Alcune guarigioni inspiegabili
I seguenti casi presentano una abbondante documentazione medica allegata.
...da malattia al cervello
Damìr Coriæ, Mostar, Jugoslavia (estate '81)
Nato nel '60, è stato curato presso la
clinica neurochirurgica di Zagabria, perché affetto da hydrocephalus
internus, ossia aumento della pressione del liquor sul cervello. Operato
per tre volte, si doveva ogni volta rioperare, per il sopravvenire di
un'emorragia cerebrale. Nel marzo dell'81 viene dimesso ma resta la
prognosi: senza il drenaggio del liquor aumenterà sempre la pressione
nell'interno del cranio; mentre purtroppo il drenaggio, causando
ipotensione, finirà per provocare il collasso del cervello. È in queste
gravi condizioni che Damìr, in agosto, viene portato a Medjugorje. Qui
Vicka prega su di lui ed ecco, il male d'improvviso scompare del tutto.
...dalla cecità
Jozo Vasilj, di Medjugorje (luglio '81)
Ecco la sua testimonianza (era
ottantacinquenne all'epoca dei fatti): «Otto anni fa, in seguito a un
attacco di apoplessia, il mio occhio sinistro si era completamente
spento; negli ultimi quattro anni, poi, anche l'altro occhio mi lasciò, e
io non ci vedevo più. Chiesi allora a Vida Vasilj di portarmi dalla
collina delle apparizioni un mazzo di salvia e del semprevivo: immersi
le piante nell'acqua di una catinella e la mattina dopo mi ci lavai. Ed
ecco che, mentre mi asciugavo la faccia, dico a mia moglie: «Moglie, ci
vedo!». Lei mi risponde: «Ma va là, com'è che ci vedi?». «Vedo che non
ti sei messa le calze!». Così mia moglie, e dopo tutti gli altri, potè
rendersi conto che adesso ci vedevo. Mentre mi lavavo recitavo il
Credo.»
...da tumore al seno
Venka Bilie Brajcic di Split, Jugoslavia (inverno '81)
Nel gennaio dell'80 le viene asportato il
seno sinistro. Nove mesi dopo, nonostante la cobaltoterapia, proliferano
le metastasi raggiungendo il seno destro. Ecco la testimonianza di
Venka: «Nel settembre dell'81, dopo sei mesi di trattamento, le croste
che erano sul mio petto si erano trasformate in piccole piaghe che poi
via via si sono unite in due grandi uniche piaghe... Allora mi
accompagnarono a Medjugorje e lì, dopo le preghiere in chiesa,
continuate per tre giorni da parte delle donne che si erano unite a me e
a mia sorella, le piaghe cambiarono aspetto: sotto le croste cadute si
andava formando una pelle nuova. Durante il gennaio dell'82 la piaga
posta più in basso scomparve, e anche quella di sopra si seccò...».
L'esame medico conferma ormai la totale assenza di proliferazione di
metastasi.
...da sclerosi multipla
Iva Iole, Mostar, Jogoslavia (sett '81)
La diagnosi dell'ospedale di Mostar:
infiammazione disseminata delle circonvoluzioni cerebrali. All'ospedale
di Zagabria precisano: Encelalomielite disseminata. In una terza clinica
specializzata l'infausta diagnosi viene completata: Sclerosi multiplex,
non curabile. Allora nell'agosto dell'81 Iva, affidatasi a Dio, si reca
a Medjugorje. Qui i veggenti pregano per lei la Vergine; anche lei
prega e digiuna, migliorando poco a poco; finché il 13 settembre, sul
monte Križevac, durante la Messa sulla Croce, guarisce repentinamente e
totalmente.
...un'amputazione evitata
Mirko Brkic, Banjaluka, Jugoslavia (marzo '82)
Si era fratturato una gamba. Nell'ospedale di
Banjaluka gli avevano messo un chiodo; e poi era stato curato
nell'ospedale di Belgrado, ma sotto il ginocchio gli si era formata una
piaga che non si chiudeva. I ripetuti interventi non avevano arrestato
il male e la piaga diventava sempre più profonda: ormai si vedeva
l'osso. A questo punto veniva deciso di amputare la gamba. La famiglia
di Mirko fece allora voto alla Madonna di Medjugorje, pregando e
digiunando. Ed ecco che, alla vigilia del giorno fissato per
l'amputazione, la piaga improvvisamente si richiuse. Meravigliati, i
medici rinunciarono all'operazione. Dopo qualche giorno la piaga era
completamente cicatrizzata.
...da frattura alla spina dorsale
Marija Brumec, Maribor, Slovenia (agosto '83)
Nel giugno dell'82 è caduta dall'alto di un
carro di fieno fratturandosi la spina dorsale. Diagnosi: l'undicesima
vertebra è spezzata, schiacciata; e aderisce con la decima. Nonostante
le cure di riabilitazione, Marija viene dichiarata invalida per il resto
della vita. Nel corso di un pellegrinaggio a Medjugorje, nell'agosto
dell'83, guarisce all'istante. Ora Marija, nei campi, può fare i lavori
più pesanti, come prima dell'incidente: sulle ultime lastre della spina
dorsale non v'è traccia della lesione.
...da sclerosi a placche
Diana Basile
Diana Basile, Milano, (maggio '87)
Colpita nel 72 da disgrafia alla mano destra
(tremori e impossibilità di scrivere e mangiare) e da completa cecità
dell'occio destro, dovette sospendere il lavoro al Centro Traumatologico
di Milano, perché nel novembre 1972 le fu confermata la diagnosi di
Sclerosi Multipla e la sospensione per invalidità. Si aggiunsero
successivamente difficoltà motorie, l'inutilizzo del braccio destro e
una totale incontinenza urinaria e fecale con dermatosi perineale. Dopo
un viaggio a Lourdes concluso con un lieve miglioramento, fu sospesa
ogni terapia fino all'83, quando subentrò la perdita dell'equilibrio e
del controllo motorio. Alla malata, colta da una crisi depressiva, viene
proposto un pellegrinaggio a Medjugorje, organizzato dal parroco di San
Nazaro, a Milano, don Giulio Giacometti.
Ecco la testimonianza della
protagonista: «Mi trovavo, il 23 maggio dell'84, ai piedi dell'altare
della chiesa di Medjugorje. Una signora mi aiutò a salire i gradini e io
mi arrestai alla porta della stanza dove avvenivano le apparizioni.
Quando giunsero i veggenti, io riuscii a entrare, inginocchiandomi
dietro la porta. I ragazzi caddero tutti insieme in ginocchio e io mi
sentii come folgorare... poi più nulla, solo una gioia indescrivibile,
con lontani ricordi che riaffioravano... Dopo l'apparizione seguii in
chiesa i veggenti camminando da sola, dritta, e mi inginocchiai
normalmente, senza accorgermene... Ma se ne accorsero gli altri, quelli
che mi conoscevano, e che mi abbracciarono piangendo.»
Rientrando in albergo Diana si
accorse di esser tornata perfettamente continente, con sparizione della
dermatosi, e di aver riottenuto la possibilità di vedere con l'occhio
destro. Il giorno dopo (24/5/84) la sig.a Basile, insieme all'infermiere
sig. Natalino Borghi ha percorso a piedi il tragitto Liubuskj-Medugorje
(circa 10 km.) a piedi nudi, in segno di ringraziamento (nessuna
lesione) e nello stesso giorno (giovedì) è salita sulla montagnetta
delle tre croci (luogo delle prime apparizioni).
Di questo caso è allegata una
amplissima documentazione medica. Sono state raccolte più di cento
certificazioni mediche relative a questo caso clinico, sia antecedenti
che successive alla guarigione. La gravità della malattia, naturalmente
irreversibile, l'istantaneità della guarigione, le circostanze in cui è
avvenuta, la ricchezza delle testimonianze, rendono il caso della
signora Basile assolutamente interessante. Il dott. Luigi Frigerio ne ha
fatto una attenta analisi nel volume Le apparizioni di Medjugorje. È
proprio la Madre di Dio che appare in Jugoslavia? Su Medjugorje parlano i
medici, edito da Mimep Docete nel 1984.
...da tumore al cervello
Emanuela N.G., medico (febbraio '85)
Operata da un anno per astrocitoma al lobo
temporale destro, al termine della cobaltoterapia sospendeva anche il
cortisone. Tempo dopo, nell'84, decideva di interrompere una nuova
terapia anticonvulsionante -poiché continuava ad avere fino a 15 crisi
di epilessia al giorno - per affidarsi all'aiuto di Dio e della Vergine.
Per qualche mese le crisi cessavano; ma il TAC rivelava una enorme
recidiva, giudicata inoperabile. Mossa da un vivo desiderio, si reca a
Medjugorie. Ed ecco la sua testimonianza: «Nella casa di Vicka, durante
un'apparizione, una scarica elettrica mi percorre la colonna vertebrale.
Il mio cervello di medico mi dice che tutto ciò non è logico; ma una
forza sconosciuta mi spinge a salire sul monte Križevac, la cui cima
raggiungo in mezz'ora. Da allora la testa non mi duole più. Ora sto
bene, non ho più crisi epilettiche e soprattutto ho una fede autentica
in Dio e nella sua Santissima Madre.»
...da melanoma
Else Mayr-Harting, Vienna (maggio '85)
La figlia, dottoressa Elisabeth Schmitz-Mayr,
narra nel suo rapporto: «Dovevo recarmi in pellegrinaggio a Medjugorje
il 13 maggio '85, ma il giorno 2 mia madre è stata trasportata d'urgenza
alla Prima Clinica Dermatologica di Vienna per un gonfiore al piede
destro, con al centro una grossa macchia nera che denunciava una
iniziale metastasi a sferetta. La diagnosi: Melanoma, un tumore maligno
da operare entro pochi giorni. Ho temuto di perdere mia madre sotto i
ferri, perché ha 86 anni e soffre di cuore. Rivolgendo il mio pensiero a
Dio, ho portato con me da mia madre dell'acqua benedetta di Medjugorje
(la bottiglietta era stata sull'altare durante l'apparizione), con cui
ho cominciato a bagnare di continuo il suo piede malato, pregando con
tutte le mie forze Gesù e sua Madre come se noi due fossimo là, a
Medjugorje. Ho continuato cosi per tutta quella sera e per i due giorni
successivi: ed ecco che, pian piano, l'enfiagione maligna diminuiva e la
macchia si restringeva, lasciando dei frammenti neri di crosta sulla
garza mentre, sotto, cresceva la pelle nuova. Finché già il giorno 6 mia
madre, ristabilita, poteva di nuovo camminare: l'operazione veniva
disdetta e il 10 maggio potevo partire per Medjugorje e ringraziare la
Vergine.
...da tumore alle linfoghiandole
Bruna B., Ravenna (maggio '85)
Nel 78, presso il Centro Tumori di Milano, le
fu diagnosticato un cancro alle linfoghiandole e prescritta la
chemioterapia. Lei reagì moltiplicando le preghiere. Quando seppe delle
apparizioni in Jugoslavia.si unì a un pellegrinaggio di Forlì che passò
prima per Loreto, dove l'ammalata chiese alla Vergine la grazia di un
abbraccio. Giunta a Medjugorje, in chiesa, fendendo la moltitudine si
sentì "come spinta" nella stanza delle apparizioni, e lì assistè
commossa all'estasi dei veggenti, pregando per tutti i malati. Alle 21,
finite le funzioni, stava rientrando nel pulmino quando il sacerdote
capogruppo le disse: «Corri in chiesa perché Marija, una delle veggenti,
chiede di parlartil»; lei accorse, ma nel buio non la trovò. L'indomani
il gruppo salì sul Podbrdo e lì, tra le rocce, si sentì chiamare:
«Bruna, Bruna!». Era Marija che la cercava e che abbracciandola le
disse: «La Madonna ieri sera mi ha detto di darti l'abbraccio che tu le
hai chiesto a Loreto. Prega tanto, prega per tutti...». Al rientro in
Italia gli esami medici confermarono la regressione della malattia, fino
alla guarigione.
...da lesione alla spina dorsale
Agnes Heupel, Munster, Germania (maggio '86)
Infermiera, nata nel 1951, in seguito a un
incidente fu colpita nel 74 da paralisi emiplegia destra con lesione del
sistema nervoso: a ciò si aggiunsero poi un tumore al polmone, dolori
facciali, e progressiva perdita della memoria. Nell'83 ebbe in sogno la
visione di una bianca chiesa con due campanili. Tre anni dopo ebbe la
fortuna di rivederla in un libro sulle apparizioni di Medjugorje, e fu
presa dal desiderio di andare laggiù. Giuntavi, e presa dal clima
suggestivo dell'ambiente, pregò e digiunò per alcuni giorni: il 12
maggio del-l'86, invitata ad assistere all'apparizione in sacrestia, vi
andò nervosissima. Ma ecco che – con l'inizio dell'apparizione – una
gran pace scese su di lei mentre il piccolo ambiente sembrava dilatarsi
all'infinito, immerso in un'aura prodigiosa. «Guardando i veggenti in
estasi, sentii la presenza della Madre di Dio, e sperimentai la sorgente
della pace.» racconterà: «Un'onda calma mi invadeva dalla bocca fino
alla punta dei piedi, dandomi una immensa gioia e il distacco da ogni
cosa. Sapevo con certezza che Maria era lì». Finita l'apparizione,
Agnese si alzò, dimenticando la stampella, e il giorno seguente salì
sulla collina del Podbrdo sorretta solo dalle sue gambe, che per dodici
anni erano state inattive. Da allora si è mossa senza problemi e non fa
più uso di medicine. Soggiorna spesso e a lungo a Medjugorje, vive per
gli altri e dà con gioia la sua testimonianza.
...da sclerosi multipla
Prof. Rita Klaus
Rita Mary Klaus, Pennsylvania, U.S.A. (giugno '86)
Insegnante universitaria, madre di tre figli,
ha sofferto per 26 anni di sclerosi multipla, in continuo peggioramento
ed è stata operata più volte perché i due ginocchi si erano flessi
all'interno; usava stampelle o carrozzine e soffriva di incontinenza.
Ecco la sua testimonianza: «L'8 giugno dell'86, mentre recitavo il
rosario, mi venne il pensiero di chiedere a Nostro Signore la guarigione
per intercessione della Madonna di Medjugorje, di cui avevo letto. D'un
tratto avvertii in tutto il corpo una violenta scossa, seguita da una
sensazione dolcissima che mi lasciò dentro una grande pace». Il giorno
dopo Rita ritrovò la sensibilità dei piedi: si tolse gli apparecchi
ortopedici alle gambe che le erano tornate dritte e finalmente corse giù
per le scale gridando di gioia. I suoi cari, felici, telefonarono al
medico curante che ascoltò incredulo; ma la visita fu determinante: non
vi era più traccia della sclerosi.
...da tumore al colon
Dott. Antonio Longo
Antonio Longo, Napoli
Il dott. Antonio Longo, pediatra, soffriva da
tempo di tumore al colon. Così racconta: «Nella primavera del 1983
cominciai, improvvisamente, ad accusare dei disturbi e dei dolori
all'addome. Si trattava di sintomi che, come medico, mi preoccuparono.
Decisi di sottopormi a una serie di analisi ed esami clinici in modo da
chiarire la situazione. Le risposte non fecero che confermare i miei
timori. Tutte le indicazioni lasciavano intendere che fossi stato
colpito da un tumore all'intestino. Fui sottoposto a una "emicollectomia
a sinistra", ossia mi asportarono, una porzione di intestino che venne
sottoposto a esame istologico. Risultato: "tumore". II responso fu una
mazzata per me. Come medico, sapevo quale avvenire mi attendeva. In quei
giorni i giornali parlavano di quello che stava avvenendo a Medjugorje e
io sentii subito una grande attrattiva verso quei fatti. Cominciai a
pregare, i miei familiari andarono in pellegrinaggio nel paesino
jugoslavo per chiedere alla Madonna la grazia di allontanare da me lo
spettro del tumore. Al quattordicesimo giorno dopo l'intervento, la
ferita si aprì completamente, come se fosse stata appena fatta. E non
solo la ferita esterna, ma anche quella interna, quella intestinale,
provocando una peritonite diffusa e febbre altissima: le mie condizioni
erano gravissime. Rimasi in ospedale quattro mesi, durante i quali i
medici tentarono in tutti i modi di chiudere la fistola, ma inutilmente.
Tornai a casa in condizioni pietose. Il professor Zannini, luminare
della medicina e direttore dell'Istituto di Semeiotica chirurgica
dell'Università di Napoli, mi disse che avrei dovuto rassegnarmi: la
fistola non sì sarebbe più chiusa.
Il 4 aprile del 1989 andai dal
professor Zannini per una visita di controllo. Egli constatò che la
fistola era sempre in atto, inguaribile. Cinque giorni dopo, il nove
aprile, la fistola era sempre là, viva, sanguinante, dolorante,
inguaribile. Come sempre, anche quella sera prima di addormentarmi
pregai la Madonna chiedendole la grazia di guarire. Al mattino, quando
mi svegliai, mio figlio medico venne per la medicazione. Tolse le bende e
con stupore constatò che la fistola non c´era più. La pelle dell´addome
era perfettamente asciutta, liscia, il foro era scomparso. Non potevo
credere ai miei occhi. Chiamammo gli altri familiari e tutti
constatarono quanto era accaduto. Come avevo sempre detto, decisi subito
di partire per Medjugorje per andare a ringraziare la Madonna. Solo lei
poteva aver compiuto quel prodigio. Nessuna ferita può rimarginarsi
dalla sera alla mattina. Tanto meno una fistola, che è una ferita
gravissima e profonda, che interessa il tessuto addominale e
l'intestino. Visitato nuovamente dal professor Zannini, costui
sentenziò: "Lei è stabilmente guarito". "Professore – domandai – è
disposto a dichiarare che sono guarito senza alcun intervento chirurgico
e senza fare nessuna cura specifica?". "È la verità", disse e mi
rilasciò una dichiarazione in cui, dopo aver riassunto i vari interventi
chirurgici che avevo subito e i sei anni di convivenza con quella
fistola sorta in seguito alle operazioni, scrisse: "Attualmente la
fistola è clinicamente guarita senza alcun intervento chirurgico"». La
malattia è documentata da un voluminoso dossier di analisi, radiografie,
referti medici e giudizi di specialisti di fama internazionale. E la
guarigione è stata improvvisa, totale e persistente nel tempo.
In ringraziamento della guarigione
prodigiosa ricevuta, il dottor Longo oggi dedica gran parte del suo
tempo ad aiutare il prossimo, non solo come medico, ma anche come
Ministro straordinario dell’Eucarestia. «Porto la Comunione agli infermi
tutti i giorni. Collaboro con il mio parroco a molteplici attività
della nostra parrocchia. Ho un bel gruppo di preghiera che
settimanalmente si riunisce con me per pregare per i nostri infermi e
per tutti coloro che ci chiedono preghiere. Mi rendo conto che molti
miei colleghi potrebbero pensare che sono un fanatico. Molti medici
infatti non sono credenti e non ammettono l´esistenza di una guarigione
per intervento soprannaturale. Ma glielo assicuro: non sono fanatico, e
non sono uno che si lascia guidare dalle emozioni e dall'entusiasmo.
Sono un medico, credo nella medicina, ho due figli medici. La mentalità
professionale mi ha abituato a riflettere, a osservare le cose
freddamente e con distacco. Ho seguito questa mia vicenda con la più
scrupolosa obbiettività. Non ci sono dubbi di nessun genere: la mia
guarigione non trova spiegazioni razionali. Quello che è avvenuto va
attribuito soltanto alla Madonna».
Fonte: http://www.med-bz.it/ext/holy_guarigioni.html
Fonte: http://www.med-bz.it/ext/holy_guarigioni.html
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