Ritornate al fervore primitivo "Vivete la S. Messa"
Tante volte la Madonna nei suoi messaggi ha parlato della S.Messa. Il giovedì 3.4.86 ha detto: Cari figli!
Vi invito a vivere la S. Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ci sono anche coloro
che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli ed è nella S.Messa che Gesù vi dà le sue grazie.
Perciò vivete coscientemente la S.Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed
accogliete in voi la S.Messa. E il 16.5.85: Desidero che ogni vostra Messa sia esperienza di Dio.
E ancora: Venite a Messa, perché questo è un tempo che vi è dato in dono. Sono molti a venire
regolarmente (ogni giorno) anche se fa cattivo tempo, perché mi vogliono bene e desiderano manifestare
in modo speciale il loro amore. Vi chiedo di dimostrare il vostro amore col venire a Messa. Il Signore vi
ricompenserà largamente (21.11.85). Erano gli anni in cui ogni sera si vedeva la Chiesa piena della gente
del paese.
E a Jelena diceva: Figli miei, desidero che la S.Messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela,
desiderate che essa cominci, perché Gesù stesso si dona a voi nella Messa. Aspirate, quindi a quel
momento in cui siete purificati. Se la gente assiste alla Messa tiepidamente, ritorna a casa fredda e con il
cuore vuoto (30.3.83). Altra volta chiedeva per il gruppo di preghiera di non arrivare alla Messa
all'ultimo momento, ma di venire almeno 10 minuti prima, per prepararla con la preghiera. Molti, appena
é finita la Messa si affrettano ad andarsene. Non é bene che si attardino attorno la chiesa. Così non
potranno mai donarsi totalmente... (4.2.84).
La Messa al 1° posto nella vita
I preti dovrebbero parlare di più sulla Messa. Se la Messa è il centro della fede, non si dovrebbe mai
lasciare passare un anno senza un corso serio sulla Messa. Nei catechisti e nelle catechiste questo
argomento dovrebbe essere vivissimo per la vita spirituale individuale e vivissimo nella trasmissione del
messaggio ai ragazzi. La Chiesa ha detto delle cose nuove, grandiose sulla Messa che purtroppo non sono
ancora giunte a tutti i cristiani.
A me sembra di dover affermare che se non si rivoluziona la partecipazione alla Messa, non si fa nulla
nella pastorale. Se la Messa non è al vertice di tutto il nostro vivere cristiano, mi sembra che non siamo
arrivati a capire il nocciolo del vivere cristiano, il cuore della fede cristiana.
Prendo anzitutto un brano della Lumen gentium del Concilio Vaticano II. Al n. 11 c'è questa
affermazione sulla Messa: "Il sacrificio Eucaristia è culmine e origine di tutta la vita cristiana". Il
Concilio ha detto una cosa paradossale, bisogna che me ne renda conto! Affermando che la Messa, la
Cena del Signore, è il culmine e l'origine di tutta la vita cristiana, ha detto allora che la Messa è il cuore
della religione, il centro propulsore di tutta la sua vitalità, di tutta la sua forza. Culmine e origine di tutta
la vita della Chiesa, allora, il sacrificio Eucaristico è la vetta e la sorgente del culto, è il "terminal" e la
partenza di tutta la forza che muove la Chiesa.
Allora il Concilio ha detto in sostanza che il sacrificio Eucaristico è il centro della religione perché: è il
tutto della religione, il fine di tutto e l'inizio di tutto; è l'atto supremo della religione e insieme l'atto
primo; è l'ultimo fine della religione e il primo principio della religione è lo scopo e il mezzo della
religione, è la conclusione e l'inizio della religione. "Culmine e origine" di tutta la vita cristiana, allora è
il sacrificio Eucaristico: è l'atto supremo di amore a Dio che l'uomo può compiere ed è l'inizio
dell'amore; è tutta la redenzione che passa a me ed è il mio passo personale nella Redenzione; è la più
grande ricchezza in possesso dell'uomo.
Perché la Chiesa nel Concilio ha lanciato questo paradosso?
Non può averlo fatto per fare accademia; in un decreto conciliare si pesano le parole fino alla pedanteria.
Se l'ha usato è perché voleva che comprendessimo che il sacrificio Eucaristico è tutta la fede ed è il tutto
della fede cristiana; che il sacrificio Eucaristico non è un soprammobile della fede, è la fede. Se l'ha fatto
è per dire basta al mio superficialismo! È per tracciare una sbarra di confine all'infantilismo religioso di
una religione troppo magica e lontana dalla realtà.
La Messa è tutto - mi grida in faccia la Chiesa - o prendi sul serio la Messa o spappoli tutta la tua fede. Il
sacrificio Eucaristico è la prima cosa della tua giornata, della tua settimana; la cosa più ardua, più
impegnativa, la vetta, e la cosa più bella, più attraente, la sorgente della tua gioia più pura. E se il
sacrificio Eucaristico è la cosa più importante per la tua vita, allora esige da te un atteggiamento nuovo,
forte, completo, nella sfera delle idee e nella sfera dell'azione. Se la Chiesa afferma con solennità che la
Messa è il culmine e il principio della religione, allora devono entrare in azione la testa e il cuore quando
partecipiamo all'Eucaristia: testa e vita!
S. Giustino, filosofo cristiano martire (+ 163) testimoniava che i cristiani partecipavano alla S. Messa
ogni mattina prima dell'alba. La Chiesa insomma ci chiede di prepararci a questo atto, di programmarlo,
di essere coscienti e non degli automi; di agire, non di stare immobili; di partecipare, non di gingillarci.
Dividere ogni giorno e ogni settimana
nel preparare e nel vivere la Messa
Se l'Eucaristia è il cuore della religione, allora va messa al primo posto nella nostra vita: come stima,
come sforzo,come gioia dello spirito,come preoccupazione,come dovere. Io direi che grosso modo
dovremmo dividere la giornata in due parti: se al mattino abbiamo la Messa, continui fino a mezzogiorno
e da mezzogiorno continui la preparazione alla Messa del giorno dopo.
E per fortuna è così che tutti i giorni c'è una Messa, perché così abbiamo sempre il modo di completare i
difetti di amore della Messa precedente e credo che chi invece non ha la fortuna della Messa ogni giorno
è perché non la cerca! Che cosa non facciamo quando vogliamo veramente una cosa! Perché allora non si
può trovare mezz'ora per la Messa? Anche se siamo indaffaratissimi, per una cosa importante possiamo
tirar fuori mezz'ora anche in una giornata febbrile!
Ma anche se non è possibile la Messa tutti i giorni, bisogna almeno che la Messa domenicale sia la cosa
importantissima, il luogo dove sfocia la settimana e da dove riparte la settimana nuova. Bisognerebbe
proprio dividere così la settimana: fino a metà settimana per godermi la Messa della domenica e dalla
metà in avanti per prepararmi con la preghiera a quella seguente [Così faceva anche S.Luigi Gonzaga].
(da una conversazione di P.Gasparino a Radio Maria)
Come è facile sprecare questo tesoro!
La regina di Saba, rientrando nella sua casa, non si stancava mai di raccontare le meraviglie che aveva
vedute nel tempio di Salomone e ne parlava sempre con rinnovato piacere. La stessa cosa dovrebbe
accadere al cristiano che abbia ascoltato a dovere la S. Messa. Rientrando in casa, egli dovrebbe
intrattenersi con i figli e con i domestici e chiedere che cosa, della sua santa funzione, li abbia
maggiormente colpiti ed attratti. Mio Dio che cosa sto dicendo?... Quanti genitori e quanti padroni se si
parlasse loro di ciò che hanno inteso nella S. Messa, si prenderebbero gioco di una tale richiesta e
chiederebbero di non essere annoiati ancora!
Tuttavia come constatazione di carattere generale, pare che le parole della Messa siano ancora ascoltate.
Appena usciti però di chiesa, ci si lascia andare ad ogni sorta di dissipazioni: ci si alza con
partecipazione, si corre, ci si affolla all'uscita. Il sacerdote non è ancora disceso dall'altare che già si è
fuori ad intrattenersi intorno a mille argomenti. Ecco, fratelli, qual è il risultato di una tale condotta: non
si riceverà alcun profitto, alcun vantaggio di ciò che si è veduto ed inteso nella casa di Dio. Quante grazie
disprezzate, quante possibilità di salvezza calpestate!
Quale sventura riuscire a tramutare in danno ciò che dovrebbe essere un valido aiuto per il
raggiungimento della salvezza eterna! Con i vostri stessi occhi avrete constatato quanto siano pesanti per
la maggior parte dei cristiani le sacre funzioni: hanno trascorso quel poco tempo in chiesa come in una
specie di prigione ed, appena usciti, li abbiamo intesi muoversi e parlare con tanta vivacità ed entusiasmo
da sembrare tanti prigionieri appena messi in libertà.
Quante volte siamo stati costretti a chiudere la porta per non essere storditi dal loro chiasso? Mio Dio
sono questi i cristiani che dovrebbero uscire dal vostro santo tempio con il cuore colmo di quei buoni
proponimenti che dovrebbero cercare di imprimere nella loro mente per non dimenticare più?
Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/vitacristiana/messa.html
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