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lunedì 14 settembre 2015

Ha lasciato la sua "vita spericolata:"HO INCONTRATO DIO E TUTTO E’ CAMBIATO” -Testimonianza dello storico chitarrista di Vasco Rossi


Eccezionale documento
 
 








Le confessioni di un grande protagonista della musica del nostro tempo: Nando Bonini, il chitarrista storico di Vasco Rossi.
 
“HO INCONTRATO DIO E
 
TUTTO E’ CAMBIATO”
 

 
 


Nando Bonini è uno dei grandi della musica leggera italiana.
 

Compositore, autore, arrangiatore, è soprattutto uno straordinario chitarrista e tiene anche corsi per specialisti. Ma ai numerosi fans è noto per essere il “chitarrista di Vasco Rossi”. A ventiquattro anni, infatti, Bonini entrò nella leggendaria “Steve Rogers band”, il gruppo storico di Va­sco, e fino al 1995 ha seguito la rockstar nei tour in giro per l'Italia e nel mondo.
  
Poi, improvvisamente, ha smesso di comparire sul palco pur continuando a lavorare ai dischi di Vasco. <<Non voglio più vivere come un divo del rock>>, aveva laconicamente detto Bonini. Parole che avevano lasciato nello sconcerto i suoi fans. “Cosa è successo a Nando?” si chiedevano.
 
  
Era accaduto un evento che aveva cambiato la sua vita.
  
Quell’anno gli erano state commissionate le musiche per un musical sulla vita di San Francesco. E Bonini, che fino a quel momento non si era mai interessato di santi e di tematiche religiose, leggendo e studiando la storia del santo di Assisi, era rimasto sconvolto. Al punto di cambiare totalmente modo di vivere. Aveva abbandonato le abitudini disordinate di celebre rockstar per iniziare un cammino di conversione, diventando anche terziario francescano.
  
Da quel momento, pur continuando la sua attività di compositore, arrangiatore e chitarrista, ha condotto un’esistenza riservata, privilegiando nella sua attività artistica i temi religiosi, i concerti a sfondo  benefico, le iniziative umanitarie. Insomma, una vita e un mestiere pieni di valori seri e concreti.

  
Dopo il musical su San Francesco, nel 2002 Bonini ha scritto “Una donna vestita di sole”, musical che si ispira alla vita della madre di Gesù. Poi, nel 2004, “Marietta. Tutto per amore di Dio” dedicato alla vita di Madre Francesca Rubatto, fondatrice delle suore cappuccine. Nel 2006, “Maddalena”, spettacolo che racconta la storia di conversione di Maria di Magdala. Nel 2007, “Medjugorje. Batte un cuore speciale”, che si richiama agli eventi che dal 1981 accadono nel famoso paese dell’Erzegovina. E ora il musical ispirato al beato Luigi Guanella.

  
Cordiale e disponibile, Nando Bonini è però molto schivo, e si tiene volutamente lontano dalle luci della ribalta.
  
L’ho incontrato nella sua casa nell’hinterland milanese ed è stata un’esperienza di quelle che non si dimenticano. Bonini è una persona che riesce a “seminare” negli altri. Passi con lui del tempo, parlando di cose serie ma anche scherzando, e poi scopri che una parola, una frase, un suo atteggiamento ti è rimasto dentro. Un seme che può solo dare germoglio.




  


Nando Bonini mi ha raccontato la sua storia. Un racconto chiaro e dettagliato. <<Penso sia giusto fare conoscere la mia esperienza perché, forse, può aiutare qualcuno>>, mi ha detto.
  
Dal momento che Bonini parla raramente e raramente confida la sua storia interiore, ritengo che questo sia un documento  straordinario. Perciò lo voglio riproporre integro, senza interromperlo con domande o osservazioni varie.
  
Ecco quindi la sua bellissima e lunga confessione:

  
<<La mia storia è semplice. E’ il cammino di una persona che ad un certo punto della sua vita ha fatto un incontro. Ha incontrato Dio e tutto è per forza cambiato>>.
  
<<Non mi ritengo però una persona speciale. Ciò che mi è capitato, i cambiamenti che sono avvenuti nella mia vita, li devo curare e rafforzare ogni giorno perché è purtroppo molto facile tornare a sbagliare. L’ho imparato.
  
<<Proprio per questo, sento il desiderio di raccontare la mia esperienza, di condividere con altri la mia scelta. Ma non per essere preso ad esempio. Solo perché la mia storia può, forse, aiutare qualcuno. In che modo, non so, ma forse può accadere. E allora tutto avrebbe un senso.
 
  
<<Io faccio il musicista. Vivo per la musica da quando avevo sei anni. Ho imparato a suonare quasi tutti gli strumenti, anche se il mio preferito è sempre stata la chitarra.
  
<<La musica poi è diventata il mio mestiere. E dopo aver fatto il militare ho iniziato a lavorare sul serio in questo campo. Mi hanno chiamato per fare l’arrangiatore in diversi importanti studi di Milano e in quel periodo ho collaborato con gente del calibro di Riccardo Fogli, i Righeira e Alberto Fortis. Pian piano, iniziavo a farmi conoscere e alla fine è arrivata la grande occasione. Sono entrato nella Steve Rogers Band, il gruppo storico di Vasco Rossi che lo ha sempre accompagnato nelle tournée.
  
<<Da quel momento non ho più lasciato Vasco. Ho lavorato con lui ai dischi in studio e nei tour come chitarrista ritmico. Insomma, avevo ventiquattro anni è facevo parte di una delle produzioni musicali più importanti in Italia. Ero uno dei musicisti di Vasco. Ero entrato nel mondo delle rock star.
  
<<Ero giovane. Volevo farmi conoscere, volevo emergere. E’ difficile descrivere con precisione cosa significa vivere in quel mondo. Al di là della musica e del lavoro, esiste tutto un contorno e corre così veloce che è facile perdersi. Per lo meno a me è successo.
  
<<I giorni, specie nei tour, sono incredibili. Non sei mai solo, neppure un attimo. Sei sempre circondato da gente che ti osanna, che ti dice che sei bravo, che sei un grande. Trovi un sacco di amici, spuntano come funghi. Tutti ti vogliono conoscere perché sei il musicista di Vasco, perché vogliono che gli presenti il loro idolo, perché pensano che sei pieno di soldi. Dopo i concerti si va alle cene, alle feste e si tira mattino.
   
<<Conosci un mucchio di gente, stringi le mani a tutti. Insomma, se non hai la testa sulle spalle, e a vent’anni è difficile avercela, facilmente perdi la strada. Cominci a pensare che quella sia la realtà, che davvero tu sei importante, quasi un dio. Invece si perde il senso della realtà e i rapporti con le persone diventano falsi. Me ne sono reso conto in seguito, ma è così.
  
<<Il fatto di considerarsi su un piedistallo, falsa l’interagire con gli altri. Ti ritieni migliore, più grande e parli con gli altri dall’alto della tua arroganza. Quanta gente ho trattato così in quel periodo! E quando tornavo a casa, dopo i tour, era peggio. In teoria, rientravo nel mondo reale e invece per me era tutto fasullo. Ero un’anima in pena, non facevo altro che guardare il calendario aspettando di partire di nuovo con il gruppo. E stare via per mesi.
 
  
<<Poi è avvenuto il cambiamento. Non è stato improvviso, tutto si è svolto con calma. E’ stato come se mi dovessi abituare ad un tipo nuovo di considerazioni. So che Dio ha iniziato ad agire allora, colpendomi proprio sulla vanagloria.
  
<<Era il 1995. Avevamo da poco fatto con Vasco due serate leggendarie a San Siro nell’ambito di un tour che si chiamava “Rock sotto l’assedio”, contro la guerra in Jugoslavia. Avevamo di fronte sei mesi di riposo, prima di partire per un nuovo tour. Ricordo che ero nello studio di un fotografo per un servizio per una rivista di musica. Avevo i capelli lunghi, i pantaloni pitonati, mi sentivo molto una rock star. Ad un certo punto arriva un signore piuttosto anonimo, che si mette a parlare col fotografo. Vedo che guardano nella mia direzione. Subito ho pensato ad un fan, a qualcuno che voleva conoscermi. E infatti, durante una pausa caffè, eccolo che mi si avvicina. Mi porge la mano e dice: “Ciao Nando, io mi chiamo Marino.”
  
<<Mi racconta di essere un rappresentante di abbigliamento ma di avere in mente un’idea. Mi accorgo che tra le mani ha un registratore. Me lo mostra e mi dice: “Io da tempo voglio mettere in scena un musical su san Francesco. Ho molte idee, ma non sono un musicista.”
  
<<Nel sentire quelle parole, io mi blocco. Quel genere di argomenti, Dio e i santi e tutto il resto, li avevo sempre rifiutati. Non volevo neppure sentirne parlare. Io non entravo in chiesa da quando ero un bambino, non pregavo, non pensavo a niente che potesse avere a che fare con la fede. Ed ora arrivava questo tizio sconosciuto a parlarmi di san Francesco.
  
<<Non faccio a tempo a dire nulla che Marino accende il registratore e mi fa sentire un nastro. Una cosa orribile! Una serie di accordi orrendi e la sua voce che in falso inglese canta sulla melodia, stonando in maniera imbarazzante. Ma lui non sembrava a disagio, anzi era tutto eccitato. “Senti, senti la melodia”, mi diceva. “Senti, l’idea c’è. Non sono un musicista ma poi puoi mettere a posto tu le cose. Ecco, senti questo pezzo.”
  
<<Insomma, mi fa sentire tutto il nastro. Dentro di me ribollivo di rabbia. “Ma lo sa chi sono?” mi dicevo. “Ma cosa crede questo qui? Che io metta a posto ‘sta roba? Su san Francesco? Questo è matto. Adesso lo aggiusto io”.
  
<<“Allora Nando, mi dai una mano?”, dice Marino sorridendo. Io apro bocca per mandarlo a quel paese e sento la mia voce che dice “Va bene!”.
 
  
<<Il giorno dopo ci pensai in continuazione. Ma perché ho detto così? Sul serio voglio lavorare ad un musical? E per di più su san Francesco?
  
<<Ma ecco che la superbia si fa sentire ancora una volta. Una voce mi dice che saranno punti in più per me. E perché non dovrei farlo? pensavo. Potrò dire di avere scritto anche un musical. Che importa l’argomento?
  
<<Avrei fatto comunque un buon lavoro. L’importante, pensavo, è che nessuno lo venga a sapere per il momento. Mi vergognavo infatti del fatto che avrei scritto musica su un tema del genere. Su qualcosa di religioso.
 

<<Nel frattempo, iniziammo le prove per il nuovo tour con Vasco. Una sera eravamo tutti a cena. E’ arrivato uno del gruppo, che non so come aveva saputo del mio nuovo progetto, e si mette a gridare: “Vasco! Lo sai che Nando sta facendo un musical su san Francesco?”.
  
<<Io avrei voluto sprofondare. Sono diventato viola, mi vergognavo come un cane. Vasco non hai mai detto nulla sulla mia scelta, sulla mia nuova vita. Quella sera è stata la prima e l’unica volta che si è pronunciato sull’argomento. Ha detto: “Ah bene! Bravo, bravo”. Tutto qui.
 

<<Lavorare ad un musical su san Francesco però non era così semplice come pensavo. L’aspetto musicale non era un problema, era il mio mestiere da sempre. Ma c’erano i testi delle canzoni. Io non sapevo nulla del santo di Assisi e dovevo perciò documentarmi perché i testi dovevano dire qualcosa alla gente. Nelle canzoni dovevano esserci dei contenuti, indirizzati proprio al pubblico. E io, da professionista, volevo farlo bene.
  
<<Ma dal momento che di mio non potevo metterci niente, perché avevo sempre rifiutato la fede, era necessario leggere e approfondire. Così presi in mano qualche libro e mi accorsi subito che vi erano contenute citazioni del Vangelo. Così andai in cerca di un Vangelo e cominciai a leggere. E certe parole, certe frasi, certi concetti cominciarono ad entrare in me.
  
<<Il musical, alla fine, venne bene. Ci furono quattro serate e tutte piene di gente.
  
<<La mia trasformazione era in atto.>>

  
<<Venne il momento di partire nuovamente in tour con Vasco. E in quell’occasione qualcosa dentro di me si ruppe.
  
<<Ricordo di aver visto, in altre persone che erano in tour con me, i miei stessi atteggiamenti nei confronti degli altri. E di esserne rimasto colpito. Non mi piaceva come si comportavano, non mi piaceva come trattavano gli altri. Dunque era così che facevo anch’io? No. Non andava bene.
  
<<Allora feci una scelta. Cercai di allontanarmi da tutto quello che non era lavoro, di evitare il contorno alla mia attività di chitarrista. Dopo il concerto mi sforzavo di andarmene subito in albergo, di restare solo. Mi chiudevo in camera e tentavo di non pensare a quello che c’era fuori, ai complimenti, alle feste che erano sempre stati il mio quotidiano. Volevo isolarmi, essere umile. Riprendere contatto con una realtà “vera”. Telefonavo a mia moglie, stavo a lungo al telefono con lei, ancorato a qualcosa che fosse genuino e concreto.
  
<<Il cambiamento avvenne anche negli altri. Poco alla volta presero anche loro le distanze da me. Dopo i primi commenti, magari anche le prese in giro, mi davano del matto e mi lasciavano ai miei pensieri. E fu quello il momento più difficile, quello in cui dovetti avere più forza.
  
<<Dentro di me sentivo che però era la strada giusta e la forza allora riuscii a trovarla.

  
<<Proprio in quel periodo, a casa mia accadde un problema molto grave. Non voglio entrare nei particolari, non voglio dire di cosa si trattava. Ma era una cosa grave per la famiglia. E fu una batosta che mi aprì completamente gli occhi. Alla fine della tournée il problema era ancora più grande e perciò sentivo annullato qualsiasi desiderio di partire di nuovo. Avvertivo invece un forte senso di responsabilità.
  
<<Dovevo restare a casa, dovevo risolvere quel grosso problema. Ma non sapevo a chi chiedere aiuto.

  
<<Nessuno mi poteva dare una mano.
  
<<E credo che allora Dio mi abbia preso lì, nella sofferenza. Non so se questo è il sistema che riserva per tutti. Forse, solo per quelli che, come me, hanno la testa dura e non capiscono. Il fatto è che ero nell’abisso e che, in cerca di conforto, ho guardato in alto. E lui mi ha aiutato.
  
<<Ricordo che mi sono trovato da solo nel mio giardino, in ginocchio sotto la pioggia. Piangevo e pregavo. Non recitavo preghiere che non ricordavo o non sapevo. Non dicevo formule. La mia era una richiesta di aiuto spontanea, le parole erano quelle della disperazione. E venivano dal profondo del mio animo.

  
<<Quel che posso dire è che nel giro di poche ore il problema si stava già risolvendo. E dopo un paio di giorni era tutto a posto.

  
<<Da quel momento, non ho più abbandonato Dio.
  
<<Ho iniziato a vivere in un altro modo. Sono terziario francescano, la preghiera è per me quotidiana. Il mio stesso lavoro è cambiato.  Non lo ritengo più un mezzo per portare a casa soldi o successo ma ho scoperto che è un dono.
  
<<Quando c’era quel grosso problema familiare, avevo pensato seriamente di smettere di fare musica. Per due settimane non avevo più suonato ed è tanto per uno come me che tutti i giorni ha in mano uno strumento da quando era bambino.
  
<<Ma ecco che suona il telefono e una persona mi chiede se posso preparare dei canti per uno spettacolo sulla Madonna. Mi dice che si può anche guadagnare qualcosa. Io accetto e mi metto al lavoro. Quelle canzoni poi vengono trasmesse su Radio Maria e hanno un forte impatto. Al punto che comincio subito a ricevere telefonate di gente che mi propone di fare musical.
 
  
<<Non avevo bisogno di lavorare per i soldi e io stesso avevo espresso il desiderio di non suonare più. Ma è chiaro che qualcuno vuole invece che io continui a fare musica. Semplicemente percorrendo un’altra strada.
 
  
<<Voglio pregare e mi ritrovo in ginocchio con la chitarra in mano. E capisco che il mio lavoro è ormai questo.
  
<<Scrivo e produco i musical e porto in giro il Vangelo.
  
<<La mia conversione è ancora in atto però. Sono ancora in cammino e devo stare molto attento. Ma mi accorgo che con la musica posso fare belle cose per gli altri.
  
<<Spesso tengo serate in cui racconto la mia esperienza e facciamo anche musica. E alla fine la gente mi cerca e mi dice che si sono emozionati, che hanno ricevuto qualcosa. E per me è il massimo. Perché so che è Dio a lasciare in seme in loro. Magari quella sera lo ha fatto usando me. Il mio lavoro si è tramutato. Non prendo più. Ora voglio dare.

  
<<Nei primi tempi, rifiutavo di riprendere i tour. Dicevo di no. Mi sono piovuti addosso critiche e anche insulti. Mi dicevano che ero pazzo a dire di no a Vasco, che la mia carriera finiva alle ortiche. Ma i miei valori sono diversi.
  
<<Quando so che mi può arrivare la richiesta di suonare in un tour, ecco che invece arriva puntuale la commissione per un musical. Ed è un lavoro che mi porta via mesi interi. Capisco che “qualcuno” mi vuole tenere a casa: probabilmente non è ancora arrivato il momento di riprendere a lavorare in quel mondo.
  
<<Continuo però a collaborare ai dischi di Vasco, questo sì. Vado in studio dove si lavora dalla mattina alla sera. E vedo molto rispetto per me, per come ho deciso di vivere. Mi fa piacere.>>
Fonte:http://www.tonyassante.com/baglioni/2004/fausta2/ilfaustino/2008/robibonini/indice.htm

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