Le catechesi di Padre Marinko – Cappellano di Medjugorje
Cari fratelli, buongiorno.
Sembra che oggi piova.
Ebbene, sapete come ha agito un pastore? Un uomo in viaggio ha avvicinato un pastore che custodiva il suo gregge e gli ha chiesto come erano le previsioni del tempo. Il pastore ha risposto: “Io mi aspetto il tempo che conviene a me”.
Ma come fa a sapere che sarà proprio il tempo che a lui sta bene? Il pastore rispose: “Caro amico, io ho imparato nella mia vita a non poter avere tutto quello che vorrei e di accettare ogni cosa. Proprio per questo sono sicuro che oggi farà il tempo che piace a me”.
Quando piove, piove. Quando fa il sole fa il sole.
Si tratta dunque di un atteggiamento interiore.
Le cose, quindi, non dipendono dal tempo, ma anche da me. Non dipende soltanto dalle circostanze, ma anche dal mio modo di pensare.
Carissimi amici, siamo qui per riflettere su Medjugorje.
Io sono nato qui nelle vicinanze di Medjugorje. A 5 chilometri da Medjugorje.
Quando la Madonna è apparsa io avevo 13 anni.
La prima apparizione era il 24 giugno del 1981 e noi il 26 giugno abbiamo saputo la notizia. Già il 27 giugno con i miei amici sono stato con i veggenti sulla collina delle apparizioni. Ero proprio vicinissimo ai veggenti durante l’apparizione, in modo da poterli vedere davanti a me. Senz’altro questo fatto ha lasciato una grande impressione dentro di me.
Io penso che l’essenziale a Medjugorje sia stato già detto il primo giorno, cioè il 24 giugno che è la festa di san Giovanni Battista. Sappiamo che il Battista mostrava la strada verso Gesù e invitava le persone alla conversione: a passare all’altra sponda del Giordano.
Credo che Medjugorje sia proprio questo: l’altra sponda del fiume Giordano, dove la Madonna ci invita alla conversione. La Madonna ci invita alla pace. La pace non c’è senza la conversione. Quindi la mia conversione è precondizione per la pace. Quindi la pace non esiste senza il cambiamento.
Spesso noi, invece, aspettiamo che cambino gli altri e pensiamo: “Quando cambieranno gli altri ci sarà la pace”. “Quando cambierà mio marito o mia moglie ci sarà la pace”. Quando cambieranno i vicini di casa o le circostanze esteriori…
Qui la Madonna, invece, ci insegna che io devo cambiare e non gli altri.
Una cosa è molto interessante: quando io comincio a cambiare anche gli altri cambiano. Questo è essenziale. Quando cambio il mio modo di pensare, quando cambiano i miei sentimenti, tutto comincia ad avere un altro aspetto. Sia le persone che le cose assumono un altro aspetto.
Gesù ci insegna: Non andare a togliere la pagliuzza nell’occhio dell’altro; prima verifica il tuo stato d’animo. Noi, invece, vogliamo sempre cambiare gli altri. E’ molto meglio. Come un uccello da mille metri di altezza vediamo la pagliuzza nell’occhio dell’altro. Invece i lati positivi facciamo fatica a vederli.
Gesù dice: “Verifica prima il tuo stato d’animo e cambia te stesso”. Liberati prima di tutto da ciò che è dentro di te.
Noi non vediamo in modo chiaro. Guardiamo attraverso i nostri filtri. Questo fa diventare la nostra vista distorta.
Pensiamo ad una persona a cui non vogliamo bene. Tu non sei capace di vedere questa persona. La tua vista non è più limpida. Tu forse vedi soltanto un lato. Vedi solo il negativo. Allora, prima di tutto, devi verificare se dentro di te c’è qualche trave, qualche filtro. La prima cosa che si deve fare è liberarsi da questo.
Ricordiamo le nostre sensazioni verso gli altri. Dentro di te c’è rabbia e reagisci in stato di nervosismo? Come sarà la tua reazione? Non potrà essere buona.
Prima di tutto dobbiamo essere coscienti di com’è il nostro stato d’animo. Quando abbiamo messo a posto le cose dentro di noi allora possiamo reagire.
Vi faccio l’esempio del vescovo san Francesco di Sales. Una volta un uomo lo ha insultato e ha bestemmiato. San Francesco taceva. Gli amici gli hanno chiesto: “Ma perché tacevi? Perché non hai risposto?” E lui rispose: “Io ho fatto un accordo tra la mia lingua e il mio cuore: la lingua può parlare appena il cuore si è calmato. In quel momento, invece, il mio cuore non era tranquillo”.
Mi ricordo molto bene quando facevo catechismo a scuola. Gli alunni qualche volta non sono proprio buoni. Mi sono trovato nella tentazione di dare la colpa a loro, ma poi ho capito che non riguardava loro. Ho domandato a me stesso: “In quale stato d’animo entro io nella classe? Sono fresco, riposato? Sono di buon umore?” Da questo dipende tutto il resto.
Con quale stato d’animo entro a casa mia? Come avvicino gli altri? Tutto dipende dalla mia interiorità. Ecco perché Gesù dice: “Prima di tutto devi pulire la coppa dall’interno”. L’esteriorità dipende dall’interiorità.
Che tipo di persona sei tu? Non dipende soltanto da te, ma anche da me. Da come io ti guardo. Che sentimento ho dentro: amore o odio?
La Madonna ci insegna di cambiare prima di tutto noi stessi. Questo cambiamento deve avvenire nella preghiera. Ovviamente anche dopo la preghiera, ma soprattutto nella preghiera. La preghiera, la santa Messa e l’adorazione devono essere momenti di cambiamento.
Ci domandiamo: ma di che cambiamento si tratta? Ricordiamo i due discepoli sulla strada da Emmaus verso Gerusalemme. Come erano loro quando hanno incontrato Gesù? Possiamo dire che erano ciechi. Non lo vedevano eppure Lui era lì. Delusi, depressi. Dicevano: “Noi speravamo e tutto è finito”. Loro non vedevano. Ricorda certe situazioni in cui cammini e sei pensieroso e così non vedi l’altra persona.
Ricordiamo qui una cosa molto importante. Dopo la resurrezione Gesù si mostra diverso. Dio è sempre diverso da quello che penso io. Nemmeno Maria Maddalena lo riconobbe, ma ha riconosciuto la Sua voce. Invece i due discepoli L’hanno riconosciuto nello spezzare il pane. L’apostolo Tommaso Lo ha riconosciuto quando ha toccato le Sue piaghe. Dio è sempre diverso.
La Madonna desidera che io cambi nella preghiera. Il cambiamento è un processo. Anche nei due discepoli sulla strada da Emmaus a Gerusalemme è avvenuto questo processo di cambiamento. Pian piano i loro occhi si sono aperti e il loro cuore ha cominciato a svegliarsi. Dopo diranno: “Ma non ardeva forse il nostro cuore mentre Lo ascoltavamo?” Il loro cuore si è svegliato e hanno compreso sempre di più. Tutto questo è successo durante un cammino. Quindi il nostro cambiamento è un cammino.
Essere cristiano significa essere in cammino con Gesù. Quando io vado a pregare io incontro Gesù come quei discepoli. Continuo a camminare con Lui. Rifletto con Lui. Con Lui verifico me stesso, perché il nostro modo di vedere non è sempre giusto. Il nostro modo di riflettere non è sempre giusto. Spesso siamo ciechi come quel fariseo che pregava nel Tempio. Era cieco.
Noi preghiamo, ma questo non vuol dire che il cambiamento è avvenuto dentro di noi. Spesso rimaniamo così come quando abbiamo iniziato a pregare e ritorniamo a casa uguali. Questo non và bene.
La Madonna desidera che noi cambiamo. Noi ci mettiamo molto volentieri davanti allo specchio. Sempre di nuovo ci specchiamo. Questo riguarda ovviamente l’esteriorità. Facciamo, però, molta più fatica a guardare la nostra interiorità. Ed è molto più importante dell’esteriorità. Vedere se stessi. Vedere e capire che cosa ci muove. Vedere e comprendere che cos’è decisivo per me. Cosa influisce le mie decisioni? Perché io penso così di una certa persona? Bisogna sempre verificare il nostro modo di vedere.
Io vedo una persona in un certo modo. Ma questa persona è veramente così come la vedo? E’ veramente così oppure io la vedo così? Sono due cose diverse. Quindi, assieme a Gesù, dobbiamo esaminare sempre noi stessi.
Leggere la Parola di Dio. AscoltarLa. Essere come Maria, sorella di marta. Quando ti raccogli nella preghiera devi essere come Maria. E’ uno degli elementi della preghiera col cuore.
La Madonna qui ci insegna a pregare col cuore. Pregare col cuore significa essere presenti. Noi spesso ci allontaniamo col pensiero. Non sono presente. Col corpo sì, ma non con lo spirito. Mi addormento come quei tre discepoli nell’Orto degli Ulivi. Ma Gesù li sveglia. Gesù desidera che anche noi ci svegliamo. Desidera che non siamo più come Marta, bensì come Maria.
Solo Tu Gesù. Nella Messa e nell’adorazione solo Tu Gesù sei importante. Ti contemplo e Ti ascolto. Sono completamente occhio e completamente orecchio.
Essere sveglio. “Pregate, pregate” dice Gesù. Questo ovviamente non è semplice, ma dobbiamo fare esercizio. La Madonna ci insegna che la preghiera col cuore è uno stato d’animo interiore, una disposizione. Nella preghiera abbiamo le parole e gli stati d’animo. Ricordiamoci della critica di Dio nell’Antico Testamento: “Questo popolo Mi venera con le labbra; il loro cuore è lontano da Me”.
Noi, quindi, pronunciamo le parole. Prendiamo il rosario, una bellissima preghiera, ma dobbiamo essere svegli. Dobbiamo svegliarci continuamente durante il rosario. Dentro di me ci deve essere una disposizione nel mio cuore.
Prendiamo per esempio questa parola: “Signore, Ti ringrazio”. Lo stato interiore è la gratitudine. Lo stato interiore è importante. Che io provi dentro di me la gratitudine. Che io dentro di me possa avere la fiducia nel Signore, l’abbandono al Signore. L’amore nel cuore.
Ai due discepoli è accaduto di svegliarsi. Questo stato interiore non deve essere presente all’inizio della preghiera, ma deve realizzarsi. Prega per questa intenzione. “Gesù sveglia l’amore dentro di me. Sveglia la fiducia in Te. Sveglia in me la gratitudine”.
Prega così e cerca di sentire nella preghiera almeno una volta ciò che ha sentito Elisabetta. Cosa ha sentito Elisabetta nell’incontro con Maria? “Il bambino sussultò nel mio grembo”. Così ha detto. Sussultò di gioia. Fai in modo che anche dentro di te possa sussultare il tuo cuore. Proprio perché sei con Gesù.
La Madonna dice: “Pregate con gioia”. Forse tu adesso non preghi con gioia. Và bene anche così, ma sappi che questo è possibile. Quando cominci a pregare con gioia cambia tutto.
Ricordiamo un esempio. Una ragazza leggeva un libro di poesie. Poesia che era noiosa. Ha letto un po’ e poi ha riposto il libro. Dopo qualche giorno ha incontrato un giovane e se ne è innamorata. Parlando lui le ha detto che scrive poesie. Quando lei è tornata a casa subito ha cercato quel libro e ha scoperto che il ragazzo era proprio l’autore di quel libro. Ha ricominciato a leggerlo e non ha smesso finchè non lo ha terminato. Più volte rileggeva quel libro, perché non era più noioso. Ogni parola aveva il suo significato.
La Madonna dice a noi: “Innamoratevi di Gesù”. “Innamoratevi del Santissimo Sacramento dell’altare”. Quando avviene questo cambia tutto. Proprio per questo bisogna pregare per l’amore: “Gesù sveglia l’amore dentro di me”. L’amore è dentro di te, come lo era in quei due discepoli, ma a volte l’amore dorme dentro di te. Bisogna svegliarlo.
Un altro modo buono di pregare col cuore è ripetere le invocazioni. La Madonna dice: “Pregate preghiere brevi”. Per esempio: Ti ringrazio Gesù. Gesù ti amo. Gesù confido in Te. O semplicemente la parola “Gesù”. Fa penetrare il nome di Gesù nel tuo respiro. Ripeti questo nome. Ripetilo con gratitudine. “Gesù”. Con amore. Con fiducia. Oppure le parole di san Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”. Oppure le parole di san Francesco: “Mio Dio, mio tutto”. Ripetilo dentro di te, perché il tuo cuore cominci a svegliarsi. Perché il tuo cuore inizi a pregare.
Ci sono alcune condizioni per la preghiera col cuore. Il perdono. Non puoi pregare col cuore se non perdoni. Se dentro di te ci sono sentimenti negativi è ovvio che non puoi pregare col cuore. Se non riesci ad accettare la tua croce è difficile pregare col cuore.
La Madonna dice: “Lavorate sui vostri cuori come lavorate nei campi”. Dobbiamo fare attenzione: posso pregare come quel fariseo nel Tempio, digiunare come lui due volte la settimana eppure può succedere che il cambiamento non avvenga. Bisogna fare una verifica interiore. Inizia il lavoro su se stessi.
Carissimi amici, questo sarebbe un riassunto breve, una breve introduzione alla scuola di preghiera di Maria.
Desidero dirvi un’altra cosa. Per poter pregare col cuore fa molto bene ringraziare. Ci sono tre dimensioni di ringraziamento. Aprire i nostri occhi, perché spesso siamo insoddisfatti perché non vediamo ciò che abbiamo: vedo solo i difetti. Quando ringrazio io scopro tantissime cose belle attorno a me.
Quindi: apri i miei occhi. Poi: sveglia il mio cuore. Perché quando scopro la bellezza del creato attorno a me il mio cuore inizia a gioire. E la gioia si sveglia dentro di me.
La terza dimensione è terapeutica. Quando ringrazio, per esempio per le croci – O Dio Ti ringrazio per le mie croci, per tutto ciò che è avvenuto nella mia vita, ti ringrazio per tutto – allora la gratitudine ti aiuta a riconciliarti con la croce, perché avvenga la pace dentro di te.
Cari amici, oggi forse avete uno, due o tre motivi per essere insoddisfatti. Tu hai questi motivi, ma ricordati bene: oggi hai mille motivi per essere felice.
Bene, questo era tutto.
Padre Marinko
Nessun commento:
Posta un commento