Dopo tre tentativi di suicidio, Tibor ha trovato il senso della sua vita
Tibor, di Praga, ha avuto un passato terribile. Quando aveva un anno, la
madre è stata condannata a 12 anni di carcere. Poi suo padre è morto e
lui è stato cresciuto in un istituto. Qui ha vissuto nella derisione e
nell'isolamento. Quando la madre terminò di scontare la sua pena, andò a
vivere con un ubriacone che spesso la picchiava. Tibor ha raccontato il
suo calvario:
"Le esperienze che ho fatto nell'istituto e poi a casa con mia madre sono state terribili. Cominciai ad odiare gli uomini.
Quando mia madre mi cacciò di casa dovetti tornare in istituto. Mi
ammalai di malattie psichiche e mi tagliai le vene. I medici riuscirono a
salvarmi. Un'altra volta ingoiai 500 pasticche, ma le dovetti vomitare e
rimasi in vita.
Quando una psicologa giovanile mi rinchiuse in una stanza, fui preso dal
panico e mi piantai un lungo coltello nello stomaco. Di nuovo i medici
riuscirono a salvarmi, ma fui ricoverato in una clinica psichiatrica. Un
medico pio mi preservò dal manicomio. Per decisione dell'ufficio
tutorio, finii in una famiglia credente che si occupò di me
gratuitamente. I miei genitori adottivi mi fecero battezzare nella
chiesa cattolica. A quel tempo avevo molti complessi, soffrivo di
solitudine e di profonde depressioni. La mia madre adottiva pregava
molto per me. Mi chiese di andare a Medjugorje. Quando mi trovai lì, mi
sedetti davanti alla chiesa a riflettere, pieno di dubbi. Dei pellegrini
vennero da me e mentre conversavamo mi sentii improvvisamente molto
contento e provai una profonda pace.
Caddi di nuovo in una profonda depressione. Piangevo e piangevo, rimproverando aspramente la Madonna. Le chiedevo:
"Perché mi lasci piangere così se sei qui?". Allora venne da me un
sacerdote, mi pose le mani sul capo e mi benedisse. Dopo questa
benedizione sentii un grande sollievo. Ero contento e provavo un amore
sincero per il prossimo.
Sulla collina delle apparizioni vissi un'altra esperienza davvero
straordinaria. Lì piansi come non avevo mai fatto prima in vita mia.
Lentamente mi avvicinai alla grande croce e misi le mani sui piedi del
Crocifisso. lmprovvisamente avvertii un forte colpo di vento che scosse
la croce da una parte all'altra. In quel momento nacque in me l'anelito
al sacerdozio.
Non soffro più di solitudine perché ho trovato Dio e Maria. Vengo
volentieri in pellegrinaggio in questo luogo a pregare per la mia
completa dedizione a Dio come sacerdote. Sempre più chiaramente sento il
desiderio di guidare gli uomini alla fede in Dio".
Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/petar.html
Nessun commento:
Posta un commento