lunedì 18 aprile 2016

Presentazione del libro intitolato “La baracca che ha sfamato un milione di bambini”

data: 14.04.2016.
Mercoledì 13 aprile, presso il Salone “San Giovanni Paolo II”, è stato presentato a Medjugorje il libro intitolato “La baracca che ha sfamato un milione di bambini”, scritto da Magnus  MacFarlane-Barrow, fondatore dell’Organizzazione “Mary’s Meals” (“I pasti di Maria”), che è un frutto di Medjugorje. All’inizio della serata fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje, ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti. Oltre all’autore del volume, alla presentazione hanno partecipato anche la Dottoressa Željka Markić, fondatrice della filiale croata della “Mary’s Meals”, e Petar Balta, caporedattore della casa editrice “Verbum”. Il libro riporta la storia dello sviluppo dell’organizzazione umanitaria “Mary’s Meals”, che ad oggi sfama nelle loro scuole 1 101 206 bambini affamati. Un suo pellegrinaggio a Medjugorje nel lontano 1983 ha cambiato la vita di Magnus e quella della sua famiglia, come pure quelle di più di un milione di bambini del mondo intero che, grazie alla “Mary’s Meals”, sono stati salvati dalla fame ed hanno potuto ricevere un’istruzione. La presentazione del libro è stata resa ancor più piacevole dalla partecipazione del gruppo musicale “Signum” di Čapljina.

Magnus MacFarlane Barrow: «I “Pasti di Maria” sono un frutto di Medjugorje e della grazia che qui si riversa»

data: 15.04.2016.
Lo scozzese Magnus MacFarlane Barrow è il fondatore dell’Organizzazione “Mary’s Meals” (“I Pasti di Maria”). In occasione della presentazione del libro intitolato: “La baracca che ha nutrito un milione di bambini”, nel corso di una trasmissione di Radio “Mir” Medjugorje, Magnus ha parlato del suo legame con questa località erzegovinese: “Sono venuto per la prima volta in pellegrinaggio a Medjugorje nel 1983, con mio fratello e mia sorella. La settimana trascorsa qui ha cambiato veramente le nostre vite ed ha rinnovato la nostra fede. Io avevo solo quindici anni, mentre mia sorella maggiore ne aveva diciannove. Al ritorno a casa, i nostri genitori hanno visto che qualcosa in noi era davvero cambiato. Abbiamo cominciato a invitarli a pregare ogni sera il Rosario con noi; per loro è stata una sorpresa, perché prima erano loro a invitarci a pregare insieme come famiglia. In seguito, sono venuti anche loro a Medjugorje ed hanno avuto un’esperienza simile alla nostra, che li ha spinti a trasformare il piccolo hotel che allora possedevamo in un luogo di preghiera e di seminari a carattere spirituale. E quello è a tutt’oggi un luogo in cui le persone vengono a fare un’esperienza spirituale. Già questo vi dice in modo adeguato quanto la nostra visita a Medjugorje abbia cambiato la mia vita e quella di tutta la mia famiglia”. Magnus ha poi proseguito parlando degli inizi della sua opera umanitaria: “Dieci anni più tardi sono venuto a sapere che qui c’era la guerra: una sera ho visto una trasmissione televisiva che parlava della grande sofferenza dei profughi in queste terre. Allora ho cominciato a parlare con mio fratello e a dire che aiutare quelle persone sarebbe stata una cosa buona. Abbiamo iniziato a chiamare alcuni amici per raccogliere aiuti e poi, presa una settimana di ferie dal lavoro, li abbiamo portati personalmente. Al ritorno a casa, pensavo che sarei tornato al mio lavoro di sempre, ma Dio aveva un progetto differente. Una volta tornati, infatti, hanno cominciato ad arrivare a casa aiuti mandati da alcune persone. Dopo aver pregato sulla cosa, ho interrotto quella che fino ad allora era stata la mia attività, ho venduto la casa ed ho comprato un piccolo camion, con cui per anni ho portato aiuti in queste regioni. Questo è stato l’inizio ed è stato qualcosa che io non avevo assolutamente programmato”. Magnus ha poi continuato narrando come si sia giunti ai “Pasti di Maria”: “Nel 2002 avevo iniziato a realizzare un piccolo progetto in Malawi, dove regnava una fame terribile. Portavamo quindi il cibo nei villaggi ed un giorno, un sacerdote del luogo, mi ha portato da una famiglia che abitava in uno di quei villaggi. Il padre era morto e la madre era anche lei sul letto di morte. C’erano i suoi sei figli intorno a lei. Allora mi sono rivolto al maggiore, che aveva circa quattordici anni, e gli ho chiesto cosa sperasse dalla vita. Mi ha risposto che voleva avere cibo sufficiente e poter andare a scuola. Ecco, possiamo dire che i “Pasti di Maria” sono stati una risposta alle sue attese. In seguito abbiamo infatti realizzato che, se fossimo riusciti a garantire a ciascun bambino un pasto a scuola, avremmo potuto soddisfare i loro bisogni. E in più, cosa ancora più importante, avremmo potuto assicurare loro un’istruzione che, in definitiva, li avrebbe liberati dalla loro penosa situazione. Fin dai suoi inizi noi crediamo che questa sia un’opera della Madonna”. Per quanto concerne, invece, il significato che Medjugorje ha attualmente nella sua vita, Magnus ha affermato: “Medjugorje significa molto per me. Attualmente mi trovo qui con moglie e figli. Veniamo qui il più spesso possibile. Quando dico che “I Pasti di Maria” sono un frutto della preghiera, intendo dire che essi sono un frutto di Medjugorje e della grazia che qui si riversa. So che i frutti di Medjugorje sono molti, ed io credo che quest’opera sia uno di essi”.


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