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giovedì 18 dicembre 2014

La Madonna guarisce prodigiosamente un bambino dalla setticemia


Lunedi 29 giugno

Nel comune di Čitluk la tensione per gli avvenimenti accaduti a Bijakovići è alta. Il fatto che alcuni ragazzi affermino di vedere la Madonna è assolutamente inaccettabile ed inimmaginabile nel sistema comunista ateo dove è assolutamente vietata ogni manifestazione religiosa nei luoghi pubblici. Il 29 giugno i ragazzi sono prelevati dalla polizia e condotti all’ospedale di Mostar per una visita medica nel reparto di psichiatria alla fine della quale vengono dichiarati sani e normali. La dottoressa responsabile, di nome Mulija Džudža, musulmana, dichiara: “Matti non sono i ragazzi, ma quelli che li hanno portati qui”. E conferma il loro equilibrio psichico. In seguito relazionerà di essere stata particolarmente colpita, lei, di fede musulmana, dal coraggio dimostrato dal piccolo Jakov; riferirà in proposito: “Jakov si sente protetto dalla apparizione in cui rimette tutta la sua fiducia, la sua vita. Più io l’investivo e lo accusavo di aver inscenato una menzogna, più lui si dimostrava sicuro delle sue convinzioni, per le quali sarebbe anche morto. Quel che è certo, e inspiegabile in un bambino di dieci anni, è che noi non siamo riusciti minimamente a spaventarlo. E così gli altri. Se c’è una manipolazione in loro, io non ho potuto smascherarla”. 
A proposito di questo episodio, padre Jozo ricorda: “Sin dai primi giorni i comunisti hanno iniziato ad interrogare i veggenti, gli abitanti del villaggio e poi anche me, convocandoci sia di giorno che di notte . Il 29 giugno, giorno dei Santi Pietro e Paolo, hanno portato i veggenti all’ospedale psichiatrico di Mostar. Per cercare di spaventarli, i veggenti sono stati lasciati per un po’ di tempo da soli in un corridoio: da una parte i matti che passeggiavano nel cortile, dall'altra, l'obitorio aperto con cadaveri che emanavano cattivo odore. Quando poi una dottoressa li ha accusati di mentire per cercare di distruggere il regime comunista, Jakov, che aveva solo 9 anni, ha serrato il pugno e lo ha sbattuto sul tavolo dicendo: ‘Noi non mentiamo! Io sono pronto a dare la mia vita per la Madonna!’. Era presente anche il Dott. Ante Bosnjak, direttore dell’ospedale di Čitluk, e quel comportamento è stato per lui una forte conferma che i veggenti dicevano la verità. Attraverso la testimonianza del piccolo Jakov in particolare, egli ha ricevuto la grazia ed il dono della fede”.
Quel giorno sul monte delle apparizioni la folla è più numerosa che mai. Quando i ragazzi giungono al solito luogo ed iniziano a pregare, la Vergine appare loro immediatamente. In quella occasione ella invita tutti a credere: “Non c’è che un solo Dio e una sola fede. Credete fermamente e non abbiate timore di nulla!”. 
Ma durante quella apparizione i veggenti hanno anche una visione particolare. Ricorda la veggente Marija: “Nel corso degli anni la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente diverse volte, specialmente in occasione del venerdì santo. Ma prima volta è stato il giorno in cui i comunisti hanno portato noi veggenti all’ospedale psichiatrico di Mostar dopo pochi giorni dall'inizio delle apparizioni. Ci hanno maltrattato e spaventato minacciandoci che saremmo rimasti lì nel manicomio. È stato molto duro per noi. Alla sera, durante l’apparizione, abbiamo protestato dicendo alla Madonna: ‘Non ce la facciamo più! Perché tutti questi sacrifici e queste sofferenze?’. Allora la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente, tutto insanguinato, con la corona di spine e col volto sfigurato, e ci ha detto: ‘Come ha fatto lui, così offritevi anche voi!’. Da quel momento non abbiamo mai più protestato ma abbiamo sempre offerto a Dio con amore ogni sacrificio e sofferenza pensando a quanto Gesù ha sofferto per noi, per la nostra salvezza”.
Quello stesso giorno anche una dottoressa atea, di nome Jadranka, che aveva seguito i ragazzi e li aveva osservati al momento dell’apparizione sente il desiderio di toccare la Madonna e quando con l’aiuto di Vicka che le sorregge la mano sfiora la veste della Madonna, avverte come un forte brivido. Quello stesso giorno la Madonna guarisce prodigiosamente un bambino, Danijel Šetka, che i suoi genitori avevano condotto lì chiedendo che venisse guarito dalla setticemia, male terribile di cui il piccolo soffre da tempo e che tutti giudicavano inesorabile. Non parla, può camminare solo se sorretto e spesso cade. I suoi genitori supplicano. I veggenti intercedono. La Vergine, attraverso di loro, incoraggia i presenti e in particolare il papà e la mamma a pregare per la guarigione. Che in effetti avverrà presto: durante quella stessa estate, infatti, Danijel ritornerà a Medjugorje, camminando e parlando. Ecco qualche ulteriore dettaglio di quell’episodio nel ricordo di padre Jozo: “Verso la fine del mese di giugno del 1981 sono arrivati a Medjugorje dalla Germania due genitori con il loro figlio Danijel, ammalato perché a tre anni gli avevano fatto una iniezione sbagliata e perciò non si sviluppava più. Il marito in Germania gestiva un ristorante. Cercavano dalla Madonna la grazia della guarigione del figlio e perciò hanno chiesto a un veggente cosa dovevano fare per ottenerla. Attraverso quel veggente la Madonna ha risposto: ‘Che i genitori credano fermamente, preghino e facciano digiuno’. Ma il papà del bambino si è rifiutato di mettere in pratica l’invito della Madonna. Il giorno dopo hanno rivolto la stessa domanda ad un altro veggente e la risposta è stata la stessa. Il padre non ha creduto. La madre invece ha sentito nel cuore questa voce: ‘Perché tu pensi di non poter fare digiuno per la guarigione di tuo figlio?’. E così ha cominciato a fare digiuno. Sorpreso dal coraggio della moglie, anche il marito ne ha seguito l’esempio. Dopo tre giorni sono venuti da me e hanno detto: ‘Abbiamo fatto digiuno’. Ho benedetto tutti i malati ma a Danijel non è successo niente. La mamma non ha voluto andare via. È entrata nella cucina e abbiamo pregato insieme. All’improvviso, la mamma ha sentito la grazia e ha lasciato il figlio, che sosteneva dicendogli: ‘Su, Danijel, cammina!’. E subito il bambino ha cominciato a fare i primi passi. Adesso è grande, va a scuola, gioca a pallone, è un ragazzo normale. Questi genitori, oggi, nel loro ristorante consigliano ai clienti di fare digiuno mercoledì e venerdì”. 

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