Dopo
2 gravidanze andate male e ripetuti tentativi, a 5 anni dal matrimonio,
celebrato nel 1997, nasce Simone, il nostro primo figlio, l'11 Febbraio
2002, giorno della B.V. Di Lourdes; in anticipo di 3 settimane sulla
data prevista, in seguito ad una gravidanza trascorsa da Daniela quasi
sempre a letto con il continuo rischio di una possibile interruzione.
All'epoca
non eravamo particolarmente avvezzi alla preghiera, frequentavamo la
messa domenicale, ma niente di più, era una buona tradizione ereditata
dalle nostre famiglie di origine. Non avevamo nemmeno pregato in modo
particolare per avere il dono di un figlio, sebbene fossimo andati a
Roma nell'anno del Giubileo a visitare le famose Basiliche più o meno
consapevoli che era proprio quello che in realtà stavamo cercando. Nel
cortile della nostra casa, mi
piace dirlo ora, abita, in una piccola cappella, proprio una statua che
raffigura la B.V. Maria con Bernadette inginocchiata ai suoi piedi;
essa accompagna la nostra famiglia da 70 anni, da quando i miei nonni
vennero ad abitare la casa dove ora viviamo noi. Tornando a casa
dall'ospedale, il giorno della nascita di Simone, mi sento, non so
neanche perché, di rendere grazie a Maria per questa che ritenevo una
curiosa coincidenza e con semplici parole glielo affido dicendo: hai
voluto donarci la sua vita proprio in questo giorno, ebbene io desidero
che la sua vita sia nelle tue mani, disponi di lui come riterrai più
opportuno. Inizialmente non ho detto niente a Daniela perché neanche io
capivo come mai mi fosse venuta spontanea questa cosa e quando più
avanti gliene parlo non noto da parte sua un particolare entusiasmo.
Concordiamo però sull'idea di fare un viaggio a Lourdes, in futuro da
stabilire. Tutto resta comunque per così dire sopito. Nel 2004 il 1
ottobre, giorno di Santa Teresa del Bambino Gesù, nasce con parto
cesareo Davide dopo solo sette mesi e mezzo di gestazione, e ancora una
volta dopo una gravidanza a rischio trascorsa da Daniela completamente a
letto.
Ad
agosto 2013, a Pinarella di Cervia, dove trascorriamo le ferie ormai da
una vita, comincia per noi un percorso che Maria, Mamma celeste, aveva
in realtà già predisposto da tempo: una sera, ora possiamo dire non
casualmente, a passeggio coi bimbi mi trovo davanti a una bancarella di
libri e così poso lo sguardo sul secondo libro di Paolo Brosio: “Profumo
di Lavanda”. Premetto che non sono propriamente un lettore, comunque lo
compro e letteralmente lo divoro preso dalla voglia di leggere subito
anche gli altri.
Naturalmente
li passo a Daniela e insieme ci accorgiamo che in noi sta nascendo un
qualcosa di difficile da descrivere, ma molto chiaro da comprendere,
Maria ci stava, per così dire, aprendo gli occhi sulla vita che avevamo
vissuto fino a quel momento. Di questo parliamo, pensiamo e discutiamo
per tanto tempo, tutti i giorni, e anche se non sappiamo come rispondere
capiamo che siamo i destinatari di una vera e propria chiamata alla
quale è impossibile resistere: dobbiamo andare in quel posto sperduto
della Bosnia! Ma l'organizzazione della famiglia? Come sistemiamo i
bambini? Le ferie? Ormai sono terminate! Ci sentiamo fortemente
attratti, ma tutti questi dubbi ci convincono a rimandare l'idea a tempi
più opportuni, soprattutto quando i figli saranno più grandi, e poi non
dovevamo andare a Lourdes?
Ancora
una volta però la Mamma Celeste interviene nella nostra vita: verso
fine estate ci troviamo con il gruppo famiglie della nostra parrocchia,
del quale facciamo parte dal 2004, per programmare gli impegni e le
attività dell'anno successivo: ed ecco qui due amici, fondamentali nella
nostra vicenda. Loro tornavano da Medjugorje visibilmente colpiti, come
chi vive un esperienza che veramente “ti cambia la vita”, e nonostante
fossero appena tornati avevano un grande desiderio di tornare presto
laggiù! Lo abbiamo compreso immediatamente dalle loro prime parole.
Questo
incontro non fa altro che alimentare ulteriormente in noi quel senso di
attrazione; ci diciamo che sarebbe bello un giorno andarci insieme, che
anche a noi piacerebbe molto vivere un esperienza simile, ne sentiamo
fortemente la necessità. Ma loro non sapevano quando ci sarebbero
tornati, d'altronde c'erano appena stati e visibilmente vivevano
qualcosa di veramente grande e travolgente. Sappiamo comunque che non
possiamo resistere ancora per molto, addirittura propongo a Daniela di
andare da sola con un viaggio organizzato, mentre io mi sarei occupato
della gestione familiare. Naturalmente questa non era la volontà di
Maria e così non se ne fa nulla. Bastava pazientare solo un po' ed ecco
di nuovo chiara la strada: nel mese di novembre 2013 ci viene proposto
di partecipare ad un seminario internazionale per coppie sposate, che si
svolge annualmente a luglio proprio a Medjugorje. Accettiamo
immediatamente e incominciamo a pensare come organizzarci per le ferie:
era naturalmente troppo presto per chiederle, ma dovevamo decidere in
fretta per poterci iscrivere al corso. Il tempo stringe e l'urgenza di
partire aumenta. Senza troppi pensieri, e chi ci conosce sa che non è
scontato per noi, prenotiamo il viaggio confidando che se Maria ci vuole
là avrebbe disposto tutte le cose nel modo opportuno. Partiamo assieme a
tre coppie di amici già frequentatori di Medjugorje. Il seminario si
intitola “La fiducia nel matrimonio e nell'educazione dei figli” ed è
tenuto da una brava dottoressa, sembra fatto apposta per noi, proprio al
momento giusto. Impossibile
descrivere i sentimenti che hanno invaso la nostra anima visitando quei
luoghi: il monte Krizevac, la statua in bronzo di Gesù, dal cui
ginocchio abbiamo potuto attingere il liquido sinoviale che
ripetutamente si versa, la collina delle apparizioni. Essere li a
pregare proprio ai piedi della Croce e di Maria, che lassù aspetta
proprio noi e della quale sentiamo l'abbraccio materno e consolatore!
Tra le tante grazie ricevute quella che ha dato inizio ad una nuova
stagione nella nostra vita certamente è stata la consapevolezza di aver
vissuto sempre sotto lo sguardo amorevole di Maria, ma noi fino a quel
momento non ce ne eravamo resi conto.
Adesso
abbiamo la certezza che il nostro cammino continuerà illuminato da
questa scoperta, con la gioia nell'abbandono fiducioso e incondizionato a
Lei, nelle cui mani mettiamo tutta la nostra vita: gioie, dolori,
fatiche, delusioni, preoccupazioni, tutto le doniamo e affidiamo
chiedendole anche la grazia di insegnarci ad amare sempre intensamente
il suo figlio Gesù.
In
ultimo, ma non ultimo, il viaggio a Medjugorje ci ha regalato il
desiderio e la gioia grande nel pregare insieme, di cui sentiamo
l'esigenza giornaliera come ristoro e ringraziamento, anche se a volte,
sovrastati dal frastuono quotidiano, ci ritagliamo momenti di preghiera
personali, pur consapevoli comunque che ci rivolgiamo insieme alla Mamma
Celeste.
Possiamo
certamente dire che la consapevolezza dell'amore di Maria influisce
positivamente nel nostro approccio verso le situazioni quotidiane e nei
rapporti che intratteniamo con le altre persone.
Paolo e Daniela
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