A Medjugorje i giovani scoprono l’amore e la semplicità
di Dio - Eco di Maria nr.159
Per sapere cosa vivono i giovani quando si sentono chiamati a
scoprire l’amore di Dio è necessario chiederlo a chi ha
fatto personalmente questa esperienza.
Mi
chiamo Jean Uriel, ho 32 anni. Ho sentito parlare di Medjugorje 12 anni fa da mio
fratello maggiore quando lui mi ha invitato a venire qui in
pellegrinaggio. Ho accettato senza sapere nulla di ciò che in
realtà succedeva in questo luogo. Ricordo, come se fosse ieri,
che sin dal primo giorno ho sentito la grazia di Dio su di me. A un
certo punto di quel primo giorno persi il piccolo gruppo con il quale
ero venuto, e così dietro la chiesa, da solo, ho incontrato
l’amore e la grande misericordia di Dio. Ho pianto tutte le
lacrime che avevo dentro, che esprimevano non solo il mio dolore, ma
anche la gioia e la riconoscenza verso il Padre che mi amava per
quello che ero veramente.
Quel momento, quella esperienza, mi
hanno segnato per tutta la mia vita. Non subito, ma pian piano, il
Signore ha potuto lavorare nel mio cuore. Cominciai lentamente a
scoprire il ruolo della Vergine Maria nella mia vita e il suo compito
nella Chiesa. Mi posi alla sua scuola in ricerca della mia vocazione;
così, alcuni anni più tardi, sentii chiaramente la
chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa nella Comunità
delle Beatitudini, dove vivo già da 7 anni. Per la festa
dell’Ascensione ho professato solennemente i miei voti.
Sono
tornato più volte a Medjugorje Ora mi trovo qui con un gruppo
di 170 giovani francesi, alcuni italiani e tedeschi, per partecipare
al festival. La cosa che mi ha colpito, così come era anche
successo le altre volte, è stata l’essermi sentito
subito avvolto dalla presenza della Vergine Maria. Quando mi avvicino
alla chiesa e vedo i giovani che pregano attorno alla rotonda ho
l’impressione che il manto della Madonna li ricopra e che tutti
trovano la grazia di sentirsi figlio di Dio.
d. Cosa cercano i giovani a Medjugorje e cosa trovano?
I giovani nel profondo cercano Dio, anche se tante volte non lo
esprimono direttamente. Molti mi hanno detto che sono venuti per caso
e che loro stessi non sanno il perché; ma penso che in loro ci
sia la ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che può
veramente donare un senso alla loro vita e al quale non possono dare
un nome. Credo che la maggioranza dei giovani trovi a Medjugorje la
certezza di essere amato profondamente da Dio, così come essi
sono... Nello stesso tempo scoprono che questo Padre pieno di bontà
e di amore gli ha dato anche una Madre che li aiuta nel loro cammino
di fede. A Medjugorje trovano anche una chiesa molto semplice,
fraterna e viva. Al Festival dei giovani si respira lo stesso spirito
della GMG (ndr. Giornata Mondiale della Gioventù), dove è
presente una grande diversità, tante nazionalità, gente
di tutti i tipi, gruppi di preghiera di origine differenti e tutti
sono afferrati dalla stessa grazia, dalla stessa fede e dalla
sicurezza di essere figli di Dio e della Vergine Maria.
d. Come amano pregare i giovani? Sono molto sorpreso perché
quest’anno ho realizzato che il modo di pregare, soprattutto in
questo festival della gioventù, è caratterizzato da una
grandissima semplicità ed apertura. Sono felice di vedere come
i responsabili dei gruppi e del festival accolgano con cuore aperto
tanti predicatori così diversi tra loro e come proprio i
predicatori formano armoniosamente un solo corpo, senza
contraddizioni, senza competizioni. Si vive una grande libertà
e la gente viene aiutata attraverso il canto a pregare con tutto il
corpo e con la gestualità. I giovani sono molto sensibili a
questo perché possono esprimere con naturalezza ciò che
abita nel loro cuore.
Generalmente è molto difficile
riuscire a far cantare i giovani che stanno ancora scoprendo la
Chiesa. Ad esempio, qualche settimana fa mi trovavo in un incontro in
Francia dove erano presenti circa 400 giovani. In quell’occasione
sono stati necessari più giorni per far entrare i giovani
nella lode davanti a Dio, da esprimere con il canto e con i gesti;
invece qui a Medjugorje, fin dal primo giorno, ho avuto l’impressione
che tutti possono seguire con facilità questo modo di pregare.
E’ davvero un dono di Dio questa semplicità con cui
tutti riescono a vivere una sorta di infanzia spirituale.
d. Cosa dici ai giovani che si sentono chiamati a stare più
vicini a Dio, come li accompagni, cosa gli consigli per capire dentro
di sé la loro vocazione?
Mi è capitato spesso di vedere che a Medjugorje i giovani
vivono delle esperienze molto forti che li coglie impreparati Ne ho
incontrati molti, tra questi una ragazza, Veronique, che è
venuta qui invitata da sua cugina e non sapeva neanche perché
fosse venuta. Viaggiavamo sullo stesso pullman e lei era molto
sorpresa, le appariva tutto strano, non capiva cosa stavamo
facendo... ma quando siamo arrivati anche lei è stata subito
rapita dalla grazia e ha scoperto la bellezza e la gioia di credere.
In pochi giorni ha fatto una cammino incredibile! La domanda più
frequente che essi mi pongono è: cosa avverrà dopo
questi giorni qui a Medjugorje, una volta rientrati a casa?
Nei
colloqui personali, consigliamo ai giovani di provare a continuare a
vivere nelle proprie case un breve tempo quotidiano di preghiera
personale con Dio e, possibilmente, di inserirsi in un gruppo di
preghiera dove poter condividere le proprie esperienze, così
come la Vergine ci invita nei suoi messaggi. La Madonna ci indica i
cinque strumenti che ormai sono noti a tutti, ma non sempre per i
giovani è facile vivere il digiuno. Ritrovarsi in un piccolo
gruppo di preghiera li può aiutare a vivere la grazia ricevuta
a Medjugorje, affinché essa possa lentamente penetrare le
radici della loro vita e trasformarla.
Desidero aggiungere ancora
qualcosa: il nostro pellegrinaggio aveva un tema specifico "Vivere
sotto la guida dello Spirito Santo" (cfr. Gal 5,16). Vedo che
qui a Medjugorje tutta la vita cristiana diventa molto facile. Tante
volte i giovani dicono che essa è impegnativa, e anche lo
nostra esperienza ci mostra che spesso non è facile seguire
Cristo nel nostro quotidiano con tutto quello che il mondo ci
propone, ma sentiamo anche che attraverso Maria tutto diventa più
semplice. Veramente questa Madre che ci prende per mano e che ci
aiuta a seguire Cristo, in una grande tenerezza e semplicità.
Lei che è riempita dello Spirito Santo, ci aiuta a fare tutto
nella forza dello Spirito e non attraverso le nostre capacità.
d. L’esperienza della preghiera carismatica spinge un po’
ad una preghiera di lode, di gioia... Come parlate ai giovani della
croce, come affrontate nelle vostra spiritualità la sofferenza
vissuta come elemento di corredenzione e di salvezza?
Per noi, in Comunità, la Croce ha un posto molto
importante. E’ vero che a Medjugorje l’aspetto più
evidente in questi giorni del festival è la gioia vissuta con
spirito di fraternità, ma è anche vero che non siamo
ancora saliti sul monte della Croce; lo faremo insieme agli altri per
la messa finale. Ma dalla mia esperienza passata so anche che i
pellegrini testimoniano che vengono maggiormente colpiti dalla Via
crucis sul monte Krizevac, anche se spesso è umanamente
difficile a vivere.
Per me questa è la prova che Maria non
fa altro che guidarci verso Cristo: Come ho già detto, 12 anni
fa ho incontrato Gesù e il suo amore, e allora era difficile
comprendere il posto di Maria: ho avuto bisogno di tempo. Per me il
suo ruolo è nella Chiesa, ma il suo unico desiderio è
quello di guidarci verso suo Figlio e nelle braccia del Padre. Allora
non mi sorprende che tanti giovani scoprono l’amore di Cristo
nella Via crucis, perché nella morte sulla croce Dio ci ha
mostrato il suo più grande amore per tutti noi.
d. Nella tua famiglia siete quattro figli e tutti consacrati...
Tutte le opere di Dio si realizzano sempre in una grande
semplicità... Ciascuno di noi fratelli (tra cui una sorella) è
stato chiamato alla vita consacrata, ma questo è successo in
una maniera così naturale! Devo ammettere che quando la gente
lo viene a sapere umanamente gli sembra un po’ strano, persino
shockante, ma è importante dire che questo si inscrive nella
storia personale di ognuno.
Il Signore fa le cose molto
dolcemente, con naturalezza; ognuno di noi è stato chiamato a
seguirlo nella vita consacrata in Comunità diverse, "colorate"
diversamente (lo dimostrano gli abiti che indossiamo!), e questo non
si fa da un giorno all’altro. Ciascuno di noi è
cresciuto con la Grazia di Dio. Allora approfitto per dire un grande
grazie al Lui per la chiamata che ci ha donato, per me essa è
personalmente una grande gioia e penso che lo sia anche per i miei
fratelli. Lo ringrazio anche per i nostri genitori, che non sono
delle persone straordinarie, direi che sono come tutti gli altri, ma
è vero che essi sono riusciti ad aprirsi alla volontà
di Dio e a rimanere sempre aperti a ciò che Dio voleva
realizzare nella vita dei loro figli. E con prontezza e semplicità
hanno accettato la nostra vocazione.
d. Cos’altro vuoi dirci?
Voglio approfittare per invitare tutti a mettersi alla scuola
della Madonna, di essere in ascolto di ciò che Lei vuole
dirci. Oggi, il 5 agosto, qui a Medjugorje si festeggia il suo
compleanno (ndr. secondo quanto è stato da lei stessa rivelato
in un messaggio), e penso che la gioia più grande di una madre
sia sapere che i suoi figli sono sereni. L’unico desiderio
della Vergine Maria e saperci felici; per essere in questa
beatitudine, in questa gioia dei figli di Dio, dobbiamo farci guidare
da Lei: sarà Lei a comunicarci la felicità di sapere
che Cristo è il nostro Salvatore.
Infine vorrei invitare i
giovani a venire a Medjugorje, in particolar modo nei giorni del
festival. Ai "grandi" direi di non esitare ad offrirgli il
viaggio come regalo di Natale o di compleanno, così come mio
fratello più grande lo ha offerto a me la prima volta.
Probabilmente non sarei mai venuto e mai avrei potuto vivere quello
che ho vissuto... Vi invito allora ad essere creativi a farvi
promotori di questi viaggi, per permettere ad altri giovani di vivere
la gioia di sentirsi amati dalla Regina della Pace.
Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/035-giovani.php
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