Per gli abitanti di Medjugorje era un giorno festivo e
tutta la gente si è recata in Chiesa per partecipare alla S. Messa. Essa fu
celebrata da P. Zrinko Čuvalo, cappellano della parrocchia, perché il parroco P.
Jozo Zovko non era in paese in quei giorni: le religiose di Klostar Ivanić lo
avevano pregato di predicare gli Esercizi Spirituali per i Voti Perpetui di 24
novizie.Probabilmente
una sola persona del villaggio non ha partecipato alla Messa quel giorno: la
diciassettenne Vicka Ivanković, che si era recata a Mostar per sostenere l’esame
di riparazione in Matematica.
Si era a Giugno e, per le vacanze, erano tornate in paese diverse famiglie che
avevano dovuto trasferirsi nelle grandi città come Mostar, Dubrovnik o anche in
Germania per trovare lavoro. Il paese di Medjugorje, infatti, offriva solo la
possibilità di lavorare i campi o il tabacco e… le bocche da sfamare erano
molte! Quello è stato un giorno di grande caldo, quel caldo che anche molti di
noi avrebbero potuto sperimentare negli anni seguenti recandosi a Medjugorje nei
mesi estivi. Non possiamo perciò biasimare Vicka se, come racconta lei stessa a
P. Bubalo, dopo essere tornata dall’esame stremata dalla fatica e dal caldo, si
è fatta un bel riposino.
Ma i modi per trovar refrigerio dal caldo sono
molti… altre due ragazze, Ivanka Ivanković e Mirjana Dragicević giunte a
Medjugorje per trascorrervi le vacanze estive, verso le 18, pensano di fare una
passeggiata un po’ fuori dal paese sotto il monte Crnica, in una zona chiamata
Podbrdo, cioè “sotto il monte”. Passeggiando, si raccontano a vicenda ciò che
era successo a entrambe nei lunghi mesi in cui non si erano potute incontrare
(Ivanka, infatti, vive a Mostar e Mirjana a Sarajevo).
Ad un tratto, volgendo lo sguardo verso la collina, Ivanka esclama: “C’è la
Madonna sulla collina”.
Mirjana, senza neanche guardare, risponde: “Si, la Madonna non ha niente altro
da fare che venire a vedere cosa facciamo noi!"
e se ne va, stupita che l’amica abbia potuto scherzare in quel modo con il Nome
di Dio e della Madonna.
Tuttavia, sente nel suo cuore che deve tornare a Podbrdo e capire cosa sta
accadendo alla sua amica e quindi ritorna sui suoi passi e vede anche lei quella
Signora con un vestito grigio, che teneva un piccolo Bambino in braccio e sente
profondamente nel cuore che è la “Gospa”
(Madonna). Ella faceva loro cenno con la mano di avvicinarsi, ma esse ebbero
paura e scapparono.
Mentre si dirigevano verso le case, incontrarono Milka Pavlović, sorella di
Marija, che chiede loro di aiutarla a far rientrare le pecore nel recinto,
che era proprio vicino al luogo dove Ivanka e Mirjana avevano visto la Gospa.
Infatti, la videro di nuovo nello stesso luogo e anche Milka ebbe, solo per quel
giorno, il dono di vedere Maria. Dirà in seguito: “La Madonna era già là, non
apparve all’improvviso. Non sapevamo cosa fare!”.
Vicka intanto, ignara di tutto ciò che stava succedendo alle amiche, si godeva
il suo riposino… finché sua sorella Zdenka, per farle uno scherzo, la svegliò di
soprassalto dicendole: “Svegliati! Se no farai tardi a scuola!”.
Solo allora Vicka si ricordò che anche lei era stata invitata da Mirjana e
Ivanka ad unirsi alla loro passeggiata ed esce in gran fretta per raggiungerle…
ma dove? Ha l’idea di passare dalla zia di Mirjana e madre di Jakov
e lei le dice che le avrebbe trovate a Podbrdo dove avevano detto che sarebbero
andate e infatti eccole là insieme a Milka, ma, cosa strana, “fissavano
intensamente qualcosa e sembravano impaurite”.
Milka fa segno con la mano a Vicka di
avvicinarsi e, quando anche lei giunge vicino a loro, tutte insieme le tre
ragazze le dicono: “Vicka, ecco lì la Madonna!”,
ma lei, senza guardare, pensando che le amiche volessero prenderla in giro o che
fossero state morse da qualche serpente, si tolse le ciabatte e fuggì.
A un certo punto della strada verso il villaggio, Vicka si mise a sedere per
terra e cominciò a piangere. Mentre era là giunsero Ivan Ivancović e Ivan
Dragičević, che aveva in mano un sacchetto di mele. Vicka disse loro: “Venite a
vedere la Madonna!”.
Ivan Ivanković disse al suo amico: “Lascia stare, è pazza!”.
Alla fine l’insistenza di Vicka ha la meglio e i due Ivan insieme a Vicka
tornano a Podbrdo dove vedono anch’essi la Gospa. Vicka racconta così quegli
attimi: “Rimasi là, non potevo muovermi ma non guardavo su. Dopo un po’ ho
alzato la testa, ma non di mia volontà”.
Descriverà la Gospa come “una giovane meravigliosa, con il Bambino in braccio,
che continuamente copriva e scopriva. Ci faceva segno con le mani di avvicinarci
a lei”.
E disse ancora che aveva un vestito grigio, capelli neri mossi sotto il velo
bianco e che intorno al capo aveva una corona di dodici stelle che non era
sostenuta né legata da nulla.
Ivan Dragičević appena vide la Gospa per lo
spavento fuggì via,
Ivan Ivanković, invece, riferì in seguito di aver visto una figura tutta bianca
in movimento.
Anche Vicka però è un po’ impaurita e, dopo
essere rimasta a contemplare la Signora per cinque o sei minuti, scappa via.
A questo punto Mirjana dice a Ivanka: “Forse è meglio che ce ne andiamo anche
noi” e “non avevo finito la frase, che già eravamo dirette verso le case”.
Ho tentato fin qui di tracciare, citando
puntualmente le testimonianze dei veggenti stessi, un quadro il più possibile
preciso degli avvenimenti accaduti tra le 17:00 e le 18:00 di quel “fatidico” 24
Giugno 1981. Ora cercheremo di capire cosa è successo quando essi sono tornati
nelle loro case. Sappiamo, per sommi capi, come andò in casa di Mirjana, di
Ivan, di Milka e di Vicka. Su ciò che accadde in casa di Ivanka non ho alcuna
fonte e, perciò, tralascerò di parlarne.
Il primo a scappare e quindi a giungere a casa,
come abbiamo visto sopra, fu Ivan Dragičevic. Lui stesso ci racconta ciò che
fece: “A casa non dissi niente a nessuno. Avevo mille domande: Possibile? Avevo
paura che venisse nella mia stanza!”.
La paura provata da Ivan e dagli altri ragazzi
non ci deve stupire: i ragazzi, vivendo in un paese comunista, non avevano mai
sentito parlare di altre apparizioni, né della possibilità di tali eventi.
Vicka invece ci riferisce quanto segue: “Ero
molto felice, ma anche impaurita. Avevo paura e al tempo stesso mi sentivo
felice. […] Mi sono buttata sul divano e continuavo a piangere. Avevo solo
voglia di piangere”. Così poi ci racconta le reazioni di coloro che ascoltavano
il suo racconto: “Avvenne di tutto. Qualcuno forse ci ha creduto, qualcuno si è
meravigliato; chi interpretava il fatto in un modo e chi in un altro.
Addirittura che si è trattato di un disco volante. E così si è detto di tutto”.
Ma, nonostante lo straordinario avvenimento che era avvenuto, Vicka è rimasta
con i piedi ben piantati sulla terra. Infatti subito dopo aggiunge che tutti
sono andati a dormire perché “All'indomani presto bisognava raccogliere il
tabacco, portare le bestie al pascolo e fare tante altre cose”.
Questa frase di Vicka vale più di mille trattati in difesa della normalità e
semplicità dei ragazzi. Nessuno di loro si è montato la testa.
Seguiamo ora la piccola Milka Pavlović che, come
abbiamo già ricordato, solo quel primo giorno vide la Gospa, per ragioni che
vedremo in seguito. Secondo il volume della Zuccarini,
fonte a mio parere molto attendibile, perché scritto da una abitante
del luogo che ha potuto sentire le testimonianze
dei primi giorni dalla viva voce dei ragazzi, Vicka, prima di arrivare a casa,
si fermò a casa di Milka e raccontò con la piccola ciò che avevano visto.
Sentiamo cosa accadde: “Vicka e Marija tornarono di corsa in paese, a casa
Pavlović, prima degli altri (di Mirjana e Ivanka, che furono le ultime a
lasciare il luogo dell’apparizione n.d.r)
e qui trovarono la sorella maggiore di Milka, Marija, studentessa al primo anno
presso l’Istituto professionale per parrucchieri. […] Anche lei di natura molto
timida, taciturna, riservata, prudente, guardò perplessa Vicka e Milka arrivate
in casa come proiettili per annunciare col fiato in gola di aver visto la
Madonna sul Podbrdo. Con il cuore martellante in petto, Marija non riuscì a dire
una parola. Per nascondere il turbamento guardò per terra, ma il suo viso,
illuminato da un tenero enigmatico sorriso, rivelava che già credeva in cuor suo
a ciò che aveva sentito”
. Forse qualcuno si chiederà perché Vicka non racconti questo episodio. Il
volume più prezioso e attendibile che contiene le sue testimonianze è, senza
dubbio, quello di P. Janko Bubalo che risale al 1985. Esso è la trascrizione di
una lunga intervista a Vicka da questo frate. Ella, nelle sue risposte, è sempre
molto legata alle domande che il frate le rivolge. Ne è un esempio chiaro il
motivo della presenza di Milka sul luogo dell’apparizione: se fra Janko non le
avesse rivolto esplicitamente domande su quel punto particolare, Vicka lo
avrebbe saltato. Questo non per malafede, ma perché in quel momento non lo
riteneva importante,
dopo tutto fra Janko voleva sapere l’esperienza di Vicka e non di Milka. Perciò
se lui non glielo avesse domandato, perché interrompere il racconto parlando di
altre persone? In più, è la stessa Vicka che, all’inizio dell’intervista, chiede
a fra Janko di aiutarla nel racconto con le sue domande “altrimenti chissà dove
andrei a finire!”.
Fra Bubalo, nel caso di Milka, ha fatto proprio questo: ha portato l’attenzione
su ciò che in quel momento gli sembrava importante, tanto è vero che, per
rispondere alla domanda Vicka interrompe il racconto e torna indietro
raccontando, in accordo con le altre fonti, il motivo della presenza di Milka a
Podbrdo il 24 giugno 1981.
Da quanto detto, si può asserire con sicurezza
che Vicka non abbia raccontato il fatto di essersi fermata a casa Pavlović
semplicemente perché fra Bubalo non le ha fatto domande in proposito.
Vediamo,
infine, gli avvenimenti accaduti in casa di Mirjana. Lei e Ivanka furono le
ultime a lasciare il Podbrdo, subito dopo Vicka e Milka.
Una volta a casa, Mirjana dice alla nonna di aver visto la Gospa e la nonna le
risponde: “Ma prendi il rosario e prega e lascia la Madonna in paradiso, dov'è".
Sentiamo cosa ci racconta la stessa Mirjana:
“Io non ho
continuato a spiegare più nulla. Solo sentivo dentro di me il desiderio di stare
da sola e pregare. Sono andata in camera e tutta la notte ho pregato perché il
sonno non veniva e avevo pace solo quando pregavo. Ho trascorso tutta la notte a
recitare rosari e rosari. Parlavo col Signore e chiedevo aiuto. Il giorno dopo
ho aiutato i miei zii come tutti i giorni... […] Mia zia ha chiamato subito i
miei genitori a Sarajevo e ha detto a mia mamma: "Guarda a Mirjana è successo
così... Mia madre ha preso una sedia per sedersi, perché pensava che mi fosse
successo qualcosa di male e che non stessi bene. "Lei dice che vede la Madonna",
raccontava "E’ normale?", domandava mia madre. "Sembra uguale a prima, diceva
mia zia, Non mi sembra che non sia normale". Mia madre alla fine ha detto: "Le è
successo qualcosa, perché su queste cose lei non scherza e non dice mai bugie".
Mia mamma e mio papà sono venuti subito e mi sono stati vicini. L’unico
desiderio di mio papà era che io tornassi a casa quando tutto sarebbe finito.
Sono stata veramente aiutata dal Signore ad avere dei genitori come quelli che
ho, perché con tutti i problemi che abbiamo avuto a Sarajevo con i poliziotti,
che ci dicevano che avremmo perso il lavoro e la casa, mia mamma e mio papà mi
hanno detto: "Tu dì la verità e non ti preoccupare. Il Signore provvede". Li ho
avuti vicini e sempre mi hanno aiutato. Così ho potuto pensare solo alla Madonna”.
Spero di aver
tracciato nel modo più chiaro e preciso possibile a partire dalle fonti gli
avvenimenti di quel 24 giugno 1981, giorno che da inizio a quella che potremmo
chiamare la grande “avventura di Medjugorje”. Ho cercato di essere il più
preciso possibile, per dimostrare come le testimonianze dei veggenti siano del
tutto convergenti e fugare ogni accusa di inganno da parte loro. Per dovere di
cronaca bisogna dire infine che il Parroco fra Jozo Zovko che, come abbiamo
ricordato all’inizio, in quei giorni non era a Medjugorje e quindi non sapeva
nulla di ciò che era successo, aveva cercato di telefonare in parrocchia, ma non
riusciva a prendere la linea a causa di un temporale che con i suoi fulmini
aveva colpito le linee telefoniche. Gli Esercizi terminarono proprio quel 24
Giugno e fra Jozo poi partecipò a Dubrovnik ad un incontro sui “nuovi Catechismi
in Croazia”
Prima di terminare
il racconto del primo giorno, dobbiamo ricordare che nessuno dei veggenti in
quella prima apparizione si avvicinò alla Gospa o parlò con Lei
Ora lasciamo
andare a dormire i veggenti, per quanto potranno, e prepariamoci a vedere ciò
che avvenne il 25 Giugno 1981.
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