Nella
liturgia cristiana, il periodo di quattro settimane destinato al
raccoglimento e alla meditazione della futura venuta del Signore ( Natale ).
È il tempo liturgico di preparazione al Natale, in cui si ricorda la
prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini. Contemporaneamente è il
tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato
all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi
Il Tempo di Avvento ha
quindi una doppia caratteristica: è
tempo di preparazione alla
solennità del Natale, in cui si
ricorda la prima venuta del Figlio di Dio
fra gli uomini, e contemporaneamente
è il tempo in cui, attraverso tale
ricordo, lo spirito viene guidato
all'attesa della seconda venuta del Cristo
alla fine dei tempi.
“Siamo chiamati a vivere il nuovo anno liturgico, riscoprendo tutta la
forza del desiderio con cui l’umanità grida a Dio – ecco il tempo di Avvento
– e tutta la forza della carità con cui Dio si fa nostro fratello,
perché anche noi possiamo essere in comunione con lui, come celebreremo
nel tempo di Natale”.
In sintonia con l’Anno giubilare e sulla scorta delle parole che Papa Francesco,
è stata scelta la parola di san Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore”.
l'Avvento dura quattro settimane, e inizia con quella domenica che permette di celebrare quattro domeniche d'Avvento;
Il colore dei paramenti liturgici è il viola; nella terza domenica (domenica Guadete), facoltativamente, si può usare il rosa, a stemperare nella speranza della venuta gloriosa di Cristo il carattere tradizionalmente penitenziale dell'Avvento.
Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa di Mezzanotte di Natale.
In molte parrocchie la successione delle domeniche d'Avvento è scandita dall'accensione delle candele della Corona d'Avvento.
La Corona d'Avvento è un simbolo usato per scandire le domeniche del Tempo d'Avvento. È costituita da una ghirlanda nella quale sono poste quattro candele o ceri, sei per il Rito ambrosiano, che verranno accesi uno dopo l'altro nelle varie domeniche della preparazione al Natale.
Simbolismo
La quattro candele rappresentano le quattro domeniche di Avvento.
Ognuna di esse ha una denominazione ed un significato peculiari.
- La prima candela è detta "del Profeta", poiché ricorda le profezie sulla venuta del Messia.
- La seconda candela è detta "di Betlemme", per ricordare la città in cui è nato il Messia
- La terza candela è detta "dei pastori", i primi che videro ed adorarono il Messia. Poiché
nella terza domenica d'Avvento la Liturgia permette di utilizzare i paramenti color rosa al posto di quelli viola, tale candela può avere un colore diverso dalle altre tre.
- La quarta candela è detta "degli Angeli", i primi ad annunciare al mondo la nascita di Gesù.
- L'eventuale quinta candela rappresenta il giorno di Natale, cioè la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme.
Secondo un'altra tradizione assai diffusa le quattro candele rappresentano invece la Speranza, la Pace, la Gioia e l'Amore.
L'accensione di ciascuna candela indica la progressiva vittoria della Luce sulle tenebre dovuta alla sempre più prossima venuta del Messia.
La forma circolare della Corona d'Avvento è simbolo di unità e di eternità.
I rami di sempreverdi che ne costituiscono la base rappresentano la speranza della vita eterna.
Utilizzazione
Nella famiglia
L'accensione della Corona nella famiglia
La corona d'Avvento può essere posta sul tavolo del salotto, oppure
essere sospesa al soffitto con quattro nastri rossi che decorano la
corona stessa.
Diviene il centro di preghiera settimanale o giornaliero per tutta la famiglia nel tempo d'Avvento.
Alla sera la famiglia si riunisce e accende il numero di ceri corrispondenti alla settimana d'Avvento nella quale ci si trova.
L'accensione del cero è accompagnata da un canto e da invocazioni della venuta del Signore.
Un possibile schema della celebrazione familiare:
- Versetto biblico d'introduzione
- Breve lettura biblica
- Accensione del cero
- Benedizione del papà o della mamma
- Canto finale
Si conclude con un canto alla Vergine Maria.
Nelle celebrazioni liturgiche
La corona d'Avvento si può collocare nel luogo più adatto all'architettura della chiesa: al centro, vicino all'ambone, o anche presso o sull'altare. L'importante è che essa sia visibile e venga valorizzata all'interno della celebrazione.
Può divenire il segno-guida che sintetizza tutto l'itinerario di preparazione al Natale.
Le candele devono essere palesemente grosse. Possono venire disposte dal lato opposto dell'ambone ed essere di varia altezza.
Il giorno di Natale possono fare da sfondo alla mangiatoia con il Bambino Gesù.
L'accensione del cero si può collocare all'inizio della celebrazione eucaristica, all'inizio della liturgia della parola,
o in altro momento, purché si armonizzi con tutta la celebrazione. In
ogni caso deve essere un momento che celebra il cammino d'attesa del
Salvatore.
È bene accompagnare l'accensione con un canto, che può essere lo stesso per tutte le quattro domeniche.
Nella catechesi o in un gruppo ecclesiale
Il segno può essere utilizzato anche nell'incontro di catechesi. Va
collocato nel momento in cui il clima di preghiera lo rende possibile.
Lo schema può ispirarsi a quello suggerito per la famiglia,
valorizzando brani biblici legati a tematiche d'Avvento e preghiere
preparate dai catechizzandi stessi.
Nell'incontro immediatamente precedente il Natale, ognuno dei
presenti può accendere un proprio lumino alla Corona d'Avvento, come
segno dell'impegno di ciascuno ad essere, come Cristo, luce del mondo.
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