Ieri, alla fine della messa parrocchiale, nel giorno, così sentito ed importante per i locali, della festa
di Sant’Antonio, i cuori di molti, e soprattutto dei croati, hanno incominciato ad esultare, a battere
di gioia, ad offrire lode a Dio. Prima della benedizione finale, è arrivato all’ambone un omino
piccolo, mingherlino, anziano, con uno zuccotto rosso poggiato sul capo. Un cardinale? Sì, proprio
così: un cardinale! E che cardinale! Sua Eccellenza, monsignor Ernest Simoni, albanese, stava per
prendere la parola e rivolgere un pensiero a locali e pellegrini. Sì, certo, un cardinale sempre in
pensione, ma un cardinale voluto da Papa Francesco e creato il 19 novembre dell’anno scorso.
Il minuscolo presbitero agli occhi degli uomini è stato ed è certamente un grandissimo uomo e
sacerdote agli occhi di Dio. Un vero testimone di un amore per Dio senza confini, indistruttibile, per
il quale le parole di San Paolo – Rm 8,35-39 – sono testimoniate, compiute in pieno.
La sua storia ha fatto il giro del mondo e ha commosso anche il Papa. Un sacerdote albanese che
per amore di Dio, colmo di fiducia in Colui che gli ha affidato sfidato ministero, ha subito le peggiori
umiliazioni e sofferenze durante il terribile tempo della dittatura comunista albanese. Fu
incarcerato, torturato, condannato a morte, poi ai lavori forzati nelle fogne. 30 anni di persecuzioni,
nelle peggiori galere del suo paese, l’Albania, dove però riusciva comunque a celebrare di
nascosto l’Eucaristia, con del pane che si cucinava senza che lo vedessero, e a confessare i
compagni di carcere.
La Madonna lo ha aiutato. E ieri di lei ci ha parlato. Ha insistito sul fatto che la Madonna ci parla da
2000 anni, da quando Gesù l’ha voluta per madre e che dobbiamo ascoltarla, ma soprattutto
imitarla e chiederle di poter essere suoi figli con tutto il cuore. Ha fatto riferimento a Fatima e ad
altri luoghi di apparizioni. Ha incoraggiato tutti a confidare in Maria, come ha fatto Gesù, ad avere
fiducia vera in lei, per farla compagna della nostra vita. E ha detto meraviglie di come ha visto
questo luogo di confessioni e di conversioni augurando che tutti, proprio tutti i cuori si convertano.
Quanti sorrisi si andavano stampando sui visi dei presenti! In particolare dei locali, che subito
hanno commentato che, se è stato fatto cardinale dal Papa, questo potrebbe essere un segno
positivo… ma sono soltanto supposizioni, che però danno gioia e speranza a molti.
Nota:
Dalla Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo – CAP 8
35Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione,
la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
37Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. 38Io sono
infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, 39né
potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in
Cristo Gesù, nostro Signore.
SIMONI Card. Ernest
Il Cardinale Ernest Simoni, Presbitero dell’Arcidiocesi di Shkodrë-Pult (Scutari – Albania),
è nato a Scutari il 18 ottobre 1928. dopo le scuole regolari ha
frequentato il liceo del Collegio francescano Illiricum. Ordinato
sacerdote l’8 aprile 1956, per oltre sette anni ha guidato le parrocchie
di Kabash, Pukë, Kukël, Gocaj, Barbullush, Mal i Jushit, Torovicë e
Sumë. Un’esperienza che ne ha formato il carattere e il dinamismo
pastorale, tanto che ancora oggi, nonostante l’età, continua a girare
nei villaggi dell’Albania per svolgere la sua missione, in particolare
nelle parrocchie di Barbullush e di Trush, a Fushë Arrëz.
Considerato un “nemico del popolo” ai tempi della dittatura comunista di Enver Hoxha, è stato arrestato nella notte di Natale del 1963, mentre celebrava la messa a Barbullush, e confinato in una cella d’isolamento con una condanna a diciotto anni. Ai suoi compagni di prigionia gli aguzzini hanno ordinato di registrare la sua “prevedibile rabbia” contro il regime, ma dalla bocca del sacerdote sono uscite sempre e solo parole di perdono e di preghiera. È arrivata puntuale anche la condanna a morte, ma la sua pena è stata commutata in venticinque anni di lavori forzati nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari.
Anche in questa drammatica situazione non ha perso la fede e non ha mai interrotto il suo ministero sacerdotale. È persino riuscito a celebrare ogni giorno di nascosto la messa e ha confessato gli altri carcerati, divenendo padre spirituale di alcuni di loro e distribuendo anche la comunione, con un’ostia cotta di nascosto su piccoli fornelli, mentre per il vino ha fatto ricorso al succo dei chicchi d’uva.
È stato definitivamente liberato il 5 settembre 1990. Appena fuori dal carcere, ha confermato il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre. La sua nomina cardinalizia, ha tenuto a precisare, è un riconoscimento per tutti i martiri e i cattolici perseguitati nella sua terra. Tra i quali c’è anche il primo cardinale albanese della storia, creato nel 1994 da Giovanni Paolo II: Mikel Koliqi (1902-1997), suo concittadino di Scutari e come lui a lungo imprigionato nelle carceri del regime, dove ha scontato ben trentuno anni di detenzione.
Secondo albanese a ricevere la porpora, il card. Simoni ha commosso il mondo e, in particolare, Papa Francesco quando, il 21 settembre 2014, nella Cattedrale di Tirana, ha raccontato davanti al Pontefice le violenze e le vessazioni subite per ventisette anni durante la dittatura comunista.
Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 19 novembre 2016, della Diaconia di Santa Maria della Scala.
Fonte:http://www.lalucedimaria.it/cardinale-medjugorje-segno/
Fonte:http://press.vatican.va/content/salastampa/it/documentation/cardinali_biografie/cardinali_bio_simoni_e.html
Considerato un “nemico del popolo” ai tempi della dittatura comunista di Enver Hoxha, è stato arrestato nella notte di Natale del 1963, mentre celebrava la messa a Barbullush, e confinato in una cella d’isolamento con una condanna a diciotto anni. Ai suoi compagni di prigionia gli aguzzini hanno ordinato di registrare la sua “prevedibile rabbia” contro il regime, ma dalla bocca del sacerdote sono uscite sempre e solo parole di perdono e di preghiera. È arrivata puntuale anche la condanna a morte, ma la sua pena è stata commutata in venticinque anni di lavori forzati nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari.
Anche in questa drammatica situazione non ha perso la fede e non ha mai interrotto il suo ministero sacerdotale. È persino riuscito a celebrare ogni giorno di nascosto la messa e ha confessato gli altri carcerati, divenendo padre spirituale di alcuni di loro e distribuendo anche la comunione, con un’ostia cotta di nascosto su piccoli fornelli, mentre per il vino ha fatto ricorso al succo dei chicchi d’uva.
È stato definitivamente liberato il 5 settembre 1990. Appena fuori dal carcere, ha confermato il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre. La sua nomina cardinalizia, ha tenuto a precisare, è un riconoscimento per tutti i martiri e i cattolici perseguitati nella sua terra. Tra i quali c’è anche il primo cardinale albanese della storia, creato nel 1994 da Giovanni Paolo II: Mikel Koliqi (1902-1997), suo concittadino di Scutari e come lui a lungo imprigionato nelle carceri del regime, dove ha scontato ben trentuno anni di detenzione.
Secondo albanese a ricevere la porpora, il card. Simoni ha commosso il mondo e, in particolare, Papa Francesco quando, il 21 settembre 2014, nella Cattedrale di Tirana, ha raccontato davanti al Pontefice le violenze e le vessazioni subite per ventisette anni durante la dittatura comunista.
Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 19 novembre 2016, della Diaconia di Santa Maria della Scala.
Fonte:http://www.lalucedimaria.it/cardinale-medjugorje-segno/
Fonte:http://press.vatican.va/content/salastampa/it/documentation/cardinali_biografie/cardinali_bio_simoni_e.html
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