Terza tappa del viaggio del Pontefice
Papa Francesco in Centrafrica, l'apertura della Porta Santa
Francesco alle 17 aprirà la porta santa della cattedrale di Bangui - di
fatto anticipando l'inizio del Giubileo dalla periferia del mondo, e dal
centro di una delle peggiori crisi umanitarie dell'Africa
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Repubblica Centrafricana.
Il Pontefice questa
mattina, dopo una semplice cerimonia di congedo, è partito
dall'aeroporto di Enterebbe (Uganda) diretto nella Repubblica
centrafricana. Quella di oggi è la tappa più attesa del viaggio di
Francesco che alle 17 aprirà la porta santa della cattedrale di Bangui -
di fatto anticipando l'inizio del Giubileo dalla periferia del mondo, e
dal centro di una delle peggiori crisi umanitarie dell'Africa.
La crisi umanitari
Sono impressionanti le dimensioni del dramma che vivono i 4,6 milioni di
centrafricani, di cui 2,3 milioni sono bambini: circa 440 mila sfollati
all'interno del paese e altri 450 mila rifugiati nei paesi confinanti.
L'Unhcr parla di 75 mila centrafricani nei campi profughi, il Pam di 1,3
milioni di persone a rischio fame a causa delle violenze e della
scarsità dei raccolti. Secondo l'Onu inoltre in Centrafrica negli ultimi
mesi è più che raddoppiato il numero dei bambini soldato, raggiungendo
le seimila unità.
L'apertura della Porta Santa
L'apertura della porta santa, da parte del Papa, a Bangui è un "piccolo
anticipo, che è però estremamente significativo: se il Papa vuole che
tutti i popoli sperimentino che c'è la misericordia di Dio, l'amore di
Dio per loro, allora vuole farlo sentire in particolare anche ad un
popolo che soffre tanto come quello centrafricano, andando proprio al
cuore dell'Africa, perché il Centrafrica è proprio fisicamente al centro
dell'Africa". E' la chiave di lettura che padre Federico Lombardi,
portavoce vaticano, dà al gesto simbolico che il Papa farà nella tappa
finale del viaggio africano.
Le misure di sicurezza
Fra i timori di attacchi e gli allarmi lanciati dai servizi francesi, il
pontefice non ha desistito e ha deciso di recarsi comunque a Bangui per
aprire lì la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Da
parte sua, il ministro per la Sicurezza della Repubblica centrafricana,
Chrysostome Sambia, ha assicurato che "è stato fatto tutto per garantire
la sicurezza del Papa (...) non vi è alcuna minaccia reale". Saranno i
caschi blu dell'Onu (10.900 uomini), la forza francese Sangaris (900) e
polizia locale a garantire la sicurezza nella capitale centrafricana,
dove il dispositivo è stato rafforzato in particolare nei luoghi in cui
si recherà il Pontefice, ossia l'enclave musulmana PK5, lo stadio che
conta 20.000 posti e il campo sfollati. Anche gli scout collaboreranno a
garantire la sicurezza di Papa Francesco nella sua visita, nella
Repubblica centrafricana. Al campo sfollati della parrocchia Saint
Sauveur, che ospita più di 3.000 persone, un gruppo di scout, mano
nella mano, formeranno un cordone di sicurezza tra il pontefice e la
folla. "Siamo molto felici di vedere il Papa. Lui sa cosa sta succedendo
nel nostro Paese ed è forse venuto il momento di chiedere a Dio di
salvarci", ha detto uno di loro, Fidèle Nodjindorom.
Il papa ai giovani: "La preghiera è l'arma più forte"
E' questo il messagio che Francesco, ieri, ha consegnato alle migliaia
di ragazzi accorsi all'incontro nel Kololo Airstrip di Kampala un ex
aeroporto che ospita grandi eventi. Nel lungo discorso a braccio, il
Pontefice ha parlato di come superare le difficoltà e trasformarle da
negative a positive. "Se io trasformo il negativo in positivo sono un
vincitore", ha ripetuto più volte, "ma lo si può fare solamente - ha
precisato - con la grazia di Gesù". Nel discorso, Papa Francesco, ha
ribadito la necessità di superare tutte le difficoltà, anche le più
tragiche. E ai giovani ha domandato più volte: "Siete disposti a
trasformare il negativo in positivo?". Alla fine, congedandosi, ha
affermato: "Per favore, pregate per me, ne ho bisogno, non ve ne
dimenticate".
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