Lunedi 29 giugno
Nel comune di Čitluk la tensione per gli
avvenimenti accaduti a Bijakovići è alta. Il fatto che alcuni ragazzi
affermino di vedere la Madonna è assolutamente inaccettabile ed
inimmaginabile nel sistema comunista ateo dove è assolutamente vietata
ogni manifestazione religiosa nei luoghi pubblici. Il 29 giugno i
ragazzi sono prelevati dalla polizia e condotti all’ospedale di Mostar
per una visita medica nel reparto di psichiatria alla fine della quale
vengono dichiarati sani e normali. La dottoressa responsabile, di nome
Mulija Džudža, musulmana, dichiara: “Matti non sono i ragazzi, ma quelli
che li hanno portati qui”. E conferma il loro equilibrio psichico. In
seguito relazionerà di essere stata particolarmente colpita, lei, di
fede musulmana, dal coraggio dimostrato dal piccolo Jakov; riferirà in
proposito: “Jakov si sente protetto dalla apparizione in cui rimette
tutta la sua fiducia, la sua vita. Più io l’investivo e lo accusavo di
aver inscenato una menzogna, più lui si dimostrava sicuro delle sue
convinzioni, per le quali sarebbe anche morto. Quel che è certo, e
inspiegabile in un bambino di dieci anni, è che noi non siamo riusciti
minimamente a spaventarlo. E così gli altri. Se c’è una manipolazione in
loro, io non ho potuto smascherarla”.
A proposito di questo episodio, padre
Jozo ricorda: “Sin dai primi giorni i comunisti hanno iniziato ad
interrogare i veggenti, gli abitanti del villaggio e poi anche me,
convocandoci sia di giorno che di notte . Il 29 giugno, giorno dei Santi
Pietro e Paolo, hanno portato i veggenti all’ospedale psichiatrico di
Mostar. Per cercare di spaventarli, i veggenti sono stati lasciati per
un po’ di tempo da soli in un corridoio: da una parte i matti che
passeggiavano nel cortile, dall'altra, l'obitorio aperto con cadaveri
che emanavano cattivo odore. Quando poi una dottoressa li ha accusati di
mentire per cercare di distruggere il regime comunista, Jakov, che
aveva solo 9 anni, ha serrato il pugno e lo ha sbattuto sul tavolo
dicendo: ‘Noi non mentiamo! Io sono pronto a dare la mia vita per la
Madonna!’. Era presente anche il Dott. Ante Bosnjak, direttore
dell’ospedale di Čitluk, e quel comportamento è stato per lui una forte
conferma che i veggenti dicevano la verità. Attraverso la testimonianza
del piccolo Jakov in particolare, egli ha ricevuto la grazia ed il dono
della fede”.
Quel giorno sul monte delle apparizioni
la folla è più numerosa che mai. Quando i ragazzi giungono al solito
luogo ed iniziano a pregare, la Vergine appare loro immediatamente. In
quella occasione ella invita tutti a credere: “Non c’è che un solo Dio e
una sola fede. Credete fermamente e non abbiate timore di nulla!”.
Ma durante quella apparizione i veggenti
hanno anche una visione particolare. Ricorda la veggente Marija: “Nel
corso degli anni la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente diverse
volte, specialmente in occasione del venerdì santo. Ma prima volta è
stato il giorno in cui i comunisti hanno portato noi veggenti
all’ospedale psichiatrico di Mostar dopo pochi giorni dall'inizio delle
apparizioni. Ci hanno maltrattato e spaventato minacciandoci che saremmo
rimasti lì nel manicomio. È stato molto duro per noi. Alla sera,
durante l’apparizione, abbiamo protestato dicendo alla Madonna: ‘Non ce
la facciamo più! Perché tutti questi sacrifici e queste sofferenze?’.
Allora la Madonna ci ha mostrato Gesù sofferente, tutto insanguinato,
con la corona di spine e col volto sfigurato, e ci ha detto: ‘Come ha
fatto lui, così offritevi anche voi!’. Da quel momento non abbiamo mai
più protestato ma abbiamo sempre offerto a Dio con amore ogni sacrificio
e sofferenza pensando a quanto Gesù ha sofferto per noi, per la nostra
salvezza”.
Quello stesso giorno anche una
dottoressa atea, di nome Jadranka, che aveva seguito i ragazzi e li
aveva osservati al momento dell’apparizione sente il desiderio di
toccare la Madonna e quando con l’aiuto di Vicka che le sorregge la mano
sfiora la veste della Madonna, avverte come un forte brivido. Quello
stesso giorno la Madonna guarisce prodigiosamente un bambino, Danijel
Šetka, che i suoi genitori avevano condotto lì chiedendo che venisse
guarito dalla setticemia, male terribile di cui il piccolo soffre da
tempo e che tutti giudicavano inesorabile. Non parla, può camminare solo
se sorretto e spesso cade. I suoi genitori supplicano. I veggenti
intercedono. La Vergine, attraverso di loro, incoraggia i presenti e in
particolare il papà e la mamma a pregare per la guarigione. Che in
effetti avverrà presto: durante quella stessa estate, infatti, Danijel
ritornerà a Medjugorje, camminando e parlando. Ecco qualche ulteriore
dettaglio di quell’episodio nel ricordo di padre Jozo: “Verso la fine
del mese di giugno del 1981 sono arrivati a Medjugorje dalla Germania
due genitori con il loro figlio Danijel, ammalato perché a tre anni gli
avevano fatto una iniezione sbagliata e perciò non si sviluppava più. Il
marito in Germania gestiva un ristorante. Cercavano dalla Madonna la
grazia della guarigione del figlio e perciò hanno chiesto a un veggente
cosa dovevano fare per ottenerla. Attraverso quel veggente la Madonna ha
risposto: ‘Che i genitori credano fermamente, preghino e facciano
digiuno’. Ma il papà del bambino si è rifiutato di mettere in pratica
l’invito della Madonna. Il giorno dopo hanno rivolto la stessa domanda
ad un altro veggente e la risposta è stata la stessa. Il padre non ha
creduto. La madre invece ha sentito nel cuore questa voce: ‘Perché tu
pensi di non poter fare digiuno per la guarigione di tuo figlio?’. E
così ha cominciato a fare digiuno. Sorpreso dal coraggio della moglie,
anche il marito ne ha seguito l’esempio. Dopo tre giorni sono venuti da
me e hanno detto: ‘Abbiamo fatto digiuno’. Ho benedetto tutti i malati
ma a Danijel non è successo niente. La mamma non ha voluto andare via. È
entrata nella cucina e abbiamo pregato insieme. All’improvviso, la
mamma ha sentito la grazia e ha lasciato il figlio, che sosteneva
dicendogli: ‘Su, Danijel, cammina!’. E subito il bambino ha cominciato a
fare i primi passi. Adesso è grande, va a scuola, gioca a pallone, è un
ragazzo normale. Questi genitori, oggi, nel loro ristorante consigliano
ai clienti di fare digiuno mercoledì e venerdì”.
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