
L’albergo, grazioso e confortevole, ci ospitò con un’ottima cena, e
subito dopo, padre Fabrizio celebrò la Santa Messa. Il giorno seguente,
mercoledì, al mattino avemmo un incontro con Vicka nel suo giardino.Nel
vedere quella persona attorniata da una moltitudine di gente che faceva
ressa attorno a lei mentre stava pregando in assoluto raccoglimento,
ebbi un forte impatto e le lacrime mi rigarono il volto, testimoniando
la grande emozione che in quel momento mi saliva dal cuore. Più tardi ci
siamo diretti all’Oasi della Pace (una piccola chiesetta gestita da
monache che curano l’andirivieni dei pellegrini). Varcata la soglia mi
trovai di fronte ad un Cristo in Croce dal volto molto sofferente.
D’istinto m’inginocchiai. Sembrava dicesse: “prega peccatrice …!”.
Ancora una volta l’emozione mi sopraffece. Nel pomeriggio siamo partiti
per Vionica a far visita ai bambini ospiti di un orfanotrofio. Mi
facevano molta tenerezza … me li sarei stretti a me uno ad uno. Ripreso
il viaggio, dopo circa dieci minuti, ci siamo fermati presso una
comunità di ex tossico dipendenti che vivono esclusivamente di
“Provvidenza”, sotto la direzione di suor Elvira Petrozzi della comunità
denominata “Cenacolo”. Nessuno li obbliga a rimanere, ma tutti devono
lavorare e contribuire all’andamento della comunità. La sera verso le
20.00 ho partecipato all’Adorazione Eucaristica. La chiesa era gremita
di gente, perfino sul sagrato. A stento si poteva trovare un posto.
All’interno, sull’altare, un grande Ostensorio raccoglieva l’Ostia
Consacrata. Ai lati e di fronte molta gente si assiepava. La commozione
era enorme. Il suono di un violino e di una chitarra accompagnavano un
piccolo coro che cantava: Gesù confido in Te … Gesù Ti adoro …
L’emozione che provai fu intensa, mi rendevo conto che per me era un
momento particolare. Guardavo intensamente l’Ostia Consacrata e
dall’Ostensorio sembrava che venisse un dolcissimo profumo che
avvolgendomi mi arrivava fino al cuore. Il giovedì mattina, salendo
sulla vetta del Podbrdo con il rosario in mano, senza fatica mi avviai
su per la collina. Ho visto gente camminare a piedi nudi, gente
ansimante per la fatica e gente in contemplazione che nonostante il
tragitto impervio, proseguiva verso la meta senza mai lamentarsi.
Arrivata in cima al monte (sul luogo dell’apparizione) mi trovai di
fronte ad una statua gigantesca della Madonna tutta in bianco. Una
moltitudine di gente la circondava venerandola. Volgendo casualmente lo
sguardo incrociai a poca distanza dal luogo dell’apparizione un grande
crocefisso dal volto molto sofferente ai piedi del quale nessuno vi
sostava. Lasciata la moltitudine che circondava la Madonna mi avvicinai
al crocefisso e rivolgendomi sommessamente a Lui e a sua madre pregai
per la pace della mia famiglia e per quella dei miei figli non
tralasciando la mia comunità (Shalom). Lasciai il crocefisso con questa
supplica: “Ti adoro Gesù, confido in Te. Ti prego non mi abbandonare
mai. Ho bisogno di Te. Tornata alla statua della Vergine vidi Patrizia
inginocchiata presso di Lei in grande raccoglimento. Non volli
infastidirla; in quel momento cercai di fare altrettanto. Mi
inginocchiai accanto a Lei invocando l’intercessione della Vergine Maria
presso Gesùm per le preghiere che poc’anzi gli avevo rivolto. Di
ritorno dal monte Podbrdo, verso le 18.40, ora dell’apparizione della
Madonna, Patrizia ed io sedemmo su un muretto. Qualcuno ci disse di
osservare il sole; avremmo potuto assistere ad un fenomeno che non a
tutti riesce di vedere. Improvvisamente sembrava che il sole si fosse
trasformato in un’ostia bianchissima incominciando a girare velocemente
in senso orario e pulsare come avesse un cuore. L’emozione fu grande. A
cena raccontammo ciò che vedemmo nel pomeriggio inoltrato e qualcuno
ammise di aver assistito allo stesso fenomeno mentre altri ammisero di
non aver notato nulla. Di li a poco una signora ci accompagnò dietro la
chiesa dove si trovava un grande crocefisso in bronzo dalla gamba destra
del quale sgorgano in continuazione delle gocce dalla consistenza
incerta. Molta gente avvicinandosi, cercava di inumidire il proprio
fazzoletto in quelle gocce che al contatto non lasciavano traccia. Anche
noi provammo, avvicinandoci, a carpire una di quelle gocce che
scendevano in continuazione dalla gamba, ma al contatto, molto breve,
sul fazzoletto non restava più alcuna traccia. Nella tarda serata il
nostro gruppo si diresse verso il crocefisso descritto poc’anzi; seduti,
sottovoce recitammo il rosario intonando dei canti, accmpagnati dalla
chitarra del nostro responsabile Maurizio e dalla voce di Mario. Il
giorno seguente, venerdì, siamo saliti sul monte Krizevac sul quale
apparve la Madonna. Prima di avviarci verso la cima seguendo un tragitto
formato dalle quindici stazioni della Via Crucis, Maurizio spiegò a
tutti noi che, chi avrebbe voluto, si doveva munire di un carico
costituito da sassi di vario peso oppure dei sacchi di sabbia. Raccolto
un sasso abbastanza pesante mi sono avviata. A poca distanza da me
saliva in silenzioso raccoglimento Anna Maria, una signora del nostro
gruppo. Essendo la salita abbastanza impervia e costellata da
innumerevoli sassi, mi preoccupavo un tantino che nulla potesse
accadere. Arrivati di fronte alla raffigurazione della Resurrezione,
ebbi come una visione: Gesù stava nel mezzo di un campo di girasoli. Con
dolcezza ne accarezzava le corolle tutte protese verso di Lui. Pensai
che quei girasoli fossimo tutti noi. Improvvisamente nel mio cuore
esplose una gioia immensa. Ero veramente felice. Arrivati alla croce,
Patrizia ed io distanziate l’una dall’altra, sedemmo sul muretto.
Immediatamente Patrizia si assorse in preghiera. Qualche istante dopo
arrivò la signora Anna Maria che, protentendo le mani verso la croce,
iruppe in un pianto. Patrizia alzando lo sguardo verso di lei per un
attimo stette in osservazione, quindi scendendo dal muretto le si
avvicinò cominciando ad accarezzarle il capo e nel contempo continuando a
pregare mentre la signora Anna Maria accasciandosi, ma sostenuta da
Patrizia, entrava nel “Riposo dello Spirito”. Immobile sul muretto
ammutolita e molto emozionata potei seguire la scena. Ad un tratto
Patrizia volse lo sguardo verso di me. I nostri sguardi si incrociarono.
Il suo volto appariva molto dolce e disteso mentre continuava a tenere
tra le braccia la signora. Poco discosto, Padre Fabrizio assisteva alla
scena senza muoversi dal suo posto di osservazione. Di li a poco, la
signora Anna Maria riprendendosi dallo stato nel quale si trovava,
guardandosi attorno chiese a Patrizia che cosa fosse accaduto. Patrizia
sorridendo le rispose: “Eri nel Riposo dello Spirito”. Ciò che le
accadde venne confermato in serata anche da Padre Fabrizio. Sulla via
del ritorno mi accostai ad Anna Maria iniziando un dialogo che fino ad
allora non mi era stato possibile attuare. “Quanto sei stata fortunata” –
le dissi – “magari fosse successo a me!”. Per tutta risposta Anna Maria
cominciò a parlare confidandomi i suoi stati d’animo. Arrivate al
pullman ci ripromettemmo di risentirci una volta tornate a casa, con
l’intenzione di aumentare, attraverso la preghiera, il nostro rapporto
di fede con Gesù. Eravamo molto felici e
pieni di gioia e con l’animo sereno. In quel momento, senza volerlo,
stavo riandando alla parabolo del seminatore … Gesù mio ti ringrazio. Al
pomeriggio ci siamo recati al santuario di Tihalina, dove avremmo
potuto ammirare una bellissima statua della Madonna dal viso molto
dolce. Mario ci fece osservare che quel volto così ben riuscito
all’artista italiano, era l’unico al mondo, in quanto il calco per lo
stampo venne immediatamente distrutto. Come tutte le belle cose anche
questo nostro viaggio volge al termine. Arrivati presso Trieste Patrizia
mi disse: “Prova se ti riesce di osservare il sole rotante”. Presi gli
occhiali da sole, volsi lo sguardo dal finestrino del pullman verso il
sole senza notare nulla. Distogliendo lo sguardo chiusi gli occhi. Una
piccola croce bianca mi apparve ed immediatamente dopo si trasformò in
una colomba bianca che volando verso di me batteva le ali. Poi più
nulla! Aprii gli occhi e la forte emozione mi accompagnò per tutto il
viaggio di ritorno e per molto tempo ancora. L’esperienza che Patrizia
ed io abbiamo provato è indescrivibile. Personalmente solo io so cosa ho
realmente vissuto e provato, non ci sono parole per descriverlo. Per
tutto questo posso ringraziare Mario e Maurizio che senza il loro
apporto non avrei mai potuto vivere questo magnifico e straordinario
pellegrinaggio alla Madonna di Medjugorje.
Norma
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