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lunedì 29 giugno 2015

Ora mi sento amato, noi tutti siamo amati, nessuno escluso.

Pellegrinaggio a Med 


Medjugorje, un nome che sentivo lontano solo pochi mesi fa, un luogo che diversi amici e parenti hanno visitato e mi hanno raccontato con una gioia nel cuore che non comprendevo.

Ecco, io ora racconto a voi, non con la presunzione di convincervi ad andare un giorno, ma con la mia personale gioia nel cuore che vorrei condividere con i miei compaesani che leggeranno queste semplici righe.

Non vi so spiegare il perché ho deciso di andare in quel paese lontano della Bosnia Erzegovina, non per la sua fama o per gli effetti “speciali” che tanti raccontano e vedono, non per grazie particolari, ma mi sono detto:” io come Cristiano devo andare, La Nostra Madre Maria non apparirà per sempre e questa è un’occasione, un dono dal cielo che ci viene offerto”.

Anche per me è arrivato quel giorno, il 30 Aprile, siamo partiti da Brozzo, noi un gruppo di venti fedeli della nostra valle, qualcuno era già andato e altri come me affrontavano per la prima volta quel viaggio che io vi descriverò tanto solitario, poiché personale, quanto fraterno per la condivisone dell’esperienza con i fratelli che abbiamo accanto.

Quindici ore di pullman, pesanti, ma credetemi essenziali, poiché la ricerca della fede e la sua coltivazione è proprio un cammino, a volte un calvario proprio come quello che Nostro Signore ha intrapreso e ci ha insegnato.

Il primo giorno ero confuso, vedevo intorno a me tante persone, ma che dico tante migliaia che pregavano con pregevole intensità e concentrazione, che ho cominciato a non essere più sicuro che la mia fede fosse così salda come credevo.

Mi sentivo come dentro una campana entro la quale tutti pregavano e con trasporto uniti cantavano inni a Dio.

Io come un bambino ero meravigliato e al tempo stesso scettico, poiché ciò che vivevo intorno a me lo sentivo estraneo.

Ecco, non vi starò a specificare cosa troverete a Medjugorje poiché per me è stato importante intraprendere questo viaggio partendo da un mio pensiero base: “non mi importa ciò che vedrò, ma ciò che sentirò ”, non è il vedere, ma cosa si prova nell’intimità del proprio animo, che ha riempito la mia valigia personale.

Quindi in preda al mio stordimento di fede mi sono detto: “ o resto nella confusione, o ricerco” e la ricerca è iniziata da un mio volontario sacrificio, ovvero andare con un gruppo di amici alla croce blu (luogo dove appare la Madonna a Mirjana il giorno 2 di ogni mese) dalle 3 del mattino ed aspettare il momento tanto atteso sino alle 9.

Così ho fatto, ho aspettato sotto la pioggia e seduto tra i sassi argillosi del sito quello che per me sarebbe stato il momento cruciale che dava il via al mio viaggio di ricerca di fede, pregando e cantando insieme a migliaia di fratelli.

Quando Maria regina della pace è apparsa alla veggente un silenzio surreale ha fatto da cornice alla scena, pareva che il tempo si fosse fermato, e la natura attorno, dagli alberi, ai molti sassi rossi che lambivano il terreno sul quale i nostri piedi poggiavano, il vento, un gruppo di rondini che volteggiavano sopra la croce, persino la pioggia era cessata e noi presenti, tutti stavamo in contemplazione di quei pochi minuti che credetemi ti scaldano il cuore e un grido di gioia e riconoscenza è tenuto in gola, ma se potesse verrebbe innalzato al cielo.

Solo l’applauso finale ci riporta tra i sassi che ci circondano, tra i pianti strozzati di qualcuno, tra i nostri pensieri e i nostri dolori personali spezzando quel filo tra cielo e terra.

Tornando poi verso l’albergo resta quel calore nell’animo, segno di un dono che non è facile comprendere, ma se provato ti senti carico come mai prima di allora.

Il giorno successivo, domenica 3 maggio, mi sono alzato alle cinque del mattino e insieme alla mia famiglia e ad alcuni amici del gruppo con don Davide siamo andati sul monte Krizevac (520 metri sul livello del mare) e abbiamo intrapreso la salita facendo la via crucis.

Vorrei concludere il racconto di questo pellegrinaggio con la mia personale salita al monte, una camminata non impegnativa per coloro che sono abituati ad andare in montagna, ma che richiede uno sforzo meditativo, essenziale per la preghiera, e ciò che mi ha colpito ancora una volta sono stati i grandi massi che il pellegrino deve superare durante il percorso, che se fatto con la giusta concentrazione può farti vivere la passione di Cristo senza sentire la fatica.

La gioia nel cuore ti spinge fin sopra la sommità del colle, sulla quale si erge imponente una croce bianca, dove il contatto tra cielo e terra viene ristabilito.

La stanchezza, i pensieri, le ansie personali non le ho provate e come me anche gli altri fedeli me lo hanno confermato.

Il dolore, le nostre croci personali, com’è successo a Nostro Signore le possiamo vedere, sappiamo che ci sono, così come ho visto bambini malati la cui sofferenza non potevi non notare, ma che era sminuita da sorrisi disarmanti; infatti se tutte queste croci dalle più piccole alle più grandi vengono portate con la fede dentro i nostri cuori ecco che il dolore non lo sentiamo, non lo proviamo, poiché la gioia dell’amore di Dio per noi, ci spinge a salire sino a lui.

Questo è il dono che ho ricevuto e voglio condividerlo con voi, non per vanto, ma per testimoniare la bellezza dell’amore di Gesù che si dona ad ognuno di noi ogni giorno, in ogni persona che incontriamo, in ogni situazione che viviamo e ognuno di noi singolarmente ha la grazia di sperimentarne il dono anche e soprattutto a Medjugorje dove la nostra Mamma Maria è presente e ci ricorda che solo vivendo quella palestra di fede a stretto contatto con Dio, affrontata con sacrificio e devozione può farci tornare alle nostre case e alle nostre abitudini quotidiane sereni e grati, come è successo a me con la promessa di essere tenace e costante nel coltivare la mia nuova fede e con la gioia nel cuore che mai avevo provato.

Ora mi sento amato, noi tutti siamo amati, nessuno escluso.

Fonte:http://www.parrocchiamarcheno.it/j3/parrocchia/bollettino-parrocchiale/articoli-bollettino/238-pellegrinaggio-a-medjugorje

venerdì 26 giugno 2015

Madre Teresa di Calcutta parla di Medjugorje in colloquio con Padre Slavko

Padre Slavko a colloquio con la beata Madre Teresa di Calcutta, durante i primi anni delle apparizioni a Medjugorje:
la beata Madre di Teresa di Calcutta disse:
Sì, appunto. Io seguo Medjugorje. So che vi viene molta gente, e molti si convertono. Ringrazio Iddio che opera così nel nostro tempo. Mi è stato tanto caro ricevere da voi e dai veggenti un'immagine di Medjugorje benedetta dalla Madonna durante un'apparizione. Così verrei volentieri a Medjugorje. Ma se vengo, molti verrebbero per me. E questo non va bene. Questo è il motivo per cui non sono venuta ancora, per quanto molti amici m'abbiano invitata a venire. (Madre Teresa di Calcutta)


Ecco l'intera intervista:
Diffondere e vivere davvero il tenero amore di Dio.
Fonte: dal libro “Conversando” di Padre Slavko (interviste seguite nel mensile “Sveta Baština ”, tra il 1983 al 1989)

Non occorre farne la presentazione. E' una donna di fede, di carità e di speranza. Molti la considerano loro sorella e madre. Piccola di statura, con il peso d'un bel numero di anni sulle spalle, madre Teresa è tutta nella sua parola e nel suo richiamo alla pace rivolto all'umanità. Dovunque vada, porta amore ed annunzia pace, invita alla preghiera, e ad affidarsi alla divina Provvidenza. Fonda comunità per tutto il mondo. Suo principale impegno: diffondere e vivere davvero il tenero amore di Dio. In occasione del dodicesimo Congresso della Famiglia a Vienna ha dato un messaggio al nostro collaboratore, per il nostro giornale: parla di sé,
delle sue esperienze, delle esperienze degli altri, come del suo atteggiamento verso Medjugorje. Ha parlato in parte in croato.
Questo è il più bell'augurio natalizio al nostro giornale ed ai nostri lettori.



Madre, son contento di parlare con te per il nostro giornale. Grazie per la tua disponibilità. La solita domanda di volerti presentare ai nostri lettori cade, perché ti conoscono e ti vogliono bene. Ti chiedo perciò semplicemente: Madre, come stai?

Madre Teresa: Grazie a Dio, sto bene. Ecco, gli anni mi pesano, ma mi dò da fare per lavorare ancora alla gloria di Dio e per il bene degli uomini. Lavoro quanto mi è dato dall'alto. Ho molte suore, fondo case (comunità) per tutto il mondo: i bisognosi aumentano. Sono stata anche a Cuba. Ho parlato con Castro. M'ha chiesto: "Perché vorrebbe venire a Cuba?". Gli ho risposto: "Con le mie suore vorrei portare un po' della tenerezza di Dio ai vostri ammalati, ai vostri poveri". Il presidente ha chiesto ancora: "Tutto qui?". Ho risposto: "Solo questo, e nient'altro". Ha sorriso, ed ha detto: "Allora bene. Venga". Abbiamo aperto case a Zagabria, a Skoplye, a Lubiana. Adesso vado in Polonia. Abbiamo anche là un grande noviziato. Onoriamo molto Maria, causa della nostra gioia. Questo raccomando a tutte le suore. Ci diamo da fare per diffondere la devozione a Maria ed a consacrarLe le famiglie. Così un giorno son venute anche alcune famiglie indù a chiedermi di consacrarle alla Madre Maria. Cosa che abbiamo fatto. Maria è Madre di tutti.
Alcuni se la ridono sul mio conto e dicono: "Madre Teresa ha l'aspetto d'un bambino, tiene sempre nelle mani la corona, come un bambino che vuol stare appiccicato a sua madre". Io me la rido. Ho sempre la corona fra le mani. E difatto è così. La Madonna mi guida. Son sempre più i paesi che vogliono le mie suore. M'han chiamata anche a Spalato ed a Subotica. Lo so, è la Madonna che guida tutto questo.

Madre, e con la Russia?

M.T.: Abbiamo avuto il permesso, e fra non molto apriamo una casa in Russia. Il motivo è lo stesso che a Cuba: vogliamo portare agli ammalati la tenerezza dell'amore di Dio.

Ti ricordi, Madre, che tre anni fa hai mandato a Medjugorje una tua collaboratrice a trasmettere alla Madonna, mediante i veggenti, tre tuoi
particolari desideri?

M.T.: Sì, come no! I desideri erano questi: aprire una casa in Russia; che si trovi una medicina contro l'AIDS; e che la Madonna aiuti in modo particolare l'India. Sono convinta che la mia prima domanda è stata esaudita. Di questo son così riconoscente alla Madonna di Medjugorje. Non abbiamo però ancora un rimedio contro l'AIDS. Bisogna senz'altro pregare ancora molto. Sono convinta che la Madonna aiuterà gli uomini della medicina a scoprire questo rimedio. Sarei tanto felice che si aiutassero questi sventurati ammalati. Così verrei volentieri a Medjugorje ... farò del mio meglio per venire a ringraziare perché è stata esaudita la prima supplica. Dite però alla Madonna che attendo siano esaudite le altre domande.

Dunque, Madre, tu hai promesso di venire a Medjugorje a ringraziare se si realizzano i tuoi desideri e le tue preghiere?

M.T.: Sì, appunto. Io seguo Medjugorje. So che vi viene molta gente, e molti si convertono. Ringrazio Iddio che opera così nel nostro tempo. Mi è stato tanto caro ricevere da voi e dai veggenti un'immagine di Medjugorje benedetta dalla Madonna durante un'apparizione. Così verrei volentieri a Medjugorje. Ma se vengo, molti verrebbero per me. E questo non va bene. Questo è il motivo per cui non sono venuta ancora, per quanto molti amici m'abbiano invitata a venire
.
Ma, Madre, non sarebbe nessun peccato se qualcuno venisse per te!

M.T.: (Sorride di cuore) Lo so, lo so. Per ora mi raccomando molto alle preghiere. Preghiere per i poveri di questo mondo. E i più poveri sono quelli che non hanno amore nel cuore. Dio è misericordioso e mite. Quando vado a Lubiana, vedrò di ringraziare perché è stata esaudita la prima supplica. Voi dite alla Madonna che attendo che siano esaudite anche le altre domande. Ditele di non dimenticarle. Gli ammalati di AIDS sono degli autentici poveri. Bisogna aiutarli. E questo può farlo solo Dio.

Allora, quando possiamo aspettarti a Medjugorje?

M.T.: Non so. Dopo la Polonia vado a Città del Capo, in Sud Africa, ad aprirvi anche là una casa. Poi vado in Tanzania: abbiamo anche là un noviziato. Dodici suore pronunziano i voti e desidero in ogni modo di trovarmi là. Dio ci ha benedetti con tante vocazioni, dappertutto. Preghiamo molto per le vocazioni. E' importante che nelle famiglie si preghi per le vocazioni. Preghiamo il rosario nelle famiglie, e Dio spingerà i giovani a consacrarsi, a dedicarsi agli ammalati ed a quelli che più hanno bisogno.

Madre, che cosa desideri dire a noi giornalisti qui radunati?

M.T.: E' una bella occasione per noi tutti di fare qualche cosa di bello. Ci siamo radunati per un congresso sulla famiglia. E' nostro dovere aiutare le famiglie e gli individui ad arrivare alla pace. Il mondo mai ha avuto tanto bisogno di pace quanto adesso. Tutti noi sappiamo che amore e pace stanno bene di casa nella famiglia. Io ripeto sempre la medesima cosa: se una madre uccide il suo bambino, noi altri cosa possiamo aspettarci? Uccidendo un bambino, noi
difatto distruggiamo ed uccidiamo la presenza di Dio e la Sua immagine. Perciò l'aborto è il più gran demolitore dell'amore e della pace.

Madre, secondo il tuo pensiero, qual è il modo più facile di riportare pace e amore, e così evitare l'aborto?

M.T.: Semplicemente: bisogna incominciare a pregare. Bisogna riportare la preghiera nella famiglia. Questo vuol dire restituire Dio alla famiglia. Allora tutto il resto si risolverà. Se davvero . incominciamo ad amare, il nostro amore diventerà azione, sarà operoso. Frutto d'un amore operoso è il servizio. E dove l'amore agisce, là ci sarà anche pace. Per questo vi prego, quando siete in contatto con la gente, o quando scrivete qualche cosa, trovate sempre qualche cosa che spinga il cuore dell'uomo al bene, all'amore. Perché tutto sta qui: che Dio ama noi e che noi ci amiamo gli uni gli altri. Ora l'amore incomincia nelle famiglie. Come? Con la preghiera. Una famiglia che prega sarà unita, in essa l'amore crescerà. Dove invece non c'è amore, la famiglia è infelice e si sfascia.
Amare operando e servire per amore - amore e servizio delle mie sorelle e mio - son chiari nella nostra decisione di adottare bambini in modo da combattere così contro l'aborto. Abbiamo già adottato seimila bambini. Non vogliamo però che questi bambini siano una massa di orfani, senza padre e
senza madre. Per cui presto e spesso son poi famiglie a prenderseli. E questi bambini vi portano amore, unione e felicità. Peraltro, io non dò bambini a nessuno che abbia fatto qualche cosa per non averne. Persone così non sono più capaci di educare dei bambini. A quelli che non ne possono avere li dò molto volentieri. Questi bambini, che diversamente sarebbero stati oggetto di aborto, sono fonte di pace per molte famiglie. Un bimbo è un bel dono di Dio ad ogni famiglia. In lui si manifesta nella maniera migliore il tenero amore di Dio. Salvando un bambino, salviamo difatto un tabernacolo vivente di Dio.
E' spaventoso che si distrugga un tabernacolo vivente dell'amore. Sono tante le famiglie distrutte perché prima hanno distrutto il tabernacolo vivente dell'amore e della vita. Il bambino è semplicemente amore. Per questo io con le mie suore ho tanto lottato e lotto per l'adozione di bambini. Vi prego, impegnatevi ad arrestare il male che è l'aborto, e così cambierete il destino del mondo. So di famiglie povere che non hanno alcuna paura,, dei bambini, e
che non compiono aborti. E pur nella loro povertà son famiglie felici. Questi giorni del congresso preghiamo qui perché le famiglie superino il male dell'aborto. Impegnamoci a conservare l'amore della famiglia verso i figli e l'amore dei figli verso la famiglia. So per esperienza quanto Dio è buono e sensibile. So di famiglie che non avevano figli ed hanno adottato dei nostri, e poi ne hanno avuti dei loro.

Madre, che cosa dici alle famiglie in India sulla pianificazione famigliare?

M.T.: Dico semplicemente: decidetevi prima dell'aborto. Se non volete avere più figli, se siete poveri, c non potete averne di più, decidetevi prima che il bambino sia coi concepito. Una volta che un bambino sia concepito, ha diritto alla vita. So che sono molte le difficoltà. Ma quando tutte queste siano messe a confronto con la vita, la vita è sempre in vantaggio. Bisogna decidersi per la vita. Mi ricordo che ho iniziato con un ammalato vicino a morire, un povero. Fino ad ora sono 53.000. Se non mi fossi decisa per quell'uno, per quel primo, questo numero forse non ci sarebbe mai stato. Perciò la prima importante cosa è la decisione, è fare il primo passo. Sono convinta che sarebbe un bellissimo dono di Dio se ognuno di noi si decidesse per il primo ammalato o per il primo bambino, per salvarli.

Madre, tu sempre poni l'accento sulla Provvidenza divina. Viviamo in un mondo dove tutto è organizzato. Che cosa fare perché la fede nella Provvidenza trovi in noi maggiore spazio?

M.T.: Se si guarda la natura, vi si vedono milioni di uccelli, milioni di fiori meravigliosi, milioni di splendidi alberi, e Dio si cura di loro con il sole, con la pioggia, con la primavera, con l'inverno ... Se promettiamo a Dio di dare tutto il nostro cuore ai più poveri tra i poveri, le cose cambieranno. Io e le mie suore non riceviamo stipendio dallo Stato, né aiuto dalla Chiesa, non riceviamo nulla dalla gente per il nostro lavoro. Eppure abbiamo migliaia e migliaia di ammalati, molti bambini adottati. Ancora mai abbiamo dovuto dire NON ABBIAMO E NON POSSIAMO DI PIU'. L'amore di Dio ha messo in movimento una moltitudine che fa parte a noi di quello che ha. Ogni giorno diamo da mangiare a circa 9.000 persone. Mai abbiamo dovuto respingere qualcuno dicendo: NON ABBIAMO! Questa è la Provvidenza di Dio, questo è il delicato amore di Dio.

Madre, hai qualche particolare esempio?

M.T.: (Dopo una breve pausa ed averci pensato su) Sì, sì, assolutamente. Eccovene uno. Pubblicatelo. Fatelo conoscere perché la gente più facilmente si convinca del tenero amore di Dio. Un uomo è venuto in casa da noi, dicendoci: "Il mio unico figlio è in fin di vita. Il medico ha prescritto questa medicina, ma in India non la si può avere. Dovrei acquistarla in Inghilterra". lo personalmente ho il permesso d'importare medicine in qualsiasi tempo e da qualsiasi parte. Mentre si parlava, viene un signore con un piccolo pacco di medicine. Perché in India abbiamo a Calcutta persone che raccolgono medicine superflue nelle famiglie. Ho aperto la scatola e proprio in alto ho trovato la medicina di cui si stava parlando. Se la medicina fosse stata sul fondo o a metà altezza non me ne sarei accorta. Fosse venuta in anticipo o in seguito, non vi avrei fatto caso. Mi son fermata davanti a questa medicina ed ho pensato. Al mondo ci sono milioni di bambini, ma l'amore delicato di Dio pensa a questo piccolo bambino in un povero quartiere di Calcutta e gli manda la medicina. E quando ho aperto l'involucro della medicina, c'erano proprio tante compresse quante ne aveva prescritto il medico. Ma guardate un po' l'amore di Dio! Così è verso tutti. Così torna a succedere quotidianamente.

Qual è la regola principale della vostra congregazione? Vi accogliete anche persone di altre fedi? Che ne è dell'ecumenismo?

M.T.: Da noi vengono tutti. Le porte sono aperte a tutti. Non conosciamo caste, non conosciamo colori, non conosciamo politica. Per noi son tutti figli di Dio. Dio ama tutti gli uomini, e nemmeno noi escludiamo nessuno. Nella congregazione però non accogliamo persone di altre fedi. Vogliamo solo servire e
portare a tutti il materno amore di Dio. Mi ricordo, quando mi son trovato a parlare in Russia, mi hanno chiesto: "Per lei un comunista chi è?". Ho risposto: "Un figlio di Dio, mio fratello e mia sorella!". E' questo il motivo della nostra gioia che desideriamo condividere con tutti. Vi invito tutti: condividete con tutti la gioia dell'amore. Questa è una cosa meravigliosa, e più che meravigliosa. Non dimenticatelo!".

Madre, ci hai detto tante cose. Grazie! I nostri lettori saran felici della parola che hai loro rivolta. Vuoi dire ancora qualche cosa ai nostri lettori, ai pellegrini e ai parrocchiani di Medjugorje?

M.T.: Si. Prego per voi tutti. La preghiera, come ce lo ripete la Madonna, è la cosa più importante. Pregate, ed avrete quel che la gente si attende da voi. Amatevi gli uni gli altri, e diventerete testimoni della pace nel mondo. Non dimenticate di pregare anche per me e per le mie suore che si abbia a rimanere fedeli alla nostra vocazione. Tutti gli uomini vogliono essere amati: ecco la nostra grande occasione, il nostro grande dovere. Chi ama non avrà mai a pentirsene. Pregate ed amate. Che Dio vi benedica! Vengo a sapere delle difficoltà presso di voi e nella vostra Terra. Ella - Maria - è con voi, è là, e certamente vi aiuterà a trovare la pace e forze sufficienti per una riconciliazione.

Fonte:https://www.facebook.com/201702136682887/photos/a.201703243349443.1073741827.201702136682887/414866898699742/?type=1

giovedì 25 giugno 2015

Gesù dice di guardarsi dagli ‘pseudoprofeti’: ‘Dai loro frutti li conoscerete’.

Il Papa: no ai pastori che parlano troppo e ascoltano poco

La gente sa quando un pastore ha quella coerenza che gli dà autorità. E’ uno dei passaggi dell’omelia di Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, tutta incentrata sulla distinzione tra i veri predicatori del Vangelo e gli “pseudoprofeti”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il popolo segue stupito Gesù perché Lui insegna come uno che ha autorità e non come gli scribi. Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia muovendo dal passo del Vangelo odierno e subito ha osservato che la gente percepisce, sa “quando un sacerdote, un vescovo, un catechista, un cristiano ha quella coerenza che gli dà autorità”. Gesù, ha detto, “ammonisce i suoi discepoli” a guardarsi “dai falsi profeti”. E poi spiega come discernere “dove sono i veri profeti e dove sono gli pesudoprofeti”, “dove sono i veri predicatori del Vangelo e dove sono quelli che predicano un Vangelo che non è Vangelo”.
Parlare, fare, ascoltare
Ci sono tre parole chiave per capire questo, ha ripreso il Papa: “Parlare, fare, e ascoltare”. Innanzitutto, ha avvertito riprendendo il monito di Gesù, “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel Regno dei Cieli”:
“Questi parlano, fanno, ma gli manca un altro atteggiamento, che è proprio la base, che è proprio il fondamento del parlare, del fare: gli manca l’ascoltare. Perciò continua Gesù: ‘Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica’: il binomio parlare-fare non è sufficiente… ci inganna, tante volte ci inganna. E Gesù cambia e dice: il binomio è l’altro, ascoltare e fare, mettere in pratica: ‘Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia’”.
Guardarsi dagli “pseudoprofeti”
Invece, ha proseguito, “quello che ascolta le parole ma non le fa sue, le lascia passare, cioè non ascolta sul serio e non le mette in pratica, sarà come quello che edifica la sua casa sulla sabbia”. E, ha detto, “sappiamo il risultato”:
“Quando Gesù ammonisce la gente dal guardarsi dagli ‘pseudoprofeti’, dice: ‘Dai loro frutti li conoscerete’. E qui, dal loro atteggiamento: tante parole, parlano, fanno prodigi, fanno cose grandi ma non hanno il cuore aperto per ascoltare la Parola di Dio, hanno paura del silenzio della parola di Dio e questi sono gli ‘pesudocristiani’, gli ‘pseudopastori’. E’ vero, fanno cose buone, è vero, ma gli manca la roccia”.
I pastori mondani parlano troppo e ascoltano poco
Gli manca, ha specificato, “la roccia dell’amore di Dio, la roccia della Parola di Dio”. E senza questa roccia, ha avvertito, “non possono profetizzare, non possono costruire: fanno finta, perché alla fine tutto crolla”. “Sono – ha detto Francesco – gli ‘pseudopastori’, i pastori mondani, i pastori o i cristiani anche che parlano troppo, hanno paura del silenzio, fanno forse troppo. Ma non sono capaci di fare dall’ascolto, fanno da quello che parlano, fanno dal proprio, non da Dio”:
“Ricordiamo queste tre parole, sono un segno: fare, ascoltare, parlare. Uno che parla e fa, solamente, non è un vero profeta, non è un vero cristiano, e alla fine crollerà tutto: non è sulla roccia dell’amore di Dio non è saldo come la roccia. Uno che sa ascoltare e dall’ascolto fa, con la forza della parola di un altro, non della propria, quello rimane saldo. Benché sia una persona umile, che non sembra importante, ma quanti di questi grandi ci sono nella Chiesa! Quanti vescovi grandi, quanti sacerdoti grandi, quanti fedeli grandi che sanno ascoltare e dall’ascolto fanno!”
Un esempio dei nostri giorni, ha detto il Papa, è Madre Teresa di Calcutta che “non parlava, e nel silenzio ha saputo ascoltare” e “ha fatto tanto! Non è crollata né lei né la sua opera”. “I grandi – ha soggiunto – sanno ascoltare e dall’ascolto fanno perché la loro fiducia e la loro forza è sulla roccia dell’amore di Gesù Cristo”. “La debolezza di Gesù che da forte si è fatto debole per farci noi forti – ha concluso – ci accompagni in questa celebrazione e ci insegni ad ascoltare e a fare dall’ascolto, non dalle nostre parole”.

VENTIQUATTRESIMA “MARCIA DELLA PACE”

data: 24.06.2015.
Mercoledì 24 giugno 2015, Solennità della nascita di San Giovanni Battista e vigilia del trentaquattresimo anniversario delle apparizioni della Madonna, numerosi pellegrini hanno preso parte alla Ventiquattresima “Marcia della pace” che, partita alle ore 6:20 dal convento francescano di Sant’Antonio ad Humac, si è poi conclusa dinanzi alla chiesa parrocchiale di San Giacomo a Medjugorje. Dopo alcune parole di saluto,  fra Velimir Mandić, guardiano di Humac, ha benedetto i pellegrini presso l’Altare esterno della chiesa di Sant’Antonio. Essi, accompagnati da preghiere e canti in onore della Regina della pace, sono poi giunti dinanzi alla chiesa parrocchiale di Medjugorje intorno alle ore 10:00. In seguito, i partecipanti alla “Marcia della pace” e gli altri fedeli presenti, hanno preso parte ad una breve Adorazione a Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare, guidata da fra Ivan Landeka. Anche Olha Slavska, proveniente dall’Ucraina, ha partecipato alla “Marcia della pace”. Ci ha detto che si trova a Medjugorje per la quindicesima volta: “Sono venuta per la prima volta nel 2006. Ricordo che quello era un periodo difficile per me. La mia famiglia era sull’orlo della separazione e non sapevo come andare avanti. Allora una mia amica mi ha invitato a partecipare ad un seminario, tenuto da fra Jozo Zovko. Al mio ritorno da Medjugorje, la mia vita è cambiata. I messaggi della Madonna sono divenuti la mia quotidianità: ho cominciato a pregare il Rosario, ho messo la Bibbia su un tavolino in camera mia, ho cominciato ad andare alla Santa Messa e a confessarmi ogni mese. Ho cominciato a sentire che la Madonna mi chiamava a venire a Medjugorje ogni anno. Quest’anno siamo venuti perché volevamo prendere parte alla “Marcia della pace”. La situazione nella mia terra non è semplice: nella parte orientale dell’Ucraina c’è la guerra. Vogliamo pregare per la pace insieme ai pellegrini delle diverse nazioni: anzitutto per la pace nei nostri cuori e poi per quella nel mondo intero”. La “Marcia della pace” ha avuto inizio nel 1992, per iniziativa del tedesco Hubert Liebherr. Egli, colpito dalla mancanza di pace che regnava in queste terre, insieme ad alcuni altri amici di Medjugorje stranieri, ha dato inizio all’iniziativa di questa Marcia, prestando fede alle parole della Madonna secondo cui, col Rosario, si possono fermare anche le guerre. 
Fonte: http://www.medjugorje.hr/it/attualita/ventiquattresima-%E2%80%9Cmarcia-della-pace%E2%80%9D,6923.html

mercoledì 24 giugno 2015

Racconto dettagliato della 1° apparizione a Medjugorje - 24 giugno 1981

PRIMO GIORNO
(Mercoledì 24 giugno 1981)

Per gli abitanti di Medjugorje era un giorno festivo e tutta la gente si è recata in Chiesa per partecipare alla S. Messa. Essa fu celebrata da P. Zrinko Čuvalo, cappellano della parrocchia, perché il parroco P. Jozo Zovko non era in paese in quei giorni: le religiose di Klostar Ivanić lo avevano pregato di predicare gli Esercizi Spirituali per i Voti Perpetui di 24 novizie.Probabilmente una sola persona del villaggio non ha partecipato alla Messa quel giorno: la diciassettenne Vicka Ivanković, che si era recata a Mostar per sostenere l’esame di riparazione in Matematica. Si era a Giugno e, per le vacanze, erano tornate in paese diverse famiglie che avevano dovuto trasferirsi nelle grandi città come Mostar, Dubrovnik o anche in Germania per trovare lavoro. Il paese di Medjugorje, infatti, offriva solo la possibilità di lavorare i campi o il tabacco e… le bocche  da sfamare erano molte! Quello è stato un giorno di grande caldo, quel caldo che anche molti di noi avrebbero potuto sperimentare negli anni seguenti recandosi a Medjugorje nei mesi estivi. Non possiamo perciò biasimare Vicka se, come racconta lei stessa a P. Bubalo, dopo essere tornata dall’esame stremata dalla fatica e dal caldo, si è fatta un bel riposino.
 
Ma i modi per trovar refrigerio dal caldo sono molti… altre due ragazze, Ivanka Ivanković e Mirjana Dragicević giunte a Medjugorje per trascorrervi le vacanze estive, verso le 18, pensano di fare una passeggiata un po’ fuori dal paese sotto il monte Crnica, in una zona chiamata Podbrdo, cioè “sotto il monte”. Passeggiando, si raccontano a vicenda ciò che era successo a entrambe nei lunghi mesi in cui non si erano potute incontrare (Ivanka, infatti, vive a Mostar e Mirjana a Sarajevo). Ad un tratto, volgendo lo sguardo verso la collina, Ivanka esclama: “C’è la Madonna sulla collina”. Mirjana, senza neanche guardare, risponde: “Si, la Madonna non ha niente altro da fare che venire a vedere cosa facciamo noi!" e se ne va, stupita che l’amica abbia potuto scherzare in quel modo con il Nome di Dio e della Madonna. Tuttavia, sente nel suo cuore che deve tornare a Podbrdo e capire cosa sta accadendo alla sua amica e quindi ritorna sui suoi passi e vede anche lei quella Signora con un vestito grigio, che teneva un piccolo Bambino in braccio e sente profondamente nel cuore che è la “Gospa” (Madonna). Ella faceva loro cenno con la mano di avvicinarsi, ma esse ebbero paura e scapparono. Mentre si dirigevano verso le case, incontrarono Milka Pavlović, sorella di Marija, che chiede loro di aiutarla a far rientrare le pecore nel recinto, che era proprio vicino al luogo dove Ivanka e Mirjana avevano visto la Gospa. Infatti, la videro di nuovo nello stesso luogo e anche Milka ebbe, solo per quel giorno, il dono di vedere Maria. Dirà in seguito: “La Madonna era già là, non apparve all’improvviso. Non sapevamo cosa fare!”. Vicka intanto, ignara di tutto ciò che stava succedendo alle amiche, si godeva il suo riposino… finché sua sorella Zdenka, per farle uno scherzo, la svegliò di soprassalto dicendole: “Svegliati! Se no farai tardi a scuola!”. Solo allora Vicka si ricordò che anche lei era stata invitata da Mirjana e Ivanka ad unirsi alla loro passeggiata ed esce in gran fretta per raggiungerle… ma dove? Ha l’idea di passare dalla zia di Mirjana e madre di Jakov e lei le dice che le avrebbe trovate a Podbrdo dove avevano detto che sarebbero andate e infatti eccole là insieme a Milka, ma, cosa strana, “fissavano intensamente qualcosa e sembravano impaurite”.
Milka fa segno con la mano a Vicka di avvicinarsi e, quando anche lei giunge vicino a loro, tutte insieme le tre ragazze le dicono: “Vicka, ecco lì la Madonna!”, ma lei, senza guardare, pensando che le amiche volessero prenderla in giro o che fossero state morse da qualche serpente, si tolse le ciabatte e fuggì. A un certo punto della strada verso il villaggio, Vicka si mise a sedere per terra e cominciò a piangere. Mentre era là giunsero Ivan Ivancović e Ivan Dragičević, che aveva in mano un sacchetto di mele. Vicka disse loro: “Venite a vedere la Madonna!”. Ivan Ivanković disse al suo amico: “Lascia stare, è pazza!”. Alla fine l’insistenza di Vicka ha la meglio e i due Ivan insieme a Vicka tornano a Podbrdo dove vedono anch’essi la Gospa. Vicka racconta così quegli attimi: “Rimasi là, non potevo muovermi ma non guardavo su. Dopo un po’ ho alzato la testa, ma non di mia volontà”. Descriverà la Gospa come “una giovane meravigliosa, con il Bambino in braccio, che continuamente copriva e scopriva. Ci faceva segno con le mani di avvicinarci a lei”. E disse ancora che aveva un vestito grigio, capelli neri mossi sotto il velo bianco e che intorno al capo aveva una corona di dodici stelle che non era sostenuta né legata da nulla.
Ivan Dragičević appena vide la Gospa per lo spavento fuggì via, Ivan Ivanković, invece, riferì in seguito di aver visto una figura tutta bianca in movimento.
Anche Vicka però è un po’ impaurita e, dopo essere rimasta a contemplare la Signora per cinque o sei minuti, scappa via. A questo punto Mirjana dice a Ivanka: “Forse è meglio che ce ne andiamo anche noi” e “non avevo finito la frase, che già eravamo dirette verso le case”.
 
Ho tentato fin qui di tracciare, citando puntualmente le testimonianze dei veggenti stessi, un quadro il più possibile preciso degli avvenimenti accaduti tra le 17:00 e le 18:00 di quel “fatidico” 24 Giugno 1981. Ora cercheremo di capire cosa è successo quando essi sono tornati nelle loro case. Sappiamo, per sommi capi, come andò in casa di Mirjana, di Ivan, di Milka e di Vicka. Su ciò che accadde in casa di Ivanka non ho alcuna fonte e, perciò, tralascerò di parlarne.
 
Il primo a scappare e quindi a giungere a casa, come abbiamo visto sopra, fu Ivan Dragičevic. Lui stesso ci racconta ciò che fece: “A casa non dissi niente a nessuno. Avevo mille domande: Possibile? Avevo paura che venisse nella mia stanza!”.
La paura provata da Ivan e dagli altri ragazzi non ci deve stupire: i ragazzi, vivendo in un paese comunista, non avevano mai sentito parlare di altre apparizioni, né della possibilità di tali eventi.
Vicka invece ci riferisce quanto segue: “Ero molto felice, ma anche impaurita. Avevo paura e al tempo stesso mi sentivo felice. […] Mi sono buttata sul divano e continuavo a piangere. Avevo solo voglia di piangere”. Così poi ci racconta le reazioni di coloro che ascoltavano il suo racconto: “Avvenne di tutto. Qualcuno forse ci ha creduto, qualcuno si è meravigliato; chi interpretava il fatto in un modo e chi in un altro. Addirittura che si è trattato di un disco volante. E così si è detto di tutto”. Ma, nonostante lo straordinario avvenimento che era avvenuto, Vicka è rimasta con i piedi ben piantati sulla terra. Infatti subito dopo aggiunge che tutti sono andati a dormire perché “All'indomani presto bisognava raccogliere il tabacco, portare le bestie al pascolo e fare tante altre cose”. Questa frase di Vicka vale più di mille trattati in difesa della normalità e semplicità dei ragazzi. Nessuno di loro si è montato la testa.
Seguiamo ora la piccola Milka Pavlović che, come abbiamo già ricordato, solo quel primo giorno vide la Gospa, per ragioni che vedremo in seguito. Secondo il volume della Zuccarini, fonte a mio parere molto attendibile, perché scritto da una abitante
del luogo che ha potuto sentire le testimonianze dei primi giorni dalla viva voce dei ragazzi, Vicka, prima di arrivare a casa, si fermò a casa di Milka e raccontò con la piccola ciò che avevano visto. Sentiamo cosa accadde: “Vicka e Marija tornarono di corsa in paese, a casa Pavlović, prima degli altri (di Mirjana e Ivanka, che furono le ultime a lasciare il luogo dell’apparizione n.d.r) e qui trovarono la sorella maggiore di Milka, Marija, studentessa al primo anno presso l’Istituto professionale per parrucchieri. […] Anche lei di natura molto timida, taciturna, riservata, prudente, guardò perplessa Vicka e Milka arrivate in casa come proiettili per annunciare col fiato in gola di aver visto la Madonna sul Podbrdo. Con il cuore martellante in petto, Marija non riuscì a dire una parola. Per nascondere il turbamento guardò per terra, ma il suo viso, illuminato da un tenero enigmatico sorriso, rivelava che già credeva in cuor suo a ciò che aveva sentito” . Forse qualcuno si chiederà perché Vicka non racconti questo episodio. Il volume più prezioso e attendibile che contiene le sue testimonianze è, senza dubbio, quello di P. Janko Bubalo che risale al 1985. Esso è la trascrizione di una lunga intervista a Vicka da questo frate. Ella, nelle sue risposte, è sempre molto legata alle domande che il frate le rivolge. Ne è un esempio chiaro il motivo della presenza di Milka sul luogo dell’apparizione: se fra Janko non le avesse rivolto esplicitamente domande su quel punto particolare, Vicka lo avrebbe saltato. Questo non per malafede, ma perché in quel momento non lo riteneva importante, dopo tutto fra Janko voleva sapere l’esperienza di Vicka e non di Milka. Perciò se lui non glielo avesse domandato, perché interrompere il racconto parlando di altre persone? In più, è la stessa Vicka che, all’inizio dell’intervista, chiede a fra Janko di aiutarla nel racconto con le sue domande “altrimenti chissà dove andrei a finire!”. Fra Bubalo, nel caso di Milka, ha fatto proprio questo: ha portato l’attenzione su ciò che in quel momento gli sembrava importante, tanto è vero che, per rispondere alla domanda Vicka interrompe il racconto e torna indietro raccontando, in accordo con le altre fonti, il motivo della presenza di Milka a Podbrdo il 24 giugno 1981.
Da quanto detto, si può asserire con sicurezza che Vicka non abbia raccontato il fatto di essersi fermata a casa Pavlović semplicemente perché fra Bubalo non le ha fatto domande in proposito.
Vediamo, infine, gli avvenimenti accaduti in casa di Mirjana. Lei e Ivanka furono le ultime a lasciare il Podbrdo, subito dopo Vicka e Milka. Una volta a casa, Mirjana dice alla nonna di aver visto la Gospa e la nonna le risponde: “Ma prendi il rosario e prega e lascia la Madonna in paradiso, dov'è". Sentiamo cosa ci racconta la stessa Mirjana:Io non ho continuato a spiegare più nulla. Solo sentivo dentro di me il desiderio di stare da sola e pregare. Sono andata in camera e tutta la notte ho prega­to perché il sonno non veniva e avevo pace solo quando pregavo. Ho trascorso tutta la notte a recitare rosari e rosari. Parlavo col Signore e chiedevo aiuto. Il giorno dopo ho aiutato i miei zii come tutti i giorni... […] Mia zia ha chiamato subito i miei genitori a Sarajevo e ha detto a mia mamma: "Guarda a Mirjana è successo così... Mia madre ha preso una sedia per sedersi, perché pensava che mi fosse successo qualcosa di male e che non stessi bene. "Lei dice che vede la Madonna", raccontava "E’ normale?", domandava mia madre. "Sembra ugua­le a prima, diceva mia zia, Non mi sembra che non sia normale". Mia madre alla fine ha detto: "Le è successo qualcosa, perché su queste cose lei non scherza e non dice mai bugie". Mia mamma e mio papà sono venuti subito e mi sono stati vicini. L’unico desiderio di mio papà era che io tornassi a casa quando tutto sarebbe finito. Sono stata veramente aiutata dal Signore ad avere dei genitori come quelli che ho, perché con tutti i problemi che abbiamo avuto a Sarajevo con i poliziotti, che ci dicevano che avremmo perso il lavo­ro e la casa, mia mamma e mio papà mi hanno detto: "Tu dì la verità e non ti preoccupare. Il Signore provvede". Li ho avuti vicini e sempre mi hanno aiutato. Così ho potuto pensare solo alla Madonna”.
Spero di aver tracciato nel modo più chiaro e preciso possibile a partire dalle fonti gli avvenimenti di quel 24 giugno 1981, giorno che da inizio a quella che potremmo chiamare la grande “avventura di Medjugorje”. Ho cercato di essere il più preciso possibile, per dimostrare come le testimonianze dei veggenti siano del tutto convergenti e fugare ogni accusa di inganno da parte loro. Per dovere di cronaca bisogna dire infine che il Parroco fra Jozo Zovko che, come abbiamo ricordato all’inizio, in quei giorni non era a Medjugorje e quindi non sapeva nulla di ciò che era successo, aveva cercato di telefonare in parrocchia, ma non riusciva a prendere la linea a causa di un temporale che con i suoi fulmini aveva colpito le linee telefoniche. Gli Esercizi terminarono proprio quel 24 Giugno e fra Jozo poi partecipò a Dubrovnik ad un incontro sui “nuovi Catechismi in Croazia”
Prima di terminare il racconto del primo giorno, dobbiamo ricordare che nessuno dei veggenti in quella prima apparizione si avvicinò alla Gospa o parlò con Lei
Ora lasciamo andare a dormire i veggenti, per quanto potranno, e prepariamoci a vedere ciò che avvenne il 25 Giugno 1981.

lunedì 22 giugno 2015

Sono partito come giornalista, ne sono tornato da testimone



Riccardo Caniato - Le apparizioni di Medjugorje. «Maria, un ponte verso il cielo»
Data: 28/05/2009
Autore: Cottini Giampaolo - Zani Angela

«MARIA, UN PONTE VERSO IL CIELO»



Una volta, a un musulmano che si trovava a Medjugorje, un pellegrino ha chiesto: «Perché sei venuto?». E lui ha risposto: «Se la Madre di Gesù ha fatto tutta questa strada dal Cielo fino a noi per incontrarci, il minimo che potessi fare io era venire qui per Lei». Personalmente mi sono recato a Medjugorje per la prima volta nel 2001. Sono partito come giornalista, ne sono tornato da testimone. Se all’inizio prevaleva la curiosità, che nella mia professione peraltro è considerata una virtù, ora l’approccio è diverso. Rispetto a questi eventi così particolari ho operato un percorso interiore che si può riassumere in tre tappe: la Madonna appare, dunque è viva, pertanto la mia fede è autentica.

«Io sono qui!»
Quando sono arrivato a Medjugorje ho trovato una realtà esternamente diversa da quella che mi aveva descritto chi c’era stato negli anni Ottanta: il villaggio contadino di un tempo ha lasciato il posto a una cittadina moderna e florida, che si è dotata di alberghi, pensioni, negozi, banche, punti di ristoro, bancarelle e oreficerie, come è normale che sia in un posto che attira ogni anno milioni di persone. Tuttavia, addentrandomi nella vita del posto, ho compreso nell’intimo che lì l’attrazione scatenante è un’altra e rimane la stessa dal 1981. Medjugorje è un luogo dove si fa esperienza dell’amore di Dio.

Ovunque posi lo sguardo vedi gente di ogni nazione – europei, sì, ma moltissimi libanesi, coreani, giapponesi, cinesi perfino –, frati e suore di cento nazionalità, giovanissimi anche, consacrati di vecchie e nuove realtà ecclesiali, che hanno trovato o rinnovato qui la vocazione. Medjugorje è una chiesa sempre stracolma, dove si legge il Vangelo in lingue diverse, Medjugorje sono ventimila giovani che d’estate la notte lodano e cantano Dio. Vedendoli mi sono ricordato del piccolo Danijel e dell’anziano Jozo, i primi miracolati… Nella Bibbia si legge che un giorno i vecchi e i fanciulli si leveranno e danzeranno insieme: Medjugorje è stata per me un’anticipazione della Nuova Gerusalemme, la presa di coscienza di un’umanità che vive di provvidenza, gioiosa e fiduciosa, fra le braccia di un Padre.

Quasi trent’anni sono passati, i veggenti si sono tutti sposati, fra loro c’è chi vive altrove, ma questo posto, nella sua essenza, non è cambiato: Medjugorje ha pregato trent’anni, è stata inginocchiata davanti al Santissimo e alla Croce. Medjugorje ha continuato a salire a piedi nudi al Podbrdo e al Krizevac. Medjugorje è tornata ogni giorno con Vicka ad accogliere migliaia di pellegrini sulle scale di una vecchia casa di Biakovici; Medjugorje ha ascoltato la parola di Maria trent’anni: perché lei appare ancora e in alcuni messaggi lo ha anche detto: «Io sono qui!».

La Madonna «ci» benedice
La prima volta che assistetti a un’apparizione, osservai che cosa accadeva attorno. Oggi, se capita l’occasione, me ne resto con la testa fra le mani, cercando di guardare me stesso.
Quella prima volta fu a casa di Marija, qui in Italia, con la sua famiglia; c’erano alcune altre persone. Mi ero recato con piglio professionale, ma non ero prevenuto perché l’apparizione è una modalità della rivelazione di Dio: non caso il Vangelo inizia con la visita dell’angelo a Maria e finisce con le apparizioni di Gesù Risorto.
Intorno alle 17 e 15 si iniziò a recitare il Rosario. Si stava in ginocchio davanti a una statua della Madonna, unico elemento di sacro in un salotto moderno, molto pulito e in ordine, di un classico appartamento di città.

Partecipavano anche i figli di Marija, ma all’epoca erano piccoli e ora si aggrappavano al vestito della mamma, ora stuzzicavano i presenti in un gioco di sguardi. Marija e Paolo li lasciavano fare, ma lei li richiamava ogni tanto con ferma dolcezza, perché si comportassero bene.
Terminata la corona, la veggente guidò la preghiera del Credo e dei sette Pater, Ave, Gloria, finché, d’un tratto, fece silenzio. Eravamo intorno alle 17 e 45. Ora Marija guardava in un punto determinato sopra di lei, le sue guance si colorarono di un rosso più acceso. Nella stanza non volava una mosca. Io, naturalmente, non sentivo né vedevo nulla, ma era chiaro che la giovane donna stava parlando a qualcuno. Le sue labbra si aprivano e si chiudevano come in una normale conversazione anche se, da quando l’estasi era iniziata, non se ne percepiva il suono della voce. Avendo avuto il permesso di scattare qualche foto, individuai un punto favorevole, ma, essendoci gente in uno spazio non grande, per raggiungerlo dovetti passare proprio davanti a Marija.
Fu in un attimo: buttai lo sguardo dritto nel suo e notai che era rimasto indifferente: gli occhi, perlomeno, non tradirono alcun battito e la giovane continuava a comunicare oltre la mia persona. Dalla nuova prospettiva la vedevo parlare o disporsi in ascolto: sul suo volto, ora estasiato ora più contratto, passavano partecipazione e sentimenti diversi. A quel punto il bimbo più piccino le rotolò ancora fra le gambe e fece più di un tentativo per attirare l’attenzione della mamma. Invano. Finalmente Marija chinò il capo, lo risollevò e intonò il Magnificat. Erano passati circa quattro minuti.

Subito dopo ci disse che la Madonna aveva pregato e ascoltato le intercessioni. Quell’incontro finì, fra un dolce e una bibita, in un contesto familiare: mi vennero in mente le prime comunità cristiane che si riunivano per pregare e mettevano in comune ciò che avevano. Quella sera, una frase domi-nava i miei pensieri: «La Madonna ci ha benedetto». Marija aveva detto proprio «ci»: non solo la veggente, ma ciascuno di noi lì presenti eravamo stati oggetto dell’attenzione della Vergine. Un’altra veggente, Mirijana, mi confermò in seguito il concetto. Quando le chiesi di pregare per un bambino che stava morendo, lei con candore mi rispose: «Sì, ma ricordati che la mia preghiera vale la tua». Non mi dette il tempo di replicare e chiarì: «Se facessi differenza fra le mie figlie non sarei una brava madre. La Madonna lo è».


Il Santuario sull’autostrada
La seconda volta che mi recai da Marija rimasi colpito dagli occhi più luccicanti del solito. Anche il sorriso le invadeva il volto. Era il 2 di aprile, il giorno prima era stato il suo compleanno e la Madonna l’aveva baciata. Di quel bacio lei portava la luce.
Papa Benedetto XVI ha scritto un’enciclica in cui si dice che l’amore fra l’uomo e una donna, e per estensione l’amore autentico fra gli uomini, riproduce la relazione d’amore di Dio per le sue creature. Ora, in quel bacio veramente materno di Maria, che portava anche a me l’amore paterno di Dio, compresi la naturalezza e il valore divini di ogni bacio dato a mia moglie e di ogni bacio che ci scambiamo coi figli con gioia così semplice, ep-pure grande e reciproca.
La Madonna viene ogni giorno, come ciascuno torna a casa da chi ama. La Madonna si ripete, perché sono sempre le stesse le raccomandazioni di una madre.
Fra i santuari, luogo di apparizione, bisognerebbe includere l’autostrada. Marija mi aveva raccontato di aver avuto una volta un’apparizione in aereo e che durante l’espianto del rene (che lei donò a un suo fratello in dialisi) vide la Madonna accanto a lei, ma non avrei pensato di essere presente a un fatto tanto inconsueto. In auto, con la famiglia Lunetti, eravamo rimasti imbottigliati nel traffico, ma per Marija era tempo di preparasi alla visita che scandisce le sue giornate. Trovammo riparo in una piazzola: ci si mise a pregare e la Madonna si mostrò a quegli occhi che vedono. La Madonna viene nelle case, in un ospedale, su una strada.
Quando prego nel chiuso della mia stanza non sono solo, quando chiedo sui miei figli la benedizione di Dio, il Cielo è in ascolto. Nel vangelo si dice che il Signore si fa presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome: non importa il luogo esteriore, ma la disposizione del cuore. Alcuni dicono che la Madonna di Medjugorje se ne va in giro e che è una chiacchierina. Io penso, invece, che il presente dell’eternità affianca il presente del nostro tem-po ovunque ci troviamo, anche sul ciglio di una tangenziale. Dio è lì che ci aspetta, ogni momento è buono per aprirgli le braccia.

Quando Satana prese il microfono
Un giorno trovai Marija in una parrocchia del milanese, dov’era stata invitata per un ritiro che iniziò con l’adorazione eucaristica e culminò nella Messa. Al momento dell’apparizione un imprevisto ruppe il silenzio denso di preghiera che si era creato: si udì distintamente una voce roca, maschile, che bestemmiava Maria. La stessa voce oltraggiò in seguito, durante la consacrazione, Gesù Eucaristia. Al termine della celebrazione cercai di capire l’accaduto. Era stata condotta lì una giovane disturbata. Per tutta la giornata era stata trattenuta in sagrestia, proprio per evitare incidenti; eppure, nonostante in quel locale non ci fossero – così mi assicurò pure il parroco – sensori accesi, lei, o meglio la presenza che l’abitava, si guadagnò una cassa di risonanza.
Io non ho mai visto la Madonna, ma quel giorno, attraverso la manifestazione inquietante del suo avversario, ho avuto comunque un indizio dell’esistenza di Dio.
La Vergine a Medjugorje ha spiegato che lei si trova dove è Gesù, ma che poi sempre li raggiunge satana. È dall’inizio della creazione che funziona così: Dio fece una cosa bella e pulita ma subito qualcuno provò a sporcarla. Vicka mi disse che il demonio disturba sempre le opere di Dio, ma Mirijana ha aggiunto che l’uomo ha gli strumenti per distinguere il bene dal male e che è libero di scegliere.
Nel messaggio di Medjugorje del 25 novembre 1987 la Vergine spiega proprio questo: «Dio ha dato a tutti la libertà, che io rispetto con tutto l’amore; e io mi sottometto, nella mia umiltà, alla vostra libertà». In effetti, in tutti i messaggi, la Madonna esprime un desiderio di bene per noi, mai una costrizione. Dice: vi invito, vi chiamo, vivete!, apritevi!, amate!; addirittura: vi prego, vi supplico. Arriva a tanto, come lei stessa dice, per «mostrarvi quanto mi siete cari e quanto desidero che siate tutti salvi» (27 novembre 1986), ma non ci obbliga. Se così facesse saremmo schiavi, invece lei ci assicura che siamo figli di Dio: «Cari figli».

Porta del cielo
La vista di Mirjana durante la sua apparizione annuale del 18 marzo 2004 resta un fotogramma indelebile. Intorno a me tutti pregavano e i più indirizzavano gli sguardi verso quella porzione di Cielo che ravvivava gli occhi della veggente fino a farla piangere di gioia. Alla fine fu dato questo messaggio: «Cari figli! Anche oggi, guardando a voi, desidero dirvi, col cuore pieno di amore, che quello che cercate insistentemente, quello a cui anelate, è qui davanti a voi. È sufficiente che in un cuore purificato mettiate mio Figlio al primo posto e potrete vedere. Ascoltatemi e permettetemi di condurvi maternamente a questo». Da queste parole si può trarre l’apporto che l’incontro con Medjugorje ha dato al mio vissuto di fede. Superficialmente pensai che la Madonna si riferisse a sé stessa, nell’apparizione, in quel momento lì. Ma, in seguito, credo di aver compreso meglio che cosa volesse dire.
«Quello che cercate insistentemente, quello a cui anelate, figlioli miei, è qui davanti a voi». «Qui» nella tua vita, «qui» nella tua giornata, «qui» nella tua famiglia e nel tuo lavoro: se metti «in un cuore purificato» Gesù «al primo posto», potrai vedere. Potrai vedere che la tua fede è vera e sforzarti di viverla meglio. Con quale obiettivo? «Ma il Paradiso», mi ha detto Marija, «la Madonna lo ripete sempre: “Tendete al Cielo!».
Proprio per invitarci a questo, forse, lei viene col corpo glorioso che si può toccare: da un lato, lei che è donna, creatura, dà valore attraverso gesti umanissimi alla nostra stessa umanità, spiegandoci che per diventare santi basta viver bene ciò che siamo; dall’altro, lei che è  già tutta gloria, dà prova tangibile che, grazie al suo sì, Dio si è fatto carne, è morto e risorto, e che per questo intervento risorgeremo anche noi nel corpo, secondo la fede, poiché siamo amati e creati da un Padre per durare nel tempo, per l’eternità. Ianua Caeli, porta del Cielo è Maria.

Riccardo Caniato

Fonte: http://ares.mi.it/primo-riccardo-caniato-le-apparizioni-di-medjugorje-maria-un-ponte-verso-236.html

domenica 21 giugno 2015

A Medjugorje sono arrivato a capire che non ero cristiano,

Un’esperienza di conversione dopo il primo incontro con Medjugorje

data: 21.06.2015.
Paolo De Polo, un pellegrino trevigiano di settant’anni, in questi giorni è venuto in pellegrinaggio a Medjugorje. Questa è la sua settantaduesima visita qui, e già da diversi anni egli porta qui anche dei pellegrini. È venuto qui per la prima volta nel 1990, avendo sentito una signora parlare di Medjugorje sul lavoro. Il Signor De Polo ci ha testimoniato: “La prima volta sono venuto con cinque persone. Allora non avevo neppure il passaporto. Ho attraversato la Slovenia e non sapevo neppure dove si trovasse Medjugorje dal punto di vista geografico. Quando, dopo un’intera notte di guida, sono arrivato a Medjugorje, sono andato a Messa e poi anche sulla Collina delle apparizioni, dove ho sperimentato una pace grande e profonda. Il giorno dopo sono andato ad un incontro con fra Jozo Zovko ed ho ascoltato la sua catechesi, che parlava della Madonna. In realtà, durante quella catechesi, ho fatto un esame della mia vita e sono arrivato a capire che non ero cristiano, nonostante il fatto che andassi a Messa tutte le Domeniche e che avessi buoni rapporti con la mia famiglia, sul lavoro e con gli amici. Allora sono andato a confessarmi e, da quella confessione, è scaturita per me una pace profonda. Ho condiviso con gli amici la mia esperienza di conversione dopo il mio primo incontro con Medjugorje. Una volta tornato da Medjugorje, ho cominciato ad andare a Messa ogni giorno e sentivo nel cuore che volevo ritornare qui”, ha affermato il Signor De Polo, che è poi ritornato a Medjugorje con la sua famiglia e in compagnia di un sacerdote come guida spirituale: “In quel pellegrinaggio ho conosciuto il mio amico Piero, che è stato per me un grande maestro nell’organizzazione dei pellegrinaggi, oltre ad aver ricevuto la grande grazia di cominciare a pregare con mia moglie e ad andare a Messa insieme a lei. Sono poi tornato a Medjugorje neppure due mesi dopo. La guerra era cominciata. Tramite Piero avevamo ricevuto la notizia che in un posto vicino a Spalato c’erano quindicimila profughi che non avevano nulla da mangiare. Lui mi aveva detto che ci dovevamo organizzare ed aiutare la gente. Ho capito che la Divina Provvidenza esiste davvero, perché siamo riusciti a raccogliere i soldi necessari nel giro di una settimana. Così abbiamo organizzato il primo container con aiuti umanitari. Vedevo come la Madonna trovava le persone giuste nel posto giusto. In seguito avremmo riempito trenta container di aiuti. Dopo la fine della guerra ho sentito il bisogno di venire a Medjugorje ed ho promesso che avrei diffuso il messaggio della Madonna. Così, da allora, spedisco più di quattromila mail e fax, oltre a diffondere il messaggio anche in forma cartacea. Poi ho scoperto che anche a Treviso c’è una Cappella dell’Adorazione. Ho cominciato ad andarci ogni giorno e, col tempo, grazie al molto aiuto fornitomi dal Vescovo, ho iniziato l’Adorazione continua. Allora ho sentito che dovevo portare persone a Medjugorje. Ogni anno organizzo due gruppi di pellegrini e, dopo il pellegrinaggio, proseguiamo il cammino spirituale. Ogni sabato abbiamo ventiquattro ore di adorazione, compresa quella notturna, mentre ogni giovedì abbiamo tre ore di preghiera: Messa, Rosario e Adorazione. Tutto ciò è frutto di Medjugorje”.  
Fonte: http://www.medjugorje.hr/it/

venerdì 19 giugno 2015

La Regina della Pace ci dice come recitare il Rosario, ecco come.





 Molti non sanno ancora come dirlo, si annoiano,non riescono a rimanere concentrati, pensano che sia meglio la preghiera spontanea… dunque chi ha ragione? Ovviamente la Regina della Pace ed ecco perchè. Cercheremo attraverso i suoi messaggi di capire davvero come, perchè, quando pregare e se seguiamo il suo insegnamento poi non avremo più alcuna scusa.
Il Rosario ci è stato donato come

COME E COSA DIRE
La Madonna ci prende davvero per mano in questi messaggi per avvicinarci nel modo giusto al rosario. Forse se non sappiamo trarre gioia dalla preghiera è perchè non l’abbiamo mai fatta nel modo giusto.  

Questa sera non pregherete il rosario. Dovete ricominciare dalla prima classe della scuola di preghiera. Allora, adesso pregate lentamente il Padre Nostro. Ripetetelo più volte e meditate sul suo significato. Vivete il Padre Nostro. (Messaggio dato al gruppo di preghiera 25.02.85)

[…]è fondamentale nella vita di preghiera: pregare il Padre Nostro, pregare la preghiera del mattino e della sera, affidarsi a me. Dovete imparare prima questo per poter poi pregare bene il rosario. […] (messaggio dato al gruppo di preghiera 14.03.85)
All’inizio della corona del rosario pregate sempre il Credo. (Messaggio straordinario 3.09.81)

Meditate ogni giorno sulla vita di Gesù e sulla mia vita pregando il rosario. (Messaggio straordinario 08.08.82)
Figli cari! D’ora in poi non pregherete più in modo spontaneo tra i misteri del rosario di Gesù. Molti in qualche modo si perdono perché non partecipano attivamente. Pregherete così: prima dei cinque Padre Nostro mediterete sul mistero che si contempla, sull’intenzione per cui si prega, e poi intonerete un canto. […] è necessario che voi preghiate col cuore. Alcuni di voi pensano che sia meglio pregare silenziosamente ma, in questo caso, mentre il cuore prega, il corpo smette di avere il suo sentire: e allora si prega solo come lo spirito tollera. Molti di voi quando il cuore è inquieto pregano sempre silenziosamente, mentre quando sono nella pace pregano ad alta voce con grande amore. Perciò voglio che preghiate ad alta voce tutti, giacche alcuni di voi a stento pronunziano le parole. Pregate con amore perché questo è necessario sia a me che a voi. Figli cari, voglio darvi ancora un consiglio utile per la preghiera.  Quando pregate ma vi sentite maldisposti o siete presi da pensieri e preoccupazioni, persistete nella preghiera. Vi sono molti di voi che sono pigri nella preghiera e per i quali in un certo senso è indifferente ciò che io dico. Pregate e non permettete che Satana vi inganni. Egli sta in agguato e gli è sufficiente un solo vostro momento di vuoto per ingannarvi. Perciò non concedetegli neppure un attimo! E se riesce ad ingannarvi, non permettetegli di trascinarvi via completamente. (Messaggio dato al gruppo di preghiera 26.02.85)
Scusate se interrompo il vostro rosario, ma non potete cominciare a pregare così. All’inizio della preghiera dovete sempre gettare via i vostri peccati. Il vostro cuore deve progredire esprimendo i peccati attraverso la preghiera spontanea. Poi fate un cantoSolo dopo potrete pregare il rosario col cuore. Se farete così, questo rosario non vi annoierà perché vi sembrerà che duri un solo minuto.


Adesso, se volete evitare di essere distratti nella preghiera, liberate il vostro cuore da tutto ciò che vi pesa, tutto ciò che vi usa preoccupazione o sofferenzaattraverso tali pensieri, infatti, Satana cerca di sviarvi per non farvi pregare. Quando pregate lasciate tutto, lasciate tutte le preoccupazioni e i rimorsi dei peccati. Se vi lasciate prendere da questi pensieri, non riuscirete a pregare. Scrollateveli di dosso, metteteli fuori di voi prima della preghiera. E durante la preghiera non lasciate che ritornino in voi e vi siano di impedimento o di disturbo al raccoglimento interiore. Rimuovete dal vostro cuore pure i più piccoli motivi di disturbo, perché il vostro spirito può perdersi anche per una piccolissima cosa. Infatti, una cosa piccolissima si congiunge ad un’altra cosa piccolissima e queste due insieme formano qualcosa di più grande che può rovinare la vostra preghiera. State attenti, e fate in modo che nulla rovini la vostra preghiera e di conseguenza la vostra anima. Io, come vostra madre, voglio aiutarvi. Niente di più. (Messaggio dato al gruppo di preghiera  04.03.85)

QUANDO E DOVE
PREGHIERA (2)Siete proprio sicuri di sapere quando è bene dire il rosario? Voglio dire, in che momento della giornata, se ci si può fermare e poi riprendere. Dove e con chi meditarlo?
Figli cari! Forse vi sembrerà strano che io ora intervenga per interrompere il vostro rosario, quando voi avete appena finito di pregare il terzo mistero doloroso. Ma desidero farvi una propostaPoiché molti di voi alla sera non pregano, fate cosìla rimanente parte del rosario pregatela a casa prima di andare a letto. Lo stesso ardore che avete ora cercate di conservarlo anche nella preghiera che farete prima di addormentarvi. Provate, e sarete nella gioia. (Messaggio dato al gruppo di preghiera  10.03.85)
Quando la sera state per andare a dormire, inginocchiatevi vicino al vostro letto davanti alla croce e pregate cinque misteri del rosario di Gesù. Poi mettetevi a letto e continuate a pregare gli altri misteri per rimanere in Dio. Lo spirito umano si perde anche durante la notte se non è in Dio. Perciò dovete terminare la giornata con Dio in modo che all’indomani vi sveglierete pronti per continuare a vivere in Dio. (Messaggio dato al gruppo di preghiera 01.09.85) I MISTERI DOLOROSI Il suggerimento di Maria per la recita dei misteri dolorosi.
[…] i misteri dolorosi del rosario. Lo pregherete così come vi dirò io stasera. Pregate dapprima il Credo. Poi la giaculatoria “O Gesù mio, perdona le nostre colpe…”. Quindi annunziate il mistero e meditate in questo modo.
Al primo mistero pregate per voi stessi, ciascuno per sè, e riflettete sulla vostra vita, cercando di cogliere ciò che deve essere cambiato in voi perché Gesù possa sudare meno a causa dei vostri peccati. Nel secondo mistero pregate per la persona a voi vicina con la quale pensate di vivere spiritualmente questo tempo quaresimale e meditate per trovare ciò che potete fare insieme perché Gesù venga meno flagellato a causa dei peccati che si commettono nel vostro ambiente. Al terzo mistero pregate per la vostra famiglia e riflettete su che cosa potete fare e cambiare nella vostra famiglia perché Gesù possa soffrire meno la dolorosa coronazione di spine causata dai peccati delle famiglie di oggi.

Al quarto mistero pregate per la vostra parrocchia e meditate su ciò che potete fare come comunità parrocchiale per poter prendere un po’ delle sofferenze e della croce di Gesù e così partecipare con lui alla salvezza del mondo.

Nel quinto mistero pregate per tutta l’umanità e meditate su ciò che potete fare affinchè nel mondo vi siano meno peccati e il segno della croce, sulla quale è morto Gesù, sia innalzato e riconosciuto da tutti come segno di salvezza. (Messaggio dato al gruppo di preghiera 28.02.85)

I MISTERI GLORIOSI

Cari figli! Vi invito a pregare, nella vostra famiglia o nella vostra comunità, i misteri gloriosi del rosario davanti alla croce secondo le mie intenzioni. ( messaggio straordinario 09.09.85)

PERCHÈ
rosario1La Santa Vergine ci ha rivelato anche il motivo per cui il rosario è tanto importante.
[…] Questo è il tempo della vostra messa alla prova. Col Rosario in mano e l’amore nel cuore venite con me. Io vi conduco alla Pasqua in mio Figlio. […] (Messaggio straordinario dato a Mirjana 02.03.12)
Cari figli, oggi vi invito a cominciare a dire il Rosario con fede viva, così io potrò aiutarvi. Voi, cari figli, desiderate ricevere grazie, ma non pregate, io non vi posso aiutare dato che voi non desiderate muovervi. Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (12.06.86)
Desidero che per voi il rosario diventi vita! (messaggio dato al gruppo di preghiera 04.08.86)
[…] Figlioli, il Rosario mi è particolarmente caro. Per mezzo del rosario apritemi il vostro cuore ed io posso aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. (25.08.97)
[…]Figlioli, la preghiera opera miracoli. Quando siete stanchi e malati e non sapete il senso della vostra vita, prendete il rosario e pregate; pregate finché la preghiera diventi un’incontro gioioso con il vostro Salvatore. (25.04.2001)


CONTRO SATANA
Si dice che il rosario sia una potente arma contro Satana, ma cosa ci ha detto la Madonna in merito a questo?
[…]Adesso satana vuole agire di più, dato che voi siete a conoscenza della sua attività. Cari figli, rivestitevi dell’armatura contro satana e vincetelo con il Rosario in mano. (08.08.85)
[…] Se pregate, satana non può intralciarvi minimamente, perché voi siete figli di Dio e Lui tiene il suo sguardo su di voi. Pregate! La corona del Rosario sia sempre nelle vostre mani, come segno per satana che appartenete a me.[…] (25.02.88)
[…]La migliore arma da impiegare contro Satana è il rosario. (Messaggio straordinario 01.08.90)


[…]Satana é forte e desidera distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta su cui vivete. Perciò, cari figli, pregate per poter essere protetti attraverso la preghiera con la benedizione della pace di Dio. Dio mi ha mandato tra voi per aiutarvi. Se volete, afferrate il Rosario; già solo il Rosario può fare i miracoli nel mondo e nella vostra vita […] (25.01.91)

CON CHI?

Il rosario possiamo dirlo da soli, ma la Madonna consiglia spesso di riunirsi soprattutto in famiglia.
[…]Prendete il rosario e riunite i vostri figli, la vostra famiglia intorno a voi. Questo è il cammino per ottenere la salvezza. Date il buon esempio ai vostri figli. Date il buon esempio anche a coloro che non credono. Non conoscerete la felicità su questa terra e non andrete in cielo se i vostri cuori non sono puri ed umili e se non seguite la legge di Dio. Vengo a chiedere il vostro aiuto: unitevi a me per pregare per quelli che non credono. Mi aiutate molto poco. Avete poca carità, poco amore verso il prossimo.[…] (Messaggio straordinario 02.02.90)

RINGRAZIAMENTI
La Regina della Pace è forse la più famosa per i suoi ringraziamenti. Ella ringrazia sempre per la buona volontà che ci mettiamo anche nelle più piccole cose, anche quelle che per noi sembrano un niente. Come una qualunque premurosa madre ci ringrazia e se siamo riusciti a pregare bene forse anche noi potremo sentire queste parole in fondo al cuore: Mi commuovono molto le vostre preghiere, specialmente il vostro rosario quotidiano. (Messaggio straordinario 25.01.82)
Figli cari! Stasera vi ringrazio per aver pregato il rosario e soprattutto perché vi siete impegnati a pregare come io vi ho chiesto. La prossima volta cercate di meditare ancora di più su quanto Gesù vi ispira. Grazie per aver pregato. Io vi benedico. (Messaggio dato al gruppo di preghiera  07.03.85)


IL ROSARIO SUGGERITO DALLA REGINA DELLA PACE
Ecco il rosario speciale che ha insegnato al gruppo di preghiera che ella stessa formò nei suoi primi anni di apparizioni: Vi invito a pregare il rosario di Gesù in questo modo. Nel primo mistero si contempla la nascita di Gesù e, come intenzione particolare, si prega per la pace.

Nel secondo mistero si contempla Gesù che aiutava e dava tutto ai poveri e si prega per il Santo Padre e i vescovi.

Nel terzo mistero si contempla Gesù che si affidava totalmente al Padre e faceva sempre la sua volontà e si prega per i sacerdoti e per tutti coloro che sono consacrati a Dio in modo particolare.

Nel quarto mistero si contempla Gesù che sapeva di dover dare la sua vita per noi e lo ha fatto senza condizioni perché ci amava e si prega per le famiglie.

Nel quinto mistero si contempla Gesù che ha fatto della sua vita un sacrificio per noi e si prega per essere capaci di offrire la vita per il prossimo.

Nel sesto mistero si contempla la vittoria di Gesù sulla morte e su Satana attraverso la resurrezione e si prega perché i cuori possano essere purificati dal peccato così che Gesù possa risuscitare in essi.
Nel settimo mistero si contempla l’ascensione di Gesù al cielo e si prega perché la volontà di Dio trionfi e si compia in tutto. Nell’ottavo mistero si contempla Gesù che ha inviato lo Spirito Santo e si prega affinchè lo Spirito Santo discenda su tutto il mondo. Dopo aver espresso l’intenzione suggerita per ogni mistero, vi raccomando di aprire tutti insieme il cuore alla preghiera spontaneaPoi scegliete un canto adatto. Dopo il canto pregate cinque Pater, salvo al settimo mistero dove si pregano tre Pater e all’ottavo dove si pregano sette Gloria al Padre.
Alla fine si esclama: “O Gesù, sii per noi forza e protezione”.


Vi raccomando di non aggiungere e di non togliere nulla ai misteri del rosario. Che tutto rimanga come vi ho indicato! (Messaggio dato al gruppo di preghiera 23.09.83)

Fonte:http://www.medjugorje-italia.com/la-corona-del-rosario-un-dono-per-aitarci-a-pregare-ma-come-si-fa-a-pregare/