Don Martin Filipponi: “Dopo il Festival dei Giovani, ho percepito una freschezza e una gioia nella fede che non avevo mai provato prima”.
data: 22.08.2017.
Mercoledì 2 agosto 2017 il sacerdote svizzero don Martin Filipponi ha
dato la sua testimonianza al Festival dei Giovani. Egli è stato ordinato
sacerdote il 13 maggio di quest’anno, e la sua vocazione è un frutto di
Medjugorje. Don Martin ha parlato ai giovani sul tema della Confessione
a Medjugorje:
«Tutto è cominciato quando sono venuto qui nel 1996, e già il volo
stesso è stato un’avventura. Allora non sapevo nulla della preghiera e
dell’Adorazione, e la corona del Rosario l’avevo vista soltanto tra le
mani di qualche anziana signora. Una volta arrivato, sono stato
introdotto alla preghiera del Rosario e all’Adorazione Eucaristica. Un
giorno del pellegrinaggio sono quindi entrato nella Cappella da tipo
fiero, giovane e sportivo quale ero. Vedendo delle donne anziane in
ginocchio, mi son detto: “Quello che riescono a fare loro, lo posso fare
anch’io!”. Così sono caduto in ginocchio dinanzi al Signore. Dopo soli
cinque minuti, però, ero già seduto. Quella è stata una bella
umiliazione per me, visto che quelle signore anziane erano invece ancora
in ginocchio. Poi è accaduto qualcosa, per cui ho chiuso i miei occhi
davanti al Signore e mi sono immerso in preghiera. Quella è stata la
prima volta che Dio ha toccato il mio cuore, ed è stato un momento
talmente bello e sublime! Alla fine, pensavo che fosse passata un’ora, e
invece di ore ne erano passate ben tre! Quel giorno, uscendo dalla
Cappella, ho percepito per la prima volta il desiderio di diventare
sacerdote. A quel tempo, però, avevo sedici anni: un’età in cui si sente
molto anche l’influsso degli ormoni. Proprio in quel momento, infatti,
vedendo passare una bella ragazza irlandese con dei bei capelli rossi,
mi son detto che preferivo sposarmi e avere sette figli. Il mio
pellegrinaggio seguente è stato in occasione di un Festival dei Giovani.
Sul pullman si pregava il Rosario, ma io nelle orecchie tenevo gli
auricolari, perché non volevo pregare. Quella volta, comunque, ho fatto
davvero una bella esperienza perché, dopo quel Festival dei Giovani, nel
mio cuore è arrivata la primavera: sentivo una freschezza e una gioia
nella fede che non avevo mai provato prima. Al mio ritorno a casa, sono
andato a confessarmi da un sacerdote novello. Oggi gli sono molto grato
perché, attraverso di lui, ho fatto la mia prima esperienza della
Confessione. Tuttavia, quando era venuto ad aprirmi, non sembrava molto
felice. Gli ho detto che volevo confessarmi e la cosa è stata molto
semplice. Quando mi ha dato l’Assoluzione, ho sentito nel cuore una
dolcezza enorme e sono stato invaso dalla gioia. La mia prima esperienza
della Confessione, quindi, è stata qualcosa di indescrivibile! Cari
giovani, qui a Medjugorje essa si è poi ripetuta. A volte ho dovuto
aspettare il mio turno anche per tre ore, perché qui si percepisce
qualcosa che non si riceve in nessun altro luogo. In Svizzera, prima di
diventare prete, ho anche lavorato presso un reparto di oncologia e cure
palliative, ossia con malati di tumore cronici o prossimi alla morte.
Somministravamo loro molte medicine, eppure, dopo che in reparto veniva
il sacerdote per dare loro l’Unzione degli infermi, spesso stentavamo a
riconoscere i malati, per come erano migliorati sia fisicamente che
spiritualmente. La mia vocazione al sacerdozio è maturata anche per
questo. Il 31 ottobre 2009, ossia circa quattordici anni dopo aver
percepito proprio qui il primo desiderio di diventare sacerdote, in un
monastero austriaco sono riuscito a dire il mio SI’ a Dio. Quella
mattina ho visto chi è davvero il sacerdote. In quel monastero — oltre
alla Madonna, alla Confessione, all’Adorazione e al Rosario — c’era
qualcosa che era nuovo per me: la Bibbia. Ho potuto così imparare a
gustare la Parola di Dio. Torno nuovamente al tema della Confessione: in
seminario, ogni sabato veniva un confessore, che a volte stava in
confessionale dalle otto del mattino alle due o tre del pomeriggio.
Sapete una cosa? Anche il sacerdote impara a confessare. Non però stando
sui libri, ma mettendosi lui stesso in ginocchio. Cosa provoca una
Confessione in un individuo, in un giovane seminarista? La Confessione è
davvero un Sacramento di guarigione. Come me, molti altri miei compagni
di seminario erano “vocazioni tardive”, che spesso sono segnate da
ferite e da esperienze negative precedenti. Nella Confessione, però, si
può davvero fare esperienza di quella guarigione e liberazione che
vengono da Dio». Don Martin ha poi concluso la sua testimonianza
invitando i giovani a pregare per i sacerdoti.
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