giovedì 27 febbraio 2014
Si prega meglio quando si digiuna e si digiuna più facilmente quando si prega.
Benvenuti.
Questa è una lunghissima storia, è un fenomeno mondiale. Abbiamo lasciato fare tutti gli esperimenti per assicurarci, per vedere che cosa succede e adesso si può dire che la medicina, la psicologia, la patologia, non hanno più niente da dire. Adesso è rimasta solo la teologia, la pastorale, la spiritualità, la mistica, per vedere, per continuare a ricercare tutto quello che succede qua. Che cosa vuole la Madonna in tanti mesi di apparizioni? La pace. La Madonna ha affidato la pace nelle nostre mani, ne siamo responsabili. Così mostra una grande confidenza in noi, pregandoci di aiutarla a portare la pace in questo mondo.
La Madonna come Madre ci invita ad aiutarla a portare la pace nel mondo: come si fa? Ha detto molto semplicemente: « Pregate e digiunate ».
Pregare ogni giorno il Credo significa deciderci per Dio: ti dò la mia vita oggi, in ogni momento, in ogni difficoltà, nella sofferenza, nel lavoro, nello studio; so a chi appartengo. Questo è il Credo. La Madonna vuole che noi preghiamo ogni giorno, perché ogni giorno sia un impulso, un cammino verso il Signore.
La Madonna come Madre vuole essere con noi e può esserlo solo se noi Le dedichiamo tempo, meditando la sua vita e avvicinandoci con la nostra vita alla sua vita.
Ho parlato in questi giorni in Irlanda con un Vescovo. Mi ha detto: « Ho sentito parlare di Medjugorje, dei messaggi, ma una cosa mi disturba un po': queste apparizioni quotidiane. Perché? ».
Io ho risposto: « La Madonna sa l'ultima risposta del perché ogni giorno. Ma io posso dire la mia opinione. La Madonna è Madre e vuole essere ogni giorno in ogni famiglia come la madre, non solo alla domenica quando si va a Messa. Vuole essere ogni giorno e può esserlo solo se noi prendiamo il tempo per il Rosario ». Tutto questo deve essere per noi un mezzo per cambiare la vita, ogni giorno approfondendola di nuovo nella fede, nell'amore, nella pace, nella riconciliazione.
Io sono sicuro che ognuno di voi che ha cominciato a pregare ha delle difficoltà con la preghiera: è distratto e altre cose. Ma non fa niente. Non abbiate paura davanti a queste difficoltà, andate avanti. Per quanto riguarda il digiuno, ha detto: due giorni alla settimana a pane ed acqua, come ideale.
Il digiuno serve sicuramente alla preghiera. Si prega meglio quando si digiuna e si digiuna più facilmente quando si prega.
Il digiuno aiuta anche la fede: si sente meglio la parola del Signore. Digiunare significa uscire da noi stessi; dalla casa rotta del proprio cuore per sentire il Signore. Il digiuno ci purifica e la fede viene anche dall'ascoltare; così siamo più pronti ad ascoltare la Parola e la Parola, in un cuore libero dal materialismo, dall'egoismo, può più facilmente diventare attiva, cambiare la nostra vita.
Il digiuno aiuta anche l'amore, perché digiunando si diventa un po' più trasparenti, si sente più facilmente l'altro, il prossimo, si vede più facilmente che abbiamo abbastanza, dobbiamo proprio pensare di più agli altri. Quando digiunate, il primo criterio per sapere se digiunate bene o no, è se sentite che la preghiera si approfondisce, se pregate più facilmente, se sentite più facilmente il dolore quando avete fatto qualche cosa contro qualcuno. Questo significa che diventiamo più sensibili e solo così si può andare verso la pace.
I messaggi del giovedì ci aiutano ad approfondire i messaggi della pace, della conversione, della fede, della preghiera.
La Madonna ha chiesto di ringraziare, di imparare a ringraziare anche per le più piccole cose. Questa è l'altra parola per la pace. Quando io dico grazie? Quando dovrei dire grazie? Chi può dire grazie? Uno che vede l'altro, uno che riconosce l'altro, uno che è umile. Si legge nel Magnificat che la Madonna ringraziava.
Non dire grazie, non essere grato, non avere gratitudine nel cuore: questo è il più grande ateismo.
Pensate alla storia di Adamo ed Eva: hanno ricevuto tutto dal Signore, ma in un momento hanno dimenticato, sono diventati proprio ciechi per quello che il Signore aveva dato; avevano bisogno del peccato, dovevano fare il peccato sperando di ricevere ancora altre cose. Sono diventati ciechi. Questo è l'ateismo più profondo. Chi può dare tutto ad un egoista? Quando deve dire grazie un egoista? Se gli fosse dato tutto il mondo, non sarebbe abbastanza. Quando un superbo può dire grazie? Se si fa tutto per lui non sarà abbastanza. Chi è umile vede gli altri, vede le più piccole cose, comincia a ringraziare. Se si fa così viene la pace nelle famiglie, viene la pace nel mondo. Io vi dico che per poter ringraziare, come domanda la Madonna, si deve pregare, ci si deve confessare, si deve digiunare.
Allora: poter vedere per poter ringraziare.
Quando ricevete questi messaggi del giovedì, provate sempre ad approfondirli, a vedere il collegamento con gli altri messaggi, perché c'è sempre una ragione perché la Madonna dà i messaggi.
In questi giorni sapete che ha detto che vuole guidarci, che vuole che noi siamo pieni di pace, di gioia, di conversione: come un nuovo vestito.
Questa è ancora un'altra parola per la pace: avere un nuovo vestito di bontà, di amore.
Quando la Madonna dice: un vestito nuovo di amore, di pace, dobbiamo pensare ai vestiti che sono stati rotti per il peccato. È il peccato che rompe sempre una persona, una comunità, una Chiesa. Il peccato rompe sempre e il vestito nuovo è l'amore, è la pace. Nell'ultimo messaggio ci ha invitati tutti ad essere attivi nella Chiesa, a portare i propri fiori alla Chiesa, a Gesù, e ha detto che siano tutti contenti. Quando la Madonna dice che dobbiamo essere attivi, questo significa che possiamo essere attivi. La Madonna sa a chi parla, cioè non c'è nessuno, anche malato che può dire: « Che cosa posso fare? ».
Pensate al paragone di S. Paolo sul corpo e la Chiesa: l'occhio non può dire alla testa « non ho bisogno di te » o la testa non può dire alla gamba « non ho bisogno di te ». Tutti noi abbiamo tanti carismi, abbiamo ricevuto tante grazie e possiamo servire la Chiesa e Gesù.
E quando io mi vedo positivamente, quando riconosco che ho ricevuto molto, mi sento anche responsabile per andare avanti. Là Madonna vuole questo.
Tutta la logica di queste apparizioni si può ripetere in una parola che la Madonna ha detto forse due mesi fa a Marija.
Marija ha domandato durante un'apparizione: « Madonna hai qualche cosa di concreto per me? ». La risposta è stata: « Sì. Io ti do il mio amore perché tu lo dia agli altri ». Questa è la logica: « Io ti do il mio amore, la mia pace, la riconciliazione, tutto, tutte le grazie, perché tu le dia agli altri ». Se restiamo in questi giorni, in questo tempo senza pace, senza amore, senza riconciliazione, questo significa che non abbiamo aperto le nostre mani.
(P. Slavko Barbaric - 2 novembre 1985)
domenica 23 febbraio 2014
Perchè bestemmi o sputi parolacce?
Questo peccato moltiplica tutti i mali, scombussola e travolge tutta la nostra vita, e infine ci prepara la sicura condanna e una punizione terribile. L’uomo che disprezza e bestemmia Dio, che non ubbidisce alla sua legge e non smette mai questa assurda guerra, è come un ubriaco, un pazzo. Peggio: si comporta come un alcolizzato cronico che, senza rendersene conto, s’è proprio bruciato il cervello. Bestemmie e parolacce nascono nell’anima, però
C’è
chi bestemmia appena fa uno sbaglio oppure quando qualcuno
l’offende, oppure quando si ammala o soffre. Ma così non
correggono lo sbaglio, né si vendicano dell’offesa, né alleviano
la sofferenza della malattia; per di più, perdono il vantaggio
della pazienza. Dimmi amico: perché bestemmi o sputi parolacce ?
Forse che il dolore diminuisce ? Se anche, per ipotesi, esso diventasse
più lieve, avresti il coraggio di sacrificare la salvezza dell’anima
solo per avere un po’ di sollievo fisico ? Che fai, amico ? Bestemmi
il tuo Salvatore, benefattore, protettore e tutore ? Non t’accorgi che
stai correndo verso un precipizio e che ti stai gettando a capofitto nel
baratro di una completa catastrofe ? Il diavolo sta macchinando di
tutto, pur di spingerti giù nell’abisso: quando scopre che un dolore
ti fa bestemmiare, subito lo aumenta, lo rafforza per farti
disperare. Se però vede che
non si fermano lì e sporcano la bocca che le pronuncia o le orecchie di chi le ascolta. Intossicano l’anima e il corpo come un veleno.
sopporti coraggiosamente ( e tanto più aumenta il dolore, tanto più rendi grazie a Dio), subito si ritira, visto che il suo assedio è stato inutile. Il cane si avvicina al tavolo: se il suo padrone, mentre mangia, gli butta qualcosa, non va più via; se invece non gli si dà nulla, se ne va perché capisce che è inutile aspettare. Allo stesso modo fa il diavolo: ha sempre la bocca aperta verso di noi. Se tu gli getti,
come si fa con il cane, qualche bestemmia, subito l’afferra e
ne chiede un’altra. Se però perseveri nel rendere grazie a Dio, lo
lasci a bocca asciutta e lo costringi ad andarsene. Anziché
bestemmiare nei momenti difficili, rendi grazie. Non cadere
nella disperazione: dà lode. Apri il cuore a Dio, grida forte
pregando, grida con forza magnificando Dio. Le tue disgrazie
saranno alleggerite, perché se rendi grazie a Dio il diavolo
fuggelontano e l’aiuto di Dio ti viene accanto e ti protegge. Se
bestemmi, rompi l’alleanza con Dio, il diavolo sarà ancora più crudele
con te, e soprattutto danneggi te stesso.Per abitudine, spesso la lingua
si scaglia a dire cattive parole. In questo caso, prima di far uscire
la bestemmia, stringi i denti con forza. E’ meglio che adesso
la lingua faccia sangue, piuttosto che nell’altra vita abbia
desiderio d’una goccia d’acqua e non ottenga neppure questa consolazione
Dio ti ha dato il comandamento di amare i nemici, e tu
offendi quel Dio che ti ama ? Ti ha dato l’ordine di benedire
chi ti insulta e di pregare per chi ti fa del male, e tu offendi il tuo
benefattore e protettore, senza che t’abbia fatto nulla ?
COME CORREGERSI
Piangi, addolorati, fai elemosine, affidati a Dio e restagli amico, sciacquati la bocca e non maledire.
Se qualcuno si getta ai tuoi piedi per supplicarti, afferrandoti con mani luride, tu non l’ascolti e anzi lo prendi a calci. E allora come hai il coraggio di avvicinarti a Dio con la tua lingua schifosa ? la lingua è come la mano, per chi prega cadendo in ginocchio davanti a Dio. Non infangarlo dunque con bestemmie, affinché Dio non dica pure a te: “Anche se moltiplicherete le vostre preghiere, non vi darò ascolto” (Is 1,15); infatti “ dalla lingua scaturisce la vita e la morte” (Prov 18,21), e “le tue parole ti giustificheranno, le tue parole ti condanneranno” (Mt 12,37). Custodisci la tua lingua più degli
occhi. La lingua è come il cavallo d’un re. Se ha le
redini, ed è addestrato a trottare ubbidiente, il re può
sedersi in groppa; se è lasciato senza redini a scalpitare in
giro e galoppare senza freno, allora diventa vettura del
diavolo e dei demoni. Quando fai la comunione, ricevi in bocca
il corpo e il sangue di Cristo, e perciò stattento ad avere
la lingua pulita da parolacce,insulti, bestemmie, spergiuri, ecc.
Che disastro! La lingua che accoglie il corpo del Signore,
divenuta come un piatto d’oro, tu la usi per bestemmiare!
Rispetta la dignità di cui Dio ti haonorato, e non sprofondare
nella miseria del peccato.
SVEGLIA TUO FRATELLO!
Vi ho parlato della bestemmia, e or voglio chiedere un favore a tutti voi: fate rinsavire le persone
che tra voi bestemmiano. Arginiamo il loro furore; illuminiamo la loro mente; preoccupiamoci della loro salvezza; facciamo smettere la loro follia; tappiamo loro la bocca, chiudendola come fosse una fontana infetta: trasformiamola in una sorgente pura. Se fosse necessario, diamo pure la vita per questo scopo: otterremo in cambio un grande guadagno. Non restiamo indifferenti,
sentendo insultare il Signore di tutti noi: una tale indifferenza
danneggia gravemente tutta la società, perché fa ricadere su tutti noi
il crimine della bestemmia; si tratta di un reato pubblico. Non mi dire
queste
amare parole: “Che mi interessa ? Non ho alcun rapporto con chi bestemmia”. Solo con il diavolo non abbiamo legami; invece abbiamo molto in comune con tutti gli altri esseri umani. Abbiamo la stessa natura, abitiamo sulla stessa terra, abbiamo lo stesso Signore e siamo destinati a godere gli stessi beni. Non dobbiamo dire che non ci sono rapporti con chi bestemmia: è un ragionamento satanico, che rivela una superbia diabolica. Quando in piazza vediamo una rissa, subito ciavviciniamo– è naturale–per fare riappacificare i litiganti. Ma perché parlo delle persone ?
Quando vediamo un animale a terra, tutti ci affrettiamo in aiuto, per rialzarlo: non ci interessa proprio niente d’un fratello che è caduto ? Chi bestemmia somiglia a un mulo caricato troppo: cade sotto il peso del suo vizio. Avvicinati; rialzalo con le parole e le opere, con dolcezza e severità,diversificando le medicine a secondo della terapia. Se ci preoccupiamo della salvezza degli altri, chi bestemmia si correggerà rapidamente, e noi saremo degni di godere i beni che ci sono stati preparati,
per la grazia e la filantropia del nostro Signore Gesù
cristo, al quale spetta la gloria e l’onore, insieme al Padre e al
Santo Spirito, nei secoli dei secoli. Amen.
Cercatemi non perché avete visto i segni, ma perché avete mangiato il pane che vi ho offerto
Ciascuno di
noi desidera vedere la Madonna come la vedono i veggenti: potete
vederla in diverse maniere. Uno scrittore austriaco che ha vissuto,
molto in America latina, in un suo romanzo dice che la cosa più bella
del mondo sono gli occhi di sua madre il venerdì sera. Perché? Perché il
venerdì prega e digiuna molto. I mezzi per arrivare ad una limpidezza
interiore sono due: la preghiera e il digiuno.
La Madonna ci invita continuamente a pregare e a digiunare per arrivare a questa limpidezza interiore.
Allora possiamo incontrare la Madonna e incontrare Dio. Ma questa realtà di cui parlo è la realtà per cui pochi desiderano incontrare la Madonna così, incontrare Dio così. Tutti vorrebbero vedere i segni esteriori: voi avete sentito, domenica scorsa, che i segni esteriori non ci salvano, perché Gesù ha detto: « Cercatemi non perché avete visto i segni, ma perché avete mangiato il pane che vi ho offerto ».
Questa limpidezza interiore, questa purità interiore, ci conduce proprio alla visione interiore di Dio. È uno stato d'animo nella preghiera. Se le nostre preghiere non finiscono a vedere Dio, a sentire Dio, a incontrare Dio, le preghiere non sono riuscite.
Arrivare a questa limpidezza vale più che vedere la Madonna nel modo in cui La vedono i veggenti, perché loro devono sforzarsi di arrivare a questa limpidezza come dobbiamo sforzarci anche noi. La realtà più profonda delle visioni sono le virtù: fede, speranza e amore. Arrivare a questa fioritura dell'anima vuol dire arrivare proprio ad ottenere lo scopo della nostra fede: l'unione con Dio. Cercate di praticare la fede e i messaggi che la Madonna ci ha dato.
È inutile che noi andiamo a Medjugorje mille volte se non cerchiamo di realizzare quei messaggi, in maniera molto semplice, semplicissima, per arrivare a questo stato d'animo. L'unica cosa che importa nella vita spirituale è entrare in amicizia con Dio; quando siamo vicini, quando tutto è aperto nelle nostre anime, allora Dio costruisce tutto in noi. E allora le piccole cose che ci disturbano ogni giorno, non ci disturbano più; è Dio che ci dà la vita.
Voglio dirvi questo proprio oggi quando la Chiesa festeggia la Trasfigurazione di Gesù sul monte. Sapete bene che la Trasfigurazione non è avvenuta nello stadio e neanche sulla strada, ma nel silenzio della montagna dopo una lunga preghiera che Gesù ha avuto con gli amici scelti: gli Apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo. Si è ritirato nel silenzio della preghiera e allora è avvenuta questa Trasfigurazione.
Questo non è soltanto un segno per noi, ma è anche una indicazione di come possiamo arrivare a questa trasfigurazione interiore, spirituale, attraverso la preghiera; però attraverso la preghiera nella quale non siamo noi a parlare - soltanto noi a parlare, ad indicare a Dio le strade e ad indicare a Dio i nostri desideri - ma piuttosto la preghiera è il momento nel quale noi lasciamo fare a Dio in noi, cambiare noi stessi.
Mi è piaciuta l'esperienza di uri medico italiano il quale è stato qui un mese fa. Dice che negli ultimi anni si è accorto che è entrato in un ingranaggio della vita: corro, corro, corro, dimentico la famiglia, dimentico Dio. Non che io sia contrario a Dio, però non riesco a fermarmi, a stare davanti a Dio. E - dice - ho pregato così: «O Dio fermami! Mandami qualche prova altrimenti io, che non sono capace di fermarmi, sarò perduto ». Alcuni mesi dopo ha avuto una paralisi e dice: « Quando ho ricevuto questa malattia ed ero nell'ospedale, allora mi sono ricordato di quella preghiera ed ero contento. Così, paralizzato, stavo davanti a Dio e riflettevo e cercavo di abbandonarmi completamente a Dio, di cominciare una vita nuova. E come mi abbandonavo interiormente, così anche la mia malattia spariva. Dopo alcuni mesi sono guarito e sono venuto a Medjugorje per ringraziare Dio, perché mi ha dato la malattia ».
È molto importante che noi ci mettiamo davanti a Dio così pronti, abbandonati, anche con la preghiera: « Dio, se io non sono capace di camminare prendimi per mano. Se non sono capace di fermarmi in questa corsa, fermami tu, aiutami, mandami anche le prove ». Il momento della preghiera è il momento della trasfigurazione dell'anima, perciò dobbiamo essere pronti a mettere tutto sulla croce, perché soltanto se l'uomo vecchio muore saremo trasformati. Dobbiamo permettere a Gesù di fare questa trasformazione, questa trasfigurazione della nostra anima. Ecco, il mio desiderio è che voi seguiate questi messaggi in modo particolare attraverso una preghiera continua, quotidiana, silenziosa, profonda, per essere trasfigurati.
E sarebbe bello, bellissimo, se la gente potesse dire di voi: « La cosa più bella sono gli occhi di quell'uomo che ho incontrato oggi sulla strada ». Se noi fossimo così testimoni davanti alla gente, presto il mondo sarebbe cambiato, trasfigurato. Cercate di farlo per essere testimoni della trasfigurazione di Gesù nei vostri cuori. Per questo vi darò la benedizione.
Vi prego di' una cosa: di solito dopo la benedizione comunitaria vengono le persone che vogliono una benedizione speciale. Spesso è un segno che contate troppo poco sulla benedizione che si dà in chiesa durante la Messa. Siate pronti ad accogliere la benedizione quando Dio vi dà la benedizione, ve la dà quanta ne volete, non dà la benedizione a misura; è un buon Padre.
Raccoglietevi adesso per essere pronti ad accogliere questa benedizione.
Signore Gesù Cristo, tu hai scelto Pietro, Giacomo e Giovanni per pregare con loro e trasfigurarti sul monte Tabor, tu hai chiamato queste persone a Medjugorje, le hai chiamate ad una preghiera più profonda. Ti prego, per mezzo dello Spirito Santo, fa' che queste persone siano trasfigurate. Togli ogni amarezza dalle loro anime, ogni aggressività, ogni depressione, ogni preoccupazione. Togli Gesù Cristo, Ti prego, ogni corsa nella vita, per guadagnare, per riuscire nella vita.
Cambia le situazioni familiari e personali, ogni malattia dell'anima, ogni peccato, ma anche, se Tu vuoi, ogni malattia del corpo. Fa', Signore Gesù Cristo, che gli occhi e le anime delle persone qua presenti siano trasfigurati, affinché siano testimoni della Tua presenza e della presenza di Tua Madre.
Signore Gesù Cristo, ti prego di trasfigurare i loro familiari, i loro parrocchiani, i loro compagni, i loro amici e anche i loro nemici. Fa' trasfigurare l'intero paese. Signore Gesù Cristo, Tu sei stato trasfigurato tra gli apostoli per essere manifestato dopo a tutto il mondo, fa' che la Chiesa intera, insieme col Papa, col nostro Vescovo e tutti i rappresentanti sia trasfigurata, sia un segno per il mondo, come Tua Madre Maria è il segno per la Chiesa, fa' che tutto il mondo sia salvato.
E io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vi prego in modo particolare in questi giorni di pregare per Medjugorje, per l'intenzione della Madonna, come disse nell'ultimo messaggio. Satana ha deciso di prendere una parte del suo programma per distruggerlo.
Allora pregate affinché il programma della Madonna non sia distrutto, ma sia realizzato.
(P. Tomislav Vlasic - 6 agosto 1985)
La Madonna ci invita continuamente a pregare e a digiunare per arrivare a questa limpidezza interiore.
Allora possiamo incontrare la Madonna e incontrare Dio. Ma questa realtà di cui parlo è la realtà per cui pochi desiderano incontrare la Madonna così, incontrare Dio così. Tutti vorrebbero vedere i segni esteriori: voi avete sentito, domenica scorsa, che i segni esteriori non ci salvano, perché Gesù ha detto: « Cercatemi non perché avete visto i segni, ma perché avete mangiato il pane che vi ho offerto ».
Questa limpidezza interiore, questa purità interiore, ci conduce proprio alla visione interiore di Dio. È uno stato d'animo nella preghiera. Se le nostre preghiere non finiscono a vedere Dio, a sentire Dio, a incontrare Dio, le preghiere non sono riuscite.
Arrivare a questa limpidezza vale più che vedere la Madonna nel modo in cui La vedono i veggenti, perché loro devono sforzarsi di arrivare a questa limpidezza come dobbiamo sforzarci anche noi. La realtà più profonda delle visioni sono le virtù: fede, speranza e amore. Arrivare a questa fioritura dell'anima vuol dire arrivare proprio ad ottenere lo scopo della nostra fede: l'unione con Dio. Cercate di praticare la fede e i messaggi che la Madonna ci ha dato.
È inutile che noi andiamo a Medjugorje mille volte se non cerchiamo di realizzare quei messaggi, in maniera molto semplice, semplicissima, per arrivare a questo stato d'animo. L'unica cosa che importa nella vita spirituale è entrare in amicizia con Dio; quando siamo vicini, quando tutto è aperto nelle nostre anime, allora Dio costruisce tutto in noi. E allora le piccole cose che ci disturbano ogni giorno, non ci disturbano più; è Dio che ci dà la vita.
Voglio dirvi questo proprio oggi quando la Chiesa festeggia la Trasfigurazione di Gesù sul monte. Sapete bene che la Trasfigurazione non è avvenuta nello stadio e neanche sulla strada, ma nel silenzio della montagna dopo una lunga preghiera che Gesù ha avuto con gli amici scelti: gli Apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo. Si è ritirato nel silenzio della preghiera e allora è avvenuta questa Trasfigurazione.
Questo non è soltanto un segno per noi, ma è anche una indicazione di come possiamo arrivare a questa trasfigurazione interiore, spirituale, attraverso la preghiera; però attraverso la preghiera nella quale non siamo noi a parlare - soltanto noi a parlare, ad indicare a Dio le strade e ad indicare a Dio i nostri desideri - ma piuttosto la preghiera è il momento nel quale noi lasciamo fare a Dio in noi, cambiare noi stessi.
Mi è piaciuta l'esperienza di uri medico italiano il quale è stato qui un mese fa. Dice che negli ultimi anni si è accorto che è entrato in un ingranaggio della vita: corro, corro, corro, dimentico la famiglia, dimentico Dio. Non che io sia contrario a Dio, però non riesco a fermarmi, a stare davanti a Dio. E - dice - ho pregato così: «O Dio fermami! Mandami qualche prova altrimenti io, che non sono capace di fermarmi, sarò perduto ». Alcuni mesi dopo ha avuto una paralisi e dice: « Quando ho ricevuto questa malattia ed ero nell'ospedale, allora mi sono ricordato di quella preghiera ed ero contento. Così, paralizzato, stavo davanti a Dio e riflettevo e cercavo di abbandonarmi completamente a Dio, di cominciare una vita nuova. E come mi abbandonavo interiormente, così anche la mia malattia spariva. Dopo alcuni mesi sono guarito e sono venuto a Medjugorje per ringraziare Dio, perché mi ha dato la malattia ».
È molto importante che noi ci mettiamo davanti a Dio così pronti, abbandonati, anche con la preghiera: « Dio, se io non sono capace di camminare prendimi per mano. Se non sono capace di fermarmi in questa corsa, fermami tu, aiutami, mandami anche le prove ». Il momento della preghiera è il momento della trasfigurazione dell'anima, perciò dobbiamo essere pronti a mettere tutto sulla croce, perché soltanto se l'uomo vecchio muore saremo trasformati. Dobbiamo permettere a Gesù di fare questa trasformazione, questa trasfigurazione della nostra anima. Ecco, il mio desiderio è che voi seguiate questi messaggi in modo particolare attraverso una preghiera continua, quotidiana, silenziosa, profonda, per essere trasfigurati.
E sarebbe bello, bellissimo, se la gente potesse dire di voi: « La cosa più bella sono gli occhi di quell'uomo che ho incontrato oggi sulla strada ». Se noi fossimo così testimoni davanti alla gente, presto il mondo sarebbe cambiato, trasfigurato. Cercate di farlo per essere testimoni della trasfigurazione di Gesù nei vostri cuori. Per questo vi darò la benedizione.
Vi prego di' una cosa: di solito dopo la benedizione comunitaria vengono le persone che vogliono una benedizione speciale. Spesso è un segno che contate troppo poco sulla benedizione che si dà in chiesa durante la Messa. Siate pronti ad accogliere la benedizione quando Dio vi dà la benedizione, ve la dà quanta ne volete, non dà la benedizione a misura; è un buon Padre.
Raccoglietevi adesso per essere pronti ad accogliere questa benedizione.
Signore Gesù Cristo, tu hai scelto Pietro, Giacomo e Giovanni per pregare con loro e trasfigurarti sul monte Tabor, tu hai chiamato queste persone a Medjugorje, le hai chiamate ad una preghiera più profonda. Ti prego, per mezzo dello Spirito Santo, fa' che queste persone siano trasfigurate. Togli ogni amarezza dalle loro anime, ogni aggressività, ogni depressione, ogni preoccupazione. Togli Gesù Cristo, Ti prego, ogni corsa nella vita, per guadagnare, per riuscire nella vita.
Cambia le situazioni familiari e personali, ogni malattia dell'anima, ogni peccato, ma anche, se Tu vuoi, ogni malattia del corpo. Fa', Signore Gesù Cristo, che gli occhi e le anime delle persone qua presenti siano trasfigurati, affinché siano testimoni della Tua presenza e della presenza di Tua Madre.
Signore Gesù Cristo, ti prego di trasfigurare i loro familiari, i loro parrocchiani, i loro compagni, i loro amici e anche i loro nemici. Fa' trasfigurare l'intero paese. Signore Gesù Cristo, Tu sei stato trasfigurato tra gli apostoli per essere manifestato dopo a tutto il mondo, fa' che la Chiesa intera, insieme col Papa, col nostro Vescovo e tutti i rappresentanti sia trasfigurata, sia un segno per il mondo, come Tua Madre Maria è il segno per la Chiesa, fa' che tutto il mondo sia salvato.
E io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vi prego in modo particolare in questi giorni di pregare per Medjugorje, per l'intenzione della Madonna, come disse nell'ultimo messaggio. Satana ha deciso di prendere una parte del suo programma per distruggerlo.
Allora pregate affinché il programma della Madonna non sia distrutto, ma sia realizzato.
(P. Tomislav Vlasic - 6 agosto 1985)
martedì 11 febbraio 2014
Gli uomini hanno bisogno di una madre e qui la trovano.
Un vescovo canadese: "E' Dio che attira qui la gente"
Il vescovo Gerard Dionn di Edmundston (Canada) dopo la sua visita in aprile, ha detto: "Quando sentivo dire che la Vergine appariva tutti i giorni a Medjugorje da quasi diciassette anni, non sapevo se crederci o meno. Sono arrivato qui perché un gruppo di pellegrini mi voleva guida spirituale per il loro viaggio, ed è stato per me un dono davvero grande...Qui tutto mi ha colpito profondamente: è difficile trovare cose simili in altre parti. Mi ha toccato la fede della gente, lo spirito di sacrificio, la S. Messa della sera che sembrava una Pentecoste. Ho visto moltitudini di persone salire verso il monte, pregare e confessarsi. Venivano da tutte le parti del mondo. Io non posso esprimere un giudizio definitivo, ma in base ai frutti che vedo, posso dire seriamente che qui accade qualcosa di speciale. Non sono i francescani ad attirare la gente. Io sento che è una Donna che attira la gente a Medjugorje e questa Donna ispira fiducia. Gli uomini hanno bisogno di una madre e qui la trovano.
Molti che sono venuti qui più volte, nonostante il viaggio costoso, ritornati a casa, testimoniano la loro fede con sempre nuovo ardore. Io credo che la Madonna appaia qui. Non saprei spiegare altrimenti il fenomeno che qui si vive. Non può essere satana, non può essere una truffa, perché la gente si può ingannare per un po' di tempo, ma non per anni: e sono milioni di persone. Sono i frutti così buoni a far capire che qui accade qualcosa di grande". - Eco di Maria nr. 139
Il vescovo Gerard Dionn di Edmundston (Canada) dopo la sua visita in aprile, ha detto: "Quando sentivo dire che la Vergine appariva tutti i giorni a Medjugorje da quasi diciassette anni, non sapevo se crederci o meno. Sono arrivato qui perché un gruppo di pellegrini mi voleva guida spirituale per il loro viaggio, ed è stato per me un dono davvero grande...Qui tutto mi ha colpito profondamente: è difficile trovare cose simili in altre parti. Mi ha toccato la fede della gente, lo spirito di sacrificio, la S. Messa della sera che sembrava una Pentecoste. Ho visto moltitudini di persone salire verso il monte, pregare e confessarsi. Venivano da tutte le parti del mondo. Io non posso esprimere un giudizio definitivo, ma in base ai frutti che vedo, posso dire seriamente che qui accade qualcosa di speciale. Non sono i francescani ad attirare la gente. Io sento che è una Donna che attira la gente a Medjugorje e questa Donna ispira fiducia. Gli uomini hanno bisogno di una madre e qui la trovano.
Molti che sono venuti qui più volte, nonostante il viaggio costoso, ritornati a casa, testimoniano la loro fede con sempre nuovo ardore. Io credo che la Madonna appaia qui. Non saprei spiegare altrimenti il fenomeno che qui si vive. Non può essere satana, non può essere una truffa, perché la gente si può ingannare per un po' di tempo, ma non per anni: e sono milioni di persone. Sono i frutti così buoni a far capire che qui accade qualcosa di grande". - Eco di Maria nr. 139
Bernadette scrisse una lettera a Papa Leone XIII per sottoporgli dei messaggi della Madre di Dio per il nostro secolo.
Le apparizioni sono tra le più famose riconosciute dalla Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 68 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio. L'11 febbraio 1858, Bernadette, sua sorella Antonietta, e la loro amica Giovabnna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso il "luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle, Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Bernadette, a causa della sua asma cronica, esita a fare altrettanto. E' in quel momento che "sente un rumore come un colpo di vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". E' la prima apparizione di Nostra Signora.
C’è un ulteriore grande elemento che non può essere lasciato nel dimenticatoio.
Nel 1879 Bernadette ha scritto a Papa Leone XIII per sottoporgli dei messaggi della Madre di Dio per il nostro secolo. Di queste cinque profezie, quattro si sono già realizzate. La lettera considerata persa per 120 anni, è stata ritrovata dal Padre francese Antoine La Grande, in Vaticano, mentre cercava dei documenti sui miracoli di Lourdes.
Questa lettera al Papa, scritta da Bernadette proprio prima della sua morte, comprende cinque messaggi della Santa Vergine riguardanti gli avvenimenti del nostro secolo e l’avvenire dopo l’anno 2000. Il contenuto della lettera non è mai stato pubblicato e le persone in Vaticano dicono che era stata smarrita. Il Padre La Grande ha scoperto questo scritto il dicembre 1998, in un armadio metallico, nei sotterranei della biblioteca vaticana. Si tratta di cinque pagine, separate, e su ogni pagina si trova una rivelazione.
1. La prima profezia parla soprattutto dello sviluppo del Santuario di Lourdes, dopo la morte di Bernadette: descrive l’espansione di Lourdes come luogo di pellegrinaggio e l’efficacia della celebre sorgente guaritrice.
2. Questo messaggio annuncia una serie di importanti scoperte scientifiche, come l’utilizzazione dell’energia elettrica, la lampadina elettrica, il grammofono ed altri apparecchi elettrici.
3. La terza profezia si riferisce alla presa del potere, in Germania, da parte di Hitler e al Nazismo: a causa di questo, negli anni ’30 si sarebbe prodotta una cosa terribile che sarebbe sfociata in una guerra nella quale, quasi tutte le nazioni, avrebbero preso parte.
4. Gli sforzi degli uomini per viaggiare nello spazio sono annunciati nel quarto messaggio (annunciati ugualmente nel messaggio di Amsterdam). Intorno agli anni ’70, gli Americani riusciranno ad atterrare sulla luna. Profezia realizzata nel 1969, quando l’americano Neil Armstrong calcò, per la prima volta, il suolo lunare.
5. L’ultima profezia, la più lunga di queste predizioni, eccola: “Sua Santità, la Santa Vergine mi ha detto che con la fine del XX secolo arriverà anche la fine della scienza. Una nuova era di fede avrà inizio su tutta la terra. Verrà data la prova che fu Dio a creare il mondo e l’uomo. Sarà l’inizio della fine della scienza nella quale gli uomini non crederanno più. Milioni di uomini torneranno di nuovo a Cristo e la potenza della Chiesa sarà più grande che mai. La ragione, per cui molti uomini non confideranno più negli scienziati, sarà l’attitudine arrogante di questi uomini di scienza che lavorano alla realizzazione di una creatura derivata dall’incrocio fra l’uomo e l’animale. Gli uomini sentiranno allora, nel profondo del loro cuore, che questo non può essere giustificato. In un primo tempo non ci si saprà opporre alla realizzazione di questi mostri, ma gli scienziati saranno finalmente scacciati, come si scaccia un’orda di lupi. Alla vigilia dell’anno 2000 si assisterà ad uno scontro fra gli adepti di Maometto e le Nazioni cristiane. Una terribile battaglia avrà luogo, nella quale 5.650.451 soldati perderanno la vita, e una bomba fortemente distruttrice sarà lanciata su una città della Persia (dal 1935=IRAN). Ma alla fine vincerà il segno della croce e tutti i mussulmani si convertiranno al Cristianesimo. Seguirà un secolo di pace e felicità, poiché tutte le Nazioni deporranno le armi. Ne conseguirà una grande ricchezza, poiché il Signore espanderà la sua benedizione sui credenti. Su tutta la terra nemmeno una sola famiglia rimarrà nella povertà e nella fame. Dio darà, a un uomo su dieci, il potere di guarire le malattie di coloro che chiederanno, per questo, aiuto. In seguito a questi miracoli, si sentiranno le grida di un gran numero. Il XXI secolo sarà chiamato “Seconda Era d’Oro dell’Umanità” ("Prima Era d'Oro dell'Umanità": Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione e Glorificazione di Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo).
Per celebrare il primo anniversario della conclusione del pontificato di Papa Benedetto XVI (28 febbraio 2013-2014),
Sul web l’invito a celebrare con la preghiera il primo anniversario di fine pontificato di papa Ratzinger
Una “Giornata di preghiera per Benedetto, con Benedetto”. E’ un modo – spiegano gli organizzatori – per ricordare e celebrare la storica rinuncia al ministero petrino di Papa Ratzinger, pregando con e per Benedetto.Chiunque potrà prendere parte alla preghiera in qualsiasi momento della giornata (28 febbraio prossimo): offrendo una particolare intenzione per il Pontefice emerito, partecipando alla celebrazione eucaristica nella propria parrocchia, fermandosi per una breve preghiera personale, oppure scegliendo uno dei momenti in cui Benedetto XVI è solito fermarsi a pregare durante il giorno (7.00 Santa Messa / 7.30 Lodi Mattutine, Ufficio delle Letture e Ora Media / 12.00 Angelus e Ora Media / 15.00 Ora Media Rosario / 18.00-19.00 Vespri / 22.30 Compieta), per condividere interiormente – in comunione con il Papa emerito – un momento di orazione ecclesiale. Inoltre – spiegano gli organizzatori di questa iniziativa – “verrà preparato un opuscolo (scaricabile online) con i testi di tutte le preghiere del giorno, insieme a una speciale recita del Rosario, con le meditazioni sui misteri tratte dal Magistero di Benedetto XVI”.
“I signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, aveva detto Benedetto XVI nel corso del suo primo saluto da Pontefice, il 19 aprile 2005. Otto anni dopo, dalla loggia centrale del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il 28 febbraio 2013, Papa Ratzinger si congedava dalla folla di fedeli con queste parole: “Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia”.
Il Papa teologo sceglieva così – come dimora permanente, in questa ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra – la preghiera e la meditazione. “Il Signore mi chiama a «salire sul monte», a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze”.
La storica data del 28 febbraio – che rendeva esecutiva la rinuncia al ministero petrino annunciata da Benedetto XVI l’11 febbraio 2013 – sembrava destinata al triste ricordo di un pontificato interrotto. Oggi, anche se è appena trascorso un anno, con un senno di poi consapevole e maturo, guardiamo a questo particolare evento con maggiore serenità e in spirito di cristiana obbedienza alla volontà di Dio.
A pochi giorni dal congedo, incontrando i parroci e il clero romano, Benedetto XVI, il 14 febbraio 2013 aveva detto: “Io sono molto grato per la vostra preghiera, che ho sentito – l’ho detto mercoledì – quasi fisicamente. Anche se adesso mi ritiro, nella preghiera sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che anche voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimango nascosto”.
Ecco l'invito: https://www.facebook.com/events/1452172641671690/
A volte è necessario credere che il caso non esiste. Quel giorno coincide con la Madonna di Lourdes
Il 2013 è all’insegna del grande cambiamento: Il Papa si è
dimesso, l’attuale momento economico e politico dell’intero Paese è in
profonda crisi. Tra qualche giorno ci sarà un nuovo Governo. Per Pasqua
un nuovo Papa. C’è senz’altro un rinnovamento e si può e deve contribuire a far sì che avvenga nella maniera più radicale possibile perché se
non si cambia rotta, oltre ad una crisi nella fede si rischia di sprofondare in una profonda catastrofe globale. Per
questo motivo, bisogna dare adesso un messaggio di speranza, ricordando
i messaggi che solo la nostra memoria può far riaffiorare al momento
giusto.
A volte è necessario credere che il caso non esiste. Papa Benedetto XVI aveva indetto per quest’anno “l’anno della Fede”. Il Papa lascerà il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013. Lo ha deciso l’11 febbraio. Non è un giorno a caso perché coincide con la festa liturgica della Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. Il giorno del suo compleanno, il 16 aprile, coincide con la nascita al Cielo di Bernadette Soubirous. Il 19 aprile giorno dell’ inizio del suo pontificato coincide con il funerale della santa dei Pirenei. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992, l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata mondiale del malato. A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.
A volte è necessario credere che il caso non esiste. Papa Benedetto XVI aveva indetto per quest’anno “l’anno della Fede”. Il Papa lascerà il pontificato alle ore 20 del 28 febbraio 2013. Lo ha deciso l’11 febbraio. Non è un giorno a caso perché coincide con la festa liturgica della Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. Il giorno del suo compleanno, il 16 aprile, coincide con la nascita al Cielo di Bernadette Soubirous. Il 19 aprile giorno dell’ inizio del suo pontificato coincide con il funerale della santa dei Pirenei. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992, l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata mondiale del malato. A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.
È la prima Apparizione di Nostra Signora - 11 febbraio 1858 - Madonna di Lourdes
L'11 febbraio 1858, Bernardetta, sua sorella Antonietta e la
loro amica Giovanna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso
"il luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle.
Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente.
Bernardetta, per il problema della sua asma cronica, esita a fare
altrettanto. E’ in quel momento che “sente un rumore come un colpo di
vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella
cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la
osserva e le sorride". È la prima Apparizione di Nostra Signora.
Al tempo di Bernardetta, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava questa Grotta " Grotta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i maiali. È in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida, e la presenza di Maria Vergine, "l'Immacolata Concezione". Questo ci richiama il Vangelo: l’incontro tra la ricchezza di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare ciò che era perduto.
A Lourdes, Maria è apparsa in una Grotta sporca ed oscura, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia roccia, per dirci che Dio viene a raggiungerci dovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci da un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è diverso che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ecco tutto il contenuto del "Messaggio di Lourdes" -, e che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti.
Al tempo di Bernardetta, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava questa Grotta " Grotta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i maiali. È in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida, e la presenza di Maria Vergine, "l'Immacolata Concezione". Questo ci richiama il Vangelo: l’incontro tra la ricchezza di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare ciò che era perduto.
A Lourdes, Maria è apparsa in una Grotta sporca ed oscura, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia roccia, per dirci che Dio viene a raggiungerci dovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci da un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è diverso che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ecco tutto il contenuto del "Messaggio di Lourdes" -, e che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti.
Bernardetta scrisse più volte di sua mano una
relazione sulle apparizione. La prima relazione da lei scritta, è quella
rilasciata a P. Gondrand il 28 maggio 1861, la seconda venne scritta all'inizio
del 1864, ed è il racconto più completo. Il 22 agosto del 1864 ne scrisse una
per il Rev. Bonin; il 20 novembre 1865 ne scrisse una per un'amica della signora
Ida Ribettes: nel retro dello stesso foglio Bernardetta, a pochi giorni di
distanza, tracciò una nuova relazione. Il 12 maggio 1866 nel suo diario colmò le
lacune dell'ultima narrazione.
“Un giorno (giovedì grasso, 11 febbraio 1858),
recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due
fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non
si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta.
(1)
Vidi in una delle aperture della roccia soltanto un
cespuglio agitarsi come se ci fosse un forte vento. Quasi al medesimo tempo uscì
dall'interno della grotta un chiarore d'oro(2);
poco dopo, una Signora giovane e bella, soprattutto bella, come non ne avevo mai
visto, venne a collocarsi all'ingresso dell'ogiva, sopra il cespuglio.
Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia
azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d'oro, che era dello stesso colore
della corona del rosario. (3)
La stoffa del velo e del vestito non si può paragonare
con nulla che si vede sulla terra. (4)
Era circondata da una luce simile al sole, ma dolce
alla vista. (5)
Subito mi guardò, mi sorrise, e mi fece segno di
avanzare, come se fosse stata la mia mamma. La paura mi era passata, ma mi
sembrava di non saper più dove fossi. Mi stropicciai gli occhi, li chiusi, li
apersi; ma la Signora era sempre là, che continuava a sorridermi e a farmi
capire che non mi ingannavo. Senza rendermi conto di ciò che facevo, presi il
rosario dalla tasca e mi misi in ginocchio. La Signora approvò con un cenno del
capo e prese fra le dita la corona del rosario che teneva sul braccio destro.
Quando volli iniziare la recita del Rosario e portare la mano sulla fronte, il
mio braccio restò come paralizzato e solamente dopo che la Signora si fu segnata
potei fare anch'io come lei. La Signora mi lasciò pregare da sola; faceva sì
passare fra le dita i grani del rosario, ma non parlava; soltanto alla fine di
ogni decina s'accompagnava con me nel dire: Gloria Patri, et Filio, et Spiritui
Sancto. (6)
Quando il Rosario fu recitato, la Signora rientrò all'interno della
roccia e il chiarore d'oro scomparve con lei”. (7)
“Questa luce veniva prima e rimaneva un po' dopo”. (8)
Jean Baptiste Estrade, che abitò a Lourdes in qualità
di esattore delle imposte, riporta anche queste parole
udite più volte da Bernardetta:
“Ha l'aspetto di una giovane di sedici o diciassette
anni. E' vestita di bianco, con una fascia azzurra che scende lungo l'abito.
Porta sulla testa un velo ugualmente bianco, che lascia scorgere appena i suoi
capelli e ricade all'indietro fino al disotto della fascia. I piedi sono nudi,
ma coperti dalle ultime pieghe dell'abito, eccetto all'estremità dove brilla su
ciascuno di essi una rosa d'oro. Porta sul braccio un rosario dai grani bianchi,
legati da una catenella d'oro lucente, come le due rose dei piedi”.
(9)
La
Signora aveva gli occhi azzurri. (10)
Importanti sono le informazioni che mons. Bourret,
vescovo di Rodex, ottenne da Bernardetta, il primo giorno di settembre del 1877, che
secondo il Vescovo sorpassavano tutti i racconti che aveva letto:
“Vedevo una luce sfolgorante...Ma una luce come non ce
ne sono sulla terra, nemmeno quella del sole. Vedevo un volto meraviglioso, ma
non come ce ne sono su questa terra. Era corporale e non lo era. Udivo una voce
melodiosa e guardavo senza rendermi conto di tutto ciò. Mi trovavo bene là e
quando finiva la mia vista restava oscurata, come quando si entra in una stanza
dopo aver fissato il sole”. (11)
La durata dell'apparizione fu di poco più del tempo
per recitare il Rosario.
La contemplazione dei
misteri venne infusa a Bernardetta dallo Spirito Santo. Niente sappiamo di
questa azione interiore. Bernardetta non ne parlò, ma non è da porre in
incertezza.
1)Lettera scritta da Bernardetta a P. Gontrand, 28 maggio 1861. E'
la prima relazione scritta.
2)Estrade dice “una nube color oro”: “Le apparizioni di
Lourdes” di Jean Baptiste Estrade, con note critiche di Giulio Giacometti.
ed. Paoline, 1978, pag 82.
3)Lettera scritta da Bernardetta a P. Gontrand, 28 maggio 1861.
4)Interrogatorio con padre Cros 30 gennaio 1979. Riportato in René
Laurentin, “Bernardetta vi parla”, ed. Paoline, 1979, pag 457.
5) Dal colloquio di Marie De Cornulier Luciniére del 10 maggio
1859. In René Laurentin, op. citata, pag 151.
6) Questa preghiera in latino è riportata da Estrade (pag 79-81).
L'autore afferma formalmente che tutta la narrazione l'ha udita più volte da
Bernardetta. Questa testimonianza è molto preziosa perché dice che Bernardetta
alla grotta recitava il rosario in latino, secondo quanto avveniva alla sera in
famiglia, e la Vergine diceva conseguentemente il gloria in latino. A questa
testimonianza della recita a Lourdes delle preghiere in latino si aggiunge
quella personale di Estrade (op. citata pag 225). Egli disse al curato che un
giorno la processione e la cappella si sarebbero fatte: “Ci dirigeremo verso la
cappella di Massabielle, cantando: Sancta Maria e sarò felice di
rispondervi: Ora pro nobis”.
7) Estrade dice “la nube d'oro”, op. citata, pag. 82.
8) Interrogatorio di mons. Laurence del 7 dicembre 1960, citato in
“Bernardetta vi parla” , pag 192.
9) Estrade, op. citata, pag. 83.
10)Dal lavoro
integrativo delle sei relazioni di Bernardetta di René Laurentin, riportato da
Giulio Giacometti, in “Le apparizioni di Lourdes” di Jean Baptiste
Estrade, pag 27-36; in specifico pag 33.
11)René Laurentin, op. citata, pag. 414.
Note
Il roseto selvatico:
Il cespuglio era un roseto selvatico, con tutta probabilità una rosa canina che
si radicava nel livello base della grotta, raggiungendo il livello inferiore
dell'ogiva o nicchia, e i suoi lunghi sarmenti cadevano in basso. Nel poco
terreno accumulatosi alla base dell'ogiva non poteva radicarsi un roseto
selvatico che ha profonde radici. Essendo inverno le foglie non potevano che
essere cadute. La rosa canina è molto spinosa. Il roseto venne ben presto
tagliato in pezzetti da pellegrini desiderosi di reliquie.
Il muschio: A Bernardetta, nell'interrogatorio di padre Dominique Mariote del
12 agosto 1859, fu rivolta questa domanda: “Dove aveva i piedi la santa
Vergine? Nell'aria, o sulla terra?” Risp: “Sul muschio, signor abbé”.
“E dove la vedevate?”. Risp: “Nel luogo dove ci sono un rosaio e dei
rovi”. Il terreno accumulato dal vento alla base dell'ogiva era ricoperto di
muschio. Nel (1959/60) il muschio e la terra dell'ogiva vennero asportati dai
pellegrini e non rimase che la nuda roccia. Nel 1863 venne
collocata nell'ogiva una piccola immagine della Madonna con fioriera; a questo
scopo venne riportata nell'ogiva della terra per stabilire il piano d'appoggio.
lunedì 10 febbraio 2014
L' 11 febbraio del 2012 Papa Benedetto XVI annuncia le sue dimissioni
Benedetto XVI si dimette: cronaca di una giornata che passerà alla storia
Il suo discorso:
Il discorso di Benedetto XVI
"Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato"
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Una mamma pretende dai figli solamente ciò che è bene per loro.
INTETVISTA A MIRJANA:
Maria è Regina della pace, ma nel Vangelo, come qui a Medjugorje, tutto ciò che riguarda la nostra fede lega indissolubilmente in vita pace e sofferenza, pace e dolore: che cosa vuoi dirci in proposito?
Attraverso le apparizioni ho capito che se desideri lavorare per il Signore, se vuoi veramente dedicargli tutta la vita, sulla tua strada non troverai niente altro che la Croce. Solo la Croce. Perché, per il Signore, «lavorare per Lui» significa essere pronti a portare la Croce con Lui.
La vera pace è questa, dunque?
Pace è anche la Croce. Se il Signore occupa il primo posto nel tuo cuore, tutte le croci che ricevi nella vita le porti con pace.
E così viene meno quell'attitudine — così tipica negli italiani — di chiedere sempre «perché, perché io, perché a me?»... Quando parlo con i gruppi italiani non finisco mai di sorprendermi per il fatto che, per ogni cosa, mi venga chiesto il perché. E ogni volta mi rendo conto che noi non abbiamo mai detto alla Madonna «perché?», dal momento che se Lei ci dice «fai quello o fai questo», Lei certo sa il perché. Chi sono io per chiederle ragione, dato che tutto ciò che Lei fa e chiede è per il nostro bene? Una mamma pretende dai figli solamente ciò che è bene per loro. E così anche la Madonna: se ti chiede il digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì, non hai bisogno di chiederle perché o di mettere in dubbio che ciò avvenga a tuo vantaggio.
Che cosa chiede la Madonna? Quali sono i primi passi da compiere sul la via della santità?
Maria vuole che preghiamo, e che lo facciamo con il cuore; cioè che quando lo facciamo sentiamo intimamente tutto quello che diciamo. Vuole che le nostre preghiere non siano ripetitive, con la bocca che pronuncia le parole e i pensieri che se vanno da un'altra parte. Per esempio, se dici il Padre nostro impara a sentire nel tuo cuore che Dio è tuo padre.
Maria non chiede tanto, non chiede ciò che non possiamo fare, di cui non siamo capaci...
Chiede ogni giorno il Rosario e, se abbiamo famiglia, sarebbe bello che venisse recitato insieme, perché la Madonna dice che niente ci lega di più come quando si prega insieme. Chiede poi sette Padre nostro, Ave Maria e Gloria, con l'aggiunta del Credo. Questo è quello che ci chiede ogni giorno, e se poi preghiamo di più... non si arrabbia per questo.
Chiede il digiuno il mercoledì e il venerdì: per la Madonna il digiuno è a pane e acqua. Lei però dispensa le persone malate, veramente malate, non quelle che hanno un po' di mal di testa o di mal di pancia, ma quelle che veramente hanno una malattia grave e non possono fare digiuno: a loro e a tutti chiede altre cose, come aiutare gli anziani, i poveri. Vedrai che, se ti lasci guidare dalla preghiera, troverai una cosa bella che puoi fare per il Signore. Anche i bambini non digiuneranno in senso stretto, ma a loro si può proporre qualche sacrificio, per esempio di non mangiare fuori dai pasti, o di rinunciare ai panini con il salame e la carne per merenda a scuola e di accontentarsi di quelli al formaggio... E così si può iniziare con loro il cammino per imparare il digiuno.
Maria desidera che andiamo a Messa, e non solo la domenica; una volta, eravamo ancora piccoli, ha detto in proposito a noi veggenti: «Figli miei, se dovete scegliere tra vedere me e avere l'apparizione o andare alla Santa Messa, scegliete sempre la Messa, perché durante la Santa Messa mio Figlio è con voi». Per la Madonna è sempre Gesù al primo posto: Lei non ha detto mai «pregate e io vi do», ma ha detto «pregate che io possa pregare mio Figlio per voi».
Chiede poi che ci confessiamo almeno una volta al mese, perché non c'è nessun uomo che non abbia bisogno di confessarsi ogni mese.
Infine vuole che teniamo in casa la Santa Bibbia, in un luogo ben visibile, e che ogni giorno l'apriamo e ne leggiamo anche solo due o tre righe.
Ecco, queste sono le cose che chiede la Madonna, e io mi sono convinta che non è poi tanto.
Quando ti dice queste cose, com'è Maria? Che tipo è? Gioiosa, riflessiva? Parlacene come si parla di una cara amica...
Io non la guardo come amica, la guardo come Mamma. Come una vera fiamma che mi vuole bene con tutti i miei difetti, perché mi conosce, ma mi prende come sono. E in questi vent'anni Lei non è cambiata: è rimasta uguale; non è invecchiata con noi. Lei appare sempre come una giovane donna di venti, venticinque anni. Quando parla di Gesù è sempre molto gioiosa, si vede la luce che le esce dal viso. Quando invece parla dei «figli», così li chiama, «che non conoscono l'amore di Dio» è triste e qualche volta l'ho vista anche piangere.
Più di una volta?
Sì, più di una volta, quando è preoccupata. L'ho detto, è una mamma vera, e vedere un figlio che non va sulla strada giusta le fa molto male.
Che cosa la preoccupa fino a farla piangere?
Lo stato delle famiglie, a volte del mondo. Lei in questi casi ci chiede delle preghiere specifiche, per esempio per i giovani, o per chi non ama Dio...
Maria si preoccupa per noi fino alle lacrime. Ma in molti, di fronte al mistero del Male, alla guerra, al terrorismo, a un incidente, alle catastrofi naturali, alle morti innocenti, si chiedono: ma Dio dov'era?
Questa non è una domanda da fare a me. Per quel che mi riguarda, quando sento che c'è stato un terremoto o che è caduto un aereo prendo il Rosario e prego per la gente coinvolta: che il Signore dia soccorso, anche alle anime di coloro che sono morti; e che a chi resta dia la forza di sopportare la croce che hanno ricevuto. Mai mi è venuto da chiedermi il perché di questo o di quello, o a che cosa serva, o perché Dio l'abbia potuto permettere. Forse è il nostro modo di pensare che è un po' diverso dal Vostro: subito dopo la guerra la chiesa era piena di donne in lutto che avevano perso i mariti e i figli, ma a nessuna è venuto in mente di pensare:
«Signore perché hai permesso questo?». Dio è amore e questo è un fatto, e il Male non viene da Lui e questa è la necessaria conseguenza. Se Dio permette la croce è forse che dobbiamo accettare di portarla con amore come il Signore ha portato la sua. Se non ricevo delle croci pesanti tanto meglio, ma se, un giorno, avvenisse il contrario, dovrei pensare che sono capace di portarla. Ricordiamoci che il male non è da Dio e accettiamo quello che vuole il Signore come un bene per la nostra vita.
Il Male non viene da Dio: e tu lo puoi ben testimoniare. Si sa che una volta Satana ti è apparso travestito da Madonna...
Scusami, ma io non parlo di questo. Non ne ho più parlato, e non voglio parlarne.
D'accordo, ma restiamo sulle generali: non pensi che Satana nel mondo contemporaneo si travesta?
Può darsi, ma lo si riconosce, ti assicuro. Nessuno potrà mai dire di non aver riconosciuto il male. Perché il tuo cuore è tarato sul bene e, se lo vuoi, non puoi assolutamente non riconoscere ciò che è contro Dio. Altro discorso è se non vuoi smascherare il male perché ti va bene così; se dici cambierò, ma intanto gli permetti che ti penetri dentro, che scavi nel tuo cuore. Ognuno di noi, se vuole riconoscere il male ai diversi bivi della sua vita, lo riconoscerà immediatamente. Ha tutti i mezzi per farlo. Dipende solo da noi, da come viviamo, da quello che scegliamo.
Molti negano Satana: «Non esiste!», dicono...
Satana esiste, e soprattutto esiste dove si prega tanto, dove c'è il Signore presente, lui lo segue sempre per tentare di cambiare i suoi progetti, ma l'esito finale dipende dalle nostre scelte, dalla nostra volontà di combattere, di porgli resistenza, di dirgli di no. Ma quali che siano le nostre scelte non potremo dire di non averlo riconosciuto.
Dio ci ha lasciati liberi di scegliere, e questo per davvero. Così sta a noi: se al primo posto mettiamo il Padre, Gesù e la Madonna, Satana non potrà far nulla, ma se loro non abitano il nostro cuore...
Le tue apparizioni sono cessate perché a te per prima la Madonna ha confidato i suoi dieci segreti. È da curiosi, ma dicci solo: il mondo ha di che temere?
E normale essere curiosi sui segreti, fa parte della nostra natura; e posso dire una volta ancora che la Madonna ha promesso sulla collina delle apparizioni un grande segno indistruttibile che tutti potranno vedere e toccare. Ma, poi, ha anche aggiunto di non parlare di segreti, ma di , pregare, perché chi riconosce Lei come Madre e Dio come Padre non ha paura più di nulla.
Il mondo ha di che temere? Dipende. La paura è uno stato d'animo solo di chi non crede, che non ha fede, e noi di questo dovremmo preoccuparci. Invece — come è umano questo — siamo curiosi sui segreti, ci chiediamo che cosa succederà, e ci dimentichiamo il segreto più importante: ci dimentichiamo di chiederci se saremo vivi domani e se la nostra anima è viva oggi, e questo vale anche per noi che qui ci intratteniamo su questi ragionamenti. Ma Maria ci scuote, ci chiede di prepararci per tempo all'appuntamento, di farci trovare pronti in ogni secondo della nostra vita, e di dedicarvi tutte le energie, anziché rivolgerle ad altre cose, comprese le curiosità sul futuro. Perché se a quell'appuntamento arriveremo da figli di Dio, avremo vissuto bene e allora non avremo paura di nulla. Comunque, per dirti quanto siamo curiosi, ti dirò che perfino il sacerdote che ho scelto per sostenermi in questo compito che ho ricevuto di custodire i segreti, a volte mi dice: «Vieni a confessarti e dimmene almeno uno subito!».
Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/mirjana/int_mirjana_1.html
giovedì 6 febbraio 2014
Il grande mistero della statua del Cristo Risorto a Medjugorje che trasuda
Dietro la chiesa da qualche anno è stata realizzato un bel viale alberato che è stato chiamato Via Domini.
Lungo questo viale troviamo le formelle dei misteri luminosi del santo Rosario per giungere poi a uno spazio di preghiera, di silenzio e raccoglimento sormontato da una grande scultura in bronzo del Cristo Risorto realizzata dallo scultore sloveno Andrija Ajdič nel 1998 e da questi donata al Santuario di Medjugorje.
E stata lì collocata dalla Pasqua di quell’anno. Lo scultore, a quanto
pare, è rimasto un po’ deluso perché si aspettava che una statua di tal
valore fosse situata sul piazzale o comunque più vicina al Santuario.
Pensava, probabilmente, che sarebbe stata trascurata dai pellegrini. E
invece, evidentemente, così non è stato. In alcuni momenti occorre,
infatti, fare una lunga fila per avvicinarsi alla statua.
Viene chiamato il “Cristo Risorto”, ma in verità l’intento dello scultore era quello di fondere insieme il Crocifisso col Risorto:
e, in effetti, osservando la scultura notiamo che Gesù non è
crocifisso, eppure è atteggiato a mo' di croce, ed è Risorto, poiché sta
in piedi, con l'impronta corporea lasciata a terra.
A proposito della sua scultura, Ajdič ha dichiarato: “Questa
raffigurazione scultorea mostra due diversi misteri: infatti il mio Gesù
è sollevato e simboleggia allo stesso tempo Gesù sulla croce, che è rimasto sulla terra, e il Risorto,
poiché si regge senza croce. Sono arrivato a questa idea del tutto
casualmente. Mentre modellavo qualcosa con la creta, avevo in mano un
crocifisso che d’un tratto è caduto nella creta. Ho tolto velocemente il
crocifisso dalla creta e ho notato improvvisamente la figura di Gesù
che si era impressa nella creta”.
Con le sue grandi braccia aperte all’umanità la grande scultura Gesù
Risorto richiama e accoglie ogni pellegrino e a lui offre riparo e
conforto. Lo scultore ha “fasciato” i fianchi di Gesù con un lembo di
giornale su cui è stampato il Salmo 138.
Dal ginocchio destro di questa scultura da qualche anno fuoriesce
continuamente un liquido simile a una lacrima, che peraltro non evapora e
non gela. Si possono vedere, ad ogni ora del giorno e della notte,
pellegrini che con tanti fazzolettini che tergono il ginocchio della
grande statua all’imponente Cristo Risorto di bronzo, dal quale esce una
timida ma continua goccia d’acqua: si prendono per portarle ai malati.
Qualcuno dice che siano lacrime di Gesù. Forse è vero, forse no, ma il
gesto ha una portata simbolica toccante. Si potrebbe infatti pensare che
la Regina della Pace ci chiama qui a Medjugorje ad asciugare le lacrime
di Cristo. E mentre asciughiamo le sue, Lui asciugherà le nostre.
Sul piano scientifico questo fenomeno è stato
analizzato da persone qualificate. Recentemente il prof. Giulio Fanti,
docente di Misure meccaniche e termiche all'Università di Padova,
studioso della Sindone, dopo aver osservato l'evento ha dichiarato: “Il
liquido che fuoriesce dalla scultura è acqua al 99 per cento, e contiene
tracce di calcio, rame, ferro, potassio, magnesio, sodio, zolfo e
zinco. Circa metà della struttura è cava al suo interno, e poiché il
bronzo mostra varie micro-fessure, è lecito pensare che la gocciolatura
sia frutto della condensa legata al ricambio d'aria. Ma il fenomeno
presenta chiaramente anche elementi molto singolari giacchè, calcoli
alla mano, dalla statua fuoriesce un litro di acqua al giorno, circa 33
volte la quantità che ci dovremmo attendere dalla normale condensa.
Inspiegabile, considerando anche un tasso d'umidità dell'aria del 100
per cento. E inoltre si è notato che alcune gocce di questo liquido,
lasciate essiccare su un vetrino, presentano una cristallizzazione
particolare, assai diversa da quella ottenuta dall'acqua normale”.
I punti interrogativi su questo liquido restano. E anche ammettendo che
si tratti di normalissima acqua ci si chiede: Gesù non può forse fare
miracoli anche attraverso una normale acqua? E del resto anche la famosa
acqua di Lourdes è acqua normale, eppure le guarigioni sono tante…
Un fazzoletto bianco proveniente da Medjugorje...
Federica non era ancora nata, ma già il suo cammino di vita si prospettava difficile.
Poche le speranze per questa bambina, figlia di una coppia di italiani.
Al quinto mese di gravidanza, durante un ‘ecografia morfologica per
conoscere il sesso del nascituro, i genitori, già papà e mamma di
Simone, scoprirono che la loro bambina era affetta da due gravissime malformazioni alla testa:
ventricolomegalia, aumento eccessivo del liquido cerebro-spinale che si
può risolvere solo con un delicato interventi di neurochirurgia, e
agenesia del Corpo Calloso che, in alcuni casi, può causare ritardo
mentale ed epilessia.
La gioia della gravidanza e della bambina che sarebbe nata di lì a poco fu oscurata dalla tragicità della notizia di questa malattia: il verdetto dei medici non lasciava alcuna speranza e il consiglio dato ai genitori fu quello di abortire. Un’eventuale operazione, infatti, si sarebbe potuta affrontare soltanto appena la bambina fosse nata, e sarebbe già stato troppo tardi. Con tutta probabilità e nonostante l’intervento, se anche Federica fosse sopravvissuta, sarebbe stata condannata a un’esistenza da cerebrolesa nella migliore delle ipotesi, con significative difficoltà motorie, sensoriali e cognitive. Nella peggiore delle ipotesi, avrebbe consumato uno stato vegetativo, con poche speranze di vita.
Nonostante la salda opposizione del marito che rifiutava l’aborto, devoto cristiano e fermo sostenitore della vita umana anche in situazioni, come questa, in cui essa è fortemente compromessa, sembrava non esserci una soluzione alternativa. Che tipo di vita attendeva quella bambina, considerando anche le scarse opportunità offerte dall’operazione? Le discussioni tra i genitori e i medici laceravano costantemente gli animi, ogni accenno all’aborto e ogni rifiuto di questa definitiva soluzione erano delle ferite che si riaprivano e sanguinavano copiosamente. Nessun giudizio può essere univoco in queste situazioni e la fede che, per alcuni rappresenta un appiglio, per altri, a volte, diviene una condanna vera e propria. La madre di Federica ha vissuto così il periodo della sua gravidanza, oscillando tra il dubbio di risparmiare alla figlia una vita di sofferenze e quello di darle ugualmente un’opportunità di vita, priva però di ogni speranza e prospettiva di guarigione o miglioramento qualitativo.
La piccola famiglia cominciò, allora, un cammino spirituale, nel corso del quale i sacerdoti fecero comprendere ai genitori a quale compito importante erano stati chiamati: nessuno può arrogarsi il diritto di togliere la vita, eccetto Dio. Attraverso le sofferenze di Federica essi avrebbero sperimentato il dolore di Gesù sulla croce, avrebbero imparato da questi affanni e Dio e la Madonna li avrebbero accompagnati e sostenuti in questo lungo e difficile cammino. Alla fine, i due coniugi scelsero di non abortire, affidandosi alla preghiera e alla consolazione della fede. , strofinato sul ginocchio della statua del Cristo risorto, alle spalle della Chiesa di Medjugorje. Le fu consigliato di poggiarlo sul pancione e di pregare con il cuore la Madonna, offrendole in dono la recita del Rosario. In un sogno, vide anche un uomo e un bambino mano nella mano, i quali la rassicurarono e le dissero che alla bambina non sarebbe successo niente. Che fossero San Giuseppe e Gesù?
Nel corso di questa difficile gravidanza, una zia suora donò alla mamma di Federica un fazzoletto bianco con l’effigie della Madonna proveniente da Medjugorje
Il respondo dell’ecografia era sempre lo stesso, freddo e tragico. Nessun miglioramento, nessuna flebile speranza che le cose potessere anche lievemente cambiare. Ai genitori di Federica fu consigliato di far nascere la bambina a San Giovanni Rotondo, nella casa Sollievo dalla Sofferenza fondata da Padre Pio, dove esiste un ottimo reparto di neurochirurgia. La sorpresa arrivò poco prima del parto, quando dagli esami clinici effettuati sul feto i medici riscontrarono che la ventricolomegalia era scomparsa e il liquido cerebro – spinale defluiva normalmente. I segnali erano incoraggianti e quando la bambina nacque, fu constatato che l’altra malformazione, l’Agenesia del Corpo Calloso, non aveva provocato danni e non aveva compromesso le normali funzioni del cervello. La bambina era sana.
Federica ha continuato a crescere felice, nessuna delle passate preoccupazioni dei medici si è mai verificata: il suo sviluppo è stato nella norma, nessun ritardo e nessun ulteriore patologia. Un miracolo per il quale la famiglia, nel 2007, ha ringraziato la Madonna recandosi in pellegrinaggio a Medjugorje.
Fonte: http://www.viaggimedjugorje.com/la-mano-della-madonna-di-medjugorje-sulla-piccola-federica/
La gioia della gravidanza e della bambina che sarebbe nata di lì a poco fu oscurata dalla tragicità della notizia di questa malattia: il verdetto dei medici non lasciava alcuna speranza e il consiglio dato ai genitori fu quello di abortire. Un’eventuale operazione, infatti, si sarebbe potuta affrontare soltanto appena la bambina fosse nata, e sarebbe già stato troppo tardi. Con tutta probabilità e nonostante l’intervento, se anche Federica fosse sopravvissuta, sarebbe stata condannata a un’esistenza da cerebrolesa nella migliore delle ipotesi, con significative difficoltà motorie, sensoriali e cognitive. Nella peggiore delle ipotesi, avrebbe consumato uno stato vegetativo, con poche speranze di vita.
Nonostante la salda opposizione del marito che rifiutava l’aborto, devoto cristiano e fermo sostenitore della vita umana anche in situazioni, come questa, in cui essa è fortemente compromessa, sembrava non esserci una soluzione alternativa. Che tipo di vita attendeva quella bambina, considerando anche le scarse opportunità offerte dall’operazione? Le discussioni tra i genitori e i medici laceravano costantemente gli animi, ogni accenno all’aborto e ogni rifiuto di questa definitiva soluzione erano delle ferite che si riaprivano e sanguinavano copiosamente. Nessun giudizio può essere univoco in queste situazioni e la fede che, per alcuni rappresenta un appiglio, per altri, a volte, diviene una condanna vera e propria. La madre di Federica ha vissuto così il periodo della sua gravidanza, oscillando tra il dubbio di risparmiare alla figlia una vita di sofferenze e quello di darle ugualmente un’opportunità di vita, priva però di ogni speranza e prospettiva di guarigione o miglioramento qualitativo.
La piccola famiglia cominciò, allora, un cammino spirituale, nel corso del quale i sacerdoti fecero comprendere ai genitori a quale compito importante erano stati chiamati: nessuno può arrogarsi il diritto di togliere la vita, eccetto Dio. Attraverso le sofferenze di Federica essi avrebbero sperimentato il dolore di Gesù sulla croce, avrebbero imparato da questi affanni e Dio e la Madonna li avrebbero accompagnati e sostenuti in questo lungo e difficile cammino. Alla fine, i due coniugi scelsero di non abortire, affidandosi alla preghiera e alla consolazione della fede. , strofinato sul ginocchio della statua del Cristo risorto, alle spalle della Chiesa di Medjugorje. Le fu consigliato di poggiarlo sul pancione e di pregare con il cuore la Madonna, offrendole in dono la recita del Rosario. In un sogno, vide anche un uomo e un bambino mano nella mano, i quali la rassicurarono e le dissero che alla bambina non sarebbe successo niente. Che fossero San Giuseppe e Gesù?
Nel corso di questa difficile gravidanza, una zia suora donò alla mamma di Federica un fazzoletto bianco con l’effigie della Madonna proveniente da Medjugorje
Il respondo dell’ecografia era sempre lo stesso, freddo e tragico. Nessun miglioramento, nessuna flebile speranza che le cose potessere anche lievemente cambiare. Ai genitori di Federica fu consigliato di far nascere la bambina a San Giovanni Rotondo, nella casa Sollievo dalla Sofferenza fondata da Padre Pio, dove esiste un ottimo reparto di neurochirurgia. La sorpresa arrivò poco prima del parto, quando dagli esami clinici effettuati sul feto i medici riscontrarono che la ventricolomegalia era scomparsa e il liquido cerebro – spinale defluiva normalmente. I segnali erano incoraggianti e quando la bambina nacque, fu constatato che l’altra malformazione, l’Agenesia del Corpo Calloso, non aveva provocato danni e non aveva compromesso le normali funzioni del cervello. La bambina era sana.
Federica ha continuato a crescere felice, nessuna delle passate preoccupazioni dei medici si è mai verificata: il suo sviluppo è stato nella norma, nessun ritardo e nessun ulteriore patologia. Un miracolo per il quale la famiglia, nel 2007, ha ringraziato la Madonna recandosi in pellegrinaggio a Medjugorje.
Fonte: http://www.viaggimedjugorje.com/la-mano-della-madonna-di-medjugorje-sulla-piccola-federica/
Intervista a Jelena Vasilj del 1983
In diverse occasioni abbiamo potuto parlare con Jelena e
Marijana, le due bambine che possiedono il dono della "locuzione
interiore".
Nelle interviste qui riportate, il lettore attento potrà discernere tra le risposte che queste bambine danno da se stesse e quelle che invece riferiscono a nome della Madonna.
Vi proponiamo i testi nella loro semplicità di linguaggio parlato, come noi li abbiamo registrati.
INTERVISTA A JELENA VASILIJ
Lunedì 3 Ottobre 1983
D. — Domanda
R. — Risposta di Jelena
D. — Quanti anni hai? So che vai a scuola e che frequenti la quinta elementare. Prima che iniziassero le apparizioni come era la tua vita? Andavi in chiesa e frequentavi il catechismo?
R. — Mi chiamo Elena Vasilij, ho 11 anni. Prima non avevo tanta voglia di pregare, neanche di andare in chiesa; sì andavo la domenica però aspettavo quando finiva la Messa per andare a casa a guardare la televisione. Spesso c'erano dei litigi tra noi compagni e c'era sempre una certa invidia se uno prendeva voti migliori degli altri.
Prima Gesù Cristo e la Madonna non erano al centro della mia vita; non mi sono mai occupata tanto di loro; adesso è cambiato tutto ed in modo particolare nella preghiera.
D. — Quando la Madonna si è presentata a Biakovici e fino al momento in cui tu hai sentito la voce, tu come hai vissuto tutto questo?
R. Quando ho sentito quanto succedeva ai ragazzi, a me è capitato di crederci senza pensare molto; io ho semplicemente detto a me stessa che io ci credevo. Io non capivo niente di quello che succedeva quando sono andata fin là (sul monte). Uno zio mi ha detto: "non devi andare là". Prima era del partito, adesso non lo è più. Invece mia sorella mi ha raccomandato di non credere a nessuno, perché dopo, col tempo, tutto verrà chiarito.
E così alla sera sono andata a Messa sempre più spesso e poi quasi tutte le sere. Poi mi hanno fermata i genitori: "devi rimanere a casa; neanche noi andiamo tutte le sere". Ed allora qualche volta non ci sono andata. Ero però attratta da questo richiamo a pregare. In una preghiera io dissi: "O Signore come sarei felice e grata se potessi credere solo a Te". Così pregai che il Signore mi si presentasse in un modo per cui lo riconoscessi meglio e dopo lunghe preghiere (pregavo e digiunavo) dopo 1-2 anni è venuto.
D. — E adesso che cosa è cambiato nella tua vita, nei rapporti con i compagni di scuola e con i genitori?
R. — Quando mi si è presentata la Madonna, tutti sono venuti con me e tutti volevano pregare con me e mi interrogavano. Le prime volte non sapevamo come comportarci, poi diventavamo sempre più bravi.
Quando noi pregavamo venivano tutti (gli amici). Quando non sapevano qualche cosa mi chiedevano, così ci siamo conosciuti meglio e siamo diventati amici. Soprattutto ci siamo uniti dopo che la Madonna mi si è presentata e loro mi ponevano delle domande da farLe. Alla fine la Madonna mi ha detto che quelle domande non erano importanti, ma noi ci siamo uniti anche per questo. Ma soprattutto ci siamo uniti quando la Madonna ci ha insegnato a pregare.
D. — Come la Madonna vi ha insegnato a pregare?
R. — Una volta pregavamo il rosario e la Madonna disse diverse volte di ripetere il mistero. Diceva: "Questa non è preghiera". Allora noi bambini abbiamo pensato che non dicevamo bene tutte le parole. No. Finalmente io ho capito che la Madonna voleva che ci fosse qualche cosa di nostro; allora abbiamo letto un brano della Bibbia, abbiamo meditato e pregato ed alla fine la Madonna ha detto che andava bene.
Tutti mi dicevano di chiedere alla Madonna come dovevamo comportarci con gli insegnanti che non credono. "Voi ci riuscirete dopo la preghiera". Ci raccomandava di essere in pace con tutti, che ci scuotessimo da tutti i peccati e che pregassimo bene e ringraziassimo il Signore.
Io allora ho incominciato subito ad ascoltare di più i genitori, a lavorare di più. Tutti rimanevano colpiti da come io facevo queste cose. Allora io spiegavo di come Cristo soffriva per noi.
D. — Raccontaci la tua giornata. Quando preghi? La preghiera è sempre una esperienza piena di gusto per te?
R. — Sveglia verso le sei; tutti i familiari si preparano e cominciano la preghiera, di solito 1/2 ora. A scuola durante l'intervallo facciamo una preghiera assieme, ma in silenzio perché c'è un mussulmano che se ci vede pregare pensa che lo prendiamo in giro. Dopo la scuola, tornando a casa in gruppo, parliamo di che cosa dobbiamo preparare per i compiti e di chi andrà nel pomeriggio in chiesa. Quando torno a casa mi riposo un po' e poi mangio. Dopo il pranzo vado ad aiutare i familiari e a preparare i compiti.
Verso le 4 ci riuniamo a casa mia con la gente che viene a pregare. Preghiamo fino alle 5 e dopo ci avviamo verso la chiesa dove preghiamo e partecipiamo alla messa. Dopo la visione ritorniamo a casa.
Anche le persone che rimangono a casa rimangono in preghiera.
Poi tutti vanno a letto, ma io e il papà ci mettiamo in preghiera fino al sonno.
D. — Ma non giochi mai?
R. — Sì, dopo il pranzo vado a saltare un po'.
D. — Ma in genere hai più voglia di giocare con i tuoi amici o di
pregare?
R. — Quando la Madonna ha iniziato ad apparire, spesso volevo di più giocare; adesso preferisco pregare perché nel gioco alle volte avvengono anche dei litigi, mentre la preghiera finisce sempre nella pace e nella serenità.
Quasi tutti all'inizio sono contrari alla preghiera, ma poi finiscono soddisfatti dicendo: "se non venissi qua non avrei questa pace e serenità".
D. — Le prime volte che hai sentito la Voce, hai riconosciuto
immediatamente che cos'era?
R. — No.
D. — Come l'hai riconosciuta?
R. — All'inizio non l'ho riconosciuta, dopo la gente ha cominciato a fare delle domande, mi ha detto di chiedere di chi era quella voce; ho ricevuto la risposta: "Da Dio". Allora ho domandato: "chi sei tu che mi dici?" La risposta è stata: "Questo non è importante per te; per te è importante che la voce sia da Dio e di seguire questa voce."
D. — Come preghi?
R. — (si riferisce all'ora pomeridiana). All'inizio ci mettiamo in pace, in raccoglimento e diciamo un Credo. Poi leggiamo un brano della Scrittura e da quel brano vediamo per chi e per cosa pregare nel rosario (ad esempio per il Sommo Pontefice) e dal testo sentiamo che cosa ha bisogno il Sommo Pontefice o la Parrocchia. Alla fine ci sono dei canti e delle preghiere spontanee, poi leggiamo di nuovo un altro brano del Vangelo o della Scrittura che rappresenta il momento della riflessione per un altro giorno e per chi o per cosa pregare il giorno successivo.
D. — Cosa vorresti fare da grande?
R. — Adesso mi piacerebbe andare in convento. Per adesso prego Gesù per non essere trascinata da altre parti.
D. — Descrivici le tue visioni.
R. — Io vedo la Madonna nel cuore, la vedo tutta in bianco. Io la vedo senza rivolgermi con lo sguardo a Lei. Per esempio io la vedo chinando il capo e chiudendo gli occhi. La sento nel cuore la sua voce, a volte sento la sua voce chiara, voce proprio. A volte io posso riconoscere col mio pensiero quello che Lei dice. Ad esempio quando io chiedo qualcosa a Lei, io non devo comporre, non devo dire tutta la frase per intero, e Lei non c'è bisogno che mi parli per intero, perché come mi guarda col mio sguardo io posso già cogliere la risposta. Raccolgo questa voce interna con la preghiera. Alcune volte Lei parla con me e sento la voce, soprattutto quando deve spiegarmi una sola domanda; quando invece le domande sono molte o complesse, le lunghe risposte le sento non come parole, ma già nel cuore, facilmente spiegate nel cuore. Comprendo dentro ai miei pensieri quello che la Madonna vuole, quello che desidera.
D. — Come possiamo noi che siamo venuti qui testimoniare e raccontare agli altri, ai nostri amici che sono rimasti a casa quello che abbiamo visto? Qual'è la cosa più importante che dobbiamo raccontare?
R. — La Madonna dice: "Voi dovete offrire tutti i vostri lavori, tutti i progetti nella preghiera, ogni giorno offrire tutto quanto a Gesù Cristo e, attraverso la preghiera, donarvi a Cristo e ringraziare di tutto. Accettate la vita come dice Gesù Cristo con la leggerezza (1), allora la gente capirà quello che voi vivrete e potrete dare la testimonianza."
(1) Cioè con abbandono in Dio (cfr. Matteo 11,28-30).
DIALOGO IN CASA DI JELENA 9 Dicembre 1983
D. — Domanda
J. — Jelena
J. — All'inizio quando ho ricevuto questo dono ("locutio interna") la Madonna disse: "Prendete sul serio i messaggi della preghiera, della penitenza e della conversione".
D. — Maria è Madre di Dio, però è una donna che dovremmo sentire più vicina perché, come Lei, siamo creature. Perché spesso non avvertiamo questa vicinanza?
J. — La Madonna dice: "Quando fate il peccato, voi siete come svenuti; avete perso la coscienza e nello stesso tempo voi ricevete una paura davanti a me; quando volete avvicinarvi a me voi portate nell'inconscio quella paura, quello svenimento, praticamente come una mancanza di conoscenza; c'è una reazione di paura che vi allontana da me e voi mi considerate come una persona severa, oppure una persona lontanissima da voi. L'unica possibilità che avete per purificare il cuore è la preghiera; preghiera fino ad arrivare al momento in cui siete totalmente presenti davanti a Dio".
D. — Io sono un po' emozionato e mi sento anche molto indegno di questo, comunque, confidando nella misericordia del Signore, gradirei sapere quanto tempo devo dedicare alla preghiera nella mia vita di marito, di padre, di medico, di chirurgo e di studioso: cioè, in altri termini, se devo sottrarre tempo ai miei doveri di padre di famiglia, di chirurgo, di persona che studia, per darlo alla preghiera?
J. — La Madonna dice questo: "Prega alla mattina quando ti alzi. Poi durante la giornata tu non devi rompere il tuo lavoro, perché anche lavorando tu puoi pregare: senza dire 'Padre Nostro', 'Ave Maria', tu puoi dare, offrire, lodare Dio, ringraziare Dio lavorando. Poi quando ritorni a casa di sera, prega."
D. — Noi siamo tutti peccatori e come peccatori abbiamo bisogno di aumentare la nostra Fede. Sentiamo il dispiacere che molti valori umani e cristiani non siano capiti dalla gente: per esempio che un essere concepito non sia considerato come uomo e si creda possibile poterlo eliminare. Cosa possiamo fare?
J. — La Madonna dice: "E' bene pregare, però bisogna pregare prima di tutto che lo Spirito Santo discenda sugli uomini; quando lo Spirito Santo discende sugli uomini, allora tutto si chiarisce. In questo momento Io chiedo a tutti voi soltanto di portare il messaggio della pace."
D. — Noi siamo venuti qui a Medugorje: è una fortuna; non sappiamo se mai potremo tornare qui; chiediamo la forza per ricordare tutto questo nel futuro!
J. — La Madonna ha detto soltanto questo: "Io vi do la forza di ricordare tutto questo. Però ho bisogno delle vostre preghiere".
Nelle interviste qui riportate, il lettore attento potrà discernere tra le risposte che queste bambine danno da se stesse e quelle che invece riferiscono a nome della Madonna.
Vi proponiamo i testi nella loro semplicità di linguaggio parlato, come noi li abbiamo registrati.
INTERVISTA A JELENA VASILIJ
Lunedì 3 Ottobre 1983
Dr. M. Amigoni - Dr. P. Greppi
D. — Domanda
R. — Risposta di Jelena
D. — Quanti anni hai? So che vai a scuola e che frequenti la quinta elementare. Prima che iniziassero le apparizioni come era la tua vita? Andavi in chiesa e frequentavi il catechismo?
R. — Mi chiamo Elena Vasilij, ho 11 anni. Prima non avevo tanta voglia di pregare, neanche di andare in chiesa; sì andavo la domenica però aspettavo quando finiva la Messa per andare a casa a guardare la televisione. Spesso c'erano dei litigi tra noi compagni e c'era sempre una certa invidia se uno prendeva voti migliori degli altri.
Prima Gesù Cristo e la Madonna non erano al centro della mia vita; non mi sono mai occupata tanto di loro; adesso è cambiato tutto ed in modo particolare nella preghiera.
D. — Quando la Madonna si è presentata a Biakovici e fino al momento in cui tu hai sentito la voce, tu come hai vissuto tutto questo?
R. Quando ho sentito quanto succedeva ai ragazzi, a me è capitato di crederci senza pensare molto; io ho semplicemente detto a me stessa che io ci credevo. Io non capivo niente di quello che succedeva quando sono andata fin là (sul monte). Uno zio mi ha detto: "non devi andare là". Prima era del partito, adesso non lo è più. Invece mia sorella mi ha raccomandato di non credere a nessuno, perché dopo, col tempo, tutto verrà chiarito.
E così alla sera sono andata a Messa sempre più spesso e poi quasi tutte le sere. Poi mi hanno fermata i genitori: "devi rimanere a casa; neanche noi andiamo tutte le sere". Ed allora qualche volta non ci sono andata. Ero però attratta da questo richiamo a pregare. In una preghiera io dissi: "O Signore come sarei felice e grata se potessi credere solo a Te". Così pregai che il Signore mi si presentasse in un modo per cui lo riconoscessi meglio e dopo lunghe preghiere (pregavo e digiunavo) dopo 1-2 anni è venuto.
D. — E adesso che cosa è cambiato nella tua vita, nei rapporti con i compagni di scuola e con i genitori?
R. — Quando mi si è presentata la Madonna, tutti sono venuti con me e tutti volevano pregare con me e mi interrogavano. Le prime volte non sapevamo come comportarci, poi diventavamo sempre più bravi.
Quando noi pregavamo venivano tutti (gli amici). Quando non sapevano qualche cosa mi chiedevano, così ci siamo conosciuti meglio e siamo diventati amici. Soprattutto ci siamo uniti dopo che la Madonna mi si è presentata e loro mi ponevano delle domande da farLe. Alla fine la Madonna mi ha detto che quelle domande non erano importanti, ma noi ci siamo uniti anche per questo. Ma soprattutto ci siamo uniti quando la Madonna ci ha insegnato a pregare.
D. — Come la Madonna vi ha insegnato a pregare?
R. — Una volta pregavamo il rosario e la Madonna disse diverse volte di ripetere il mistero. Diceva: "Questa non è preghiera". Allora noi bambini abbiamo pensato che non dicevamo bene tutte le parole. No. Finalmente io ho capito che la Madonna voleva che ci fosse qualche cosa di nostro; allora abbiamo letto un brano della Bibbia, abbiamo meditato e pregato ed alla fine la Madonna ha detto che andava bene.
Tutti mi dicevano di chiedere alla Madonna come dovevamo comportarci con gli insegnanti che non credono. "Voi ci riuscirete dopo la preghiera". Ci raccomandava di essere in pace con tutti, che ci scuotessimo da tutti i peccati e che pregassimo bene e ringraziassimo il Signore.
Io allora ho incominciato subito ad ascoltare di più i genitori, a lavorare di più. Tutti rimanevano colpiti da come io facevo queste cose. Allora io spiegavo di come Cristo soffriva per noi.
D. — Raccontaci la tua giornata. Quando preghi? La preghiera è sempre una esperienza piena di gusto per te?
R. — Sveglia verso le sei; tutti i familiari si preparano e cominciano la preghiera, di solito 1/2 ora. A scuola durante l'intervallo facciamo una preghiera assieme, ma in silenzio perché c'è un mussulmano che se ci vede pregare pensa che lo prendiamo in giro. Dopo la scuola, tornando a casa in gruppo, parliamo di che cosa dobbiamo preparare per i compiti e di chi andrà nel pomeriggio in chiesa. Quando torno a casa mi riposo un po' e poi mangio. Dopo il pranzo vado ad aiutare i familiari e a preparare i compiti.
Verso le 4 ci riuniamo a casa mia con la gente che viene a pregare. Preghiamo fino alle 5 e dopo ci avviamo verso la chiesa dove preghiamo e partecipiamo alla messa. Dopo la visione ritorniamo a casa.
Anche le persone che rimangono a casa rimangono in preghiera.
Poi tutti vanno a letto, ma io e il papà ci mettiamo in preghiera fino al sonno.
D. — Ma non giochi mai?
R. — Sì, dopo il pranzo vado a saltare un po'.
D. — Ma in genere hai più voglia di giocare con i tuoi amici o di
pregare?
R. — Quando la Madonna ha iniziato ad apparire, spesso volevo di più giocare; adesso preferisco pregare perché nel gioco alle volte avvengono anche dei litigi, mentre la preghiera finisce sempre nella pace e nella serenità.
Quasi tutti all'inizio sono contrari alla preghiera, ma poi finiscono soddisfatti dicendo: "se non venissi qua non avrei questa pace e serenità".
D. — Le prime volte che hai sentito la Voce, hai riconosciuto
immediatamente che cos'era?
R. — No.
D. — Come l'hai riconosciuta?
R. — All'inizio non l'ho riconosciuta, dopo la gente ha cominciato a fare delle domande, mi ha detto di chiedere di chi era quella voce; ho ricevuto la risposta: "Da Dio". Allora ho domandato: "chi sei tu che mi dici?" La risposta è stata: "Questo non è importante per te; per te è importante che la voce sia da Dio e di seguire questa voce."
D. — Come preghi?
R. — (si riferisce all'ora pomeridiana). All'inizio ci mettiamo in pace, in raccoglimento e diciamo un Credo. Poi leggiamo un brano della Scrittura e da quel brano vediamo per chi e per cosa pregare nel rosario (ad esempio per il Sommo Pontefice) e dal testo sentiamo che cosa ha bisogno il Sommo Pontefice o la Parrocchia. Alla fine ci sono dei canti e delle preghiere spontanee, poi leggiamo di nuovo un altro brano del Vangelo o della Scrittura che rappresenta il momento della riflessione per un altro giorno e per chi o per cosa pregare il giorno successivo.
D. — Cosa vorresti fare da grande?
R. — Adesso mi piacerebbe andare in convento. Per adesso prego Gesù per non essere trascinata da altre parti.
D. — Descrivici le tue visioni.
R. — Io vedo la Madonna nel cuore, la vedo tutta in bianco. Io la vedo senza rivolgermi con lo sguardo a Lei. Per esempio io la vedo chinando il capo e chiudendo gli occhi. La sento nel cuore la sua voce, a volte sento la sua voce chiara, voce proprio. A volte io posso riconoscere col mio pensiero quello che Lei dice. Ad esempio quando io chiedo qualcosa a Lei, io non devo comporre, non devo dire tutta la frase per intero, e Lei non c'è bisogno che mi parli per intero, perché come mi guarda col mio sguardo io posso già cogliere la risposta. Raccolgo questa voce interna con la preghiera. Alcune volte Lei parla con me e sento la voce, soprattutto quando deve spiegarmi una sola domanda; quando invece le domande sono molte o complesse, le lunghe risposte le sento non come parole, ma già nel cuore, facilmente spiegate nel cuore. Comprendo dentro ai miei pensieri quello che la Madonna vuole, quello che desidera.
D. — Come possiamo noi che siamo venuti qui testimoniare e raccontare agli altri, ai nostri amici che sono rimasti a casa quello che abbiamo visto? Qual'è la cosa più importante che dobbiamo raccontare?
R. — La Madonna dice: "Voi dovete offrire tutti i vostri lavori, tutti i progetti nella preghiera, ogni giorno offrire tutto quanto a Gesù Cristo e, attraverso la preghiera, donarvi a Cristo e ringraziare di tutto. Accettate la vita come dice Gesù Cristo con la leggerezza (1), allora la gente capirà quello che voi vivrete e potrete dare la testimonianza."
(1) Cioè con abbandono in Dio (cfr. Matteo 11,28-30).
DIALOGO IN CASA DI JELENA 9 Dicembre 1983
Dr. Mario Botta
D. — Domanda
J. — Jelena
J. — All'inizio quando ho ricevuto questo dono ("locutio interna") la Madonna disse: "Prendete sul serio i messaggi della preghiera, della penitenza e della conversione".
D. — Maria è Madre di Dio, però è una donna che dovremmo sentire più vicina perché, come Lei, siamo creature. Perché spesso non avvertiamo questa vicinanza?
J. — La Madonna dice: "Quando fate il peccato, voi siete come svenuti; avete perso la coscienza e nello stesso tempo voi ricevete una paura davanti a me; quando volete avvicinarvi a me voi portate nell'inconscio quella paura, quello svenimento, praticamente come una mancanza di conoscenza; c'è una reazione di paura che vi allontana da me e voi mi considerate come una persona severa, oppure una persona lontanissima da voi. L'unica possibilità che avete per purificare il cuore è la preghiera; preghiera fino ad arrivare al momento in cui siete totalmente presenti davanti a Dio".
D. — Io sono un po' emozionato e mi sento anche molto indegno di questo, comunque, confidando nella misericordia del Signore, gradirei sapere quanto tempo devo dedicare alla preghiera nella mia vita di marito, di padre, di medico, di chirurgo e di studioso: cioè, in altri termini, se devo sottrarre tempo ai miei doveri di padre di famiglia, di chirurgo, di persona che studia, per darlo alla preghiera?
J. — La Madonna dice questo: "Prega alla mattina quando ti alzi. Poi durante la giornata tu non devi rompere il tuo lavoro, perché anche lavorando tu puoi pregare: senza dire 'Padre Nostro', 'Ave Maria', tu puoi dare, offrire, lodare Dio, ringraziare Dio lavorando. Poi quando ritorni a casa di sera, prega."
D. — Noi siamo tutti peccatori e come peccatori abbiamo bisogno di aumentare la nostra Fede. Sentiamo il dispiacere che molti valori umani e cristiani non siano capiti dalla gente: per esempio che un essere concepito non sia considerato come uomo e si creda possibile poterlo eliminare. Cosa possiamo fare?
J. — La Madonna dice: "E' bene pregare, però bisogna pregare prima di tutto che lo Spirito Santo discenda sugli uomini; quando lo Spirito Santo discende sugli uomini, allora tutto si chiarisce. In questo momento Io chiedo a tutti voi soltanto di portare il messaggio della pace."
D. — Noi siamo venuti qui a Medugorje: è una fortuna; non sappiamo se mai potremo tornare qui; chiediamo la forza per ricordare tutto questo nel futuro!
J. — La Madonna ha detto soltanto questo: "Io vi do la forza di ricordare tutto questo. Però ho bisogno delle vostre preghiere".