Uno
dei primi segni si verificò nell’agosto 1981, due mesi dopo la prima
apparizione: la croce innalzata sulla collina delle prime apparizioni fu
vista per una notte intera tutta illuminata.
Il
2 agosto 1981, tutti hanno assistito al “gioco del sole” che ha
iniziato a ruotare sopra la gente, come a Fatima. Padre Tomislav,
parroco di Medjugorje, lo descrive così: “Il sole era al tramonto. Ad un
certo momento cominciò a girare, muovendosi rapidamente verso il luogo
delle apparizioni, dando l’impressione di cadere sulla testa degli
uomini. Molta gente vide un’ostia invece del sole; altri videro nel sole
la croce; altri ancora delle schiere di angeli con trombe…” (per la
descrizione di altri segni straordinari nel sole, si può vedere:
Mirjana, La Madonna a Medjugorje, Ed. Bertoncello, Cittadella
(PD) 1986, pp. 140-143). Inoltre, durante queste manifestazioni del
sole, esso non abbaglia abbaglia l’occhio, ma lo si può guardare senza
alcun fastidio.
Una
notte, durante i primi tempi, sopra la croce della collina delle
apparizioni fu vista la parola MIR (che significa PACE in lingua croata)
scritta con raggi di luce: chi ha visto dice che sembrava la luce che
un lampo fa durante i temporali, ma a differenza dei temporali, questa
la si vedeva molto chiaramente.
Alle
volte sulla collina del Krizevac si è
vista sparire la grande croce in
cemento eretta nel 1933, e al suo posto apparire la figura di Maria, con
le braccia tese in atteggiamento di accoglienza. Altre volte invece la
croce fu vista mutarsi in una figura bianca o assumere la forma di una
grende Ostia o di un Tau (particolare segno biblico di salvezza, è
costituito da una T maiuscola, cioè una croce senza il braccio
superiore).
La
notte del 28 ottobre 1981fu visto un grande fuoco, come un incendio,
salire verso il cielo dai piedi della collina e ardere per circa dieci
minuti. Lo vide anche una pattuglia di polizia e subito
accorse: ma sul luogo non trovò alcuna traccia di incendio né di cose
bruciate. Ivan Kozina, di 55 anni, testimone del fatto racconta: “Ero di
sentinella sul monte. La gente giungeva verso la chiesa, io pure
pregavo. D’improvviso è divampato un incendio, erano circa le 17.45,
Sembrava fuoco ma mi rendevo conto che non lo era, perché non c’era fumo
e non si sentiva il crepitio. Tutto è durato 12 minuti, poi il fuoco è
sparito. Io mi sono inginocchiato e ho pregato. L’indomani abbiamo
controllato tutto,ma non c’era traccia d’incendio, né di cenere, né
altro”. La Madonna disse che questo era un “segno premonitore del grande
segno”.
All’inizio
dell’agosto del 1982 si videro due potenti raggi di luce segnare tutto
il cielo, posandosi, uno sulla croce della collina e l’altro sulla
chiesa parrocchiale. Molta gente vide la cosa senza comprendere. Poi si
venne a sapere che proprio in quel momento Ivan (uno dei sei veggenti)
si trovava sulla collina, con alcuni altri giovani, durante la sua
apparizione: la Madonna gli disse “Ora ti darò un segno per rafforzare
la tua fede”. Così apparvero le luci e le videro anche i giovani che
erano con Ivan. Uno di loro, commosso e colpito dalla grazie, disse “Ora
ho visto. Non commetterò più alcun peccato perché ho visto questo!”.
TESTIMONIANZA DI ALESSIA, UNA BAMBINA DI 8 ANNI
Alessia,
una bambina di Verona, recatasi a Medjugorje dal 18 al 22 ottobre 1986
con la sua famiglia racconta: “Verona-Medjugorje è stato il viaggio più
bello della mia vita… La cosa che mi ha colpita di più è quello che è
successo a me e alla mia mamma un pomeriggio che siamo andate da sole
sul Krizevac… Abbiamo cominciato a salire facendo la via crucis e
recitando il Rosario. Dopo esserci fermate un po’ a pregare sotto la
croce, anche per riposarci un po’, siamo ridiscese. Avevamo appena
ripreso la strada, io poi ero caduta e mi stavo pulendo, quando la mamma
mi dice:
-Girati e guarda… dimmi cosa vedi…
Mi
voltai e vidi una cosa stupenda: c’era il sole che stava girando e
cambiava continuamente colore. Prima era azzurro, poi verde, poi giallo,
e si muoveva in su e in giù e poi da destra a sinistra, segnando una
croce come per benedirci. Siamo rimaste immobili a guardare, emozionate e
commosse; non volevamo più scendere, ma cominciava a far sera e
dovevamo ritrovarci con gli altri compagni del pullman. Tutta la sera e
parte della notte pensai a quel meraviglioso segno e ancora adesso ogni
tanto ci penso: è stato troppo bello.
La
mamma dice sempre che non bisogna andare a Medjugorje per vedere dei
segni, ma per la Madonna, che è venuta per aiutarci come farebbe una
mamma con i suoi figli; comunque, se ci onora anche di qualche segno è
sempre una cosa stupenda, perché ci fa sentire degni del suo amore”.
IL GRANDE SEGNO
Maria
ha promesso e assicurato che un grande segno permanente apparirà sulle
pendici della collina delle apparizioni, e lo potranno vedere tutti.
Sarà un segno per rafforzare la fede dei credenti e, soprattutto, per
convertire chi non ha ancora conosciuto l’amore di Dio. I veggenti lo
hanno già visto e ne parlano con gioia, dicendo che è un segno davvero
molto bello. La Madonna però incita anche a non attendere quel segno per
convertirsi, perché, dice “per molti l’attendere quel segno sarà troppo
tardi per convertirsi”, e ancora “molti verranno, si inginocchieranno,
ma non crederanno”. Il segno sarà preceduto da due ammonizioni per
l’umanità, che sarebbero i primi due dei dieci segreti, il segno
rappresenta il terzo segreti, ed è l’ultimo grande segno per la
conversione degli uomini, segno del grande amore di Dio per noi piccoli
uomini.
IL PRIMO MIRACOLO
Il
primo miracolo operato dalla Madonna di Medjugorje lo dobbiamo alla
richiesta di Jakov, il più piccolo dei veggenti (all’epoca aveva solo 10
anni). Durante i primi incontri i ragazzi non avevano il coraggio di
parlare e fu la Madonna stessa a sollecitarli con amore: “Non avete
qualche desiderio particolare da esprimere?” Allora Jakov, ricordandosi
dell’amichetto Daniele, ragazzo paralitico dalla nascita, ne domandò la
guarigione. Il ragazzo guarì.
Dopo il primo miracolo ne succedettero centinaia: più di trecento casi sono stati registrati solo fino al 1999 circa.
LA GUARIGIONE DI DIANA BASILE
Diana
Basile, nata nel 1940, sposata e madre di tre figli, si ammalò nel 1972
di sclerosi multipla, aggravata da tanti disturbi: difficoltà grave a
camminare, immobilità quasi completa del braccio destro, cecità assoluta
all’occhio destro… il 23 maggio 1984 si reca a Medjugorje. “Mi trovavo
ai piedi deli scalini, presso l’altare della chiesa. Una signora di
Bologna mi ha aiutata a salirli. Non avrei voluto entrare nella cappella
delle apparizioni…” All’uscita, dopo l’apparizione, si è trovata del
tutto guarita. Sul suo caso sono stati presentati 141 documenti medici
che attestano la malattia e la completa guarigione.
LA MADONNA FERMA IL TRENO
Ecco
la lettera scritta da una giovane insegnante il 10 ottobre 1983 e
spedita alla direzione del settimanale “Il sabato” che la pubblicò nel
dicembre dello stesso anno.
“La
notte tra il 9 e il 10 agosto 1983 mi trovavo sull’espresso delle 22.30
Milano-Palermo. Ero assieme ad un mio alunno ed eravamo diretti ad
Ischia. Verso le 23 mi sono sdraiata nella mia cuccetta: ero agitata ma
avevo viaggiata tutto il giorno e mi addormentai quasi subito, dopo aver
detto una preghiera veloce alla Madonna di Medjugorje dove ero stata in
pellegrinaggio dal 31 luglio al 5 agosto. Non so esattamente quanto
tempo passò ma poco prima di fermarci a Bologna feci un sogno
chiarissimo: vidi due treni che stavano per incrociarsi (uno proveniente
dal nord e l’altro dal sud). In lontananza apparve una figura
luminosissima vestita con un lungo abito grigio-azzurro e un velo bianco
che ricadeva leggermente sulla fronte: aveva le braccia un po’ aperte
ma non riuscivo a scorgere il viso. Poi questa figura con un gesto calmo
e lento fece un cenno ai treni, come chiedesse di rallentare e, nel
sogno, l’immagine si fece più vicina. Potevo vedere chiaramente l’abito,
ma il viso era così luminoso che non potevo distinguere altro che una
espressione molto seria in un viso dai lineamenti molto fini e dolci.
Poi la figura benedisse i convogli. A questo punto ho visto chiaramente
il conducente di un treno tirare disperatamente la leva del freno (il
macchinista poteva avere 40-50 anni) e poi coprirsi il volto con le
mani. Mi sono svegliata molto tranquilla: il treno era fermo a Bologna
(dove è rimasto tre ore): ho girato fianco e ho dormito fino al mattino
seguente. Il 10 agosto sono venuta a sapere che avevano messo una bomba
sul binario della linea Milano-Palermo in prossimità di Vaiano e che
l’ordigno era esploso davanti all’espresso 751 (cioè il treno partito
due ore prima del mio sulla stessa linea)anziché sotto, cosa che ha
evitato una strage, tenendo anche presente che lo spostamento d’aria
avrebbe scaraventato il treno proveniente da sud (che incrociava davvero
in quell’istante il 751) nella scarpata adiacente. Soltanto dieci
giorni dopo tornando a casa e sentendo bene il racconto appreso dai
giornali, ho potuto riscontrare una corrispondenza incredibile tra i
particolari del mio sogno e la scampata tragedia”.
La
stessa insegnante ha raccontato di aver riconosciuto l’aiuto
macchinista, il cui volto coincideva con i particolari del sogno.
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