Il Centro della “ Famiglia ferita “, ( questo è il nome, non viene mai usato il nome orfanotrofio per diretta volontà della sua fondatrice Suor Josipa
) si trova dislocato in due case, nella cittadina di Citluk e nella
piccola frazione di Vionica, da dove tutto ha origine. Vionica fa parte
della parrocchia di Medugorje,
Subito dopo lo scoppio del conflitto nella ex-Yugoslavia, due suore, Suor Josipa e Suor Kornelia Kordic, in seguito alla distruzione del loro convento nella Bosnia centrale, cercarono rifugio nel loro paese natale, Medjugorie.
Lì, presa
coscienza della drammatica situazione di sofferenza sia fisica che
spirituale del loro popolo, appoggiandosi ad alcune strutture messe a
disposizione dagli abitanti del paese, iniziarono a dare rifugio ed
assistenza a centinaia di persone che fuggivano dalle zone più
disastrate cercando aiuto dove gli echi della guerra sembravano se non
assenti almeno più attenuati. La disponibilità delle suore era grande e
altrettanto intenso era l’impegno degli abitanti del paese e dei
pellegrini. Ma le esigenze della moltitudine di povera gente
proveniente da tutta la Bosnia, erano davvero smisurate.Nel
1992, in piena guerra civile dell’ex Jugoslavia, incurante dei
pericoli, Suor Josipa su un terreno di proprietà della sua famiglia (terreno tutto pietre e rovi
) in località Vionica, alle porte di Medugorje, piantò le prime tende
recuperate alla buona e iniziò ad ospitare profughi provenienti un po’
da tutta la Bosnia, bambini, anziani, famiglie intere che cercavano
rifugio e aiuto. In poco tempo si ritrovarono sotto quelle tende
fatiscenti più di 250 persone, Josipa confidava e veniva veramente
aiutata giorno per giorno dalla Divina Provvidenza, arrivavano pochi
aiuti soprattutto dai pellegrini che conoscendo Medugorje avevano
iniziato a conoscere la triste e tremenda realtà di Vionica.
Nel 1993 intanto con l’aiuto di
volontari, soprattutto italiani, iniziò la costruzione di una casa per
poter togliere dalle tende quelle povere creature. Sotto i bombardamenti vennero gettate le fondamenta della struttura a 2 Km dal santuario nel paese di Citluk. "Dove gli altri distruggono, noi dobbiamo costruire…"
diceva Suor Josipa. Da quel momento centinaia di volontari hanno messo a
disposizione le loro capacità professionali e umane per andare incontro
alle esigenze progettuali o di effettiva costruzione pratica della
struttura.
La "Provvidenza"
muoveva ogni cosa. Provvidenza che si concretizzava attraverso camion di
mattoni, cemento, tubi, sanitari, infissi, arredi, cucine, pentole,
automezzi, manodopera gratuita di esperti, cibo che venivano distribuite
ai profughi ed ai malati provenienti dalla Bosnia centrale.
Nell’autunno 1995 la casa fu inaugurata e finalmente le prime decine di
bambini, fino ad allora ospitati in strutture di emergenza, ritrovarono
un tetto stabile ed il calore e la sicurezza di un ambiente familiare.
Intanto nel 1994 con la benedizione del Papa Giovanni Paolo II ottenne di lasciare L’Ordine delle Sorelle Scolastiche Francescane e nell’Ottobre dello stesso anno fondò la “ Comunità delle Sorelle della Famiglia Ferita “, scopo di tale comunità è la cura delle famiglie, soprattutto di quelle bisognose e lacerate. Il Santo Padre proclama il 1994 l’anno della famiglia, in seguito a questo e per la particolare benedizione, amicizia e incoraggiamento che sua Santità le dona chiama il centro “ CENTRO FAMILIARE PAPA GIOVANNI PAOLO II “
Attualmente lo "Obiteljski Centar Ivan Pavao II" (Casa Famiglia Giovanni Paolo II) ospita centoquaranta orfani o profughi di guerra, che vanno da pochi mesi fino ai 18 anni e più. I bambini hanno ripreso ad andare a scuola, ragazzi più grandi (fino a 18 anni) frequentano le superiori. Le suore ed i volontari sono la loro famiglia. Una famiglia che dona la propria vita per dare una prospettiva al futuro dei figli più fragili e più segnati dal dramma della guerra.
Ad oggi l
’organizzazione governativa del Paese della Bosnia Erzegovina non
prevede contributi di sostentamento per i bambini della Casa Famiglia.
Questi restano quindi nelle mani dei benefattori locali o stranieri o di
alcuni organismi della Chiesa che saltuariamente nei casi di emergenza
estrema, effettuano delle piccole donazioni straordinarie.
Sempre grazie al sostegno dei volontari, negli ultimi anni è stata completata la struttura nella zona di Vionica, di Medjugorie, con la costruzione di una casa già utilizzata per far passare ai più piccoli i primi anni della loro vita nel verde, lontano dal traffico e dai pericoli della città. La nuova struttura, ha dato l'opportunità di dividere l'operato della missione in tre punti principali: la casa di Citluk, dove si trovano i ragazzi dai tre ai diciotto anni, la casa di Vionica, dove si trovano le suore novizie con una i bambini più piccoli e la nuova struttura (a poche decine di metri dalla casa di Vionica) dove alloggiano ad oggi, le ragazze madri con i loro piccoli.
Nel 2002, dove si trovava una vecchia tettoia in legno e sacco, dove la Madonna è apparsa più volte a Vicka, è stata costruita piano piano, ed ancora in fase di completamento, una piccola chiesa , voluta fortemente da S. Josipa gli ultimi tempi della sua permanenza terrena.
Sempre grazie al sostegno dei volontari, negli ultimi anni è stata completata la struttura nella zona di Vionica, di Medjugorie, con la costruzione di una casa già utilizzata per far passare ai più piccoli i primi anni della loro vita nel verde, lontano dal traffico e dai pericoli della città. La nuova struttura, ha dato l'opportunità di dividere l'operato della missione in tre punti principali: la casa di Citluk, dove si trovano i ragazzi dai tre ai diciotto anni, la casa di Vionica, dove si trovano le suore novizie con una i bambini più piccoli e la nuova struttura (a poche decine di metri dalla casa di Vionica) dove alloggiano ad oggi, le ragazze madri con i loro piccoli.
Nel 2002, dove si trovava una vecchia tettoia in legno e sacco, dove la Madonna è apparsa più volte a Vicka, è stata costruita piano piano, ed ancora in fase di completamento, una piccola chiesa , voluta fortemente da S. Josipa gli ultimi tempi della sua permanenza terrena.
Suor Josipa è nata il 30 Gennaio 1947, sesta di nove figli, si consacrò a Dio nel 1970 a Roma. Dopo 12 anni di vita, di lavoro e di istruzione a Roma, fece ritorno nella sua terra a Bjielo Polje. Qui ricoprì diverse cariche in luoghi diversi (Humac, Ljubuski, ecc.) , dal 1980 al 1984 visse a New York, poi tornò a Siroki Brijeg e a Listica dove nel 1991 la guerra cambiò la sua vita. Decise subito di dedicarsi senza indugio ai più bisognosi, alle famiglie e ai bambini orfani, il 12 Ottobre 1994 fonda la Comunità delle Sorelle missionarie della Famiglia ferita. Intanto nella sua Missione coinvolge un po’ tutta la sua famiglia, la sorella Anna, sposata e residente in America, la quale torna e con il marito costruisce un albergo a Medugorje per ospitare i profughi, donando tutto a Josipa e alla sua opera, il fratello Kornelio sacerdote, gli altri fratelli e soprattutto la sorella suora anche lei: Suor Kornelia che diventa il suo braccio destro e attualmente guida l’opera.
La malattia è in
agguato, arriva inesorabile nel 2000, tumore ai polmoni, al fegato ed
alle ossa, ma mai fece pesare questa situazione alle sorelle e ai
bambini, per tutti sempre , fino all’ultimo ha avuto sorrisi e parole
che parlavano di grazia, di gioia e di amore.
Alla vigilia della sua morte chiese che nessuno, durante il suo funerale, portasse il lutto vestendosi di nero. “ Che domini il bianco, il canto, la gioia e la luce, perché si tratterà di un momento di felicità e di pace per me”.
Suor Josipa nasce al cielo, alla sua vera vita, il 10 Aprile 2003
Suor Josipa racconta: "La brutalità della guerra in Croazia e in Bosnia-Erzegovina mi ha indotto ad aiutare in modo più efficace i più disastrati.. La famiglia odierna è ferita: da qui proviene la gente isolata, infelice, piena d´odio, d´aggressività e di debolezze d´ogni genere.
Noi possiamo constatare tutti i giorni che queste famiglie innocenti sono tormentate a causa di una triplice sofferenza: il dolore esistenziale per la perdita di tanti parenti e congiunti; il dolore psicologico per lo sconvolgimento, spesso anche mentale, provocato da questa guerra terrificante; il dolore spirituale, poiché la fedeltà alla Chiesa Cattolica è stata duramente messa alla prova.
Tante famiglie ferite, tante case distrutte, tante chiese devastate e profanate, possono risorgere solo nel cuore che ama con l´amore di Cristo.
Le finalità della nostra piccola comunità tendono ad aiutare a riconquistare la sicurezza rispetto ai problemi della famiglia, della salute, dell´istruzione, della casa, del lavoro, ricucendo i brandelli di una identità perduta per chi soffre nell´anima e nel corpo. Il centro del nostro interesse è la "famiglia ferita" da una guerra assurda ed orribile, frutto dell´odio umano, che ha seminato tanta sofferenza, morte e dolore. Ma sappiamo che proprio dalle "macerie" può scaturire la volontà di rinascere, di tornare alla vita; uniti nella "sofferenza" per poter poi condividere la "gioia".
Il nostro metodo si riassume in poche parole: "non abbiamo niente, ogni giorno ci viene donato molto, e tutto quello che riceviamo lo doniamo".
Attualmente il centro è seguito da Suor Kornelia e da altre giovanissime sorelle, sono aiutate da qualche giovane ragazza madre che è stata accolta insieme alla sua creatura.
Alla Provvidenza Josipa si è sempre affidata, con una fiducia cieca e totale, mostrando sempre una serenità incredibile e incomprensibile ai più, la Provvidenza Divina non l’ha mai abbandonata, anche nei momenti più tremendi e nelle situazioni più drammatiche.
Alla vigilia della sua morte chiese che nessuno, durante il suo funerale, portasse il lutto vestendosi di nero. “ Che domini il bianco, il canto, la gioia e la luce, perché si tratterà di un momento di felicità e di pace per me”.
Suor Josipa nasce al cielo, alla sua vera vita, il 10 Aprile 2003
Suor Josipa racconta: "La brutalità della guerra in Croazia e in Bosnia-Erzegovina mi ha indotto ad aiutare in modo più efficace i più disastrati.. La famiglia odierna è ferita: da qui proviene la gente isolata, infelice, piena d´odio, d´aggressività e di debolezze d´ogni genere.
Noi possiamo constatare tutti i giorni che queste famiglie innocenti sono tormentate a causa di una triplice sofferenza: il dolore esistenziale per la perdita di tanti parenti e congiunti; il dolore psicologico per lo sconvolgimento, spesso anche mentale, provocato da questa guerra terrificante; il dolore spirituale, poiché la fedeltà alla Chiesa Cattolica è stata duramente messa alla prova.
Tante famiglie ferite, tante case distrutte, tante chiese devastate e profanate, possono risorgere solo nel cuore che ama con l´amore di Cristo.
Le finalità della nostra piccola comunità tendono ad aiutare a riconquistare la sicurezza rispetto ai problemi della famiglia, della salute, dell´istruzione, della casa, del lavoro, ricucendo i brandelli di una identità perduta per chi soffre nell´anima e nel corpo. Il centro del nostro interesse è la "famiglia ferita" da una guerra assurda ed orribile, frutto dell´odio umano, che ha seminato tanta sofferenza, morte e dolore. Ma sappiamo che proprio dalle "macerie" può scaturire la volontà di rinascere, di tornare alla vita; uniti nella "sofferenza" per poter poi condividere la "gioia".
Il nostro metodo si riassume in poche parole: "non abbiamo niente, ogni giorno ci viene donato molto, e tutto quello che riceviamo lo doniamo".
Attualmente il centro è seguito da Suor Kornelia e da altre giovanissime sorelle, sono aiutate da qualche giovane ragazza madre che è stata accolta insieme alla sua creatura.
Alla Provvidenza Josipa si è sempre affidata, con una fiducia cieca e totale, mostrando sempre una serenità incredibile e incomprensibile ai più, la Provvidenza Divina non l’ha mai abbandonata, anche nei momenti più tremendi e nelle situazioni più drammatiche.
FONTE: http://www.madonnaaddoloratadelperdono.it/famiglia_ferita_-_medjugorje.html
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