Testimonianza su Medjugorje di suor Rastislava Ralbovsky
data: 30.01.2016.
Suor Rastislava Ralbovsky appartiene alla provincia croata dell’ordine
delle Suore Misericordine della Santa Croce, con sede a Đakovo. Lei ha
dato inizio al Pellegrinaggio a Medjugorje per persone con invalidità
che, nel giugno di quest’anno, si svolgerà per la quinta volta. Nel
corso del Festival dei Giovani del 2015, suor Rastislava ha parlato del
suo legame con Medjugorje, dove è venuta per la prima volta nel 1981:
“La maggior parte delle persone che vengono a Medjugorje ha qualche
particolare necessità o intenzioni particolari. Così, anche tra i
giovani venuti in pellegrinaggio con me, alcuni erano in crisi
esistenziali per problemi familiari, dipendenze o difficoltà psichiche.
Così è nato un gruppo che si propone di dar loro un sostegno. Col
passare del tempo esso si è sviluppato, ed ora è tra i programmi a cui
dedichiamo molta sollecitudine ed amore. Nel 1997, con l’aiuto di fra
Slavko, abbiamo iniziato a organizzare pellegrinaggi per persone con
invalidità e, da allora ad oggi, veniamo ogni anno. Ora, per la gioia di
tutti, quell’iniziativa ha preso la forma di un incontro
internazionale. È una gran cosa che la parrocchia di Medjugorje, oltre
ad un programma ben organizzato, offra a questi pellegrini vitto e
alloggio gratuiti. Qui, dalla Mamma, anche noi sani impariamo a cogliere
il valore di queste persone, e a renderci conto che riceviamo da loro
molto amore e gioia. I parrocchiani di Medjugorje, che hanno ospitato
pellegrini con invalidità, testimoniano di aver ricevuto più di quanto
hanno dato. Ho portato a Medjugorje anche altri gruppi ed il tutto si è
sviluppato come frutto di Medjugorje, in silenzio e senza pubblicità.
Cosa vuol dire aiutare spiritualmente? Di solito pensiamo che voglia
dire aiutare una persona a sbarazzarsi della sua croce, ma questo non è
sempre possibile. Ad esempio, con una persona portatrice di handicap o
con persone malate psichicamente, che hanno una diagnosi permanente, noi
ci troviamo di fronte a situazioni che è difficile cambiare. Certo, Dio
può sempre fare un miracolo, ma solitamente si tratta di condizioni di
vita che caratterizzano, con le loro conseguenze, l’intera esistenza. La
croce rimane sempre un mistero. Io cerco di fare quello che ho imparato
dalla Madonna: stare vicino a queste persone, esserci per loro anche
quando non so cosa fare per loro. Creare per loro uno spazio in cui si
sentano amate ed accolte e possano percepire la loro dignità. Dio ama
quelle persone e non fa differenze tra loro e noi sani. Quello che
ritengo importante è far vivere loro l’esperienza di essere amate;
renderle consapevoli che, anche se malate, hanno un valore e una
dignità. Bisogna fare molto per loro. La Madonna mi ha insegnato che,
anche in questo ambito, bisogna portare ciò che Gesù ha lasciato alla
sua Chiesa, ossia la dimensione spirituale. Così è nato anche il
laboratorio spirituale di San Giuseppe, che riunisce persone con
difficoltà psichiche, i loro genitori ed amici. Ci siamo poi anche uniti
al movimento internazionale “Fede e Luce” e ad un gruppo di sostegno,
che riunisce giovani con difficoltà di vita di varia natura, soprattutto
psichica. Il legame con questo gruppo è nato spontaneamente e si sta
rivelando molto proficuo. I giovani vengono come volontari ed amici per
aiutare le persone con invalidità. È bene stare vicino alle persone che
soffrono”.
Fonte:http://www.medjugorje.hr/it/attualita/testimonianza-su-medjugorje-di-suor-rastislava-ralbovsky,7647.html
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