«Sarebbe possibile che un sacerdote della
Polonia venisse posto stabilmente a servizio dei pellegrini in questa
parrocchia? Intendo non solo temporaneamente, come ospite, ma in modo
permanente?».
«Penso spetti al Provinciale concordare con le Province polacche l’invio di un sacerdote fisso, come già ve ne sono altri qui».
Sanja Pehar, Radio MIR Medjugorje: «Eccellenza, per l’esperienza
che ha avuto in questi giorni, dove vede Medjugorje all’interno della
nuova evangelizzazione, che sappiamo la Chiesa sottolinea oggi così
fortemente?».
«Io credo che Medjugorje già si trovi nella linea della nuova
evangelizzazione, lo provano le cifre che ho appena citato. La dinamica
crescente della presenza dei pellegrini qui sta a significare che anche
le loro necessità sono in aumento».
Ivica Đuzel, HRT: «Ho trovato in rete un dato secondo cui lei avrebbe già parlato con i veggenti. Che impressione le hanno lasciato?».
«E’ vero che un contatto con i “veggenti” era iscritto nella mia
missione, ma non un incontro molto approfondito, poiché questa è materia
di competenza della Commissione dottrinale presieduta dal Card. Ruini. I
“veggenti” sono andati in Vaticano appunto per presentare la loro
storia, queste esperienze, eccetera. Con i “veggenti” che ho visto, ho
avuto l’impressione di un contatto normale, molto diretto. Non dobbiamo
dimenticare che non sono più ragazzi e ragazze: alcune di loro sono già
nonne! Per approcciarsi al loro ruolo, bisogna anche tener presente che
sono immersi in una normale vita familiare e professionale. Devono
provvedere alla vita dei loro figli, e sono quindi vicini alle
preoccupazioni di tutti noi. Alcuni sono malati, altri cercano di
provvedere alla loro vita, eccetera. Hanno quindi, direi, una vita
normale e, stando a ciò che dicono, hanno avuto il privilegio di queste
“apparizioni”, che hanno interiorizzato. Non è mio compito pronunciarmi
sulla veridicità o non veridicità delle “apparizioni”. La Chiesa non si è
ancora pronunciata.
Ivan Ugrin, Slobodna Dalmacija: «Arcivescovo Hoser, penso che il
fatto che lei oggi sia qui con noi sia per noi tutti un grande onore.
Una volta, in un messaggio, la Madonna ha detto di essere venuta qui per
continuare l’opera iniziata a Fatima…».
«Lei può leggere la storia delle apparizioni riconosciute in
successione. Potrei citare, ad esempio, quelle di La Salette, avvenute a
metà del XVII secolo, o quelle a Rue du Bac; quelle di Lourdes, di
Fatima, di Banneux in Belgio, nell’anno della ascesa al potere di
Hitler. O anche quelle di Guadalupe nell’America del Sud, in occasione
della colonizzazione degli Indiani d’America. Tutte queste apparizioni
hanno un denominatore comune, ossia il fatto che la Santa Vergine invita
alla conversione, ad abbandonare la vita di peccato. In esse ella
mostra anche le sfide di ogni epoca. Vorrei terminare questa risposta
citando le apparizioni di Kibeho. Ho vissuto io stesso ventuno anni in
Ruanda ed ho partecipato alla Commissione medica sulle apparizioni,
cominciate un anno dopo rispetto a quelle di Medjugorje. Là la Santa
Vergine aveva già mostrato lo spettro del genocidio, che si sarebbe poi
verificato dodici anni dopo. Anche quello era un avvertimento. Il
messaggio è simile a quello che viene riferito qui a Medjugorje: un
invito alla conversione, alla pace. Le apparizioni di Kibeho sono state
riconosciute dalla Chiesa. Io direi perciò che si tratta di due località
“sorelle”, sia per contesto storico che per vicinanza temporale, visto
che tra le due vi è soltanto un anno di differenza. All’inizio, anche là
ci sono stati evidentemente molti dubbi sulla veridicità dei veggenti e
sul fatto che potessero anche inventare delle storie: alcuni di loro
sono stati poi esclusi dal numero dei veggenti riconosciuti. Perciò vi
invito alla pazienza, perché chiaramente più il problema è complesso,
più necessita di tempo per giungere a conclusioni davvero valide».
Paolo Brosio, Mediaset Mondadori: «Mons. Hoser, io la ringrazio per
quello che lei ha detto per questo luogo, che mi ha ridato la vita.
Quando ho visto la sua foto sul Podbrdo, sotto la statua della Madonna,
sono scoppiato a piangere dalla gioia. Ho cercato di divulgare questo in
tutta Italia e, dalle prime sue interviste, ho capito cosa pensava di
questo luogo benedetto. Le chiedo: da indiscrezioni trapelate in Italia,
si sa che il Card. Ruini, dopo tre anni e mezzo, avrebbe terminato la
Commissione Internazionale d’Inchiesta stabilendo la veridicità dei
primi anni di queste apparizioni a Medjugorje. Io le chiedo: cosa pensa
lei di queste conclusioni e, se lei ha letto il Dossier della
Commissione Internazionale d’Inchiesta, cosa ne pensa?».
«Purtroppo io non ho letto il materiale di detta Commissione, perché
non è stato pubblicato. Può essere che, dopo il mio ritorno in Vaticano,
io possa avervi accesso o almeno parlare col Card. Ruini ma, per
adesso, non posso dire nulla. La mia missione non consiste soltanto
nell’interrogare le persone che lavorano qui, che sono responsabili o
meno della situazione, ma anche nel visitare i luoghi di pellegrinaggio.
Ed è precisamente questo il motivo per cui ho affrontato il non
semplice cammino che porta alla statua della Santa Vergine. Si tratta di
un luogo che merita la presenza di tutti, per il fatto stesso che là vi
sia una statua della Santa Vergine. Lassù ho incontrato un gruppo di
pellegrini polacchi ed ho rivolto loro qualche parola sul culto mariano.
La stampa però poi ha cominciato subito a dire che io avevo condotto
lassù un gruppo di pellegrini: non è vero».
Darko Pavičić, Večernji list: «Reverendissimo Arcivescovo, ogni
volta che lei ha parlato degli eventi di Medjugorje ha fatto riferimento
ad “apparizioni” e non a “presunte apparizioni”. Lei crede che qui si
tratti davvero di apparizioni? Di cosa ha parlato con Ratko Perić, il Vescovo di Mostar, che non ci crede e le contesta? Grazie molte».
«Evidentemente io sospendo il mio giudizio, perché non conosco tutti i
dettagli e non conosco il gigantesco lavoro fatto dalla Commissione
Ruini. Se parlo di “apparizioni”, lo faccio per il semplice motivo che
qui si utilizza questa espressione. Io lo dico “tra virgolette” solo
che, mentre parlo, le virgolette non si possono vedere. Attendo come voi
il verdetto finale di detta Commissione, e soprattutto quello del Papa,
che si pronuncerà».
Ivan Pavković, Al Jazeera: «Cosa pensa davvero il Papa su Medjugorje: sulle apparizioni e su questi frutti di cui lei parla?».
«Come si dice, è una bella domanda! Io però evidentemente non so cosa
ne pensi il Papa, lui non me l’ha mai detto. Dunque anche qui bisogna
attendere, perché evidentemente il Papa prende in considerazione tutto
il materiale riguardante le ricerche ed il lavoro svolto. Io credo,
però, che anche il fatto che Medjugorje sia un luogo così importante
nella prospettiva della nuova evangelizzazione avrà in qualche modo il
suo peso nel giudizio finale. Non ho detto nel giudizio “ultimo”, ma
“finale”».
Ines Grbić, Laudato TV: «In una dichiarazione da lei fatta
nell’imminenza del suo arrivo a Medjugorje, ha detto che qui dovrà
svolgere la sua missione in condizioni del tutto diverse ed in modo
differente. Mi interesserebbe sapere quali siano queste “condizioni” e
quale sia questo “modo”, che sono differenti dal lavoro da lei svolto
finora. Lei ha anche detto che queste “apparizioni mariane” sono
significativamente differenti dalle precedenti. Cos’è che in esse è
specificatamente diverso?».
«Lei avrà certamente notato, Signora, la specificità di queste
“apparizioni”, che direi hanno un nuovo formato rispetto a quelle del
passato. Anzitutto la durata di quelle che vengono chiamale le
“apparizioni di Medjugorje”, che già stanno per superare i trentasei
anni. I “veggenti” di Medjugorje, per usare un’espressione che cantiamo
nel Prefazio della Messa, sono “Sine fine dicentes…”, anche se è vero
che, nell’agiografia di certi santi, è presente questo fenomeno, per cui
essi hanno avuto apparizioni per tutta la vita. Una seconda specificità
è il numero delle apparizioni: c’è chi ha contato circa
quarantasettemila apparizioni individuali. Tenendo presente il fatto che
ci sono sei veggenti che hanno frequenti apparizioni personali da
trentasei anni, forse un tale numero potrebbe essere anche attendibile,
non so. Inoltre, si tratta di “apparizioni” non legate al luogo. A
Lourdes la Madonna appariva sempre nella grotta, a Fatima sopra un
albero. Ma qui, stando ai veggenti, “l’apparizione” segue la persona,
per cui ne hanno in casa, in viaggio, o in chiesa, eccetera. Queste sono
specificità che fanno difficoltà in rapporto alla pronuncia di un
giudizio».
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