Oggi sono 22 anni dalla prima delle lacrimazioni di sangue della Madonnina di Civitavecchia.
Per comprendere bene questa mariofania bisogna considerare che:
1) avviene il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al tempio, "giornata della vita consacrata".
2) avviene a Civitavecchia, considerata tradizionalmente "la porta di Roma", centro della cristianità e sede del Papa.
3) avviene su una statuina acquistata a Medjugorje e che rappresenta la SS Vergine così come appare a Medjugorje.
4) avviene (una delle lacrimazioni) nelle mani del vescovo diocesano :
Mons. Girolamo Grillo che era incredulo e che poi diventa un convito
sostenitore della veridicità dei fenomeni
5) Giovanni Paolo II venera più volte la sacra immagine e addirittura la "incorona" in Vaticano
...
Preghiamo!
Jessica Gregori è la veggente testimone
della lacrimazione di Civitavecchia del 1985 avvenuta nel giardino di
casa sua. Una normalissima famiglia testimone di un di avvenimento che
di tanto in tanto ritorna agli onori delle cronache per poi finire,
immancabilmente, nel dimenticatoio.
Eppure Jessica, la ex bambina testimone dei
fatti, ormai donna adulta e sposata, continua ad avere manifestazioni
soprannaturali (e con lei in alcune occasioni anche la famiglia!) senza
che la Chiesa dica una parola di più su questi accadimenti eccezionali e
di eccezionale portata. Infatti le manifestazioni mariane di
Civitavecchia sono collegate a doppio filo con quelle di Medjugorje e di
conseguenza sono collegate anche alle apparizioni di Fatima. La
statuina che lacrimò in casa di Jessica è una statuina proveniente da
Medjugorje, e proprio a Medjugorje la Madonna ha affermato di voler
portare a termine il compito iniziato a Fatima! Ma cosa vuol dire
questo? Ma come… il compito non finisce nel momento in cui la Chiesa
rivela i segreti di fatima come “ufficialmente” ha fatto?
Probabilmente, anzi, molto probabilmente,
la Chiesa non ha detto tutto riguardo a Fatima. Jessica conosce molte cose che noi non
sappiamo e questo non comporta una grazia in senso stretto bensì una
grande prova che sta sopportando anche sulla sua pelle. Il Signore gli
sta donando delle croci, in questi anni, che lei sta sopportando con
infinita pazienza e con la fede. Quando il mondo saprà quanto queste
persone abbiano sofferto per noi rimarrà a bocca aperta…
Una lettera di Jessica svela legami profetici con Fatima, Giovanni Paolo II e la crisi della Chiesa nel mondo
«Caro Papa, ciao, sono Jessica, la bambina della Madonnina di
Civitavecchia, comunque sai benissimo chi sono»: il 27 febbraio 2005,
mentre si trova ricoverato al Policlinico Gemelli, Giovanni Paolo II si
vede recapitare una lettera accompagnata da un involucro, entrambi
particolari. Il Papa è gravemente malato; il 24 sera ha subito un
intervento di tracheotomia, ma lo spirito è forte. La mittente, che
mostra tanta confidenza con il Papa, è la giovane Gregori, la bambina
che dieci anni prima, esattamente il 2 febbraio 1995, aveva visto
lacrimare sangue la statua della Madonna custodita nella grotta davanti
alla porta della sua casa, a Pantano di Civitavecchia.
«Tu sai che la Madonna è apparsa».
Nella lettera, pur in un crescendo di affettuosità, la giovane prosegue
svelando immediatamente lurgenza e il cuore del messaggio: «Ti auguro
tutte le gioie del mondo. Ho un grandissimo desiderio di incontrarti e
di farti sapere tante cose che non ti hanno detto e che ti riguardano in
prima persona, ma che specialmente sono legate a Fatima».
Il tono si fa grave e i contorni profetici, mentre la ragazza non si
sofferma sul fenomeno delle lacrimazioni, rammentando, invece, al Papa
altri fenomeni «che lui già sa», e che coinvolgono lei e la sua
famiglia: «Come tu ben sai continua Jessica a casa mia la Madonnina
non ha solo pianto, ma è anche apparsa, e i suoi messaggi riguardano
lumanità, la Chiesa e le famiglie».
La missiva si conclude con la promessa di tante preghiere e
lassicurazione che la sofferenza e la malattia porteranno alla sua
anima grandi meriti e benefici; Jessica, infine, prospetta al Santo
Padre un ultimo compito da svolgere, probabilmente la testimonianza resa
con la sua morte santa: «Prego sempre per te per la tua guarigione, il
Signore e la Madonnina hanno ancora un compito da farti fare. Non
preoccuparti, perché sei protetto sotto il manto celeste della nostra
Mamma. Tutta la sofferenza che stai provando è la strada che ti porterà
in Paradiso, vicino a Gesù. Ti voglio tanto bene. Sempre uniti nella
preghiera. Un bacione Jessica. 26 febbraio 2005».
La risposta del Papa.
Alcuni giorni dopo il vescovo di Civitavecchia convoca Jessica e i sui
familiari. Gli è stato trasmesso dalla Segreteria di Stato del Vaticano
un documento che li riguarda. Si dice, fra laltro: «In occasione del
ricovero in ospedale del Santo Padre, la famiglia Gregori
gli ha
indirizzato un cortese messaggio augurale, assicurando speciali
preghiere. Mi pregio di trasmettere a Vostra Eccellenza copia della
missiva qui giunta, con preghiera di voler far venire agli Scriventi
lespressione della riconoscenza di Sua Santità e di partecipare loro la
Benedizione apostolica
».
Rispondendo ai Gregori attraverso il loro vescovo il Papa dà un crisma
di ufficialità. Nel dispaccio preparato da Jessica, Giovanni Paolo II
aveva anche ricevuto alcune foglie di edera della grotticina dei Gregori
e un fazzoletto imbevuto nellolio che, sempre dal 1995, essuda da una
seconda statua, che fu regalata alla famiglia di Pantano, proprio a nome
del Pontefice, da un suo amico, il cardinale polacco Andrzej M. Deskur.
Entrambe le statue raffigurano la Regina della Pace e provengono da
Medjugorje.
Lindagine del teologo.
Le informazioni offerte finora superano il contenuto delle lacrime di
Civitavecchia, lasciando intendere che presso i Gregori si siano
verificati molti altri fatti da valutare. «Le realtà da prendere in
considerazione sono almeno tre: le lacrimazioni di sangue della prima
statuina, le trasudazioni della seconda, le apparizioni e i messaggi. È
pertanto sbagliato ridurre questa mariofania alle sole lacrime di
sangue, perché liniziativa del Cielo è qui molto più vasta». Chi parla
con voce certa e autorevole è Padre Flavio Ubodi, autore per le Edizioni
Ares del volume La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi, in
uscita il 25 maggio. Teologo, già provinciale dei Frati Cappuccini del
Lazio, padre Flavio è stato, per nomina del vescovo Grillo,
vicepresidente della Commissione Teologica Diocesana, che a partire dal
1995 studiò il caso: è quindi testimone e giudice dei molti fatti che
riporta nel suo libro, che Oggi anticipa qui in parte.
Il volume è una miniera di altre notizie e documenti inediti, nonché di
esortazioni sulla fede, non fosse altro perché, per la prima volta, si
trascrivono qui i contenuti dei messaggi dati dalla Madonna a Fabio
Gregori, elettricista specializzato della locale Centrale Enel di
Civitavecchia, e a sua figlia Jessica; mentre si dà prova inconfutabile
del rapporto instauratosi fra Giovanni Paolo II, il vescovo Grillo, la
Madonnina e la stessa famiglia Gregori.
Chiediamo a padre Ubodi di guidarci dentro a questa manifestazione della Madonna.
Famiglia, Chiesa, Fatima
«La Madonna ha accompagnato il segno delle lacrime, che fa memoria della
Passione e indica preoccupazione e dolore per il peccato degli uomini,
alle essudazioni del balsamo, che al contrario sono segno di
consolazione; ed entrambi i segni si comprendono meglio alla luce di ciò
che la Madonna ha sottolineato con le sue parole». Sì, perché tra il 2
luglio 1995, quando è apparsa in chiesa, durante la Messa, sopra
laltare, e il 17 maggio 1996, la Madonna si è mostrata in moltissime
occasioni e ha dato 95 messaggi, compresi alcuni segreti per lallora
piccola Jessica, il vescovo e
lo stesso Papa.
Anche il vescovo Grillo, si legge nel volume, ha collegato come Jessica,
questi messaggi al segreto di Fatima
«Ma è la stessa Vergine a farlo»,
puntualizza il frate: «Più di una volta Ella fa riferimento esplicito
alle apparizioni portoghesi», fra laltro, con un ammonimento pieno di
inquietudine: «Preparatevi a vivere è la Madonna che parla quanto io
avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima».
Viviamo tempi difficilissimi, dentro e fuori la Chiesa. Se si leggono i
messaggi di Civitavecchia, che sono del 1995, alla luce dellattualità
non può non colpire la loro portata profetica. La Madonna mette in
guardia, da un lato, dai rischi di una nuova guerra nucleare con
anticipo sul terrorismo e sulle situazioni coreana e iraniana che oggi
conosciamo, e, dallaltro, con preoccupazione ancora più grave, dalla
crisi di fede e dal tradimento vocazionale da parte di tanti sacerdoti e
religiosi allinterno della Chiesa e, ancora, dal dramma dellinfedeltà
che vive oggi la famiglia
La Vergine implora la conversione a Dio, hanno spiegato Fabio e Jessica;
e gli strumenti per ottenerla, come a Fatima, sono i Sacramenti, il
Rosario, la consacrazione al suo Cuore Immacolato. La pace e la
rinascita dellumanità, assicura Maria, iniziano nellunità delle
famiglie, che Lei chiama «piccola Chiesa domestica», dentro allunità
della Chiesa. «La Madonna», riprende padre Flavio, «parla esplicitamente
di apostasia nella Chiesa, cioè dellabiura dei contenuti
fondamentali della fede e in un messaggio arriva a dire: Vi sto dando
una dolorosa notizia. Satana si sta impadronendo di tutta lumanità, e
ora sta cercando di distruggere la Chiesa di Dio tramite molti
sacerdoti. Non permettetelo! Aiutate il Santo Padre!; mentre, in un
altro implora i successori degli apostoli di essere annunciatori
credibili della verità». Ecco il testo: «Vescovi, il vostro compito è di
continuare la crescita della Chiesa di Dio, essendo voi gli eredi di
Dio. Tornate a essere un solo cuore pieno di vera fede e di umiltà
con il mio figlio Giovanni Paolo II, il dono più grande che il mio Cuore
Immacolato abbia ottenuto dal Cuore di Gesù.
Consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato, ed io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie».
I doni di Wojtyla
Colpisce come Giovanni Paolo II, successivamente a questi messaggi,
abbia parlato di «apostasia» in diversi documenti. Comunque è certo che
il Papa prese sul serio la vicenda di Civitavecchia e, in proposito, nel
volume si riporta una lettera di mons. Grillo, ma controfirmata dal
Pontefice, in cui si racconta dell11 giugno 1995, quando Giovanni Paolo
II volle venerare la statua in Vaticano, e in cui, soprattutto, si
rivela che lAtto di Affidamento alla Madonna, effettuato dal Papa l8
ottobre 2000, durante il Giubileo, è stato fatto anche in ascolto di una
richiesta del vescovo, a seguito dei messaggi dati nella sua Diocesi.
Papa Wojtyla andò inoltre di nascosto a Civitavecchia per pregare la
Madonna e incoronò personalmente la statua delle lacrime, donandole un
Rosario: lo stesso che tiene in mano oggi, ascoltando i pellegrini dalla
sua teca, nella chiesetta santuario di SantAgostino.
Riccardo Caniato