Sinodo, veglia di preghiera delle famiglie in Piazza San Pietro
Tutto
pronto per il Sinodo sulla Famiglia: domani alle 10.00 la Messa
inaugurale presieduta dal Papa nella Basilica Vaticana. Questa sera alle
19.00 la veglia di preghiera delle famiglie con Francesco promossa
dalla Conferenza episcopale italiana in Piazza San Pietro. Il servizio
di Sergio Centofanti:
Sono attese migliaia di famiglie da tutta l’Italia questa sera per la veglia di preghiera per il Sinodo con le testimonianze di coppie di sposi e fidanzati e l’omelia del Papa. Saranno presenti anche le associazioni e i movimenti ecclesiali con i loro leader: Azione cattolica, Neocatecumenali, Carismatici, Focolari, Sant’Egidio, Scout e altri ancora. 270 i Padri Sinodali che partecipano all’assemblea di quest’anno insieme a 18 coppie di sposi e genitori e a 14 rappresentanti di altre Chiese e comunità cristiane. Questo Sinodo darà maggiore spazio ai circoli minori. Ci sarà un solo documento conclusivo, la Relatio finalis. Papa Francesco ribadisce il suo invito alla parresìa, alla franchezza nel parlare, come aveva già fatto l’anno scorso. Sinodo – aveva affermato – significa camminare insieme: con il coraggio di dire le cose con libertà e nello stesso tempo con l’umiltà di ascoltare. La presenza del Papa “è garanzia per tutti e custodia della fede”.
Lo scopo – secondo Francesco – è quello di “trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare”. A conclusione del Sinodo dell’anno scorso, il Papa aveva indicato alcune tentazioni: quella dei cosiddetti tradizionalisti, zelanti e scrupolosi, che non intendono lasciarsi stupire “dal Dio delle sorprese”, rinchiudendosi dentro la certezza di ciò che già si conosce e non aprendosi a ciò che ancora si deve imparare. C’è poi la tentazione dei cosiddetti progressisti con il loro “buonismo distruttivo” che in nome “di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle”.
La Chiesa “che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina” – aveva affermato il Papa– “non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini”, “non guarda da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone”, “non ha paura di mangiare e bere con le prostitute e i pubblicani”, ma “ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!”. La Chiesa – aveva detto - “non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo”, ma lo rialza e lo incoraggia “a riprendere il cammino”.
(Da Radio Vaticana)
Sono attese migliaia di famiglie da tutta l’Italia questa sera per la veglia di preghiera per il Sinodo con le testimonianze di coppie di sposi e fidanzati e l’omelia del Papa. Saranno presenti anche le associazioni e i movimenti ecclesiali con i loro leader: Azione cattolica, Neocatecumenali, Carismatici, Focolari, Sant’Egidio, Scout e altri ancora. 270 i Padri Sinodali che partecipano all’assemblea di quest’anno insieme a 18 coppie di sposi e genitori e a 14 rappresentanti di altre Chiese e comunità cristiane. Questo Sinodo darà maggiore spazio ai circoli minori. Ci sarà un solo documento conclusivo, la Relatio finalis. Papa Francesco ribadisce il suo invito alla parresìa, alla franchezza nel parlare, come aveva già fatto l’anno scorso. Sinodo – aveva affermato – significa camminare insieme: con il coraggio di dire le cose con libertà e nello stesso tempo con l’umiltà di ascoltare. La presenza del Papa “è garanzia per tutti e custodia della fede”.
Lo scopo – secondo Francesco – è quello di “trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare”. A conclusione del Sinodo dell’anno scorso, il Papa aveva indicato alcune tentazioni: quella dei cosiddetti tradizionalisti, zelanti e scrupolosi, che non intendono lasciarsi stupire “dal Dio delle sorprese”, rinchiudendosi dentro la certezza di ciò che già si conosce e non aprendosi a ciò che ancora si deve imparare. C’è poi la tentazione dei cosiddetti progressisti con il loro “buonismo distruttivo” che in nome “di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle”.
La Chiesa “che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina” – aveva affermato il Papa– “non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini”, “non guarda da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone”, “non ha paura di mangiare e bere con le prostitute e i pubblicani”, ma “ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!”. La Chiesa – aveva detto - “non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo”, ma lo rialza e lo incoraggia “a riprendere il cammino”.
(Da Radio Vaticana)
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